Impariamo a conoscerla Gestione Organizzazione Protezione Civile Volontario Informazione PREVISIONE Tutela dell’ambiente Solidarietà Cultura PREVENZIONE Superamento emergenza Formazione SOCCORSO Rispetto Pianificazione Insieme di forze Impariamo a conoscerla A cura del volontario Marcello Santopietro Funzionario Vigilanza Ispettiva – I.N.A.I.L. - Caserta
Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento della Protezione Civile Con “protezione civile” si intende il complesso di attività messe in campo dal paese per tutelare l’integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l’ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali, da catastrofi e da altri eventi calamitosi. Con la legge 24 febbraio 1992, n.225 l’Italia ha organizzato la protezione civile come “Servizio nazionale” composto, come dice il primo articolo della legge, dalle amministrazioni dello Stato, centrali e periferiche, dalle regioni, dalle province, dai comuni, dagli enti pubblici nazionali e territoriali e da ogni altra istituzione ed organizzazione pubblica e privata presente sul Territorio nazionale. Al coordinamento del Servizio nazionale e alla promozione delle attività di Protezione civile, provvede il Presidente del Consiglio dei Ministri attraverso il Dipartimento della protezione civile. <<< >>
La Protezione Civile Presidenza Sottosegretario Dipartimento del Consiglio dei Ministri Dipartimento della protezione civile Sottosegretario alla Protezione Civile Servizio Ispettivo Capo dipartimento Servizio coordinamento attività di Previsione e Prevenzione Servizio Emergenze Servizio opere pubbliche d’emergenza Servizio Affari Generali Documentazione e Volontariato Servizio Organizzazione Affari Amm.vi e Finanziari <<< << >>
principio di sussidiarietà Il sistema che si è costruito è basato sul principio di sussidiarietà. Il primo responsabile della protezione civile in ogni Comune è il Sindaco, che organizza le risorse comunali secondo piani prestabiliti per fronteggiare i rischi specifici del suo territorio. Quando si verifica un evento calamitoso, il Servizio nazionale della protezione civile è in grado, in tempi brevissimi, di definire la portata dell’evento e valutare se le risorse locali siano sufficienti a farvi fronte. In caso di necessità sarà assicurato il supporto delle Province, delle Regioni ed il concorso delle amministrazioni periferiche dello Stato, coordinate dai Prefetti e, nelle situazioni più gravi, a livello nazionale, sarà attuata l’integrazione delle forze disponibili in loco con gli altri uomini e mezzi, necessari a far fronte con efficacia alle esigenze. La protezione civile è gestione ordinaria di: specifiche procedure, piani, risorse umane e strumentali, rischi. <<< << >>
funzionamento del sistema Per il funzionamento del sistema è importante che le autorità, locali, regionali o nazionali, in relazione alla gravità dell’evento e nell’ambito delle proprie competenze, assumano la direzione delle operazioni: è infatti evidente che una situazione di emergenza richiede in primo luogo che sia chiaro chi decide, chi sceglie, chi si assume la responsabilità degli interventi da mettere in atto. Nei casi di emergenza nazionale questo ruolo compete al Dipartimento della protezione civile, mentre la responsabilità politica è assunta direttamente dal Presidente del Consiglio dei Ministri. Il Volontario di protezione civile può essere associato o comunale. Le associazioni, sono organizzazioni di diritto privato, i gruppi comunali sono costituiti con delibera del Consiglio Comunale, e in quanto tali soggetti a un regime pubblicistico, con responsabilità in capo al Sindaco. <<< << >>
