La Bosnia e le sue bellezze Realizzato da Blanca, Jessica, Andrea, Camilla ed Elena Classe II C
DOVE SI TROVA LA BOSNIA?
I PONTI “Di tutto ciò che l’uomo, spinto dal suo istinto vitale, costruisce ed erige, nulla è più bello e più prezioso per me dei ponti. I ponti sono più importanti delle case, più sacri perché più utili dei templi. Appartengono a tutti e sono uguali per tutti, sempre costruiti sensatamente nel punto in cui si incrocia la maggior parte delle necessità umane, più duraturi di tutte le altre costruzioni, mai asserviti al segreto o al malvagio.” IVO ANDRIC, I ponti, da “Racconti di Bosnia”
I PONTI IN BOSNIA ERZEGOVINA I ponti erano considerati un elemento fondamentale nella cultura ottomana. Il loro significato oltre che pratico, era simbolico poiché collegavano e collegano ancora oggi l’acqua con la terra, gli elementi preferiti dai musulmani.
TABELLA PONTI CITTA’ FIUME Ponte di Mostar Mostar Neretva Ponte di Visegrad Visegrad Drina Ponte Latino Ponte Vrbania Ponte Festina Lente Sarajevo Miljacka
Ponte di Visegrad Ponte di Mostar Ponte Festina Lente Ponte Vrbanja
MOSTAR E IL SUO PONTE Mostar è una città di 105.448 abitanti della Bosnia Erzegovina: è la capitale non ufficiale dell’Erzegovina ed è costruita lungo il fiume Neretva. Il nome Mostar deriva dal suo “ponte vecchio” (lo Stari Most) e dalle torri sulle due rive dette “i custodi del ponte”( mostari). Fu fondata nel XV secolo dai Turchi Ottomani: era il centro dell’impero nella regione dell’Erzegovina.
Il 9 novembre 1993 il ponte venne distrutto . Durante la seconda guerra mondiale la città di Mostar fece parte dei Territori dell’attuale Bosnia Erzegovina,dello stato indipendente di Croazia controllato dai nazifascisti. Dopo la seconda guerra mondiale entrò a far parte della repubblica di Bosnia Erzegovina (una delle sei che componevano la Jugoslavia). Nel 1992 Mostar dichiara l’indipendenza e l’anno successivo nasce una lotta per il possesso della città. Il 9 novembre 1993 il ponte venne distrutto .
LA DISTRUZIONE DEL PONTE
“Era quel simbolo, e non il manufatto, che si era voluto colpire “Era quel simbolo, e non il manufatto, che si era voluto colpire. La pietra non interessava ai generali croati. Il ponte, difatti, non aveva alcun interesse strategico. Non serviva a portare armi e uomini in prima linea. Esisteva, semplicemente. Era il luogo della nostalgia, il segno dell’appartenenza e dell’alleanza tra mondi che si volevano a tutti i costi separare”.
L’INAUGURAZIONE DEL PONTE RICOSTRUITO Nel 2004 il ponte venne ricostruito e poi dichiarato dall’UNESCO patrimonio dell’umanità.
LA TRADIZIONE DEI TUFFI Dopo la ricostruzione del ponte è ripresa la tradizione dei tuffi nella Neretva. Durante l’anno i bosniaci si sfidano buttandosi dal “vecchio ponte”: il 27 luglio si tiene una gara ufficiale.
La Neretva La Neretva, chiamata anche Narenta, è un fiume bosniaco lungo 225 km: anticamente la zona era abitata da Romani, Slavoni e Daorsoi. Le sue sorgenti sono situate a 1320 m nelle Alpi Dinariche. La Neretva ha una foce a delta ed è uno dei fiumi più freddi del mondo, caratterizzato da acque pulite, limpide e da una flora particolarmente delicata.
REGIONI ATTRAVERSATE CITTA’ ATTRAVERSATE AFFLUENTI Erzegovina Konjic Rama Raguseo Narentana Jablanica Bregava Capljina Rakitnica Pocitels Trebiz
IL PONTE DI VISEGRAD Sotto il ponte di Visegrad scorre la Drina. Di tutti i ponti il più famoso è il vecchio ponte di Visegrad, progettato dall’architetto di Mimar Koca Sinan nel 1571, su ordine del Visir Mehamed Pascià Sokolovic. Il ponte è costituito da 11 archi in muratura e da una rampa di accesso ad angolo retto con quattro archi sulla riva sinistra.
esercitare un maggiore controllo sulla regione. Il ponte è lungo 179,5 m ed è un capolavoro di uno dei più grandi architetti e ingegneri del periodo ottomano classico, contemporaneo del Rinascimento italiano. Il Visir lo fece costruire per rendere omaggio alla sua terra natale e per esercitare un maggiore controllo sulla regione. Visegrad
LA DRINA Il fiume Drina è lungo 346 km e nasce dalla confluenza dei fiumi Tara e Piva nei pressi di Scepan Polje in Montenegro. E’ caratterizzato da un corso serpentino ideale per il rafting : inoltre non è navigabile. La Drina è il più grande affluente del fiume Sava.
