MORIRE ALTROVE Maria Grazia Soldati

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Transcript della presentazione:

MORIRE ALTROVE Maria Grazia Soldati cronos.calvagese@tiscali.it Maria.soldati@univr.it

MORTE E MORIRE NELLE DIVERSE CULTURE IN OCCIDENTE IL XX SECOLO PORTA AD UN GRANDE CAMBIAMENTO NEL MODO DI VIVERE LA MORTE. DUE SONO GLI SCENARI IN TRASFORMAZIONE : LA NOSTRA IMMAGINE SULLA MORTE: I FATTORI DETERMINANTI SONO LA MEDICINA MODERNA, LA TECNOLOGIA, L’IDEA DEL PROGRESSO, LA MODIFICA DELLO SPAZIO PUBBLICO. LA SINTESI DI TUTTO CIO’ LA TROVIAMO NELL’IDEA DELLA VECCHIAIA: DA STATO NATURALE A MALATTIA DA CURARE IL CONFRONTO CON QUELLA ALTRUI LA GLOBALIZZAZIONE E LA MIGRAZIONE CI METTONO A CONFRONTO (DOVREBBERO ) CON LE IMMAGINI CULTURALI E RELIGIOSE DEGLI ALTRI,

A CHI INTERESSA IL TEMA? AGLI OPERATORI SANITARI E ALLE ISTITUZIONI SI DIVERSI LIVELLI: 1. RELAZIONALE 2. POLITICO-SOCIALE LE DOMANDE DI FONDO NEL MORIRE ALTROVE SONO: 1. COME ACCOMPAGNARE CHI MUORE LONTANO DAL PROPRIO PAESE D’ORIGINE; 2. COME RISPONDERE ALLE RICHIESTE DI POTER MORIRE IN MODO COERENTE CON LA PROPRIA IMMAGINE DI BUONA MORTE. OVVIAMENTE C’E’ UN PROBLEMA DI RICONOSCIMENTO PERCHE’ SOLO SE RICONOSCIAMO LA DIFFERENZA CI POSSIAMO PORRE LA DOMANDA DI COME ACCOGLIERE QUESTE TRASFORMAZIONI.

CHI MUORE “ALTROVE” Nella nostra società sono i migranti. Morire altrove significa terminare la propria vita in un luogo diverso rispetto a quello in cui si hanno le principali risorse simboliche e, talvolta, anche gli affetti. Nell’agenda politica il tema della morte e del morire di migranti che da anni vivono in Italia non è sicuramente il più importante, anche in riferimento a dati demografici: è ancora una popolazione giovane, di solito emigra chi è in buona salute e nemmeno tra gli stranieri è il tema più segnalato o portato alla ribalta : uno tra i motivi è legato al progetto migratorio che nella quasi totalità dei casi prevede il ritorno. E’ un modello che lascia fuori la morte: sia nell’immaginario dei migranti ma anche in quello delle politiche sulla migrazione. E’ un immaginario miope anche se comprensibile per i migranti che oscillano tra radicamento e desiderio di ritorno, meno per le istituzioni.

Chi sono i migranti Sono LORO….rispetto a NOI accomunati dal fatto di essere Stranieri e quindi Altri anche se al loro interno troviamo grandi differenze: età, ruolo, cultura,religione, motivazione alla migrazione, diversità nei progetti migratori.

COSA DOBBIAMO SAPERE COME CI SI AVVICINA ALLA MORTE? COME SI MUORE? ESISTONO DELLE PRASSI E DEI RITI DI ACCOMPAGNAMENTO AL MORIRE? DOVE SI MUORE? DOVE AVVIENE IL COMMIATO QUALI SONO I RITI DEL COMMIATO QUALI LE PRATICHE DEL LUTTO CHI SONO I MORTI – QUALE DIALOGO CON LORO

LE STORIE DI VITA L’interazione tra gli aspetti culturali, sociali e psicologici li rintracciamo nelle storie di vita Vi racconterò la storia di Ranja, indiano induista, lavoratore domestico che vive con la moglie in una dependance della casa padronale dove svolge servizio

Interrogativi degli operatori Persona gentile e accogliente, come la moglie e la loro casa Come stai? Bene…meglio Hai dolore? Senti male…no Problema assistenziale relativo alla qualità della vita: gli operatori sapevano che aveva dolore ma non esprimeva, la sua gentilezza e accoglienza diventava un problema per una assistenza efficace, il silenzio un ostacolo Come farlo parlare? Esprimere? E se ribaltassimo l’osservazione e la domanda? Che significato ha il suo silenzio? Siamo di fronte ad una differenza culturale nel vivere l’esperienza del dolore? Questo modo di porsi le domande ci apre ……in questo caso a comprendere il rapporto con il corpo, la società, l’induismo

Pensiero induista Per l’anima non c’è mai la nascita ne la morte La morte è solo uno dei passaggi che riapre il ciclo vitale attraverso la reincarnazione Sofferenza e dolore sono espressione delle colpe passate legate al Karma e sono viste come inevitabili nella vita da sopprtare stoicamente La preparazione spirituale, incentrata sulla presenza del divino nel pensiero del morente, è più importante per una buona morte che il controllo del dolore fisico La qualità della morte dipende dalla qualità della vita e la qualità della rinascita che segue la morte dipende anche dal processo del morire Essere coscienti è importante perché significa essere consapevoli della presenza del divino Se la persona è incosciente saranno gli altri a rendere presente il divino attraverso canti, lettura di testi sacri o musiche devozionali in quanto si ritiene che l’udito sia l’ultimo senso ad andarsene

Prepararsi alla morte In questa cornice religiosa-culturale possiamo intuire come le risposte evasive di Ranjan rispetto al dolore possono essere la sua personale preparazione alla morte, forse in modo religioso : evitare i farmaci per non essere incosciente, affrontare fino in fondo il proprio Karma, o in modo culturale, ovvero come può aver visto nel suo passato culturale La cultura non è astratta ma è viva, viene incorporata attraverso l’educazione al punto tale da apparirci “naturale “ Diviene quindi essenziale contestualizzare gli atteggiamenti e riportarli anche ad un contesto dell’origine per poterli comprendere attraverso l’osservazione, il non giudizio, l’ascolto, l’interesse, il confronto, lo scambio, l’interazione, decentrare il proprio punti di vista per guardare con l’occhio dell’altro

Il tema non va dunque semplificato Il ritorno Quando si pone questo tema? I progetti migratori sono scommesse con l’avvenire….percorsi lunghi da cui dipendono tante persone…tornare malati o morenti può significare anche deludere tante aspettative Il tema non va dunque semplificato Solo all’insegna della conoscenza di una storia personale e del percorso di migrazione si può riflettere sulle scelte, le richieste o i desideri di un malato migrante in fine vita In bilico tra due mondi terreni non vanno dimenticate le ragioni della migrazione e le incertezze di un ritorno alla terra d’origine Molte sono le considerazioni: sanitarie, farmacologiche, chi sarà la con me, che succederà alla mia famiglià qua, cosa sarà di me e del mio corpo se muoio lò… Questo tema apre il discorso della ritualità funebre: scegliere il rimpatrio significa riallacciarsi con l’origine, scegliere la nuova terra rimanere vicini ai vivi

Ritualità funebre Sono espressione della dimensione collettiva della perdita Accompagnano le diverse fasi del passaggio Le ritualità sono differenti e hanno a che fare con il modo in cui si pensa la morte, il lutto per chi resta, lo stato del morto Hanno a che fare con le filosofie di vita, le religioni, le tradizioni