Un modello linguistico per le istituzioni non (solo) linguistiche? Logo ISR Logo UNICAL Un modello linguistico per le istituzioni non (solo) linguistiche? Emanuele FADDA Università della Calabria Cercle Ferdinand de Saussure
Schema Da Brancati a Barthes (e ritorno) Prassi e poiesi Una classe di pragmatismi Una definizione quasi-pragmatista dell’arbitrarietà in Saussure Su alcuni possibili modelli quasi-linguistici di istituzione politica 03/05/13 La lingua come modello di ogni altra istituzione? - Spazio ESC - Emanuele FADDA
I.1 – Brancati a Piazza S. Pietro “Siamo ormai espertissimi nel calcolo di quanto perde una persona nell’atto in cui si unisce ad altre duecentomila. Mettete in colonna sopra un foglio i duecentomila esseri umani, che hanno riempito una piazza, sottraete l’uno dall’altro, e avrete l’idea esatta di quello che sarà rimasto di umano nella piazza stessa, al momento dell’adunata.” (DR, p. 1268) Dalle parole di Brancati sembra doversi evincere una legge quasi matematica: più una comunità è numerosa e indifferenziata, meno essa è libera 03/05/13 La lingua come modello di ogni altra istituzione? - Spazio ESC - Emanuele FADDA
II.2 – Barthes: La lingua fascista “la lingua non è né reazionaria, né progressista, ma semplicemente fascista” Leçon, p. 14 (ed. franc.) La lingua ha come primo carattere che ci si impone, e in tal modo ci omologa (cfr CLG, “Immutabilità”) 03/05/13 La lingua come modello di ogni altra istituzione? - Spazio ESC - Emanuele FADDA
I.3 – Barthes: La democrazia del segno “la lingua, nel suo stesso divenire, non è più una signoria ma una democrazia” Saussure, il segno, la democrazia (in: L’avventura semiologica, p. 74) Qui le posizioni sembrano ribaltate. Ma lo sono per davvero? 03/05/13 La lingua come modello di ogni altra istituzione? - Spazio ESC - Emanuele FADDA
I.4 – Brancati: Elogio (paradossale) della Svizzera “Un minuto prima di addormentarsi: ecco la Svizzera” (DR, p. 1507) “Tetraggine e noia accompagnano l’attivismo ovunque esso corra o fugga. Il sentore di noia che arriva dagli attivistici Paesi totalitari, ove si crea, si rinnova, si capovolge il mondo, è pari all’infernale sbadiglio che a Roma, nel ’37, abitando in una cameretta in via Pinciana, sentivo salire dal poliziotto impalato presso lo spigolo della casa per sorvegliare i suoi e i miei concittadini.” (DR, p. 1507) La Svizzera sembra essere simile a una lingua: in essa non sono prevedibili stravolgimenti 03/05/13 La lingua come modello di ogni altra istituzione? - Spazio ESC - Emanuele FADDA
II.1 Due definizioni semplici PRASSI = agire non determinato da uno scopo POIESI = agire determinato da uno scopo – il quale, una volta ottenuto, si presenta come un prodotto, sostanzialmente autonomo dal produttore (ed eventualmente a lui ostile) 03/05/13 La lingua come modello di ogni altra istituzione? - Spazio ESC - Emanuele FADDA
II.2 – Poiesi prototipica e poiesi linguistica PUNTUALE LOCALIZZATA POIESI LINGUISTICA DIFFUSA LOCALIZZANTE La POIESI PROTOTIPICA è NON PRASSICA 03/05/13 La lingua come modello di ogni altra istituzione? - Spazio ESC - Emanuele FADDA
II.3 – Poiesi prassica e prassi poiesica La POIESI LINGUISTICA è dunque una POIESI PRASSICA …ma allora, è anche una PRASSI POIESICA (e in modo direttamente proporzionale) …in un certo senso, poiesi prassica e prassi poietica sono la stessa cosa, vista da due punti di vista opposti 03/05/13 La lingua come modello di ogni altra istituzione? - Spazio ESC - Emanuele FADDA
II.4 – Perché è meglio distinguere (sive, l’anti-Searle) …ma allora, a che serve distinguere? Se non distingui, NON CAPISCI Es. J. R. Searle: il suo peccato non è solo quello di non distinguere lingua e linguaggio, ma anche quello di non distinguere prassi e poiesi 03/05/13 La lingua come modello di ogni altra istituzione? - Spazio ESC - Emanuele FADDA
