Le opere di Gesù ci manifestano che Dio é vita Le opere di Gesù ci manifestano che Dio é vita. Le nostre opere manifesteranno agli altri che credere in Lui é non aver paure, e che Lo si segue camminando con gioia e speranza, per la promessa di libertà e vita. Testo: Giovanni 6, 24-35 // 18 Tempo Ordinario –B- Commenti e presentazione: Asun Gutiérrez Cabriada. Musica: Chopin. Serenata violoncello e piano.
Fino alla domenica 16 del Tempo Ordinario –B-, abbiamo seguito la lezione continua di Marco. La interrompiamo, per leggere il capitolo VI di Giovanni quasi per intero, fino alla domenica 21. Il motivo è che nei tre cicli A, B e C, si leggono i tre Vangeli sinottici, ma non si legge il Vangelo di Giovanni. Lo si prende solo in alcune occasioni, quando pare che manifesti più chiaramente degli altri qualche aspetto importante. E’ questo il caso. Il Vangelo di Marco arrivava alla moltiplicazione dei pani e dei pesci. Questo episodio è, in Giovanni, più approfondito, offre tutto un trattato teologico, che è detto “il discorso del Pane della Vita” e che leggeremo nelle prossime domeniche. Le cinque domeniche durante le quali si leggerà questa parte del Vangelo hanno una struutura che conviene tenere d’occhio: il miracolo dei pani (domenica 17), il dialogo sulla Manna nel deserto (domenica 18), il significato del "credere" in Gesù (domenica 19), il significato del “mangiare" Gesù (domenica 20) e, infine, le reazioni degli ascoltatori e dei discepoli (domenica 21).
Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafarnao alla ricerca di Gesù. Trovatolo di là dal mare, gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?». Gesù rispose: «In verità, in verità vi dico, voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Procuratevi non il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita eterna, e che il Figlio dell'uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». La gente cerca e segue Gesù. Nasce una prima riflessione e un impegno per noi: che cosa faccio, io, per incontrarmi con Gesù? Lo cerco? Perché lo cerco? Dove lo cerco? Per trovarlo devo andare “dall’altra lato”. Quando Gesú avverte che lo cercano per interesse, dice loro che offre un alimento superiore, che é più necessario, e che dà “vita eterna”. Non si riferisce all’ «altra vita», ma a una vita nuova già in questo mondo.
Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?». Gesù rispose: «Questa è l'opera di Dio: credere in colui che egli ha mandato». Gesù cammina gradualmente: prima fa superare l’abitudine del fidarsi solo delle proprie opere, dicendo che basta una sola opera: credere in Lui. La nuova vita si ottiene credendo in Gesú, orientandosi su di Lui, muovendosi con Lui nel quotidiano. La fede é l’adesione a Gesú, al suo messaggio, alla sua forma e stile di vita. Fede in Gesù è non stancarsi; avanzare, rinnovarsi, crescere, costruire, condividere, vivere aperti al futuro. “La fede è un movimento che assume la vita dell’uomo e la cambia in un avanzare permanente” (Blank). La fede in Gesù dà senso a quanto faccio, a quanto mi succede nella vita o mi “serve” solo nei momenti di soffrenza o di difficoltà?
Allora gli dissero: «Quale segno dunque tu fai perché vediamo e possiamo crederti? Quale opera compi? Vicente Ferrer L’indicazione che Gesù ci offre é questa: fondamentale per una vita é, prima di ogni altra cosa, la bontà, la dolcezza, il rispetto, la solidarietà, la compassione. In questo modo, infatti, la vita si riempie di felicità e di affetto, e si risolve non solo il problema delle fame materiale, ma i molti problemi che rendono infelice l’uomo. Quale segno offro, affinché, vedendolo, gli uomini credano, abbiano coraggio e si sentano più felici? Qual é la mia “opera”?
I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: Diede loro da mangiare un pane dal cielo». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità vi dico: non Mosè vi ha dato il pane dal cielo, ma il Padre mio vi dà il pane dal cielo, quello vero; il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo». Quando parla con i giudei, richiama l’Antico Testamento: L’evangelista presenta la differenza fra un fatto di allora e la proposta di Gesù. Il dono di Dio nel deserto é ora superato dalla venuta di Gesù. La parola di Gesù é sempre “novità” e “forza”. Provocatoriamente afferma che é Dio e non Mosé a dare il vero pane, e completa i precetti e le dottrine della legge e dei profeti.
Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane» Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete. Con frequenza non vediamo né comprendiamo o sospettiamo di possedere già quanto ci serve e andiamo cercando. Le parole di Gesù sono speranza per tutti coloro che si sentono affamati e stanchi nel deserto della vita. Abbiamo motivo di gioia e di speranza. Abbiamo motivo di essere portatori di gioia e di speranza. Come Gesú.
E’ veramente giusto ringraziarti, è bello cantare a te, sorgente di ogni bene. Tu sei colui che dà vita e futuro a quanto esiste. Il pane che mangiamo è il dono di tutto il creato, è il pane del nostro pellegrinaggio, pane incompleto che tu riempi di speranza. Gesù ci ha insegnato a dare il pane all’affamato e a risveglire la fame di un’altra cosa in colui che ha pane in abbondanza. Ci ha insegnato a trasformare il “mio” nel “nostro”, a non accumulare tesori illusori, che il tarlo divora, tesori sempre strappati alla fame degli altri. Quotidianamente, dolce e con tenacia, bussa alla porta delle nostre ansie di vivere, liberaci dalla fame falsa, facci uomini essenziali come tue creature più piccole e più felici, Come i fiori, gli uccelli del cielo, il pane. Dacci Signore, il pane, la vita, la gioia, perché tu ci hai creati, per il pane, la vita e la gioia. E poi, con tutte le creature che cercano Te, che Ti amano e Ti aspettano su questa terra, Ti pregheremo con le parole e con la fede che Gesù ci ha insegnato. Abbá, Padre. Ermes Ronchi Salmo del pane