1 Corso di formazione sul monitoraggio e la valutazione dei Piani di zona avviati sul territorio della Provincia di Torino III modulo – prima giornata.

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
Progetto Qualità e Merito – Italiano
Advertisements

La qualità come processo di creazione di senso. Verifica della qualità: approccio per standard Concetto utilizzato: qualità come conformità a norme predefinite.
1 IL PROGETTO INTERREGIONALEINTEGRARE LE PARI OPPORTUNITA NELLA FORMAZIONE E NEL LAVORO Relatrice: Silvana Pilocane Responsabile Settore Sviluppo dellImprenditorialità
“Il colloquio di lavoro” a cura del servizio Orientamento del CSL
Provincia di Mantova LA VALUTAZIONE DEI PIANI DI ZONA
La qualità nei sistemi educativi Quality in educational system Firenze, 29 ottobre 2004 Workshop 4 Dallauto-valutazione ai piani di miglioramento nelle.
Il profilo di salute del Piemonte
didattica orientativa
Area Risorse Umane 25 Ottobre 2006 Consolidare i Manager di oggi e preparare quelli di domani.
1 PROGETTO Innovazione nei bienni delle scuole secondarie di secondo grado della provincia di Torino - A.S. 2006/07 – 2007/08 Piano di Valutazione della.
LA VALUTAZIONE DELLA GOVERNANCE DI PIANO Piano di zona dei Comuni di Beinasco, Bruino, Orbassano, Piossasco, Rivalta di Torino, Volvera, ASL TO 3 Distretto.
1 Corso di formazione sul monitoraggio e la valutazione dei Piani di zona avviati in Provincia di Torino QUALI RIFLESSIONI SULLA GOVERNANCE? QUESTIONI.
AIMC La complessità della valutazione Bruno Losito Università Roma Tre AIMC, Convegno nazionale Firma dAutore Roma, 29 Novembre 2008.
16/17 Novembre 2007 Hotel de Ville,Avellino Il Governo clinico nel paziente cardiopatico cronico Franco Ingrillì Centro di riferimento Regionale per lo.
Corso “Organizzazione Aziendale e Formazione Continua”
Politiche di promozione turistica pubblica Processo di regolazione della politica di promozione turistica pubblica: ASSENZA DI UNA LOGICA PROGRAMMATORIA.
Ministero della Pubblica Istruzione Dipartimento per lo sviluppo dellistruzione Direzione Generale per gli ordinamenti scolastici Il punto sul progetto.
ORDINE DEI DOTTORI COMMERCIALISTI E DEGLI ESPERTI CONTABILI di Ivrea Pinerolo Torino CORSO DI FORMAZIONE IN MATERIA DI ENTI LOCALI UNIVERSITA DI TORINO.
Secondo modulo Atto di indirizzo per lattuazione del secondo processo programmatorio (versione sintetica per gli Amministratori) Lecce 20 Febbraio 2008.
Il CAF come strumento di politica amministrativa di Giancarlo Vecchi Roma - 14 luglio 2011.
Coordinate culturali ed operative INDICAZIONI PER IL CURRICOLO INDICAZIONI PER IL CURRICOLO Scuola dellinfanzia Scuola dellinfanzia Primo Ciclo distruzione.
LA PROGRAMMAZIONE NELLA LEGGE N. 328/2000:
Un altro welfare: esperienze generative I risultati dellanalisi valutativa: Valori generati e meccanismi generativi Giuseppe Silvestris.
Le modifiche alla griglia di valutazione: implicazioni progettuali Nucleo di valutazione FSE Trento 30 agosto 2012.
Ufficio Supporto ai Comuni Provincia di Milano1 Presentazione LINEE GUIDA PER LA VALUTAZIONE DEI PIANI DI ZONA Milano 26 Giugno 2007 A cura dell Ufficio.
1 Unità locali EQUAL RESTORE sintesi della ricerca.
IL KNOWLEDGE MANAGEMENT E LICT Gestione e Valorizzazione della Conoscenza (Firenze Novembre 2008)
IL VOLONTARIATO E LA PARTECIPAZIONE ALLE POLITICHE DI WELFARE settembre 2007 Giacomo Truffelli.
Agenzia Nazionale Leonardo da Vinci - Italia Jesi, 6 Aprile 2006Seminario Formazione finanziata, processi formativi: quale futuro – Provincia di Ancona.
Trasparenza e rendicontazione in sanità
1 Prendersi cura della comunità: lesperienza della Provincia di Bologna Lizzano in Belvedere 24, 25 marzo 2009.
Carta Etica Un patrimonio di bene comune S.Donato Milanese 10 novembre 2012.
Conclusioni Workshop n. 1: La progettazione e la dimensione europea Montecatini 11 ottobre 2006 a cura di:Gabriella Orlando (USR Abruzzo) Alexandra Tosi.