Le emergenze È fondamentale che la protezione civile sia una “macchina di intervento in emergenza” bene organizzata, in grado di ridurre al minimo il tempo che intercorre tra un evento calamitoso e i primi soccorsi e interventi. A questo obiettivo sono dedicati il lavoro di definizione dei “piani di emergenza”, elaborati a livello nazionale e locale; il continuo aggiornamento delle procedure di emergenza; lo scambio regolare di informazioni tra tutti i livelli del sistema; le attività di formazione del personale e le esercitazioni di tutte le componenti che intervengono nella protezione civile; il potenzia- mento dei mezzi tecnici a disposizione. Grazie a questo lavoro sistematico e all’accresciuta corrispondenza delle strutture presenti a livello regionale, negli ultimi anni sono stati conseguiti soddisfacenti risultati nei tempi e nei modi di risposta dei soccorsi. Sono decisamente migliorate la definizione delle azioni necessarie e la Capacità di operare per ridurre i danni ed avviare tempestivamente le attività per il ripristino di normali condizioni di vita nelle zone disastrate. <<< << >>
Servizio Nazionale di Protezione Civile SCOPI - Sono attività di protezione civile quelle volte alla previsione e alla prevenzione dei rischi, al soccorso delle popolazioni sinistrate e ogni altra attività necessaria ed indifferibile diretta a superare l'emergenza connessa agli eventi dell’art.2 legge n. 225.92 Previsione - Saper prevedere significa conoscere le cause dei fenomeni calamitosi, identificarne i pericoli e individuare le zone del territorio maggiormente soggette ai rischi stessi Prevenzione - Prevenire significa attivarsi per evitare o ridurre al minimo la possibilità che, a causa dei fenomeni calamitosi, si verifichino danni. Si tratta di realizzare sistemi difensivi ed imporre vincoli o limitazioni all'uso del territorio con i Piani Regolatori. Soccorso - Cioè attuazione degli interventi diretti ad assicurare alle popolazioni colpite ogni forma di prima assistenza <<< << >>
Le tipologie di rischio presenti in Italia Terremoti - Il territorio italiano si estende su più placche tettoniche, il cui movimento reciproco genera periodicamente dei terremoti. Alluvioni, frane, smottamenti, erosione delle coste - Il rischio idrogeologico rappresenta per l’Italia un pericolo secondo solo a quello sismico, in termini di perdita di vite umane e di danni arrecati alle strutture. Incendi boschivi - Il patrimonio forestale italiano, tra i più importanti d’Europa per ampiezza e varietà di specie, costituisce un’immensa ricchezza per l’ambiente e l’economia, per l’equilibrio del territorio, per la conservazione della biodiversità e del paesaggio. Tuttavia ogni anno vengono bruciati migliaia di ettari di bosco da incendi molto spesso dovuti a cause dolose, legate alla speculazione edilizia o all’incuria e alla disattenzione dell’uomo. Attività industriali - L’Italia è cresciuta tanto, negli ultimi cinquant’anni, da diventare, da paese essenzialmente agricolo, uno dei paesi più industrializzati del pianeta, non senza pagare il prezzo di un aumento dei possibili pericoli. Le attività industriali, infatti, possono dar luogo ad inquinamenti fisici e chimici <<< << >>
Le tipologie di rischio presenti in Italia Vulcani - Si trova nel Mezzogiorno d’Italia la maggiore concentrazione di vulcani attivi dell’intera Europa: il Vesuvio, l’Etna, le isole di Stromboli e Vulcano, i Campi Flegrei. I vulcani sono stati protagonisti, in passato, di disastrose eruzioni, che hanno cancellato intere città e causato migliaia di vittime: basti ricordare l’eruzione del Vesuvio del 79 d. C. che distrusse Pompei. Oggi, grazie allo studio e al monitoraggio continuo di alcuni fenomeni precursori, è in molti casi possibile prevedere un’eruzione con un certo anticipo e attuare così importanti misure preventive. Livelli di allerta STATO DEL VULCANO Base Nessuna variazione significativa di parametri controllati Attenzione Variazione significativa di parametri controllati Preallarme Ulteriore variazione di parametri controllati Allarme Comparsa di fenomeni e/o andamento di parametri controllati che indicano una dinamica preeruttiva <<< << >>
