LA RIVOLUZIONE RUSSA ( )

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Transcript della presentazione:

LA RIVOLUZIONE RUSSA (1917-1927)

La Russia all’inizio del 900 Autocrazia e immobilismo Industrializzazione di Stato con capitale straniero: mancanza di una autonoma borghesia imprenditoriale, aree operaie isolate in un contesto sociale agricolo 1904: guerra russo-giapponese e aumento dei prezzi Gennaio 1905: dalla protesta (Domenica di sangue) alla rivoluzione. Nascita dei soviet. (cfr. parola-chiave pag. 174) Ottobre 1905: rientro delle truppe dal fronte e controffensiva zarista 1906 e 1907: due tentativi falliti di elezione a suffragio universale di un’Assemblea rappresentativa (Duma) 1906: riforma agraria, abolizione delle comunità di villaggio (mir), rafforzamento della classe dei contadini ricchi (kulaki) e ulteriore indebolimento dei contadini poveri 1914-1917: partecipazione alla prima guerra mondiale

La rivoluzione di febbraio Marzo (febbraio) 1917: rivolta degli operai e dei soldati di Pietrogrado e abbattimento del regime zarista (Nicola II) Primo governo provvisorio liberale presieduto dall’aristocratico L’vov Rafforzamento del potere del soviet di Pietrogrado che delibera spesso in contrasto con il governo

I partiti russi nel 1917 Partito dei cadetti: orientamento costituzionale-democratico Menscevichi: nascono dalla scissione di una minoranza dal Partito operaio socialdemocratico russo nel 1903, propongono una democrazia liberale borghese di tipo occidentale e l’introduzione graduale del socialismo (Leader: Martov) Bolscevichi (maggioranza): sostengono un progetto rivoluzionario guidato dagli operai con l’appoggio dei contadini (Leader: Lenin) Partito socialista rivoluzionario: base rurale, obiettivo una radicale riforma agraria

Lenin e le tesi di aprile 1900-1917: esilio volontario in Svizzera dopo tre anni in Siberia aprile 1917: rientro in Russia con l’appoggio tedesco e pubblicazione di 10 tesi, contro la “guerra imperialista”, contro il governo provvisorio, contro la repubblica parlamentare, potere ai soviet, agli operai, ai contadini poveri, passaggio alla seconda fase della rivoluzione, controllo sociale della produzione e ripartizione dei beni.

Da aprile a ottobre Diffusione dell’adesione al partito bolscevico tra operai e contadini in opposizione al governo Luglio ‘17: a Pietrogrado operai e soldati, organizzati dai bolscevichi, si oppongono alla partenza di nuove truppe per il fronte, ma vengono repressi. I leader bolscevichi sono arrestati (Trockij, Kamenev) o costretti alla fuga (Lenin). Al governo il liberale L’vov viene sostituito dal socialrivoluzionario Kerenskij Settembre ‘17: il capo dell’esercito Kornilov tenta un colpo di stato per ripristinare il potere zarista, ma il progetto viene sventato da tutti i socialisti uniti. I bolscevichi conquistano la maggioranza nei soviet di Pietrogrado e Mosca

Le diverse ipotesi tra i bolscevichi 15 settembre ‘17: riunione del Comitato centrale del partito bolscevico Lenin: accelerare il processo rivoluzionario, rovesciare il governo provvisorio, prendere il potere prima dell’apertura del Congresso dei Soviet prevista per il 25 ottobre (inizialmente posizione di minoranza) Kamenev e Zinov’ev: la situazione russa non soddisfa le condizioni necessarie per un socialismo autentico, rischio di screditare il progetto con un’accelerazione avventata, proposta di seguire la via elettorale ottenendo la maggioranza dei voti e vincendo così l’opposizione Trozkij: il primo obiettivo rimane la presa di potere da parte dei soviet e l’insurrezione deve avvenire solo se il potere dei soviet viene minacciato In seguito al diffondersi di voci secondo le quali il governo era pronto ad abbandonare Pietrogrado ai tedeschi per trasferirsi a Mosca il piano di Lenin diventa maggioritario

La rivoluzione di ottobre Lenin crea un Centro militare rivoluzionario di 5 membri con il compito di mobilitare la base e Trozkij un Comitato militare rivoluzionario di Pietrogrado controllato dal partito bolscevico Le truppe aderiscono al Comitato militare 24-25 ottobre (6-7 novembre): occupazione dei punti nevralgici della città, presa del palazzo d’inverno e caduta del governo provvisorio