1 Area promozione e protezione sociale. I PIANI DI ZONA Il processo che i Comuni della provincia di Trieste si apprestano ad avviare, finalizzato alla.
La Pubblica Amministrazione e lo sviluppo delle reti locali. Nuovi modelli organizzativi Fabio Campetti Linnovazione delle politiche pubbliche: lesperienza.
VERSO L’OSSERVATORIO DELLE POLITICHE socialI
1 Corso di formazione sul monitoraggio e la valutazione dei Piani di zona avviati in Provincia di Torino Secondo Modulo: La valutazione del livello di.
1 Corso di formazione sul monitoraggio e la valutazione dei Piani di zona della Provincia di Torino I modulo – prima giornata 30 marzo 2006 Katja Avanzini.
Tavolo «organizzazione» 12 dicembre Agenda dei lavori I.I risultati dellultima sessione II.Il lavoro svolto nel frattempo III.I risultati ad oggi.
Corso di Marketing Territoriale A.A.2005/06 Prof. R. De Donno
Seminario sulla Progettazione Sociale 09 – 16 – 23 – 30 Marzo 2007.
Risultati della fase preliminare di diagnosi e prefattibilità Cremona: Verso il Piano Strategico della città Cremona, 9 marzo 2007.
1 Corso per esperta in orientamento per le pari opportunità Counseling di supporto.
LA DIMENSIONE IMMATERIALE DEL CONTROLLO
Il Gruppo di Lavoro.
1 Tavolo Politico Istituzionale: sintesi delle funzioni essenziali Ambiti Territoriali di Ivrea e Caluso 13 APRILE 2010 a cura di Franco Vernò e Gianluigi.
Il Piano di Zona nel sistema di governance locale: fasi, organi, attori 1 1.
La storia di un percorso
1 Corso di formazione sul monitoraggio e la valutazione dei Piani di zona avviati in Provincia di Torino Terzo modulo: La valutazione della governance.
Strasbourg 05/06/07 Strasbourg 31/07/ ASSOCIAZIONE DELLE AGENZIE DELLA DEMOCRAZIA LOCALE Focus sui progetti di cittadinanza attiva.
Piano Regionale di formazione Anno scolastico 2014/2015 Torino, 27 gennaio 2015 A cura di Donatella Gertosio Incontro con i tutor /facilitatori.
Sfide 2004 Buone prassi e trasferibilità nelle politiche di sviluppo del territorio Maurizio Sorcioni Responsabile comunicazione di Italia Lavoro s.p.a.
Dossier: la valutazione dei piani di zona
Psicologia dei gruppi e delle organizzazioni
ALESSANDRO ALFIERI RESPONSABILE RELAZIONI INTERNAZIONALI E POLITICHE EUROPEE DELLA PROVINCIA DI MILANO Il progetto di dialogo tra cittadini e Comuni del.
1 Corso di formazione sul monitoraggio e la valutazione dei Piani di zona avviati in Provincia di Torino Secondo Modulo: La valutazione del livello di.
Il disegno della ricerca valutativa *
LA PROVINCIA PER LA PROGRAMMAZIONE SOCIALE VERSO IL PIANO SOCIALE PROVINCIALE 4 luglio 2005 Servizio Solidarietà Sociale.
1 Corso di formazione sul monitoraggio e la valutazione dei Piani di zona avviati in Provincia di Torino Terzo modulo: La valutazione della governance.
Introduzione alla valutazione nei servizi alla persona
Il ruolo della Comunità:
Metodologie di tipo partecipativo: i “circoli di studio”
Un nuovo modello di governo della formazione territoriale Sviluppo di un servizio di formazione continua sul territorio Ufficio Formazione.
RESTITUZIONE OUTPUT AZIONE 3 «DISEGNO E SPERIMENTAZIONE DI INTERVENTI» Novara 3 luglio 2015.
Piano Regolatore Sociale Tavolo Immigrazione 9 maggio 2005 Comune di Genova.
Governare la valutazione di una politica di sviluppo territoriale Il caso dello sviluppo rurale Martina Bolli, Patrizia Fagiani, Alessandro Monteleone.
Filippo Ciucci Ricerca realizzata nel 2004 con l’Osservatorio delle politiche sociali – Università di Pisa Progettazione e Valutazione delle politiche.
Periplo s.n.c. Via Appiani Milano - Tel Fax “Il senso della qualità dei servizi.
La rete di servizi Perché parliamo di rete? Cos’è una “rete organizzativa”? Chi sono gli attori della rete? Come funziona una rete?
1 Percorso formativo-laboratoriale ‘Il sostegno alla genitorialità oggi: pensare e agire le alleanze educative nella comunità’ Empowerment di rete/Comunità.
Transcript della presentazione:

1 Corso di formazione sul monitoraggio e la valutazione dei Piani di zona avviati sul territorio della Provincia di Torino III modulo – prima giornata 25 ottobre 2006

2 I risultati dellesercitazione del 13 aprile I rischi e le opportunità del processo di costruzione del PdZ

3 LA SCELTA DELLAPPROCCIO PROGRAMMATORIO VERSO I CONTENUTI DELLE POLITICHE VERSO LO SVILUPPO DELLA GOVERNANCE PRESCRITTIVO definizione di azioni, consolidamento razionalizzazione del sistema Definizione \ spartizione di ruoli, compiti e funzioni fra gli attori in campo (chi fa che cosa) INCREMENTALE Promozione di sperimentazione, sviluppo, innovazione, rischio di non consolidare Promozione di partecipazione, spontaneismo, possibile autoreferenzialità ORIENTAMENTO DEL PDZ MODELLOMODELLO

4 I diversi approcci programmatori RISORSE Razionalizzare lesistente (rivoli) Grande flessibilità (orbassano) Senso di strutturazione e consolidamento del piano (val di susa) RISCHI Perdita di possibilità di sviluppo e innovazione emerse dai tavoli (rivoli) Grande flessibilità (orbassano) Alla fine si sente di aver fatto il compito e sottovalutato il processo (val di susa) Non seguire le trasformazioni successive alla stesura del Pdz (val di susa)

5 I diversi approcci programmatori RISORSE Opportunità di confronto fra le risorse (collegno, grugliasco) Si è riusciti a fare programmazione integrando le risorse esistenti (Val sangone) Razionalizzare lesistente e ridurre le sovrapposizioni fra i servizi del territorio (settimo) RISCHI Che si rimanga solo sul piano delle risorse senza una vera e propria costruzione di politiche (collegno grugliasco) Ci si incaglia sulla scarsità delle risorse disponibili (val sangone) Rischio di smarrire le motivazioni della associazioni e dei soggetti della governance (settimo) Rischio che il percorso di pianificazione (troppo lungo) renda precocemente obsolete le azioni del PDZ (settimo)