Compiti dei vari enti <<< << >>
Strutture operative Protezione Civile Volontariato Guardia Finanza Corpo Forestale Stato Protezione Civile Croce Rossa Italiana Corpo Nazionale VV.F. Gruppi Ricerca Scientifica Marina Militare Aeronautica Militare Esercito Italiano Istituto Nazionale Ricerca Corpo Nazionale Soccorso Alpino Servizio Sanitario Nazionale Volontariato Servizi Tecnici Nazionali Arma dei Carabinieri Polizia di Stato Strutture operative <<< << >>
Protezione Civile - schema di attivazione Strutture operative Presidente Regione Dipartimento Presidente Provincia Prefetto Sindaco Sinistro <<< << >>
L’organizzazione Protezione Civile Livello Nazionale Governo Ministeri Enti Pubblici di interesse Livello Regionale Comitato Regionale Regione Sanità, Trasporti. Assistenza, Foreste,Ecologia Lavori pubblici Ass.ni Impr.ri Volontari Sindacati Livello Provinciale Provincia Assessorati Camera Commercio Sindacati Prefetto può mobilitare Vigili del Fuoco Forze Armate Livello Comunale Sindaco Autorità responsabile emergenza, gestore dei soccorsi in accordo col Prefetto (se richiesto) Comune Sanità Edilizia Assistenza Volontari Imprese locali STATO Amministrazione Locale Popolazione <<< << >>
CENTRO COORDINAMENTO SOCCORSI Compiti del C.C.S. coordinamento di tutta l'attività svolta dai Centri Operativi Misti (C.O.M.), se attivati, o dalle Autorità ed Organismi operanti nel territorio colpito da calamità raccolta ed elaborazione dati ed informazioni relative all'evolversi della situazione nelle zone colpite ricezione richieste di soccorso avanzate dai Centri Operativi Misti di settore, se attivati, o dalle Autorità ed organizzazioni operanti, e successivo inoltro, per l'adozione dei competenti interventi, ai Centri Direzionali degli Enti e Corpi impiegati nelle operazioni di soccorso collegamento costante con le Sale Operative del Ministero dell'Interno e del Dipartimento della Protezione Civile organizzazione eventuale esodo della popolazione residente nelle zone colpite e successivo rientro nelle località di residenza organizzazione dei trasporti per eventuali collegamenti pendolari tra le zone colpite dall'evento calamitoso ogni altra incombenza affidata dal Prefetto per fronteggiare la situazione di emergenza <<< << >>
Composizione del C.C.S. Fanno parte del C.C.S., oltre al Prefetto o al funzionario dallo stesso delegato, che lo presiede, i titolari o i rappresentanti, con poteri decisionali, dei seguenti Uffici ed Enti: - Questura - Comando Provinciale Arma Carabinieri - Comando Legione Guardia di Finanza - Comando Provinciale Corpo Forestale dello Stato - Sezione Polizia Stradale - Zona Telecomunicazioni Polizia di Stato - Comando Provinciale Vigili del Fuoco - Comando Brigata Alpina Taurinense - Servizio Regionale Protezione Civile - Servizio Provinciale Protezione Civile - Servizio Protezione Civile Comune Torino - Comitato Provinciale Croce Rossa Italiana A seconda delle specifiche situazioni di emergenza, il C.C.S. viene integrato con i titolari o i rappresentanti degli altri Enti ed Uffici competenti in via ordinaria o chiamati al concorso. <<< << >>
La logica della Protezione Civile Di cosa c’è bisogno nelle emergenze della catastrofe? Dipende dal tipo di catastrofe e delle caratteristiche della zona colpita . Necessita tutto, anche se non è prevedibile occorre poter reperire tutto velocemente Necessita un elenco delle risorse umane e strumentali utili all’emergenza Rischi Risorse Procedure Elencazioni mappe Individuazione e Banca dati Responsabilità e compiti CODIFICA PIANI D’EMERGENZA <<< << >>
