La filosofia medievale cristiana Il difficile rapporto tra fede e ragione
Il passaggio tra due mondi Con la diffusione del cristianesimo, la filosofia si misura con problemi nuovi, soprattutto legati al rapporto non sempre facile tra verità di fede (rivelazione) e verità di ragione. D’altro canto nel tentativo di dare risposte a questi interrogativi la filosofia cristiana usa gli strumenti concettuali della filosofia greca (Platone, Aristotele) per comprendere razionalmente il messaggio della rivelazione.
L’Islam Anche la diffusione dell’Islam a partire dal VII secolo è molto importante per la filosofia. Infatti anche l’Islam si propone un compito simile a quello della filosofia cristiana. Inoltre essi traducono in arabo molti testi della filosofia greca, in particolare di Aristotele, che con la conquista araba della penisola iberica si diffondono in Europa, grazie al fatto che alcuni conoscevano sia l’arabo sia il latino. In Europa infatti durante tutto il Medioevo il greco non è più conosciuto.
Il rapporto tra fede e ragione Se la verità è rivelata direttamente da Dio, quale compito resta per la filosofia? Quando la verità della rivelazione è oscura o contro ragione, a chi si deve dare retta? Si possono comprendere razionalmente le verità rivelate? La ragione può rafforzare la fede?
Le fasi della filosofia cristiana Apologisti: filosofi cristiani che a partire dal II secolo scrivono in difesa del cristianesimo contro le persecuzioni dei cristiani (Tertulliano) Padri della Chiesa (patristica): principali scrittori cristiani fino al V secolo, elaborano concetti teologici per esprimere la rivelazione di Gesù (Agostino da Ippona) Scolastica: tra l’XI e il XIV secolo i filosofi cristiani sono monaci domenicani o francescani, spesso insegnano nelle università, ovvero hanno un legame con una scuola (Anselmo d’Aosta, Tommaso D’Aquino)
Tertulliano “credo quia absurdum” credo perché è assurdo. Se, infatti, fosse possibile comprendere razionalmente il messaggio della rivelazione non sarebbe necessaria la fede. Al contrario la fede è proprio l’atteggiamento mentale di chi non capisce, ma si affida all’autorità della rivelazione inconciliabilità fede-ragione
Agostino di Ippona Nasce a Tagaste nel 354 Aderisce al manicheismo Si converte al cristianesimo nel 386 Fonda una comunità di preghiera e studio Muore nel 430 e viene proclamato santo e Padre della chiesa
La fede e la ragione Credo per capire, capisco per credere fede La fede spinge a voler capire. La comprensione rafforza la fede. Conciliabilità tra fede e ragione
Interiorità e verità “Ritorna in te stesso. Nell’uomo interiore abita la verità” La conciliabilità tra fede e ragione è resa possibile dalla presenza nell’anima umana di una scintilla di verità divina. L’uomo può trovare pertanto in sé, attraverso la preghiera, la meditazione e lo studio l’accesso alla verità, a cui arriva grazie all’illuminazione divina. Gli scettici hanno torto, perché se anche dubito di tutto, so di dubitare e quindi so che almeno questo è vero. Dal dubbio si giunge quindi alla verità
Il problema del male “Se Dio esiste, è onnipotente e buono com’è possibile il male nel mondo?” Ecco un esempio di questione su cui fede e ragione si scontrano. La risposta di Agostino: il male è privazione di bene, quindi non esiste se non come distanza da Dio. Quanto più gli uomini, che sono dotati di libero arbitrio, si allontanano dalla volontà divina, tanto più si produce il male
Anselmo d’Aosta (1033-1109)
La prova dell’esistenza di Dio g i c Anche chi dice di non credere in Dio ha un’idea di Dio, quindi tutti hanno un’idea di Dio L’idea di Diò è quella di un essere perfetto Essere perfetto significa che non gli manca niente Se Dio non esistesse gli mancherebbe qualcosa ovvero l’esistenza Ne segue che se Dio è perfetto deve necessariamente esistere
Tommaso d’Aquino