L’etica, i valori, i principi e la deontologia Principi e Fondamenti del Servizio Sociale Prof. Angelina Di Prinzio A.A. 2015/2016 Seminario a cura di Assistente Sociale Serena Bianchi
Base valorica e filosofica BASE FILOSOFICA DELLA PROFESSIONE Concezione dell’uomo e della società in rapporto all’uomo, che emerge dall’insieme di valori e principi ai quali il Servizio Sociale e il suo modo concreto di operare si ispirano. L’idea di uomo è cambiata, nelle diverse epoche storiche, secondo le diverse culture, ideologie, religioni che hanno determinato differenti interpretazioni della dignità personale dell’individuo, della sua libertà, dei problemi dell’uguaglianza e della solidarietà.
Che cos’è l’etica? Il sistema valoriale e la Deontologia necessitano una riflessione sull’ ETICA Il termine «etica» trae origini dal greco ethos e fa riferimento al costume, al comportamento e al modo di agire dell’uomo. Parte della filosofia morale che si interroga sul significato e sul valore delle azioni umane. Studia le possibilità che ha l’uomo di agire liberamente le sue scelte di fronte ai concetti di bene e male, i motivi e le regole che guidano le sue azioni, che non sono mai neutre in quanto mosse da intenzionalità, con effetti valutabili in senso positivo o negativo.
insieme di valori che guidano ed orientano l’azione del professionista Che cos’è l’etica? Etica professionale Deontologia professionale: insieme di doveri e regole di comportamento eticamente fondati, che impegnano una professione e i suoi professionisti nei confronti della società e delle persone con le quali entrano in relazione. insieme di valori che guidano ed orientano l’azione del professionista declinata nella Deontologia: dal greco deon-ontos «ciò che è necessario fare», «ciò che si deve fare» e logos «discorso».
Il Codice Deontologico Il Codice Deontologico dell’A.S. è: Costituito dai principi e dalle regole che i professionisti devono osservare e far osservare nello svolgimento della loro attività Rappresenta l’identità della professione ed è lo strumento attraverso il quale l’A.S. si presenta ai cittadini, alla società ed alle istituzioni. Non fornisce risposte dirette sulle strategie professionali da adottare ma definisce la cornice di senso entro la quale deve e può svolgersi l’attività dell’A.S.
Il Codice Deontologico In Italia: Il primo Codice Deontologico degli AA.SS. È stato pubblicato nel 1998 ed ha rappresentato l’ultimo passaggio formale necessario per annoverare l’Ordine professionale (istituito dalla Legge 23 marzo 1993 n.84) tra le professioni intellettuali Revisionato nel 2002 a seguito della Legge 8 Novembre 2000 n.328 «Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali» e alle riforme universitarie di quegli anni. Il Codice attualmente in vigore è stato approvato il 17 luglio del 2009 dopo un ulteriore lavoro di analisi e revisione attivato dalla Commissione etica del Consiglio nazionale dell’Ordine, necessario per i continui mutamenti dei bisogni sociali dei cittadini e della società.
Il Codice Deontologico Articolato in sette titoli che hanno come filo conduttore la RESPONSABILITA’ DEL PROFESSIONISTA, che viene declinata in cinque aree: La persona utente e cliente La società I colleghi e gli altri professionisti L’organizzazione di lavoro La professione L’A.S. non deve rendere conto solo a se stesso, alla propria coscienza delle decisioni professionali ma rende conto anche a chiunque sia in qualche modo interessato alle sue decisioni. Responsabilità delle scelte
Problemi e dilemmi etici Il professionista nella sua attività lavorativa deve continuamente operare delle scelte a fronte di situazioni complesse che richiedono responsabilità professionale, e che talvolta possono metterlo davanti a due opzioni alternative davanti le quali non sa come agire, perché entrambe sono cariche di valori contrastanti tra loro che lo possono mettere di fronte ad un problema etico. S. Banks li distingue in: Problemi etici Dilemmi etici
Problemi e dilemmi etici Problemi etici: sorgono quando l’A.S. deve prendere una decisione difficile dal punto di vista morale. Es. quando non può accogliere la richiesta di un utente perché non rientra per tutti i requisiti previsti dall’ente pur vivendo in una situazione di disagio Dilemmi etici: sorgono quando l’A.S. deve scegliere tra due alternative spiacevoli che possono entrambe produrre effetti negativi e comportano un conflitto tra principi etici. La complessità sta nel compiere una scelta senza nessun tipo di certezze rispetto all’esito e alle ricadute che possono discendere sia per l’A.S. che per l’utente.
