Benvenuti Michele Dallagà 29/03/2017
Michele 46 anni Formatore aziendale Michele Dallagà 29/03/2017
Miglioramento personale 3 incontri di formazione Comunicazione interpersonale Contrasto/Conflitto Lavoro di squadra Michele Dallagà 29/03/2017
Nessun uomo/donna è un’isola Michele Dallagà 29/03/2017
Trascorriamo gran parte del nostro tempo all’interno di contesti di gruppo, lavorativi e non, in cui investiamo energie ed emozioni, ci confrontiamo, progettiamo, prendiamo decisioni, cerchiamo di risolvere problemi Michele Dallagà 29/03/2017
Condizioni di lavoro insoddisfacenti Ci sono molti fattori che contribuiscono a rendere stressante la nostra vita lavorativa ed in particolare: Natura del rapporto con i colleghi Carriera Intrinseci alla struttura dell’organizzazione Ruolo all’interno dell’organizzazione Natura dell’impiego Condizioni di lavoro insoddisfacenti Michele Dallagà 29/03/2017
Il conflitto sembra caratterizzato da due o più parti che desiderano possedere e gestire in modo esclusivo una certa risorsa o una certa situazione. Michele Dallagà 29/03/2017
CONTRASTO Riguarda i contenuti: ha luogo quando due o più persone presentano punti di vista differenti, modalità diverse per affrontare una certa situazione. E’ presente in tutti i gruppi di lavoro ed è indice di eterogeneità e ricchezza, permette di cogliere e gestire le complessità. Condotto correttamente permette al gruppo di crescere e di progredire, se è ignorato o evitato, al contrario, può paralizzare il lavoro e degenerare in conflitto Michele Dallagà 29/03/2017
CONFLITTO Riguarda la relazione: emerge quando l’attenzione della discussione non si centra più sui contenuti ma su chi ha ragione e chi ha torto, su chi esce vincitore e chi sconfitto, su chi ha potere di prendere una decisione e chi deve solamente obbedire. Michele Dallagà 29/03/2017
I conflitti sono: Spiacevoli e distruttivi per le relazioni (rabbia, tensione, risentimento, ansia, …); Controproduttivi e costosi per un gruppo o una organizzazione (perdita di funzionalità di un sistema e quindi dei costi). Michele Dallagà 29/03/2017
Conflitto interno o individuale (avvertito solo da noi) Conflitto esterno o condiviso (avvertito con altre persone) Conflitto diretto (rivolto a noi) Conflitto indiretto (non rivolto contro di noi personalmente) Conflitto organizzativo (intragruppo e intergruppo) Michele Dallagà 29/03/2017
Emicrania, insonnia, difficoltà di digestione Sul piano individuale gli effetti negativi del conflitto riguardano principalmente lo stress e si manifestano attraverso sintomi Psicologici Fisici Comportamentali Incapacità di concentrarsi, di pensare lucidamente, l’aumento dell’irritabilità e la difficoltà di rilassamento Emicrania, insonnia, difficoltà di digestione Abbandono o evitamento dei rapporti conflittuali, abuso di alcolici, sigarette, tranquillanti nel tentativo di alleviare la tensione Michele Dallagà 29/03/2017
Caratteristiche dei gruppi Regole di interazione Percezione della situazione Differenze interpersonali Modo in cui trattiamo gli altri Michele Dallagà 29/03/2017
Formazione di sottogruppi Caratteristiche dei gruppi Formazione di sottogruppi Stereotipi di comportamento Michele Dallagà 29/03/2017
La cricca Caratteristiche dei gruppi Anna Gino Luisa Gigi Michele Dallagà 29/03/2017
Anna L A C T E N Emma Gigi Luisa Lara Gaia Franco Caratteristiche dei gruppi Anna L A C T E N Emma Gigi Luisa Lara Gaia Franco Michele Dallagà 29/03/2017
Il gruppo diviso Caratteristiche dei gruppi Anna Maria Gigi Olga Michele Dallagà 29/03/2017
Regole di interazione Accettazione di una porzione equa del carico di lavoro Disponibilità ad offrire aiuto Collaborazione e rispetto per gli spazi comuni Collaborazione con i colleghi Rispetto della privacy Astensione dal denigrare un collega parlando con un superiore Astensione dalle critiche in pubblico Michele Dallagà 29/03/2017
Nell’ambito dei rapporti di lavoro i comportamenti più negativi sono: Regole di interazione Criticare un collega in pubblico Denigrare un collega parlando con un superiore Rifiutarsi di svolgere la propria parte di lavoro Nell’ambito dei rapporti di lavoro i comportamenti più negativi sono: Michele Dallagà 29/03/2017