III.1 - Pragmatismi Possiamo chiamare pragmatismi (in senso lato) tutte le teorie compatibili con una qualche versione della MASSIMA PRAGMATICA formulata da Peirce nel 1872: La definizione di una cosa (e anzitutto di un’idea) è data dai suoi effetti concepibili (e anzitutto quelli sul comportamento) 03/05/13 La lingua come modello di ogni altra istituzione? - Spazio ESC - Emanuele FADDA
III.2 – Una classe di pragmatismi (a): Bourdieu e Wittgenstein C’è una classe di pragmatismi che si concentra maggiormente su quella prassi che ha ricadute poietiche. Il campione di questa classe è Pierre Bourdieu. La sua nozione di HABITUS definisce tipicamente una prassi poietica Anche Wittgenstein può esservi ricompreso (non è un caso se molti autori – soprattutto di area francese, da Bouveresse in giù – accostano i due, ed entrambi a Peirce) 03/05/13 La lingua come modello di ogni altra istituzione? - Spazio ESC - Emanuele FADDA
III.2 – Una classe di pragmatismi: Mead e Saussure …Peirce stesso, però, non fa parte di questa classe (o vi occupa un luogo marginale). Il pragmatista più attento all’aspetto poietico (e dunque istituzionale, giacché è la prassi poietica ciò che mantiene in vita le istituzioni) della prassi è George Herbert Mead (1863-1931). …per questo, egli si presta particolarmente a un confronto con Saussure. 03/05/13 La lingua come modello di ogni altra istituzione? - Spazio ESC - Emanuele FADDA
III.I.1 – Una definizione quasi pragmatista dell’arbitrarietà saussuriana L’arbitrarietà, in senso saussuriano, è quella condizione di perpetua creazione e mantenimento – in questo caso, i due aspetti si saldano – delle istituzioni che richiede prassi poiesica (o poiesi prassica) pura, assoluta In essa né l’aspetto poietico né l’aspetto pratico possono prendere il sopravvento, ma si rinforzano a vicenda 03/05/13 La lingua come modello di ogni altra istituzione? - Spazio ESC - Emanuele FADDA
III.I.2 – Saussure, tra lo strutturalismo e il confronto con Wittgenstein Saussure, però, è forzato da sue ragioni epistemologiche a definire la lingua sotto l’aspetto poietico, concentrandosi su quello Molto strutturalismo (e anzitutto Bally e Sechehaye) ha per questo creduto che l’aspetto prassico non avesse un posto …ecco perché non possiamo leggere Saussure senza leggere Wittgenstein, e viceversa) 03/05/13 La lingua come modello di ogni altra istituzione? - Spazio ESC - Emanuele FADDA
IV.1 – La Svizzera (e la democrazia referendaria in genere) Alcuni stati (p. es. la Svizzera) fanno un uso dello strumento referendario frequente, generalizzato e capillare, delegando la rappresentanza il meno possibile. Così, però, non si fa che moltiplicare la puntualità della poiesi. La si “sfuma”, ma certamente non la si annulla 03/05/13 La lingua come modello di ogni altra istituzione? - Spazio ESC - Emanuele FADDA
IV.2 – La democrazia digitale Molti esaltano il web non solo come mezzo di informazione democratico e interattivo, ma come (almeno potenziale) strumento decisionale: non solo luogo per pressioni lobbistiche, ma possibile mezzo d’esercizio del potere esecutivo tout court. Ma la rete è un sistema molto più regionale rispetto a una lingua: essa ti rimanda la prospettiva dalla quale la osservi molto più di quanto non ti si imponga in toto (nel caso di M5S, poi, c’è anche il problema analogo a quello di Brancati (cfr supra I.1)) 03/05/13 La lingua come modello di ogni altra istituzione? - Spazio ESC - Emanuele FADDA
IV.3 – Elogio del bizantinismo (“anti machiavellismo”? “weimarismo”?) “E’ preferibile un conclave di cardinali che si azzuffano; è preferibile un concilio bizantino che litiga su inezie mentre il nemico bussa alle porte della città” (DR, p. 1570) Una lingua è fatta esattamente così. Ma in che misura possiamo riportare questa forma nelle istituzioni politiche? 03/05/13 La lingua come modello di ogni altra istituzione? - Spazio ESC - Emanuele FADDA