Fate, gli uni agli altri, quanto Io ho fatto a voi. Così farete memoria di me. Gesú di Nazaret Giovanni 6, domenica –B- 19 agosto 2012 Comenti e presentazione: Asun Gutiérrez Cabriada. Musica: Beethoven. Sinfonía 6ª. Primo movimento. Giovanni 6, domenica –B- 19 agosto 2012
Limmagine del banchetto ha già, nellAntico Testamento, i precedenti nel banchetto escatologico e messianico (Is 55, 1-5), immagine che continua a proiettarsi fino al linguaggio parabolico del Nuovo Testamento: il banchetto nuziale (Mt 22, 1-4), quello messianico (Lc 12,37) e quello eucaristico (Gv 6) in cui troviamo i versetti che leggiamo oggi. Queste parole non vengono dalla sinagoga di Cafarnao ma dallultima cena. Levangelista le pone qui in continuità con il discorso sul pane di vita. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
Gesù dà la sua carne da mangiare: si lascia suddividere, regalando libertà, amicizia e fraternità, offrendo compassione e prossimitò, dandoci un chiaro messaggio, di essere coraggiosi e coerenti nel denunciare abusi e ingiustizie, nel contagiare risurrezione creando umanità con parole e atteggiamenti che sollevano, illuminano e sostengono il mondo... E io, come mi comporto? Allora i Giudei si misero a discutere tra di loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».
Gesù ci propone piste ben definite da seguire, condividere e dare vita: ascoltate, toccate, guardate, codividete, prendete, mangiate, bevete... Per agire con Lui e come lui, distruggendo la tremenda ingiustizia della differente distribuzione del cibo agli uomini. Gesù disse: «In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita.
Mangiare e bere sono irrinunciabili per avere la forza necessaria a vivere. Gesù, come il pane, si divide e si condivide. Ci invita a partecipare al suo banchetto per fare quanto Lui fa: dare la vita rimpiendola di senso, liberare, umanizzare, distribuire, vincere le paure, contagiare gioia e speranza. Ci invita a dare e a darci per la vita del mondo (v.51). Come Lui. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui.
Gesù non parla di celebrazioni rituali né di devozioni individuali e, molto meno, parla di precetti. Lasciarsi nutrir da Gesù, dalla sua Persona e dalla sua parola, implica crescere in affinità con Lui, vivere come Lui vive; implica dividersi e condividere, combattendo la fame, la sete e i bisogni che ingiustamente molti soffrono; denunciando il comportamento dei forti e soddisfatti che non sanno rinunciare a quanto è un bisogno di altri per vivere dignitosamente. E quanto ha fatto Gesù e ha chiesto a noi di fare in sua memoria. Per la vita del mondo (v.51) Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i padri vostri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
Il mio Corpo é Cibo Le mie mani, queste mani e le Tue mani, facciamo questo Gesto, condividiamo la mensa e il destino, come fratelli. Le vite nella Tua morte e nella Tua vita. Uniti nel Pane i molti grani, impareremo ad essere lunita Città di Dio, Città degli uomini. Mangiando Te impareremo a farci cibo. Il vino delle sue vene ci provoca. Il pane che quelli non hanno ci convoca ad essere, con Te, il pane quotidiano. Chiamati dalla luce della Tua memoria, Camminiamo verso il Regno costruendo Storia, fraterna e rivoluzionaria Eucaristia. Pedro Casaldáliga. Pedro Casaldáliga.