Operatore riflessivo È possibile individuare una soluzione a problemi e dilemmi etici? Soluzioni precostruite non esistono ma il Codice ci permette di parlare di «etica attiva», ovvero ciò che l’A.S. è chiamato a fare per la promozione del benessere della persona, del gruppo e della società. L’approccio indicato più efficace è quello sul confronto con e sui «casi». Permette di riflettere su vicende «complesse». Operatore riflessivo Capace di ragionare per giungere a delle decisioni il cui processo è connesso a valori personali, professionali e societari
Obiettivo del Servizio Sociale «L’obiettivo del S.S. è quello di dare risposte individualizzate e personalizzate a situazioni di bisogno o problemi originati da rapporti tra le persone e le organizzazioni, mediante l’utilizzazione e/o promozione di risorse presenti o latenti, in un contesto ambientale e territoriale.»
I Valori del Servizio Sociale Il nucleo essenziale dei valori del Servizio Sociale Italiano è fondato sull’idea che: «l’uomo è un valore in se stesso, indipendente da qualsiasi altro attributo o condizione, per il solo fatto di essere uomo.» Credere nel valore della persona umana significa riconoscere che l’uomo è dotato di una sua dignità originaria e che, per questo ha diritto ad essere rispettato, qualunque sia la sua condizione socioeconomica, la sua cultura, le sue opinioni politiche, la sua fede religiosa.
I Valori del Servizio Sociale TITOLO II Principi Art.5 La professione si fonda sul valore, sulla dignità e sulla unicità di tutte le persone, sul rispetto dei loro diritti universalmente riconosciuti e delle loro qualità originarie, quali libertà, uguaglianza, socialità, solidarietà, partecipazione, nonché sulla affermazione dei principi di giustizia ed equità sociali.
I Valori del Servizio Sociale Valori assoluti comuni sia ai codici di etica professionale dell’A.S. sia a quelli di altre professioni che pongono al centro l’uomo. Assoluti in quanto stabili nel tempo in quasi tutte le culture anche se con interpretazioni differenti. Riconoscere la capacità dell’uomo di affermare la sua realtà intrinseca, non solo come possibilità di compiere scelte autonome e come diritto di essere rispettato ma anche come energia orientata a perseguire il bene ed utilizzare perciò la sua intrinseca dignità. DIGNITA’ LIBERTA’
Principi della Professione I valori assoluti si traducono per il S.S. in PRINCIPI GUIDA per la prassi e sono: Principio del rispetto della persona qualunque sia la sua situazione soggettiva ed oggettiva ed i bisogni e/o problemi di cui è portatrice Principio della responsabilità Principio dell’uguaglianza Principio della solidarietà Principio dell’unicità della persona Principio all’autodeterminazione
Principio della Responsabilità TITOLO II Principi Art.6 La professione è al servizio delle persone, delle famiglie, dei gruppi, delle comunità e delle diverse aggregazioni sociali per contribuire al loro sviluppo; ne valorizza l’autonomia, la soggettività, la capacità di assunzione di responsabilità; li sostiene nel processo di cambiamento, nell’uso delle risorse proprie e della società nel prevenire ed affrontare situazioni di bisogno o di disagio e nel promuovere ogni iniziativa atta a ridurre i rischi di emarginazione.
Principio della Responsabilità La Responsabilità positiva del S.S. si sostanzia nel porsi al servizio della persona e della comunità per contribuire allo sviluppo e alla realizzazione del BENE COMUNE PORSI AL SERVIZIO= «prestarsi ad organizzare qualcosa a favore di qualcuno (essere al servizio di)» e nello stesso tempo di «dipendere da qualcosa o qualcuno che dà prestazioni (servire a qualcosa o qualcuno)». Le conoscenze, le abilità e tecniche del professionista devono essere messe al servizio dei destinatari, in coerenza con gli obiettivi promozionali e di EMPOWERMENT individuale e sociale
Principio della Responsabilità Empowerment: rafforzamento della persona partendo dalle sue risorse, anche se minime per sviluppare le abilità e l’autostima. Approccio che deve essere utilizzato dall’A.S. anche nel rapporto con le istituzioni. Il Codice Deontologico è anche un mezzo per la TUTELA DELLE PERSONE. Tutta una serie di aspetti del comportamento professionale vanno letti dalla parte dell’utente a sua tutela e garanzia. Consapevolezza di un rapporto asimmetrico tra A.S. ed utente, si configura, soprattutto nella fase iniziale come una diseguale relazione di potere.
