Bambini e ragazzi nella Shoah

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I Bambini e la Shoah Anno scolastico I.C. 2 «Rita Levi-Montalcini» S. Maria C.V. Classi V A/B Plesso S. Tammaro 1.
Transcript della presentazione:

Bambini e ragazzi nella Shoah SCUOLA SECONDARIA DI 1° GRADO “PIO XII” FOGGIA Bambini e ragazzi nella Shoah Lavoro di ricerca e rielaborazione della classe II D Anno scolastico 2005-2006

La gran parte dei regimi totalitari si è circondata e si circonda dei bambini, poiché essi rappresentano una fonte di grande ricchezza oltre che un referente ideale sostanziale della lotta per la realizzazione di un futuro migliore.

Chi ama i bambini non può essere un uomo cattivo. Coloro che si sono impadroniti del potere, nel corso dell’ultimo secolo, hanno tentato di mostrarsi in tutte le più importanti ricorrenze e manifestazioni, anche se solo per poco, in mezzo ai bambini. Ciò avrebbe testimoniato del loro «umanitarismo» … Chi ama i bambini non può essere un uomo cattivo.

Eppure… hanno mandato a morte centinaia di migliaia di bambini

I bambini sono stati le vittime di un atroce massacro…

Sono stati privati del cibo, della dignità, della salute fisica…

Hanno subito la vergogna della stella giudaica

Sono stati cacciati via dalla loro casa e privati della loro libertà

Sono stati incolonnati, insieme agli adulti, e mandati a morire

Sono stati condotti in campi di concentramento come questo, separati dai loro affetti

Sono stati testimoni di tante atrocità…

Sono stati derubati del loro candore, della loro ingenuità, della loro infanzia

Hanno visto le loro mamme ridotte in schiavitù

Hanno visto fin dove si può spingere la crudeltà dell’uomo

Hanno assistito alla distruzione del loro popolo

Il ricordo di ciò che è stato rivive in testimonianze come queste…

… nei disegni dei bambini

…nel cinema e nelle giornate della memoria

Una testimonianza meditata ed illustrata

Ricordi di un ragazzo ebreo di Italo Bassani Lassù il freddo ci torturava: a quell'altezza il sole era lieve, leggero, ci scaldava assai poco. . .

La notte accendevamo il camino per qualche ora, lasciando che le braci si consumassero ardendo

Nonostante ciò, io non pativo, anzi, ero molto contento Nonostante ciò, io non pativo, anzi, ero molto contento. Mio cugino ogni giorno tornava con sacchetti pieni di castagne e di funghi. Tutta quella roba era in sovrappiù: non sapevamo a chi darla, perché intorno a noi non c'era anima viva.

Io e i miei cugini scendevamo molte volte nelle valli sottostanti ricche di castagneti. Dopo aver raccolto le castagne ci riposavamo nei prati verdi.

Ogni tanto un animale saltava fuori da qualche macchia e scappava Ogni tanto un animale saltava fuori da qualche macchia e scappava. Gli uccelli cinguettavano intonando i loro canti di gioia sugli alberi. Ogni tanto ci si fermava presso un ruscello e si beveva la sua acqua pura e limpida. Così allora passavo i giorni.

Questa era la vita! Lì c'era la felicità

Per noi però le cose dovevano cambiare. due uomini erano arrivati Per noi però le cose dovevano cambiare... due uomini erano arrivati. Erano due partigiani:uno aveva un mitra, l'altro un fucile a tracolla. Li seguimmo.

Dove saremmo andati? Gli zii volevano sapere cosa stava succedendo. Mio padre continuava a gridare: - Fate presto! –

Ancora una volta il nostro destino di ebrei erranti ci portava a fuggire da un posto per cercare rifugio in un altro. Dove avremmo dormito la prossima notte?

I partigiani ci diedero da mangiare un po' di formaggio e del pane vecchio. Poi riprendemmo il cammino finché arrivammo in un'altra baita dove passammo la notte dormendo per terra.

Alcuni pastori ci diedero del latte e qualcosa da mangiare.

Ma non si poteva continuare in quel modo; finalmente mio padre prese la decisione di farci rifugiare a Roma. In quella città potevamo avere una protezione in quanto il babbo, che era vedovo, poteva contare sull'amicizia della signorina Anita Duranti…

Sconosciuti, fantomatici fantasmi, i partigiani apparivano e scomparivano sotto sembianze di persone che ci informavano, di persone che ci davano qualche cosa da mangiare, sotto sembianze di benefattori I partigiani in Italia combatterono per la libertà della Nazione e per la sopravvivenza di tanti poveri esseri come noi che, deboli e indifesi, cercavamo di non cadere nelle mani dei nostri persecutori.  

Gli alunni della classe II D Altamura Chiara Maffei M. Rosaria Bochicchio Luca Marasco Fabiana Coda Mario Palumbo Mattia Colotti Federica Palumbo Salvatore Conte Stefania Quaglione Carmelo Di Pretoro Roberto Saggese Stefano Faratro Mike Spadaccino Carmine Insalata Amalia Trivisonne Emanuele Grilli Antonio Vergura Alice La Gatta Vincenzo Vitagliano Francesca Pia Lecci Roberto Pece Monica Docente coordinatore: prof.ssa V. Fiore