EDIPO & IL CICLO TEBANO CHIARA CHINELLO I BC
Il ciclo tebano Il ciclo tebano è un gruppo di poemi epici oggi ormai perduti che narrava la storia mitologica di Tebe. I poemi sono: L’Edipodia(6600 versi) narrava della storia di Edipo . La Tebaide, cantava la guerra fratricida tra Eteocle e Polinice per la conquista di Tebe con la guerra dei sette. Gli Epigoni, raccontava la seconda guerra per la conquista di Tebe dieci anni dopo, da parte dei figli dei sette condottieri. L’Alcmeonide, narrava le gesta dell’epigono Alcmeone che vendicò la morte del padre caduto nella guerra dei sette.uccidendo la madre Erifile.
Edipo Laio, re di Tebe, afflitto dalla mancanza di un erede consulta l’oracolo di Delfi, che gli spiega che in realtà questa era una benedizione da parte degli dei: il bambino destinato a nascere, non solo l’avrebbe ucciso, ma avrebbe anche sposato la madre.
Per evitare il compimento dell’oracolo il bambino viene abbandonato sul monte Citerone,. Viene trovato da un pastore ed allevato dal re di Corinto Polibo che era senza figli. Al bambino viene dato il nome di Edipo (in greco ‘ piede gonfio’, a causa delle ferite che aveva nelle caviglie), poiché Laio lo aveva strappato alla nutrice e gli aveva fatto forare le caviglie per farvi passare una cinghia.
Anche Edipo all’Oracolo… Divenuto adulto, Edipo si trova ad interrogare l’oracolo di Delfi, il quale pronunciò il terribile vaticinio che avrebbe sconvolto per sempre la vita di Edipo: quest’ultimo era destinato ad uccidere il padre e a sposare sua madre. Quindi, per evitare di uccidere Polibo e sposare Peribea, decide di non tornare mai più a Corinto e di recarsi invece a Tebe.
La prima profezia si compie.. Ma durante il cammino verso la Focide, incontrato casualmente Laio, lo uccide in seguito ad una zuffa. Alla notizia della morte di Laio, i tebani eleggono Creonte, fratello di Giocasta, che fa annunciare che avrebbe ceduto il trono e dato in moglie Giocasta a colui che avrebbe risolto l’enigma.
Edipo, re di Tebe Edipo diviene re di Tebe dopo aver liberato la città dalla Sfinge, che divorava chi non sapeva rispondere al suo enigma. Solo Edipo aveva saputo rispondere: La Sfinge, sconfitta, si suicida, ed Edipo aveva sposato Giocasta, vedova del re Laio. Dalla loro unione nascono Eteocle, Polinice, Antigone e Ismene. “Qual è l’essere che cammina a volte a due gambe, a volte a tre, a volte a quattro, ed è più debole quando ha più gambe?” “E’ l’uomo, che da bambino cammina sulle mani e i piedi, da adulto sulle gambe e da vecchio appoggiato a un bastone”
Un morbo su Tebe Un morbo si abbatte su Tebe. L’Oracolo dice che per porvi fine era necessario trovare l’assassino di Laio, ed Edipo si era assunto il compito. Ma ben presto viene a sapere dall’indovino Tiresia che egli è colpevole; aveva dunque sposato sua madre. Giocasta si impiccò, ed Edipo si accecò trafiggendosi gli occhi. FINE EDIPO RE
Edipo a Colono Il seguito viene raccontato da Sofocle nell’Edipo a Colono: bandito da Tebe si reca con Antigone in Attica dove viene accolto dal re Teseo e dove, dopo poco tempo muore, trovando finalmente la pace.
I sette contro Tebe Prima di essere esiliato, Edipo manda ai due figli maschi una maledizione. Così, spaventati si contendono il regno di Tebe alternandosi un anno ciascuno. Ma poi Eteocle non cede il regno e Polinice chiede aiuto al re Adrasto(Argo). Radunano sette principi, che schierano davanti a ciascuna delle sette porte della città. I due fratelli si affrontano in un duello uccidendosi l’uno per mano dell’altro; così la maledizione del padre si attua. I Tebani riescono a prevalere gli Argivi, che fuggono.
Antigone Il potere torna nella mani di Creonte, il quale ordina di lasciare insepolti i corpi di Eteocle e Polinice, specialmente quello di Polinice, traditore della propria patria. Chi lo farà sarà lapidato. Antigone trasgredisce l’ordine e seppellisce di nascosto il corpo di Polinice. Viene condannata a morte da Creonte e trascinata in una caverna a morire d’inedia. Suo figlio Emone si uccide sul cadavere di Antigone, e alla notizia della morte di lui si uccide Euridice, la moglie di Creonte.
MORALE: Ognuno di noi non sa e non potrà sapere mai quello che il destino ci riserva. <<NON DIRE FELICE UN UOMO MORTALE, PRIMA CHE ABBIA VARCATO IL TERMINE DELLA VITA SENZA AVER PATITO DOLORE>>.
Fonti: • libro SOFOCLE – ANTIGONE- EDIPO RE i classici del pensiero libero GRECI E LATINI( La rivolta contro il destino) IL CORRIERE DELLA SERA •WIKIPEDIA immagini e testo Libro da biblioteca: miti greci Autore Graves Robert