l’abbraccio benedicente transizione manuale
IL FIGLIO GIOVANE - Il giovane abbracciato e benedetto dal padre è un uomo povero, molto povero. - Il capo rasato; non ostenta più i lunghi capelli; la testa sembra la testa di un prigioniero. Mentre il padre indossa ampi mantelli rossi che conferiscono rango e dignità, il figlio inginocchiato non ha alcun mantello. - La tunica appena copre il suo corpo.
- Le piante dei piedi raccontano la storia di un viaggio lungo e umiliante. - Il piede sinistro, sfilato dal sandalo è segnato da cicatrici. Il piede destro, solo in parte coperto da un sandalo scalcagnato, parla anch'esso di sofferenza e miseria.
- Un uomo spoglio di tutto eccetto di una cosa, la spada.
IL FIGLIO MAGGIORE - Osservatore distante, sguardo duro.
- La parabola afferma che il figlio maggiore non è ancora presente quando il padre abbraccia il figlio perduto. - Cosa passa per la mente e il cuore di quel uomo? - Il Figlio maggiore può ancora scegliere o non scegliere l'amore che gli viene offerto. - E' l'osservatore principale del ritorno a casa del figlio più giovane. Un osservatore che se ne sta rigidamente sulle sue.
- Guarda il padre ma non con gioia - Guarda il padre ma non con gioia. Non sorride, non esprime il suo benvenuto. Sta semplicemente lì -a lato della sua pedana- evidentemente non desideroso di farsi coinvolgere.
- Il ritorno è l'evento dominante del dipinto; non è comunque situato nel centro fisico della tela. Ha luogo sul lato sinistro del quadro, mentre il fratello maggiore, alto e impassibile, domina il lato destro. C' è un ampio spazio vuoto che separa il padre e il figlio maggiore, uno spazio dove si crea una tensione che esige una soluzione.
- Il modo in cui il figlio maggiore è stato dipinto da Rembrant lo mostra molto simile al padre: ampi mantelli rossi sulle spalle, una luce sul figlio maggiore, che collega il suo volto al volto luminoso del padre.
- Ma che differenza penosa tra i due - Ma che differenza penosa tra i due! Il padre si piega sul figlio che è tornato. Il figlio maggiore sta in piedi irrigidito, posizione accentuata dal lungo bastone che dalla mano arriva fino a terra. Il mantello del padre è ampio e accogliente; quello del figlio cade giù rigido e uniforme lungo il corpo.
Le mani del padre sono stesse e toccano colui che ritorna in un gesto di benedizione; quelle del figlio sono strette insieme e tenute vicino al petto.
C'è luce su entrambi i volti, ma la luce che emana dal volto del padre fluisce per tutto il corpo, mentre la luce sul volto del figlio maggiore è fredda e circoscritta. La sua figura rimane nell'oscurità.
IL PADRE - Ogni espressione della figura del padre: espressione del volto, il suo atteggiamento, i colori dell'abbigliamento e, soprattutto, la gestualità delle mani, parla di un uomo compassionevole; parla di tenerezza, misericordia, perdono.
- Uomo anziano mezzo cieco, con baffi e barba bipartita, vestito con indumenti ricamati in oro e con un mantello rosso scuro, che posa le sue mani, grandi e calme, sulle spalle del figlio che ritorna. - Significativo il fatto che Rembrandt scelga un uomo anziano quasi cieco per comunicare l’amore di Dio.
- Le mani del padre. Su di esse si concentra tutta la luce; su di esse si focalizzano gli occhi degli astanti; in esse si incarna la misericordia; in esse confluiscono perdono, riconciliazione e guarigione e con esse sia il figlio esausto che il padre sfinito trovano riposo.
- Mano sinistra: mano con le dita aperte che coprono gran parte della spalla destra del figlio prodigo esercitando una certa pressione, specialmente del pollice. Mano che non soltanto tocca ma che sorregge, che stringe con energia, mano maschile. - Mano destra: mano delicata, tenera, che si posa dolcemente sulla spalla del figlio. Mano che vuole accarezzare, calmare, offrire conforto e consolazione. E' una mano di madre. [Il padre non è soltanto un grande patriarca, è anche una madre].
(tratto dal libro di Henri J. M. NOUWEN, L'abbraccio benedicente (tratto dal libro di Henri J.M. NOUWEN, L'abbraccio benedicente. Meditazione sul ritorno del figlio prodigo, Brescia, Queriniana 1998, pp. 212. Commento spirituale al dipinto di Rembrandt, +1669, attualmente nel museo di San Pietroburgo) www.micromedia.unisal.it