Lev Trockij Inizialmente aderisce alla minoranza menscevica in contrasto con Lenin Condannato ed esiliato dopo la rivoluzione del 1905, vive a Londra, in Svizzera, in Francia e a New York e torna in Russia alla caduta dello zar Dopo la rivoluzione assume le cariche di Commissario del popolo per gli affari esteri, per la Guerra e di comandante dell’Armata rossa Sostenitore della Rivoluzione permanente entra in conflitto con la dittatura stalinista e viene nuovamente esiliato nel 1940 viene assassinato da un agente stalinista in Messico

Politica interna: i bolscevichi al potere Il Congresso panrusso dei soviet (abbandonato in segno di protesta dai menscevichi) si riunisce contemporaneamente a Pietrogrado definendosi governo legittimo del paese e stabilendo l’abolizione della grande proprietà terriera Costituzione di un nuovo governo bolscevico guidato da Lenin (Consiglio dei commissari del popolo). Proteste di cadetti, menscevichi e socialrivoluzionari A Mosca i bolscevichi prendono definitivamente il potere il 2 novembre, nel resto della Russia nel corso del ’17. Elezione dell’Assemblea Costituente: maggioranza socialrivoluzionaria, meno di un quarto di seggi ai bolscevichi, risultato irrisorio per gli altri partiti Gennaio 1918: i bolscevichi sciolgono con la forza l’Assemblea costituente. Definitiva rottura con le altre forze politiche

La svolta autoritaria Dicembre ‘17: costituzione della Ceka (polizia politica) e del Tribunale rivoluzionario centrale con lo scopo di processare i nemici della rivoluzione. Febbraio ‘18: costituzione dell’Armata rossa ad opera di Trotzkij. Istituzione della figura del Commissario politico con lo scopo di controllare la fedeltà delle diverse armate. Giugno ‘18: dichiarati fuori legge tutti i partiti di opposizione. Reintroduzione della pena di morte. Arresti ed esecuzioni sommarie.

La guerra civile Prime emigrazioni politiche: ufficiali, imprenditori, intellettuali, aristocratici Primavera-estate 1918: sbarchi di truppe anglo-francesi nel nord e sul mar Nero e di truppe statunitensi e giapponesi dalla Siberia Scoppia la guerra civile: Siberia orientale, Russia settentrionale, regione del Don Esecuzione dello zar e della sua famiglia Estate ‘19: fallimento della controrivoluzione e fine della guerra civile. Distanza geografica, disorganizzazione, perdita dell’appoggio dei paesi occidentali preoccupati delle proteste interne e del contagio rivoluzionario. (Il terrore rosso, 35, pag. 263)

La costituzione del ‘18 Luglio ‘18: Costituzione della Repubblica Sovietica Federativa Socialista Russa. Si apre con una Dichiarazione dei diritti del popolo lavoratore e sfruttato. Sancisce l’abolizione della proprietà privata, la statalizzazione delle banche, una repubblica federale fondata sui soviet. Il potere supremo al Congresso dei soviet che nomina un Comitato centrale esecutivo con potere legislativo, esecutivo e di controllo, che elegge a sua volta il Consiglio dei commissari del popolo. Dichiara l’obbligo al lavoro. Rimane sostanzialmente inapplicata

Politica estera: la Russia esce dalla guerra Il Congresso panrusso del soviet a Pietrogrado chiede la pace senza annessioni e senza indennità per tutti i popoli L’attesa sollevazione popolare europea per la pace non avviene 3 marzo 1918: la Russia è costretta a trattare con la Germania separatamente la pace di Best-Litovsk con l’opposizione dei socialrivoluzionari. Definitivo isolamento dei bolscevichi Gli alleati dell’Intesa considerano la pace un tradimento e preoccupati di un contagio rivoluzionario inviano truppe in Russia Aprile ‘20 - marzo ‘21: guerra con la Polonia che riesce ad ottenere territori in Bielorussia e Ucraina.