Regole di interazione Le relazioni tra colleghi devono essere basate su principi di equità e di reciprocità. Il rifiuto di accettare il giusto carico di lavoro o di assumersi le proprie responsabilità per distrazione, pigrizia o incompetenza costituiscono comportamenti che violano gravemente le norme che regolano i rapporti di lavoro e possono essere delle importanti fonti di attrito tra colleghi Michele Dallagà 29/03/2017
Differenze di sesso e di età Differenze interpersonali Personalità diverse Differenze di sesso e di età Michele Dallagà 29/03/2017
I rapporti di lavoro con i colleghi dovrebbero essere simmetrici Differenze interpersonali I rapporti di lavoro con i colleghi dovrebbero essere simmetrici Le difficoltà sorgono quando una persona si rifiuta o non è in grado di eseguire la propria parte di lavoro o quando assume una posizione che l’altra persona non riconosce o non accetta Michele Dallagà 29/03/2017
Giochi di potere Abuso di autorità Pregiudizi Modo in cui trattiamo gli altri Giochi di potere Abuso di autorità Pregiudizi Michele Dallagà 29/03/2017
Minacce aperte: intimidatorie verbali o fisiche Modo in cui trattiamo gli altri Minacce psicologiche: sparlare o calunniare, far ricadere la colpa, impedire di esprimere il proprio parere … Gioco sporco: dose di falsità. Fingere di aiutare, presentarsi come vittima, non permettere di reagire Michele Dallagà 29/03/2017
Processo attivo di elaborazione delle informazioni Percezione della situazione Processo attivo di elaborazione delle informazioni Percepire significa costruire e “filtrare” la realtà. Michele Dallagà 29/03/2017
Percezione della situazione La “realtà che percepiamo” è diversa dalla “realtà in sé” e dipende da Esperienza Individualità Ambiente sociale L’esperienza che abbiamo del mondo è diversa dal “mondo in sé” Michele Dallagà 29/03/2017
Percezione della situazione Carta e penna Michele Dallagà 29/03/2017
S C O N T R R I S A A L T E R C O D I A T R B B A T I E C O P O L E M Z I O Michele Dallagà 29/03/2017
Il conflitto è sempre negativo, pericoloso? La gestione costruttiva del conflitto rappresenta il punto chiave per trasformarlo in occasione di accrescere la motivazione e la creatività nel proprio team. Michele Dallagà 29/03/2017
Benefici dei conflitti nei gruppi di lavoro Problem - solving: il conflitto può produrre migliori soluzioni poiché il gruppo va ad analizzare più alternative possibili scegliendo la più vantaggiosa per i propri bisogni. Cambiamento: il conflitto può evidenziare potenziali problemi nelle procedure, nell’assegnazione di compiti e/o responsabilità rappresentando quindi l’opportunità per migliorare l’efficienza del gruppo. Consapevolezza: nel conflitto le persone imparano a conoscere gli aspetti positivi e negativi del proprio comportamento e le conseguenze sugli altri. Michele Dallagà 29/03/2017
Effetti positivi dei conflitti Rafforzare un rapporto: se due persone sono in grado di riconoscere il fatto di avere punti di vista diversi, di capire il perché di questa differenza e sono disposte a discutere, il rapporto lavorativo ne uscirà rafforzato Aumentare la fiducia: se due persone riescono a risolvere un conflitto, probabilmente si fideranno maggiormente l’una dell’altra in futuro, sapendo che le loro diverse posizioni non si escludono a vicenda Aumentare l’autostima: l’esito positivo di un conflitto incide sull’autostima Essere fonte di soddisfazione: il conflitto stimola interesse e curiosità, permettendo di utilizzare appieno le capacità individuali ed è considerato un apprezzato strumento di valutazione delle proprie capacità Michele Dallagà 29/03/2017
Il problema non è la presenza di un conflitto, ma la modalità con cui scegliamo di affrontarlo e, se possibile, di trasformarlo fino a risolverlo. … diventa fondamentale imparare a riconoscere e a gestire i conflitti che sorgono, imparare a costruire un consenso condiviso, imparare a prendere le decisioni in modo consapevole. Michele Dallagà 29/03/2017
Mettere i bastoni tra le ruote Come usciamo da questa situazione? Obiettivi diversi Obiettivo conteso X X Y Divergenza Concorrenza Verbale o fisica Mettere i bastoni tra le ruote X Ostacolamento Aggressione Come usciamo da questa situazione? Michele Dallagà 29/03/2017