PIANO “MERCURIO” PIANO “ Mercurio “ CODIFICA NAZIONALE PROVINCIALE Di cosa c’è bisogno nelle emergenze della catastrofe? PIANO “ Mercurio “ Dipende dal tipo di catastrofe e delle caratteristiche della zona colpita . PIANO “MERCURIO” Necessita tutto, anche se non è prevedibile occorre poter reperire tutto velocemente Necessita un elenco delle risorse umane e strumentali utili all’emergenza NAZIONALE PROVINCIALE COMUNALE <<<
gestione delle risorse PIANI D’INTERVENTO NECESSITA sapere esattamente come si muoveranno le risorse umane, senza lasciare spazio a singole decisioni: esiste un’unica DIREZIONE delle operazioni METODO “AUGUSTUS” PIANI D’EMERGENZA gestione delle risorse <<< >>
IL METODO “ AUGUSTUS “ Parte A - Parte generale del Piano: è la raccolta di tutte le informazioni relative alla conoscenza del territorio e ai rischi che incombono su di esso, alle reti di monitoraggio presenti, alla elaborazione degli scenari. Parte B - Lineamenti della pianificazione del Piano: individuano gli obiettivi da conseguire per dare una adeguata risposta di protezione civile ad una qualsiasi situazione di emergenza e le competenze dei soggetti che vi partecipano. Parte C - Modello di intervento del Piano: consiste nell’assegnazione delle responsabilità nei vari livelli di comando e controllo per la gestione delle emergenze, nella realizzazione del costante scambio di informazioni nel sistema centrale e periferico di protezione civile, nell’utilizzazione delle risorse in maniera razionale. Rappresenta il coordinamento di tutti i centri operativi dislocati sul territorio. <<< << >>
Il Metodo "Augustus" Il Metodo "Augustus", elaborato dal Dipartimento della Protezione Civile e il Ministero dell'Interno, rappresenta uno strumento di riferimento ed una guida metodologica per la pianificazione di emergenza a tutte le scale. Il gruppo di lavoro incaricato di elaborare le linee guida "Augustus" ha prodotto un lavoro che rappresenta una sintesi coordinata degli indirizzi per la pianificazione di emergenza, raccolti in un unico documento operativo. Il metodo "Augustus" abbatte il vecchio approccio dei piani di emergenza basati sulla concezione burocratica del censimento di mezzi utili agli interventi di protezione civile e introduce il concetto di disponibilità delle risorse; per realizzare questo obiettivo il metodo prevede che nei piani di emergenza siano introdotte le "funzioni di supporto" con i relativi responsabili. Il metodo individua 14 funzioni per le Prefetture (Pianificazione Provinciale Emergenza C.C.S. – C.O.M.) 9 per i Comuni (Pianificazione Comunale Emergenza – C.O.C.) Ciascuna funzione di supporto deve essere affidata ad un responsabile che individui e renda disponibili le risorse adeguate e che già “ in tempo di pace “ lavori per mantenere aggiornato il Piano di Emergenza. <<< << >>
Funzioni di supporto del C.C.S. Il C.C.S. individua al proprio interno i coordinatori di riferimento per assolvere alle seguenti funzioni di supporto, individuate nel Piano Provinciale di Protezione Civile: 1. Tecnico Scientifico 2. Sanità - Assistenza Sociale 3. Mass Media e Informazione 4. Volontariato 5. Materiali, Mezzi e Trasporti 6. Circolazione e Viabilità 7. Telecomunicazioni 8. Servizi Essenziali 9. Censimento danni, persone e cose 10. Soccorso Tecnico 11. Enti Locali 12. Materiali pericolosi 13. Logistica Evacuati 14. Coordinamento Centri Operativi Eventuale protocollo di intesa tra l'Ufficio Territoriale del Governo e la Provincia <<< << >>
