LA STORIA DI AISHA Un rivoluzionario tentativo di fuga da parte di una giovane donna che, a quanto pare, non ha nemmeno il diritto di migliorare le sue condizioni di vita.
A 16 anni, Aisha è stata costretta dal padre a sposare un talebano, spesso assente, ma la famiglia del marito la trattava "come una schiava", come lei stessa ha detto, oltre a farla dormire in una stalla con gli animali.
Ha provato così a scappare Ha provato così a scappare. Un disperato tentativo suggerito dal più naturale istinto di sopravvivenza che, naturalmente, non poteva passare inosservato e che anzi doveva essere esemplarmente punito per non istigare ulteriori fughe da parte di altre giovani donne nelle sue stesse condizioni.
Un commando di talebani, una notte di qualche anno fa, è riuscito a prelevarla dalla casa in cui si era rifugiata pensando di potersi rifare una vita, lontana dalla stalla in cui era costretta a dormire, lontana dalle botte e dalle continue violenze fisiche e psicologiche. Complice il cognato che la immobilizzava, il marito ha avuto la possibilità di infierire ancora sulla povera ragazza, tranciandole un orecchio ed una narice,privandola della sua bellezza, della sua personalità e della possibilità di esporsi.
Fortunatamente, però, questa è una storia che possiede un lieto fine, se così si può chiamare. Il taglio del naso e delle orecchie non ha impedito alla donna di cercare comunque aiuto e di trovare una via di fuga tramite alcuni cooperanti e militari americani che l’hanno soccorsa e protetta in un rifugio per donne afghane a Kabul. Bibi Aisha, in seguito, è stata adottata moralmente da Mary Shriver, moglie di Arnold Schwarzenegger, che ha fatto di tutto affinché Aisha ricevesse il premio Enduring Heart Award contro i soprusi alle donne e che ha finanziato il delicato intervento che ha restituito un volto alla giovane donna attraverso l’utilizzo di una protesi.
Vorrei che nessuna donna fosse più vittima della follia dei talebani
La storia di Aisha Bibi altro non è che un importante esempio per coloro che credono (o temono) di non poter uscire dalla propria prigione. Aisha insegna a tutti che l’unica realtà possibile non è quella in cui si è nati, ma quella che ci si crea. Bibi Aisha è la dimostrazione esemplare del fatto che anche se fin da piccoli si è educati alla sottomissione, il desiderio di libertà, la dignità e la necessità di esistere vanno contro ogni regola sociale e religiosa, soprattutto se queste ideologie e soprusi sono stati creati a regola d’arte per distruggere l’identità e la personalità delle donne.