Analisi del conflitto Storia: when? Contesto: what? Parti coinvolte: who? Motivi: why? Dinamiche: how? Michele Dallagà 29/03/2017
Storia del conflitto Comprendere il modo in cui il conflitto si è sviluppato può aiutarci a capire perché ci si trova nella situazione di conflitto Come si è manifestato? C’è un fatto particolare che segna l’inizio del conflitto? Da quanto dura? Come va evolvendosi? Michele Dallagà 29/03/2017
Contesto del conflitto L’ambiente in cui si sviluppa il conflitto si sviluppato può aiutarci a capire la sua natura e la sua gravità Da quali comportamenti e da quali azioni è caratterizzato il conflitto? Michele Dallagà 29/03/2017
Parti coinvolte nel conflitto Anche se il conflitto riguarda solo due persone, per comprenderlo meglio è importante inserirlo in un ampio contesto sociale C’è qualcuno che sta alimentando il conflitto? Michele Dallagà 29/03/2017
Motivi del conflitto Per cercare di risolvere il conflitto è importante identificare i motivi del disaccordo Ci sono fatti particolari su cui non siamo d’accordo? Abbiamo interpretazioni diverse sui punti cruciali del nostro lavoro? Qualcuno del gruppo sta cercando di non rinunciare a qualcosa di acquisito? Michele Dallagà 29/03/2017
Dinamiche del conflitto Nessun conflitto è statico. Capire come si modifica il conflitto nel tempo può aiutarci a risolverlo La causa del conflitto è ancora o il conflitto adesso è alimentato da altri fattori? Le nostre posizioni sono cristallizzate, radicate? Le ostilità sono aumentate dall’inizio del conflitto? Michele Dallagà 29/03/2017
I 3 moschettieri AGGRESSIVO PASSIVO ASSERTIVO Scarica le responsabilità Rinuncia, subisce decisioni altrui Si assume le proprie responsabilità Impone e pretende, senza diritto Evita il conflitto, non manifesta il dissenso Rispetta i diritti altrui ed afferma i propri Non si preoccupa di dare spiegazioni razionali né di ascoltare Non fa proposte né chiede o offre ascolto Esprime idee, dissenso, desideri ed offre ascolto Tende a generalizzare ed a giudicare. Colpevolizza gli altri Non affronta i problemi, ne rimanda la soluzione. Fa la “vittima” Ragiona sui fatti Ammette gli errori Cerca le soluzioni Michele Dallagà 29/03/2017
Il passivo Ha difficoltà nel riconoscere e affermare i propri diritti Tende a compiacere gli altri, non si oppone e subisce Si colpevolizza eccessivamente per gli errori “Catastrofizza” le conseguenze Ha paura della disapprovazione Ha un’elevata ansia sociale Michele Dallagà 29/03/2017
Per la riluttanza a lasciarsi coinvolgere nei conflitti Perché si adotta lo stile passivo? pensieri e convinzioni Per il desiderio di essere accettato da tutti Per la riluttanza a lasciarsi coinvolgere nei conflitti Per timore degli esiti negativi Per paura di perdere il controllo Michele Dallagà 29/03/2017
Il passivo Frustrazione per non piacere a tutti e approvazione Costi Vantaggi Frustrazione per non piacere a tutti Si ottiene simpatia e approvazione Non si evitano a lungo termine i conflitti Si evitano i conflitti nell’immediato Si assumono minori responsabilità Non affrontare i propri problemi li aggrava Si controllano gli altri colpevolizzandoli Colpevolizzare crea inimicizia e conflitti illusioni fatti reali Michele Dallagà 29/03/2017
"SI" Ma la persona passiva raggiunge il suo obiettivo? a breve termine: "SI" viene valutato positivamente dagli altri (generoso, disponibile, altruista) Obiettivo: benevolenza degli altri evitamento del conflitto a lungo termine: provoca in se stesso e negli altri frustrazione, ansia, inibizione, risentimento Michele Dallagà 29/03/2017
Come si comporta la persona aggressiva L’aggressivo Come si comporta la persona aggressiva È attenta solo a sé e prevarica gli altri ha reazioni eccessive ed esplosive, spesso sproporzionate rispetto agli stimoli antecedenti utilizza metodi coercitivi e distruttivi mortifica la dignità degli altri Michele Dallagà 29/03/2017
