Jesús: aproximación histórica. Marco 10, 2-16 27 Tempo Ordinario –B- 7 ottobre 2012 Le persone che accompagnano Gesù, preparano e anticipano il regno di Dio, Ma non devono essere un gruppo di uomini forti che si impongono agli altri con violenza. Devono essere, piuttosto, una comunità “di fanciulli” che non si impongono ad alcuno, che entrano nel regno solo perché necessitano di accompagnamento e di amore. Una comunità dove ci siano donne e uomini che, seguendo lo stile di Gesú, sappiano abbracciare, benedire e guidare i più deboli e i piccoli. José Antonio Pagola. Jesús: aproximación histórica.
2 Si avvicinarono alcuni farisei e, per metterlo alla prova, gli chiesero se era lecito al marito separarsi dalla propria moglie. A proposito del divorzio, al tempo di Gesú, c’erano due tendenze contrapposte. La rigorista che esigeva una causa grave, come l’adulterio, per fare il divorzio. E la più permissiva, che considerava motivo sufficiente qualunque fatto insignificante, perché l’uomo potesse abbandonare la moglie. In questa situazione si trovò Gesú quando gli posero la domanda, per polemizzare con Lui. Chi vinceva nelle discussioni acquisiva prestigio e autorevolezza. I farisei lo interrogarono sul divorzio fra uomo e donna. Il Vaticano II ha parlato del divorzio tra la vita e la fede in molti cristiani. Non c’é aspetto della nostra vita sul quale non posssiamo interrogare Gesú per conoscere che cosa Lui ne pensi.
3 Gesù rispose loro: – Che cosa ha comandato Mosé 3 Gesù rispose loro: – Che cosa ha comandato Mosé? 4 Essi risposero: –Mosé ha permesso di scrivere una dichiarazione di divorzio e di separarsi da lei. Come ha fatto Gesú, risaliamo ai tempi di Mosé. Quel legislatore dell’Antico Testamento vide, con preoccupazione, che i soli criteri usati per il divorzio erano gli appetiti e gli arbitri personali del marito. Pensó che era necessario porre rimedio ai frequenti abusi e proteggere cosí la donna, stabilendo un procedimento legale: il compimento di precise formalità. Nacque, così, la legge mosaica del divorzio (Dt 24, 1-4). Gesú sta preparando una comunità nuova impegnata con l‘amore gratuito e l’uguaglianza fra uomini e donne. Una comunità che si preoccupa dei diritti dei più deboli, dei piccoli ... di coloro che non contano.
5 Gesú disse loro: –Mosé vi ha dato questa possibilità per la durezza del vostro cuore. 6 Ma fin dall’inizio non fu così. Dio li creó maschio e femmina. 7 Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre, si unirá a sua moglie 8 e saranno di due uno solo. Infatti non sono più due, ma uno solo. 9 Perciò, l’uomo non separi ciò che Dio ha unito. Le parole di Gesù, anche a questo proposito, sono una buona e gioiosa notizia. Per Lui la legge non é una norma immutabile ma una condiscendenza “per l’incapacità di capire”. La legge contraddice il piano amoroso e il progetto originale di Dio, che suppone la totale uguaglianza tra l’uomo e la donna uniti da un amore senza condizioni, non interessi diversi. C’é solo un amore tra uguali. Gesú non parla di precetti della legge, ma di un orizzonte, di un ideale, di una meta da perseguire. Non parla di un peso e di una legge esterna, ma di libertà e di Buona Notizia.
10 Quando rientrarono in casa, i discepoli lo interrogarono su questo argomento. 11 Egli disse loro: –Se uno lascia sua moglie e si accasa con un’altra, commette adulterio contro la prima; 12 e se la donna lascia il marito e si accasa con un altro, commette adulterio. L‘amore, e la sua fedeltà o la sua rottura, implicano uguaglianza tra uomo e donna. Il progetto di Dio ha voluto il matrimonio indissolubile. Nella realtà, possono esserci momenti di tensione fra i coniugi. Ai tempi suoi, Gesú chiarì la legge di Mosé che era stata interpretata arbitrariamente dai rabbini, ricuperandone lo spirito presentato in Gn 2 (1ª lettura). Anche oggi, quella legge spiegata e chiarita da Gesù, mantiene la sua validità. La Messa è accessibile ai coniugi divorziati, la Chiesa comprende la loro sofferenza, ma continuano a non poter ricevere la S. Comunione in quanto non in pace con Dio. Sono invece pienamente accolti i separati e i divorziati non per colpa loro, purché non abbiano stretto altri legami paramatrimoniali.
13 Presentarono alcuni fanciulli a Gesú perché li accarezzasse, ma i discepoli li rimproveravano. 14 Gesú, vedendo ciò, si indignó e disse loro: – Lasciate che i fanciulli vengano a me; non glielo impedite, perché di quelli che sono come loro é il regno di Dio. 15 Vi assicuro che chi non riceve il regno di Dio come un fanciullo non entrerá in esso. 16 E abbracciandoli, li bendiceva, imponendo loro le mani. Alla malafede dei farisei il testo contrappone la volonta di accoglienza di Gesù e la pulizia del cuore dei fanciulli. Regno e piccoli vanno assieme. Il bimbo é sempre disposto a ricevere il dono che gli si offre. E’ il simbolo di chi non fonda la sua vita su diritti e privilegi, ma su una fiducia senza condizioni, sulla mano che gli viene invontro. I fanciulli si lasciano abbracciare e abbisognano di essere abbracciati, toccati, benedetti. Quanti sono come i bambini abbracciano e si lasciano abbracciare, toccare e benedire da Dio e, verso gli altri, vivono dando e ricevendo apertura, fiducia, vicinanza, gratuità, sensibilità, pace, gioia, tenerezza, amore...
“Io sono del mio amato e il mio amato é per me”. Credo che ci sono pochi esempi più belli per entrare nel mistero del tuo amore. Vivi per noi e vuoi che corrispondiamo con la stessa moneta. Giuri fedeltà eterna e attendi reciprocità ma le nostre frequenti debolezze non riescono a dimimuire il tuo amore, puro e gratuito. Nella gioia e nella pena, nella salute e nella infermità sei al nostro fianco esempio di fedeltà che gli uomini vogliono seguire nel loro quotidiano. Isabel Gómez-Acebo