ELEMENTI FONDAMENTALI DEL TELESCOPIO

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Transcript della presentazione:

ELEMENTI FONDAMENTALI DEL TELESCOPIO OBIETTIVO: E’ LA LENTE O IL SISTEMA DI LENTI O LO SPECCHIO CHE FORNISCE L’IMMAGINE REALE DELL’OGGETTO METTENDOLA A FUOCO IN MODO DA POTER ESSERE OSSERVATA. OCULARE: SISTEMA DI LENTI CHE FUNZIONA COME UN MICROSCOPIO INGRANDENDO L’IMMAGINE PRODOTTA DALL’OBIETTIVO E RENDENDOLA BEN VISIBILE ALL’OCCHIO.

CARATTERISTICHE DEGLI OBIETTIVI DIAMETRO (APERTURA) LUNGHEZZA FOCALE

GRANDEZZE CHE DIPENDONO DAL DIAMETRO Potenza : capacità di raccolta della luce Potere risolutivo: capacità di separare due oggetti luminosi vicini

Potenza La quantità di luce che un obiettivo raccoglie è proporzionale alla sua superficie e, quindi, al quadrato del suo diametro. Il nostro telescopio (CPC11) ha un diametro di 28 cm. Esso ha una potenza 4 volte più grande di un telescopio con diametro di 14 cm! A volte il diametro di un telescopio viene espresso in pollici (2.54 cm). Il nostro telescopio ha un’apertura di 11 pollici. Ciò spiega la natura del nome CPC11: Celestron Professional Computered con apertura di 11 pollici.

Potere risolutivo La distanza angolare minima teorica “s” di uno strumento (espressa in secondi d’arco) si può calcolare in modo approssimato con la seguente relazione: S = 120/D in cui D è il diametro espresso in mm. Per il CPC11 si ha: s = 120/280 = 0.43” Antares è una stella doppia la cui separazione angolare dalla compagna è di 3” d’arco; essa potrà dunque essere risolta dal nostro telescopio! Ogni stella doppia la cui separazione angolare dalla propria compagna sia inferiore a 0.43” sarà percepita dal nostro strumento come una sola stella!

Due osservazioni sul potere risolutivo Il valore calcolato è puramente teorico; in pratica esso è tanto più grande (“s” più grande significa potere risolutivo minore) quanto peggiori sono le condizioni di visibilità (turbolenze, inquinamento luminoso ecc…) Una formula più precisa per il calcolo del potere risolutivo è: in cui λ è la lunghezza d’onda della luce visibile (intorno ai 550 nm) Calcolando s con tale formula otteniamo il valore di 0.39”, che differisce dal precedente di una quantità inferiore al 10%.

Rapporto focale E’ il rapporto fra la lunghezza focale “f” del telescopio e il suo diametro “D”, nella stessa unità di misura. Per il CPC11 si ha: f/D = 2800/280 = 10. In generale, si usa indicare tale valore con f/10.

Luminosità (rapidità) Dipende dal rapporto fra il quadrato dell’apertura del telescopio e il quadrato della lunghezza focale: in cui k è una costante. L, dunque, è inversamente proporzionale al quadrato del rapporto focale. Risulta, allora, che un obiettivo f/5 è 4 volte più luminoso di un f/10.

Due osservazioni sulla luminosità Usando un riduttore di focale aumentiamo la luminosità. Abbiamo acquistato un riduttore di focale che la riduce di un fattore 3:il nostro strumento da f/10 diventa un f/3 e la sua luminosità aumenta di un fattore 9! La luminosità è detta rapidità in quanto la velocità con cui si forma l’immagine fotografica è data dalla stessa formula. Il riduttore di focale permetterà di diminuire il tempo di esposizione per le nostre astrofotografie!

Ingrandimento E’ dato dal rapporto fra le lunghezze focali dell’obiettivo e dell’oculare. Abbiamo a disposizione 4 oculari: 40mm,25mm,18mm,10mm che corrispondono rispettivamente ai seguenti ingrandimenti: 70x; 112x; 155x; 280x

Considerazione sull’ingrandimento E’ opportuno, ad esempio, per osservare ammassi aperti usare bassi ingrandimenti. Gli altri ingrandimenti si utilizzano per osservare i dettagli dei pianeti e per le stelle doppie.

Campo visivo Campo apparente: è il diametro angolare del cerchio di luce che l’occhio vede attraverso l’oculare. In pratica, è la porzione di cielo che vediamo avvicinando l’occhio all’oculare senza inserire questo sullo strumento. Il suo valore è fornito dal costruttore e si misura in gradi. Campo reale: è la dimensione angolare della porzione di cielo vista dall’oculare quando esso è applicato al telescopio. Anch’esso si misura in gradi e dipende dall’ingrandimento.

Considerazioni sul campo reale I nostri oculari hanno un campo apparente di 55°. Il campo reale si ottiene dividendo il campo apparente per l’ingrandimento. Per i nostri oculari il campo reale (CR) risulta: 40mm→55°/70=0.78°; 25mm →0.49°; 18mm →0.35°; 10mm →0.19° N.B. Il diametro della luna piena corrisponde a 0.5°

Pupilla di uscita Il nostro occhio, una volta adattato all’oscurità ha un diametro di circa 6mm. Fasci di luce uscenti dall’oculare non devono avere diametro maggiore di 6mm altrimenti andranno sprecati. La pupilla di uscita (PU) è PU=D/I dove I è l’ingrandimento. L’ingrandimento da utilizzare per sfruttare tutta la luminosità dello strumento è, perciò I=D/6 Nel nostro caso si ha: I=2800/6=466. Tale ingrandimento è utile per osservare oggetti deboli come nebulose, ammassi e galassie.

Cercatore Piccolo cannocchiale posizionato in parallelo al telescopio principale che serve a “cercare” l’oggetto celeste da puntare. Il nostro cercatore è del tipo 9x 50. Il primo numero è l’ingrandimento prodotto e il secondo, il suo diametro in mm.

Posizionare il cercatore Si punta il telescopio su un oggetto (un campanile) distante circa un Km. Si cambia l’oculare per ottenere un alto ingrandimento e si centra il riferimento nel campo del tele. Agendo sulle viti di regolazione del cercatore, si porta l’immagine inquadrata nel suo centro. Fatto ciò siamo sicuri che ogni volta che centriamo un astro nel cercatore, esso sarà visibile nel campo del telescopio.

Presentazione a cura di: Crocamo Nunzia, IV B Genua Anna Maria, IV B Iacovazzo Giovanna, IV B Lanzara Carmine, IV B Miglino Mauro, IV B Pesce Annalisa, IV B Spinelli Roberta, IV B