Perché si sceglie lo stile aggressivo? Si ottengono risultati solo con modi aggressivi Dopo l’aggressione, si scaricano le tensioni e ci si sente meglio Convinzioni Gli altri sono sempre ostili, bisogna proteggersi Quando non se ne può più, uno scoppio di collera, è quello che ci vuole Michele Dallagà 29/03/2017
L’aggressivo Si ottengono risultati nell’immediato Si ha la sensazione di dominare la situazione Si riesce ad esercitare un controllo sugli altri, attraverso la coercizione e la paura Ci si vede come persone forti e apprezzate Michele Dallagà 29/03/2017
L’aggressivo A lungo andare si diventa insopportabili Si viene boicottati ed evitati Si stabiliscono rapporti basati sul timore ed inimicizia Esibire mancanza di autocontrollo è un modello sociale perdente Michele Dallagà 29/03/2017
L'aggressivo è: Perché mai si ostina a perseverare in questo stile? vede i risultati a breve termine, non quelli a lungo termine cognitivamente miope non conosce le strategie di prevenzione e gestione del conflitto socialmente ignorante Michele Dallagà 29/03/2017
potere personale e sociale Attraverso il pugno di ferro, si ottengono i risultati dopo aver scaricato la rabbia, ci si sente meglio è meglio attaccare che essere attaccati si deve restituire pan per focaccia OBIETTIVO: potere personale e sociale effetti a breve termine: scaricamento della tensione effetti a lungo termine: isolamento sociale Michele Dallagà 29/03/2017
L’assertivo Difficoltà ad acquisire tale stile Modificare le proprie abitudini comunicative Demolire schemi e regole culturali Accettare un periodo d’incomprensione da parte degli altri Michele Dallagà 29/03/2017
Essere assertivi Avere un positivo concetto di sé Essere consapevoli dei propri diritti, opinioni, gusti, sentimenti Assumere la responsabilità del proprio comportamento e delle relative conseguenza Saper esprimere le proprie convinzioni, preferenze in mezzo agli altri Michele Dallagà 29/03/2017
Sviluppare l’assertività FORNIRE INFORMAZIONI Essere diretti Essere descrittivi Evitare pregiudizi Evitare consigli RICERCARE INFORMAZIONI Essere aggiornati Fare domande giuste Non valutare UTILIZZARE L’EMOZIONE Lasciar trasparire i sentimenti Descriverli Evitare il vittimismo COMPRENDERE I SENTIMENTI ALTRUI Ascoltare e immedesimarsi in problemi altrui Non commentare Interpretare il tono emotivo Michele Dallagà 29/03/2017
Sviluppare l’assertività AFFERMARE LE PROPRIE ESIGENZE Mettere a fuoco ciò che si desidera Essere espliciti Non sottostimare Sollecitare reazioni COMINICARE LE PROPRIE DECISIONI Utilizzare SI’ e NO Essere concisi Essere fermi Evitare troppi no RICONOSCERE LE ESIGENZE Ascoltare in modo non critico Interpretare il significato Procedere per approssimazioni Prendere tempo ESSERE FLESSIBILI Modificare i propri punti di vista Tenere conto degli input altrui Riconoscere il merito Michele Dallagà 29/03/2017
Sviluppare l’assertività ESPRIMERE LA PROPRIA OPINIONE Sostenere i propri diritti/opinioni Rafforzare con “IO” Evitare scuse ACCETTARE I COMPLIMENTI Assorbirli Riconoscerli Non affrettarsi a contraccambiare VALUTERE LE CRITICHE Esaminarle, non reagire Chiedere esempi Cercare suggerimenti Riconoscere i propri errori ESPRIMERE COMPLIMENTI Descrivere il comportamento con esempi Non sovraccaricare Non manipolare Michele Dallagà 29/03/2017
La scala della fiducia Fiducia Ascolto empatico
1. Ascolto empatico La scala della fiducia Ascoltare oltre le parole mostrando piena attenzione allo stato d’animo e ai valori più importanti dell’interlocutore
La scala della fiducia Fiducia Empatia Ascolto empatico
2. Empatia La scala della fiducia Capire a fondo gli stati d’animo, i desideri, gli obiettivi dell’interlocutore e comunicare nel rispetto di essi.
La scala della fiducia Fiducia Aiuto spassionato Empatia Ascolto empatico
3. Aiuto spassionato La scala della fiducia Essere dalla parte del proprio interlocutore senza nascondere secondi fini
La scala della fiducia Aiuto spassionato Fiducia Condivisione del risultato Aiuto spassionato Empatia Ascolto empatico
4. Condivisione del risultato La scala della fiducia 4. Condivisione del risultato Fare del raggiungimento degli obiettivi altrui un proprio successo
5. Fiducia La scala della fiducia La fiducia è la conseguenza dei primi 4 step. Per arrivarci occorre “muoversi”…