La politica economica La crisi economica: la guerra, la rivoluzione, la riforma agraria compromettono la già grave situazione economica ereditata dal regime zarista. ‘18-’20: comunismo di guerra. Abolizione libero commercio, istituzione di cooperative di produzione agricola (kolchoz) e di aziende agricole statali (sovchoz), nazionalizzazione delle industrie e centralizzazione delle decisioni in materia di economia industriale. Fallimento. ‘20-’21: abbattimento della produzione industriale, spopolamento delle città, disoccupazione, fame, mercato nero. Primavera-estate ‘21: la carestia colpisce le campagne e produce 3 milioni di morti ‘21-’29: Nuova Politica Economica (NEP). Parziale liberalizzazione. Reintroduzione della proprietà privata in agricoltura e permesso ai contadini di vendere le eccedenze oltre la quota fissa di raccolto stabilita dallo stato. Conseguenze: ripresa economica, rafforzamento dei kulaki, comparsa di un nuovo gruppo sociale: “gli uomini della nep”.

La nascita dell’URSS: 30 dicembre ‘22

La costituzione del ‘24 Riconoscimento dell’URSS Potere supremo al Congresso dei Soviet (assemblea dei delegati dei soviet locali) Tra una riunione e l’altra del Congresso, potere al Comitato esecutivo centrale, suddiviso in Soviet dell’Unione e Soviet delle Nazionalità La Presidenza del Comitato esecutivo centrale funge da presidenza collettiva dell’URSS Unico partito riconosciuto il PCUS: fornisce le direttive al governo, controlla la polizia politica, propone i candidati alle elezioni del soviet, controlla di fatto la “democrazia” sovietica

La politica interna sovietica Lotta contro la chiesa: confisca beni, chiusura ordini religiosi, arresti Liberalizzazione dei costumi: abolizione matrimonio religioso, semplificazione divorzio, legalizzazione aborto, parità fra i sessi, equiparazione figli legittimi e naturali, Lotta all’analfabetismo: obbligo di istruzione fino a 15 anni, promozione istruzione tecnica, formazione ideologica,

Le reazioni del mondo culturale Alcuni importanti esponenti del mondo culturale russo emigrano: Stavinskij, Chagall, Jakobson Altri accolgono con entusiasmo il nuovo corso dando luogo alle avanguardie: Majakovskij, Lisitzkij, Ejzenstein

Lo scontro per il potere Aprile ‘22: Stalin viene eletto segretario generale del PCUS. Lenin si ammala e abbandona progressivamente il controllo sul partito Scontro sulla politica interna: Trotzkij denuncia la burocratizzazione del potere, l’involuzione autoritaria del partito, l’isolamento internazionale dell’URSS e sostiene la necessità che l’URSS si impegni per un estensione del comunismo in Occidente (rivoluzione permanente). Stalin oppone la teoria del socialismo in un solo paese Scontro sulla politica economica: Zinov’ev e Kamenev sostengono la necessità di abolire la NEP che ha prodotto una ripresa del capitalismo a vantaggio dell’industrializzazione. Stalin e Bucharin si schierano per una prosecuzione della NEP, per la promozione dell’impresa agricola e di un’economia pianificata ‘27: Zinov’ev, Kamenev, Trotzkij e i loro seguaci sono messi in minoranza nel partito ed espulsi. Inizia lo stalinismo.

La Terza internazionale 1918: I bolscevichi abbandonano il nome di Partito socialdemocratico per quello di Partito comunista di Russia marzo ‘19: si riunisce a Mosca l’Internazionale comunista (Comintern, Terza Internazionale) in sostituzione dell’Internazionale socialista luglio ‘20: Lenin detta le condizioni per l’ammissione dei partiti al Comintern: i 21 punti. Conformità alle risoluzioni del Comintern, espulsione dei riformisti, propaganda nell’esercito e tra i contadini, opposizione al socialpacifismo, rottura con il riformismo, opposizione all’imperialismo, lotta contro l’Internazionale socialista, centralismo democratico e disciplina di partito, epurazione dagli elementi borghesi, sostegno all’URSS, modifica dei programmi in conformità con il programma del Comintern, le cui decisioni diventano vincolanti per i partiti.

…e il comunismo nel mondo Le reazioni diverse all’interno dei partiti socialisti europei producono la scissione di sezioni che aderiscono al Comintern decretando la nascita dei partiti comunisti. Nei paesi in cui è già presente un partito comunista si ha la progressiva adesione al leninismo. ‘20 nascono i Partiti comunisti francese, algerino, britannico, di Polonia e il Partito comunista di Germania aderisce al leninismo, ‘21 nascono i Partiti comunisti italiano, portoghese, del Belgio, di Spagna, di Svezia ‘23 nasce il Partito comunista di Norvegia ‘24 nasce il Partito comunista d’Indonesia, il Partito comunista greco aderisce al leninismo