C.O.C. - CENTRI OPERATIVI COMUNALI Il Sindaco, in qualità di Autorità comunale di protezione civile, al verificarsi dell'emergenza, nell'ambito del proprio territorio comunale, si avvale del Centro Operativo Comunale, C.O.C., per la direzione ed il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alla popolazione colpita. Il C.O.C. è presieduto dal Sindaco ed è composto dai responsabili delle funzioni di supporto finalizzate ad organizzare e svolgere le attività necessarie ad affrontare le criticità che si manifestano nel corso dell'evento calamitoso. Il C.O.C. dovrà essere ubicato in un edificio non vulnerabile ed in un'area di facile accesso. La struttura del C.O.C. si configura, generalmente, secondo nove funzioni di supporto: 1.Tecnico Scientifico - Pianificazione 2.Sanità, Assistenza Sociale e Veterinaria 3.Volontariato 4.Materiali e mezzi 5.Servizi essenziali e attività scolastica 6.Censimento danni a persone e cose 7.Strutture operative locali 8.Telecomunicazioni 9.Assistenza alla popolazione Ogni singola funzione avrà un proprio responsabile che in "tempo di pace" aggiornerà i dati relativi alla propria funzione e, in caso di emergenza, nell'ambito del territorio comunale, affiancherà il Sindaco nelle operazioni di soccorso. <<< <<
C.C.S. - Eventuale protocollo di intesa tra l'Ufficio Territoriale del Governo e la Provincia può prevedere che, in seno al Centro Coordinamento Soccorsi, la Provincia assicuri il coordinamento di tre funzioni di supporto, precisamente quelle previste nel “Metodo Augustus” ai punti: 4. Volontariato 6. Circolazione e Viabilità 11. Enti Locali La Provincia inoltre, nell’ambito del C.C.S.: partecipa alle altre funzioni in cui sono coinvolte competenze proprie di Ente assicura, mediante proprio personale tecnico, il funzionamento della postazione informatica di lavoro presso la Sala Operativa dell'Ufficio Territoriale del Governo, nonchè la funzionalità degli applicativi in essa operanti può richiedere, per il coordinamento di eventi emergenziali di limitata estensione territoriale, ma coinvolgenti più Comuni, ovvero di particolare gravità, l'attivazione di Centri Operativi prossimi ai luoghi colpiti dagli eventi <<<
L’organizzazione – sul territorio La legge n. 225.92 delega due Responsabili per gli interventi di Protezione Civile sul Territorio a livello Provinciale il PREFETTO a livello Comunale il SINDACO per casi particolari può essere nominato un COMMISSARIO con poteri straordinari da definire di volta in volta <<< <<
Competenze del Prefetto Il Prefetto, al verificarsi di una calamità, sulla base del programma provinciale di previsione prevenzione, predispone il piano per fronteggiare l’emergenza su tutto il territorio della provincia e ne cura l’attuazione il Dipartimento della Protezione Civile, il Presidente della Giunta regionale la Direzione della Protezione Civile e dei Servizi antincendi del Ministero dell’Interno informa la direzione unitaria dei servizi di emergenza da attuare a livello provinciale, coordinandoli con gli interventi dei Sindaci dei comuni interessati assume adotta Tutti i provvedimenti necessari ad assicurare i primi soccorsi Sull’attuazione, da parte delle strutture provinciali di Protezione civile, dei servizi urgenti, anche di natura tecnica vigila <<< >>
Prefettura - organizzazione tipo PREFETTO Organismi permanenti Comitato Prov.le di Protezione Civile -------- Ufficio Prov.le di Risorse Organismi operativi dell’emergenza Organismi di Coordinamento dell’emergenza Centro di Coord.to dell’emergenza C.C.S. -------- Centro operativo Misto - C.O.M. Unità assistenziale di emergenza – U.A.E. -------- Componenti Pubbliche e Private di Protezione Civile Prefettura - organizzazione tipo <<< << >>
Dipartimento di Protezione Civile - attivazione PREFETTO Risorse PRESIDENTE Regione PRESIDENTE Provincia Dipartimento Protezione Civile SINDACO Strutture operative Sinistro <<< << >>
Prefettura – attivazione struttura PREFETTO C.C.S. Risorse da altri C.O.M. C.O.M. ENTI U.A.E. SINDACO Sinistro Comitato Loc. di P.C. <<< <<