Principio dell’Uguaglianza TITOLO II Principi Art.8 L’assistente sociale svolge la propria azione professionale senza discriminazione di età, di sesso, di stato civile, di etnia, di nazionalità, di religione, di condizione sociale, di ideologia politica, di minorazione psichica o fisica, o di qualsiasi altra differenza che caratterizzi le persone L’A.S. nel rapporto con la persona non deve attivare, tollerare, discriminazioni basate sulla diversa appartenenza culturale, economica, sociale, ecc… il suo intervento deve operare concretamente affinché esistano le condizioni che rendano effettivo per tutte le persone il rispetto dei diritti sociali.
Principio della Solidarietà La SOLIDARIETA’: può essere definita come il lavoro necessario per realizzare concretamente, dentro la società il grande ideale dell’uguaglianza dimensione necessaria per togliere dall’isolamento, dall’indifferenza e dall’anomia il singolo individuo necessaria alla costruzione di ogni società che sia fondata sulla giustizia la professione dell’A.S. trova la propria ragione d’essere nella logica della solidarietà comunitaria. deve valere per tutti i cittadini
Principio dell’Unicità della persona TITOLO II Principi Art.7 L’assistente sociale riconosce la centralità della persona in ogni intervento.Considera e accoglie ogni persona portatrice di una domanda, di un bisogno, di un problema come unica e distinta da altre in analoghe situazioni e la colloca entro il suo contesto di vita, di relazione e di ambiente, inteso sia in senso antropologico -culturale che fisico.
Principio dell’Unicità della persona Ogni individuo è essenzialmente UNICO ed IRRIPETIBILE, quindi diverso da tutti gli altri. UNICITA’= diversità fra gli esseri umani. Le differenze vanno considerate ed affrontate in modo diversificato a seconda che si tratti di differenze naturali, non eliminabili o di differenze sociali, le quali invece devono essere eliminate o, quantomeno il più possibile ridotte per poter garantire a tutti l’equità delle opportunità
Principio dell’Autodeterminazione Il rispetto della DIGNITA’ e della LIBERTA’ della persona trova piena espressione nel Principio dell’Autodeterminazione. Ruolo dell’A.S. nel rapporto con l’utente: non sostituirsi a lui lungo tutto il percorso del processo di aiuto attribuire centralità non solo ai suoi bisogni ma anche alle sue aspettative, alle sue aspirazione e ai suoi desideri sviluppare l’aspetto FORMALE dell’Autoderminazione: l’utente che decide su ciò che lo riguarda o partecipa insieme all’A.S. alle fasi del processo d’aiuto sviluppare l’aspetto SOSTANZIALE: l’ utente sviluppa la sua capacità di autorealizzarsi in relazione agli altri
Principio dell’Autodeterminazione Tener conto anche di tutti i soggetti che fanno parte della vita dell’utente e contemperare le esigenze e di diritti di tutti Garantire alla persona quante più alternative possibili per rendere effettiva la sua possibilità di scelta Far maturare consapevolezza e capacità critica per valutare gli eventi della propria vita Coinvolgere il territorio con I suoi servizi e la comunità L’A.S. ha un duplice ruolo che comprende il sostegno e l’aiuto ma anche il controllo. In ogni processo di aiuto saranno fondamentali delle verifiche per controllare l’evoluzione del percorso.
Atteggiamenti professionali I valori e i principi operativi devono trovare una declinazione nell’agire professionale, devono cioè tradursi in “un durevole sistema di valutazioni positive e negative, di sentimenti e di emozioni e di tendenza all’azione favorevoli o svaforevoli nei confronti di oggetti sociali” ATTEGGIAMENTI PROFESSIONALI
Atteggiamenti professionali Atteggiamento di accettazione: accogliere qualsiasi persona per come è, per quello che è, qualunque sia la sua condizione personale, sociale, economica, ecc.. (atteggiamento verbale e non) Atteggiamento non giudicante: non esprimere giudizi di valore e comprendere I comportamenti della persona, I suoi valori, le sue idee che per lei hanno un significato. Significa soprattutto ASCOLTARE, inteso come “ascolto attivo” per poterlo accompagnare nel percorso di aiuto Atteggiamento di riservatezza: manifestato nell’operatività del lavoro. Obbligo giuridico ed etico. Impegno ad usare con discrezione le informazioni acquisite. Atteggiamento di flessibilità e tolleranza: necessario per le situazione complesse e di disagio. Flessibilità al cambiamento.