Qualche volta i fratelli si lamentano di altri fratelli oppure criticano il loro servizio solo perché lo fanno diversamente da come pensano dovrebbe essere.

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Transcript della presentazione:

Qualche volta i fratelli si lamentano di altri fratelli oppure criticano il loro servizio solo perché lo fanno diversamente da come pensano dovrebbe essere fatto.

Un giorno gli attrezzi da falegname si riunirono. Il fratello Martello presiedeva e dopo aver presentato l’ordine del giorno disse di aver sentito critiche e lagnanze fra di loro e che sarebbe stato opportuno parlarne liberamente.

"Dunque, fate sentire i vostri argomenti, fratelli attrezzi" incoraggiò il fratello Martello. "Fratello Sega, qual è la tua lagnanza?"

Il fratello Sega si alzò in piedi e disse: "E’ quella piccola Matita, dà sui nervi a chiunque. Se occorre non si trova, è troppo piccola, e quando si è trovata, si riscontra spesso che è stemperata e tirando una linea lascia un brutto segno. Se vuole rendersi utile si mantenga almeno di punta buona!“ Il piccolo fratello Matita si alzò lentamente e rispose: "D’accordo, forse mi manca ogni tanto la punta bella, ma accade solo quando sono stato in servizio molto tempo. Comunque non sono come il grosso fratello Trapano, sembra che ci sia solo lui al mondo, gira sempre su se stesso, sembra che voglia mettersi in risalto, e, per essere sincero, non lo posso più sopportare!"

Visibilmente nervoso, il fratello Trapano obiettò seccato: " Si, so molto bene che si pettegola su di me dicendo che attiro l’attenzione girandomi continuamente. Però il lavoro lo faccio, non sono mica come la sorella Pialla, per farla lavorare, bisogna sempre spingerla. Se non c’è uno che la spinga non fa nulla, e poi è molto superficiale, non va mai a fondo in una cosa come sono abituato a fare io"

A questo punto i fratelli arnesi si guardavano l’un l’altro, convenendo che il fratello Trapano aveva trovato un buon argomento contro la sorella Pialla. Gli occhi di tutti erano fissi sulla sorella Pialla per vedere la sua reazione. Alzandosi di scatto, rossa d’ira e di vergogna, la sorella Pialla disse cercando di padroneggiarsi: "Fratelli, suppongo che io non sia l’unica del gruppo che deve essere spinta per compiere il suo servizio e che prende le cose alla leggera, vero? Sappiamo tutti che la sorella Carta Vetrata è peggio di me" disse puntando il dito accusatore. (La sorella carta Vetrata era nuova del gruppo) .

"Oltre a ciò, guardate com’è ruvida" aggiunse la sorella Pialla "Io non ce la faccio più a starle accanto, non può mica compiere un buon servizio se si è così ruvidi!" Questa osservazione fece imbestialire la sorella Carta Vetrata: "La sorella Pialla è semplicemente gelosa!" urlò inferocita "lei sa molto bene che io ho più successo nel servizio, questo è tutto, e giacché qui si lamentano tutti, anche io ho qualcosa contro il fratello Metro. Mi irrita quella sua aria di giustizia, vuole sempre imporre le sue vedute e le misure, come se solo lui fosse capace di fare le cose per bene! E anche la sorella Livella mi dà fastidio, con quella sua aria troppo severa ed esatta!".

Gli animi erano scaldati, sembrava che tutti gli arnesi avessero argomenti plausibili l’uno contro l’altro. Ma proprio nel culmine della violenta discussione, quando alcuni si stavano alzando per andarsene, entrò il loro padrone, il falegname Gesù di Nazaret. Era venuto per finire il lavoro della giornata. Suo Padre gli aveva chiesto di costruire una casa nella quale abitare tutti e due, una casa che si sarebbe mostrata una benedizione per tutto il genere umano. Ora stava per completare la sua opera. Si mise il grembiule e si accinse a compiere il lavoro assegnatogli dal Padre.

Fece uso del Martello, della Matita, della Sega, del Trapano, della Pialla, della Carta Vetrata, del Metro, della Livella, del Punteruolo, come di tutti gli altri attrezzi. Ma ecco che apparve ancora qualcuno … era il Padre del Falegname. Com’era entusiasta e rallegrato vedendo che il figlio era riuscito a fare un eccellente lavoro! “Come sei riuscito a fare un così buon lavoro, figlio mio?” chiese il Padre. “Ho fatto buon uso degli attrezzi che ho” rispose il figlio.

“Quanto amo ciascuno di essi! Pagai un prezzo molto elevato per tutti, ma essi tutti, Padre, lo valgono. Guarda per esempio il Martello, è utile per demolire e costruire, è molto efficace nel suo servizio, colpisce sempre il segno. Devo dire che è un lavoratore molto robusto. Sono pure contento di avere la Matita, benché non sia troppo grande e di tanto in tanto la debba appuntire (ma del resto devo tenere in efficienza tutti gli altri attrezzi) essa compie un lavoro esatto nella segnaletica e nella correzione. ”

“E qui Padre, c’è ancora un altro attrezzo molto necessario, è il Trapano. Posso usarlo spesso per penetrare in profondità, senza tuttavia ostacolare chi viene dopo di lui nel servizio. Guarda anche la Pialla, è molto maneggevole, è una lavoratrice gentile e non si propone più di quanto possa fare. Con lei posso appianare ogni ondulazione e dislivello”.

“Come consideri questo arnese, figlio mio?” “Ah parli della Livella; lei mi serve molto bene, ha il senso dell’equilibrio, la impiego spesso. Svolge un ottimo lavoro.” “Sono tanto grato” aggiunse “anche per tutti gli altri attrezzi più piccoli che comprai, sono tanto utili e necessari per il mio lavoro. Pensa ad esempio al piccolo Punteruolo: si, è molto piccolo, ma insieme al Martello compie un ottimo lavoro, arrivando sempre e precisamente dove vuole arrivare. ”

“Non dimentichiamo poi il Metro: benché sia di dimensioni limitate, è in grado di allungarsi tanto da essere all’altezza in ogni circostanza. E’ molto esatto nel suo servizio quando si tratta di determinare certe situazioni. E anche la Carta vetrata, ad esempio, benché abbia una certa ruvidezza, ottiene ottimi risultati nel servizio. Sono grato di avere tanti attrezzi e di sicuro con il loro aiuto terminerò di fare la casa. Vieni ora, vorrei mostrarti qualcosa”. Mentre essi se ne uscivano tutti gli attrezzi si rallegrarono perché avevano sentito le belle parole del falegname.

Il fratello Martello si alzò in mezzo a loro e disse: “Fratelli uditemi! Credo che ciascuno di noi sia utile ed abbia il suo posto. Tutti comunque abbiamo dei difetti e non facciamo le cose come gli altri pensano che dovremmo farle, ma che siamo vecchi o nuovi, grandi o piccoli, tutti siamo collaboratori del nostro grande Signore e di suo Padre. Vogliamo quindi continuare e perfezionarci così da essere usati volentieri”.

“Poiché siamo collaboratori di Dio. Voi siete il coltivato campo di Dio, l’edificio di Dio”. - 1 Corinti 2:9 -