Competenze del Sindaco Il Sindaco è autorità comunale di Protezione Civile. Al verificarsi dell’emergenza nell’ambito del territorio comunale, il Sindaco cura l’attuazione del PIANO DI EMERGENZA Comunale di protezione civile ed assume il coordinamento dei Servizi di soccorso ed assistenza alle popolazioni colpite e provvede agli interventi necessari dandone immediata comunicazione al Prefetto al Presidente della Giunta Regionale <<< >>
COMUNE - organizzazione tipo SINDACO Ufficio Comunale di Protezione Civile Servizio Tecnico Servizio Viabilità Servizio Sanità Servizio Ordine Pubblico Gruppo Volontari FF.SS Consorzio acqua Gas - Enel Telefoni Polizia Municipale Presidio Ospedaliero ASL Carabinieri Polizia di Stato <<< << >>
Ruolo del Comune Risorse - organizzazione La normativa vigente assegna al COMUNE un ruolo da protagonista in tutte le attività di protezione civile Previsione Prevenzione Soccorso Superamento dell’Emergenza soprattutto nella gestione dell’emergenza. Il Sindaco, che è autorità comunale di protezione civile, al verificarsi di una situazione d’emergenza, acquisite le opportune e dettagliate informazioni sull’evento, assume la direzione dei servizi di soccorso e assistenza alle popolazioni colpite e provvede all’adozione dei necessari provvedimenti. L. 142.90 art. 38 – L. 225.92 art. 15 – D.Lgs. 112.98 art.108 – L. 265.99 art. 12 – D.lgs. 334.99 art.22 <<< << >>
TUTTE LE RISORSE DISPONIBILI. Ruolo del Comune Risorse - organizzazione Qualora l’evento calamitoso non possa essere affrontato con le risorse a disposizione del comune, Il SINDACO richiede l’interevento di altre risorse umane e mezzi al PREFETTO, che adotta i provvedimenti coordinandoli con quelli del Sindaco stesso. Contemporaneamente, il Sindaco informa il Presidente della Regione o l’Assessore delegato alla Protezione Civile. Il SINDACO quindi, in emergenza è il RESPONSABILE, in accordo con il PREFETTO, della gestione dei soccorsi sul territorio comunale, nonché del coordinamento dell’impiego di TUTTE LE RISORSE DISPONIBILI. <<< << >>
Ruolo del Comune PROTEZIONE CIVILE. Risorse - organizzazione Per il corretto espletamento delle competenze ad esso affidate, ogni comune ha il DIRITTO – DOVERE di dotarsi di una struttura di PROTEZIONE CIVILE. E’ possibile altresì costituire strutture intercomunali, per una gestione associata dei relativi servizi, soprattutto per le esigenze dei piccoli comuni. E’ importante che un comune abbia sul proprio territorio una struttura di protezione civile preparata alle reali esigenze derivanti dai rischi presenti sul territorio ed evidenziati nel PIANO d’EMERGENZA comunale di protezione civile. VOLONTARIO <<< <<
organizzazioni di volontariato VOLONTARIO L'art.11 della legge 225/92 sancisce che le organizzazioni di volontariato fanno parte delle strutture operative del Servizio nazionale della protezione civile. Nello stesso tempo, però, non possono e non devono sostituire le istituzioni. Nella protezione civile le associazioni di volontariato sono strutturate per settori che operano in continuità nel loro campo specifico di attività, ma strutturano anche appositi gruppi di intervento altamente specializzati ed operativi, posti al servizio di chi gestirà l'intervento globale. Le associazioni di volontariato di protezione civile quelle associazioni liberamente costituite da volontari con fini solidaristici e senza scopo di lucro, anche indiretto, e che svolgono o promuovono attività di previsione e prevenzione e soccorso in occasione di calamità naturali o indotte, nonché attività di formazione alla coscienza di protezione civile. <<< >>
