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Bar Sport Autore: Stefano Benni Editore: Mondadori Anno: 1976 Genere: comico Luogo: un qualsiasi bar italiano Tempo: anni 70’ I B SPES.

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Presentazione sul tema: "Bar Sport Autore: Stefano Benni Editore: Mondadori Anno: 1976 Genere: comico Luogo: un qualsiasi bar italiano Tempo: anni 70’ I B SPES."— Transcript della presentazione:

1 Bar Sport Autore: Stefano Benni Editore: Mondadori Anno: 1976 Genere: comico Luogo: un qualsiasi bar italiano Tempo: anni 70’ I B SPES

2 La Luisona La Luisona è una pasta protagonista dell'omonimo capitolo del romanzo Bar Sport . Secondo il surreale, ritratto che Stefano Benni fa dei bar italiani, nella maggior parte dei bar dei paesi di provincia , la bacheca delle paste è "puramente coreografica", e le paste sono "ornamentali, veri e propri pezzi di artigianato". Perciò restano in bacheca per anni tanto che gli avventori ormai le chiamano familiarmente per nome Giulio Morelli 2

3 Il tecnico Il tecnico, chiamato più comunemente “tennico”, è l’anima di ogni discussione del bar; si presenta sempre al bar dieci minuti prima dell’apertura, ed aiuta il barista ad alzare la saracinesca. Il suo posto è in fondo al bancone; non si siede mai e indossa sempre impermeabile e cappello, anche d’Estate. Il tecnico di solito aspetta che due persone attacchino bottone, per poi infiltrarsi nella conversazione. Egli trascorre tutta la mattina al bar; nelle pause fra una discussione e l’altra legge la Gazzetta dello Sport; il pomeriggio, appena dopo mangiato, torna subito al bar, per chiacchierare con gli amici fino alla chiusura. Verso mezzanotte finisce le ultime chiacchiere con gli amici e li riaccompagna a casa, dove aspetta il giornale fino alle quattro; va a letto e recita classifiche nel sonno fino alle Una caratteristica particolare di questo personaggio è lo sguardo: un occhio sempre chiuso per il fumo e l’altro rosso come la brace. Il tecnico conosce qualsiasi argomento, e spesso dice di essere parente di questo e quell’altro; inoltre, parla un italiano “modificato”: per esempio, mette la A davanti a molti termini (aradio, agratis). Oppure usa largamente la G (gangio, gabina), rimpasta termini inglesi (croch = cross) e fonde anche delle parole (baluastro = baluardo + pilastro). Samuele Corsi 3

4 Bovinelli-tuttofare Sul biglietto da visita c’è scritto Bovinelli-tuttofare, ed è vero: Bovinelli sa fare tutto. La prima volta che si presentò al bar, chiese se qualcuno aveva scarpe da risuolare, gomme da vulcanizzare o bicicletta da riparare. Federico Vecoli 4

5 Il bimbo del gelato È uno dei più temuti dai baristi, alto un metro e venti e ha una faccia da scimpanzè. Appare nei bar con lo sguardo perso, il barista non lo vede quasi mai e continua a servire gli altri clienti. Se il bambino è timido aspetta fino all’ora di chiusura; se è furbo, va subito al freezer dei gelati, ottenendo l’attenzione del barista. Il bambino, dopo un’accurata scelta del gelato, esce dal bar gustandolo, oppure facendolo cadere per terra. Christian Chiavacci 5

6 Il Cinno La spalla del barista è il Cinno, ovvero il ragazzo di bar, altrimenti detto fattorino. Il Cinno ha una bella faccia rosea bombardata di brufoli e vive in simbiosi con la sua bicicletta, la bicicletta del Cinno. Con essa il Cinno piomba come un falco in tutti i punti della città, supera gli autobus in corsa, atterrisce i cani e sgomina i vigili. Lorenzo Melotti 6

7 Cenerutolo Cenerutolo era un giovane lavapiatti in un ristorante di classe, ma il suo sogno era un giorno di diventare un cameriere. Ma è sempre messo in disparte perché non ritenuto degno di tale ruolo. Lui aveva pochi amici, gli unici erano due topolini. Alla fine della storia vedremo che il giovane e poveraccio lavapiatti Cenerutolo diventerà un cameriere, (come da lui ambito da molto), ma non solo perché la principessa Sperelli si innamorò di lui e lo assunse come cameriere di corte, e visse felice e contento,(con uno stipendio molto più alto). Christian Cavallini 7