REGIONI ATTRAVERSATE CITTA’ ATTRAVERSATE AFFLUENTI Montenegro Foca Sutjeska Serbia Gorazde Bristica Bosnia Visegrad Praca Bajina Drijanaca Basta Janja Zvornik Cehotina Lim Rzav Jadar
LA SUA STORIA Il fiume Drina era il vecchio confine tra l’Impero Romano d’Occidente e quello d’Oriente: adesso segna il confine tra la Bosnia Erzegovina e la Serbia.
LA LEGGENDA La leggenda narra che la squadra dell’architetto Sinan non riuscisse a procedere con la costruzione del ponte: tutto ciò che veniva costruito di Giorno, veniva distrutto di notte dalla ninfa delle acque. Per risolvere la Situazione, bisognava trovare due fratellini gemelli (furono un maschio e una femmina, Stoja e Ostoja)e murarli all’interno del pilone centrale del ponte.
I bambini furono trovati e sottratti alla madre che, disperata, li seguì fino a Visegrad: qui i bambini furono murati ma, per la compassione dell’architetto, furono lasciati dei fori attraverso i quali la madre potesse allattare i bambini. In memoria di questo da centinaia di anni dal muro scorre il latte materno.
IL FIUME MILJACKA La Miljacka è il principale fiume della capitale della Bosnia, Sarajevo intorno al quale la città è stata fondata. Il fiume non è balneabile o navigabile, inoltre è poco profondo e ha una lunghezza di 36 km: è caratterizzato da acque marroni ed è noto per il suo odore salmastro.
REGIONI ATTRAVERSATE CITTA’ ATTRAVERSATE AFFLUENTI Bristica Lapisnica Bosna (il più grande) Repasnica Moscanica Creek koseveski
IL PONTE LATINO Fu costruito nel 1798 al posto di uno risalente al 1565. E’ in travertino, con quattro arcate e tre piloni. Collegava il quartiere dei Cristiani al resto della città e da qui viene il nome con cui è conosciuto. Fino a due decenni fa il ponte era chiamato “ponte Gavrilo Princip”, dal nome del giovane che nel 1914 sparò all’arciduca Francesco Ferdinando causando la sua morte e quella della moglie e dando inizio alla prima guerra mondiale.
IL PONTE VRBANJA E’ il ponte più triste della storia di Sarajevo dato che qui scorse il primo sangue dell’assedio della città il 6 aprile 1992 quando, da cecchini serbo- bosniaci appostati nell’antico cimitero ,furono uccise 2 studentesse durante una manifestazione contro la guerra. Ora una piccola lastra ricorda il tragico evento. Nello stesso posto, un anno e mezzo dopo perse la vita il giovane pacifista italiano Gabriele Moreno Locatelli.
IL PONTE FESTINA LENTE Nel 2012 è stato inaugurato un nuovo ponte sul fiume. Gli architetti che lo hanno progettato sono i giovani Adnan Alagic, Amila Hrustic e Bojan Kanlic. Il ponte si chiama Festina Lente, che in latino significa “affrettati lentamente”.
Il ponte si snoda come un nastro a circa 38 metri di altezza al di sopra del fiume e presenta nella sua parte centrale una sorta di nodo che ospita al suo interno delle panchine. L’idea è quella di creare un equilibrio tra le rive sinistra e destra del fiume, stabilendo anche un’unione temporale e spirituale tra le due. Il “nodo” ponte rappresenta una porta,simbolica, che predispone a entrare in un’altra dimensione spirituale.
“Così, ovunque nel mondo, in qualsiasi posto, il mio desiderio vada e si arresti, trova fedeli e operosi ponti, come eterno e mai soddisfatto desiderio dell’uomo di collegare, pacificare, unire insieme tutto ciò che appare davanti al nostro spirito, ai nostri occhi, ai nostri piedi, perché non ci siano divisioni, contrasti, distacchi.” IVO ANDRIC, I ponti, da “Racconti di Bosnia”
Grazie a tutti Camilla Andrea Elena Blanca Jessica