LA LOMBARDIA LE MASCHERE TRADIZIONALI.

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LA LOMBARDIA LE MASCHERE TRADIZIONALI

2 ARLECCHINO BRIGHELLA GIOPPINO MENEGHINO

arlecchino Fra le maschere italiane é la più conosciuta e popolare. E' anche una delle più antiche, perché le sue origini si possono rintracciare nella figura del "diavolo burlone" delle favole medioevali e in seguito nel "buffone" delle compagnie di comici girovaghi alle corti principesche o fra i saltimbanchi e gli acrobati nelle fiere e nei mercati dei sobborghi, sempre affollati di gente in cerca di divertimento. Nativo di Bergamo bassa, parla nel dialetto di quella terra, ma poi lo muterà in quello veneto, più dolce ed aggraziato. Il suo vestito era dapprima tutto bianco, come quello di Pulcinella, suo degno compare. Col tempo a furia di rattoppi con pezzi di stoffa di ogni genere, é diventato quello che oggi tutti conosciamo; un variopinto abito composto da un corto giubbetto e da un paio di pantaloni attillati, entrambi a losanghe e triangoli di tutti i colori. Arlecchino ha un carattere stravagante e scapestrato. Ne combina di tutte, inventa imbrogli e burle a spese dei padroni avidi e taccagni dei quali é a servizio, ma non gliene va bene una. Intendiamoci Arlecchino non é uno stupido; magari è un ingenuo, talvolta forse un po' sciocco, ma ricco di fantasia e immaginazione. In quanto a lavorare nemmeno a parlarne. Però fa  lavorare la lingua e molto. I suoi lazzi, le sue battute, le sue ingenue spiritosaggini, fanno ridere a crepapelle tutti quanti. Quando poi non sa come cavarsi da un impaccio o a liberarsi da un guaio, Arlecchino diventa un  abile maestro nel far funzionare le gambe; capriole, piroette e salti acrobatici.

brighella Brighella deve il suo nome al suo carattere attaccabrighe, insolente e dispettoso. E’ il compare di Arlecchino. Entrambi sono nati a Bergamo. Brighella non fa solo il servo come Arlecchino, ma un'infinità di altri mestieri, più o meno leciti ed onesti. Così si ritrova sempre in mezzo a svariati intrighi. Elementi caratteristici del personaggio sono la prontezza e l'agilità della sua mente, per escogitare inganni e preparare trappole in cui far cadere il prossimo, tutto questo solo per il gusto stesso di imbrogliare gli altri. E' intrigante, molto furbo e senza scrupoli. Brighella inoltre è un tipo bugiardo, racconta frottole con sicurezza e convinzione che è quasi impossibile distinguerle dalla verità. Inoltre è molto abile nel cantare, suonare e ballare. La giacca e i pantaloni sono decorati di galloni verdi; ha le scarpe nere con i pon pon verdi. Il mantello è bianco con due strisce verdi, la maschera e il cappello sono neri.

GIOPPINO La tradizione vuole che sia nato da Bortolo Söcalonga e Maria Scatolera a Zanica dove vive con la moglie Margì e il figlio Bortolì. Il suo nome in bergamasco è Giopì de Sanga. Ha anche due fratelli Giacomì e il piccolo Pisa 'n braga e i nonni Bernardo e Bernarda. Gioppino è una maschera bergamasca. La sua principale caratteristica fisica sono tre grossi gozzi, da lui chiamati le sue granate o coralli, che ostenta non come un difetto fisico, ma come veri e propri gioielli.      Faccione furbo, rubicondo, vestito di grosso panno verde orlato di rosso, pantaloni scuri da contadino e cappello rotondo con fettuccia volante, di mestiere fa il facchino e il contadino, professioni che non svolge preferendo guadagni occasionali meno faticosi. Di modi e linguaggio rozzissimi, di buon cuore, porta sempre con sé un bastone che non disdegna di usare per far intendere la ragione, sempre comunque a vantaggio dei piccoli e degli oppressi    Gioppino incarna il sempliciotto rozzo ma di buon cuore, pronto a difendere i deboli. Ha assunto, tuttavia, anche una connotazione negativa, come persona furbastra e inaffidabile tanto che nel linguaggio comune si suole dire fare la figura del Giupì di chi non mantiene la parola o usa mezzucci per concludere raggiri di poco conto.      Gioppino oltre che essere una maschera è anche un burattino ed è protagonista di moltissime commedie per il teatro dei burattini.        .     

meneghino Meneghino è una maschera lombarda che nasce nel Seicento. Impersona un servitore rozzo ma di buon senso che, desideroso di mantenere la sua libertà, non fugge quando deve schierarsi al fianco del suo popolo. E' abile nel deridere i difetti degli aristocratici. " Domenighin" era il soprannome del servo, che la domenica accompagnava le nobildonne milanesi a messa o a passeggio. Meneghino é la tipica maschera dei milanesi e come loro è generoso, sbrigativo e non sa mai stare senza far nulla. Non é a caso che i milanesi vengano spesso chiamati i "meneghini". Ama la buona tavola e davanti ad una fetta di panettone possono anche salirgli le lacrime agli occhi, non solo perché ne é molto goloso, ma perché gli ricorda la sua Milano e il " so Domm" di cui non smette mai di vantarsi. Vestito di una lunga giacca marrone, calzoni corti e calze a righe rosse e bianche, cappello a forma di tricorno sopra una parrucca con un codino stretto da un nastro, ancora oggi, assieme alla moglie Checca, trionfa nei carnevali milanesi.

LA CITTà DI BERGAMO ORTO BOTANICO

ORTO BOTANICO DI BERGAMO

la storia L' Orto Botanico è un'istituzione municipale inaugurata nel 1972 dovuta all'opera meritoria dei due principali promotori, l'ingegnere capo del Servizio Giardini Luciano Malanchini e Guido Isnenghi, agrotecnico attento conoscitore della flora locale e dotato di una spiccata sensibilità estetica; entrambi contribuirono alla promozione dell'Associazione Internazionale Giardini Botanici Alpini (A.I.G.B.A.) che ebbe sede per diversi anni presso l' Orto Botanico di Bergamo.

E fine ALEXANDRA C. A. JANNAT