Autonomia e responsabilità sociale dell’università:

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Transcript della presentazione:

Autonomia e responsabilità sociale dell’università: governance ed accountability nel processo di riforma Vercelli, 2 marzo 2012 La riforma della governance universitaria in Italia e il sistema anglosassone: paradigmi interpretativi a confronto Magalì Fia - EconomEtica E-mail: magali.fia@gmail.com Melania Verde - Università degli Studi di Napoli “Federico II” ed EconomEtica E-mail: melania.verde@unina.it

Obiettivo: Confrontare il processo di riforma in corso in Italia con due modelli interpretativi dell’esperienza statunitense (democratico vs. autocratico), considerato come modello di riferimento

Struttura della presentazione Si presenta una rassegna delle principali modifiche introdotte con la legge Gelmini Si analizzano i differenti paradigmi interpretativi del modello di governance anglosassone Si confronta lo schema emerso dalla Legge Gelmini con i con i modelli delineati dai due approcci interpretativi del sistema statunitense

Legge Gelmini Prima della riforma Gelmini (Legge 9 maggio 1989, n.168) La riforma Gelmini (Legge 30 dicembre 2010, n. 240) Rettore Funzione di rappresentanza, di indirizzo, iniziativa e coordinamento. Responsabilità del perseguimento delle finalità dell'Università Primo passo verso la verticalizzazione CdA Gestione amministrativa, finanziaria, economica e patrimoniale in base alle linee programmatiche del Senato Organo di governo sulle questioni finanziarie, amministrative e didattico – scientifiche Senato Organo di governo, potere decisionale sulle questioni didattico - scientifiche Organo consultivo del CdA sulle questioni didattico - scientifiche Direttore Amminitrativo/Generale D.A., concorso nazionale esecutore di incarichi amministrativi D.G., ruolo conferito dal CdA, manager dell’ateneo

Quale modello di riferimento? I processi di riforma si ispirano ai modelli di maggior successo: caso statunitense Tuttavia si individuano due possibili letture del modello in questione, come: managerial model of governance modello democratico caratterizzato da un checks and balances

Modello anglosassone. Approcci a confronto Approccio manageriale Approccio istituzionalista Team production, stewardship, trusteeship Paradigma interpretativo Teoria dell’agenzia Separazione tra proprietà e controllo Principale Agente CdA per tutelare l’ interesse degli azionisti Istituzionalista CdA come amministratore imparziale: mediating hierarchy (visione alla Blair e Stout) Interessi tra le parti divergenti/relazioni conflittuali. Interessi allineati attraverso schemi contrattuali Interessi molteplici tra le parti e parzialmente configgenti /relazioni basate sulla fiducia Allocazione bilanciata dei poteri per proteggere gli investimenti interni

Peculiarità del modello anglosassone Stato e finanziatori privati (principale) Rettore, presidi e direttori di dipartimento/docenti con cariche manageriali (agenti) Stato e finanziatori privati (soggetti finanziatori) Rettore, presidi e direttori di dipartimento/docenti con cariche manageriali (steward) Faculties con poteri di veto. CdA principale organo di governo e organo di controllo per conto del principale formato da membri esterni (fiduciari del principale), garantisce l’interesse istituzionale controlla l’operato dei manager CdA come organo di governo imparziale tra Stato e manager, Formato da trustees che rappresentano gli interessi della società

(segue) Peculiarità del modello anglosassone Stato regolatore e controllore (attraverso il CdA). Università Pubbliche: Stato regolatore e controllore attraverso sistema di accountabiility Università Private: L’università americana estende la protezione costituzionale alle università private per garantire l’indipendenza dallo Stato Rettore vertice esecutivo Nominato dal CDA (diarchia Rettore-Board) Rettore come vertice esecutivo nominato dal CdA, di norma previa consultazione con i docenti Sistema di deleghe a cascata Processo decisionale top down/ Struttura gerarchica del potere/ Processo decisionale suddiviso equamente tra amministratori e docenti attraverso poteri di veto (shared governance)

(segue) Peculiarità del modello anglosassone I meccanismi di nomina e di revoca permettono di individuare responsabilità e poteri Elisione reciproca per evitare l’abuso. Organizzazione universitaria non pienamente democratica (controllo esterno e gestione esercitati dal CDA) Università organizzata in modo analogo alla democrazia costituzionale USA Sistema di veto power bilanciato (checks and balances)

Visione manageriale e legge Gelmini Cda potenziato = CdA membri esterni Solo 27% CdA vengano nominati da personale non accademico Rimanda agli statuti Stato principale Non c’è alcun principale Elezione middle management eletti da CdA e deleghe a cascata No agenti

Visione istituzionalista e legge Gelmini Cda come trustee of all stakeholder No, CdA rappresentativo i tutti gli stakeholder Sistema di checks and balances, shared governance No, governance verticalizzata

Osservazioni conclusive La legge Gelmini non attua il modello dell’agenzia basato su controllo esterno e sulla relazione contrattuale e di incentivo con i manager Modello di autonomia accademica, potere concentrato L’attuale architettura di governance non si ispira al principio “della distribuzione dei poteri e dei controlli” (checks and balances) tra i diversi organi che costituiscono il governo dell’Ateneo Apre in misura limitata agli stakeholder esterni