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E’ piena la luna di aprile,
È chiara Allungata sui tetti. Io sono Angelica, Almeno credo, era il nome della mia nonna Sono quella bambina insomma Che doveva nascere questa notte. Vi racconto un po’ Come sono andate le cose.
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Era d‘estate, poco dopo la mezzanotte, un caldo da morire quando mia madre disse sottovoce: „Giovanni sono nuovamente incinta!“
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Lei piangeva. Lui prima ha gridato poi è partito poi è ritornato con una donna grassa in bicicletta.
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Ferro da calza, acqua bollente, garze, bambagia, Dio che dolore
Ferro da calza, acqua bollente, garze, bambagia, Dio che dolore! Potevate almeno chiamare un medico! Poi il silenzio, ma silenzio
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Un silenzio tutto scuro e di ghiaccio
Un silenzio tutto scuro e di ghiaccio. Al vedere questa luna rotonda che spia, questa notte, una notte incantata, mi rincresce forse, di non essere nata.
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Guardo mia madre. Piange sul cuscino, singhiozza carezze e baci. Chiude le imposte –nervosa- a questa luna curiosa d’aprile. Le parlo e le dico: “Smettila, mamma, smettila che è ora. Il mondo? E’ così brutto per i bambini buoni.” Tira il risvolto del lenzuolo sopra gli occhi.
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Parlarle? E’ fiato gettato via. Non le fa nulla Se le ho perdonato,
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E’ lei, poverina che non si perdona.
Elena Alberti Nulli by Macc Dany
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