6 I diversi approcci programmatori RISORSE Fatto un lavoro di consolidamento e conoscenza di tutti i servizi del territorio (pinerolo, val pellice, val chisone) Sono stati definiti dei percorsi condivisi e mediati (Chivasso) Rafforzamento delle relazioni (Cuorgnè, Caluso e Ciriè) Si stanno valorizzando le risorse esistenti e si sono mobilitate le esperienze presenti (Gassino) RISCHI Poca flessibilità e lavoro limitato allesistente, pdz più un punto di arrivo che di sviluppo a causa della scarsità di risorse (pinerolo, val pellice, val chisne) Autorefernzialità del piano poco permeabile al mutare dei cambiamenti (immobilità) (chivasso) Disinvestimento (inquietudine e cedimento del terzo settore per le incoerenze della parte politica) (Cuorgnè, Caluso e Ciriè) Rischio che i soggetti partecipanti rimangano legati alle proprie rappresentazioni e non si costruisca una identità collettiva di PDZ (Gassino)

7 I diversi approcci programmatori RISORSE E probabile che a seguito del piano migliorino le risposte ai cittadini fornite dai servizi (Ivrea) RISCHI Privato sociale: ruolo poco chiaro e feedback negativi, difficoltà ad assumersi responsabilità programmatorie, ruolo sindacale non chiaro – tentazione politica di tagliare fuori i tavoli (Ivrea)

8 TIPI DI VALUTAZIONE La valutazione realizzata coinvolgendo un n. significativo di attori implicati nella realizzazione di un servizio, che contribuiscono alla formulazione di giudizi e se ne assumono la responsabilità rispetto alla realizzazione degli interventi successivi VALUTA ZIONE PAR TECIPATA VALUTA ZIONE PAR TECIPATA

9 Non basta però mettere le persone attorno a un tavolo, con un comune obiettivo valutativo, perché magicamente si producano le condizioni per una buona valutazione. E necessario che chi si assume la responsabilità di conduzione di tali processi svolga unattenta ed equilibrata funzione di regia che, accanto alle competenze tecniche affianchi anche le capacità di gestione dei gruppi, le sensibilità contrattuali, le capacità di integrare punti di vista e competenze diverse.

10 ATTENZIONI METODOLOGICHE Principio di autovalutazione ogni soggetto interessato dalla valutazione è responsabile e primo utilizzatore della propria valutazione

11 ATTENZIONI METODOLOGICHE Principio dei diversi livelli di valutazione il processo di valutazione interessa tutti i livelli istitu- zionali coinvolti nell erogazione di un intervento

12 ATTENZIONI METODOLOGICHE Principio di non autoreferenzialita' per quanto possibile la valutazione deve essere basata su riscontri oggettivi e comunque esterni al soggetto valutatore

13 ATTENZIONI METODOLOGICHE Principio di confrontabilità: le valutazioni devono essere condotte sulla base di criteri di giudizio e metodi omogenei e permettere confronti nel corso del tempo, anche fra più esperienze.

14 ATTENZIONI METODOLOGICHE Principio di trasparenza: le valutazioni devono essere condotte sulla base di criteri di trasparenza ovvero attraverso attività chiare, esplicite e documentate per i diversi livelli e soggetti coinvolti (chi ha diritto di sapere)

15 A B V E C D SCHEMA dei "tasselli" Tratto da uno spunto di G. Mazzoli - Studio APS Milano

16 SCHEMA DELLA "TENSIONE DEL VALUTATORE " tratto da Francis Alfoldi "l'evaluation en protection de l'enfance - Théorie et méthode" Dunod 1999 paris - pg 113 Oggettività Soggettività

17 I passaggi principali: il disegno della valutazione 1. Individuazione della finalità della valutazione 2. Identificazione delle dimensioni di valutazione 3. Identificazione dei criteri 4. Identificazione degli indicatori 5. Identificazione degli Strumenti e delle Fonti informative 6. Rilevazione sul campo 7. Valutazione vera e propria (espressione di un giudizio) e identificazione degli obiettivi di miglioramento 8. Individuazione delle strategie di miglioramento 9. Restituzione dei risultati della valutazione agli stakeholders