Per diventare volontario il singolo cittadino, nel rispetto dei già citati principi, dovrà aderire ad un'associazione di volontariato che svolga attività nelle quattro fasi che contraddistinguono il sistema della protezione civile in Italia : previsione, prevenzione e soccorso e superamento dell'emergenza. Le associazioni di volontariato devono possedere i requisiti di moralità, affidabilità, capacità operative e una struttura organizzativa ed autosufficiente in modo da poter dare, nel momento dell'emergenza, un valido supporto alle istituzioni, gli aderenti non devono avere procedimenti penali pregressi o in corso, si chiede di svolgere la propria attività di competenza specializzandosi in uno o più settori che sono numerosi e diversificati tra loro. Il cittadino che vuole dedicarsi al volontariato di protezione civile dovrà individuare, sul territorio, nazionale associazioni di volontariato che svolga attività in uno dei settori in cui detto cittadino ha già preparazione o intenda acquisirla. Gli enti da contattare sono nell'ordine : Prefettura, Regione, Dipartimento della protezione civile <<< << >>
Per diventare volontario La prima autorità di protezione civile è il Sindaco e che, quindi, in primo luogo ci si deve rivolgere al Comune di appartenenza anche perché molti Comuni hanno già costituito efficienti gruppi comunali di volontariato di protezione civile. Ai volontari, limitatamente al periodo di impiego autorizzato, vengono garantiti il mantenimento del posto di lavoro e del relativo trattamento economico e previdenziale, la copertura assicurativa e il rimborso delle spese sostenute nell'attività di protezione civile. Secondo la normativa vigente il Ministro per il coordinamento della protezione civile (oggi Sottosegretario) o per sua delega, il Prefetto territorialmente competente può disporre l'impiego delle associazioni di volontariato in attività di previsione, prevenzione soccorso e superamento dell'emergenza (ex art.11 della legge 24 luglio 1984 n. 363 recepito nell'art.18 della legge 24 febbraio 1992 n. 225 istitutiva del Servizio nazionale della protezione civile ). Al verificarsi di una emergenza il Dipartimento della protezione civile (retto dal Sottosegretario alla protezione civile) o la Prefettura possono allertare i responsabili delle associazioni di volontariato riconosciute al fine di autorizzare l'intervento dei rispettivi volontari tecnicamente qualificati a supporto delle forze istituzionali. <<< << >>
le quattro fasi della protezione civile Formazione della coscienza civile intesa principalmente come educazione alla protezione civile rivolta soprattutto alle popolazioni delle zone a rischio, ai giovani ed agli studenti della scuola dell'obbligo; Previsione intesa come studio delle cause dei fenomeni calamitosi, della identificazione dei rischi e della individuazione delle zone soggette a rischio; Prevenzione volta da evitare o ridurre al minimo la possibilità che si verifichino danni conseguenti ad eventi calamitosi ed a promuovere e curare l'educazione della popolazione all'autoprotezione; Soccorso svolto in numerosi settori tra i quali il sanitario, l'assistenziale ed il tecnico (radioamatori, sommozzatori, squadre antincendio boschivi, unità cinofile di soccorso, speleologi, paracadutisti ecc.) Superamento dell'emergenza volta ad attuare tutte quelle iniziative che ostacolano la ripresa. <<< << >>
Domanda: iscrizione/informazioni Al sig. SINDACO - Dirigente Ufficio di Protezione Civile Oggetto: Richiesta informazioni attività “Gruppo Municipale di Protezione Civile” ..l .. sottoscritt .. nat.. a …………………………..residente a ………………...via ……………….. CHIEDE di essere contattat.. per ricevere informazioni dettagliate sull’attività del “ Gruppo Municipale di Volontari di Protezione Civile. Di essere interessat .. all’eventuale iscrizione. Di essere interessat .. solo a ricevere informazioni sulle attività di Protezione Civile Firma …………………………. Recapito telefonico n. …………. <<< << >>
Associazione Nazionale della Protezione Civile Benvenuto nella Associazione Nazionale della Protezione Civile <<< <<