8 Il nonno da bar Il nonno da bar guarda molto spesso la televisione, anche se spenta. Ciò vuol dire che è completamente suonato. Egli indossa sempre giacca e cravatta, e fuma il sigaro. La cosa più temuta del nonno è lo sputo: dopo la scatarrata, considerata un avvertimento, la gente si mette al riparo; poi il nonno si guarda intorno e sputa. Alle cinque il nonno guarda la Tv dei ragazzi. Gli piace moltissimo, anche se non capisce; il resto lo odia. Egli impazzisce quando la televisione fa le righe: gira tutte le manopole e finisce quasi sempre per staccare il filo con i piedi. Morde tutti quelli che gli si avvicinano, tranne l’elettricista. Il nonno odia tutte le discussioni di sport, ma, soprattutto, odia i gelati e Merckx. I gelati perché non riesce a mangiarli senza sporcarsi, Merckx perché non vuole che si faccia il paragone con Pozzi. Gianluca Sentieri 8

9 Il grande Pozzi Pozzi era un ciclista eccezionale che aveva vinto quasi tutto e non aveva rivali. Un giorno venne a sapere che c’era un giro di Germania, così vi si iscrisse. A quella gara partecipava anche il temibile Girardoux, che era forse l’unico che poteva contrastare il grande Pozzi. La prima tappa della gara la vinse Pozzi, con due secondi di vantaggio. Durante la seconda tappa scomparsero e non raggiunsero mai il traguardo. Christian Martinelli

10 Girardoux Girardoux era il mitico rivale di Pozzi.
Egli venve descritto come un uomo imponente, che tutti temevano per la sua poderosa forza. I due ciclisti erano molto diversì: Pozzi era astemio, non fumava e la sera andava a letto presto; Girardoux era un ubriacone, fumatore e donnaiuolo. Leandro Salvi

11 Il playboy da bar Il playboy da bar è una persona che non va tutte le sere al bar, ma una sera sì e una sera no, perché la sera che frequenta il bar deve raccontare la storia del giorno precedente. Un playboy, quando è astuto, è naturale che racconti balle grosse come case, ma, se le racconta con stile, avrà lo stesso l’approvazione di tutti. Alcune volte capita che un playboy vada veramente a donne e allora la sua narrazione è molto più interessante. Daniele Pedroni 11

12 Amedeo Piva Nato nel 1940, Amedeo Piva era, secondo il racconto, sesto di sessantadue fratelli di una famiglia di umilissime condizioni che si guadagnava da vivere con l’allevamento di rane. Incoraggiato da alcune persone, Amedeo iniziò a giocare a pallone nella squadra del suo paese. In una solo stagione, in questa squadra, Amedeo realizzò centinaia di gol e causò copiosi infortuni nella squadre che si imbatterono contro di lui a causa del suo potentissimo tiro, in grado di rompere le gambe a chi si trovasse sulla traettoria della palla. Il ragazzo venne subito notato dalla Pro Vercelli e da lì iniziò il suo esordio. Amedeo era richiesta da molte squadre, ma i tifosi di esse minacciavano il suicidio se egli se ne fosse andato. Questo problema venne risolto dall’IRI e il suo impiego fu esclusivamente con la nazionale. Nicola Mariotti 12

13 Il ragionier Nizzi Il ragionier Nizzi era colui che si innamorò della nuova cassiera del bar, Clara, che era molto bella e aveva delle grandi poppe, che metteva in bella vista alla cassa; di solito faceva apposta di buttarsi una moneta nella scollatura. Così, un giorno, il ragioniere le chiese se avrebbe potuto prendere la moneta che era caduta nella scollatura della cassiera, che diventò tutta rossa e fece un sorrisino. Nizzi si rimboccò una manica e prese la moneta. Tornò al tavolo tutto sudato e disse che era innamorato. Da quel giorno, ogni mattina, Nizzi arrivava al bar alle sei e mezzo e beveva tre caffè ogni ora. Alla fine, però, il sogno d’amore del ragioniere si spezzò, perché Clara si innamorò del fornaio. Nizzi tentò il suicidio andando a Roma in trasferta, gridando abbasso Lazio. Guarì in sessanta giorni e, sportivamente, regalò una pentola a pressione al fornaio e a Clara, che si erano sposati. Davide Ughi 13

14 La cassiera Clara era la nuova cassiera del bar. Era bruna, con gli occhiali e aveva un seno stupendo. Così il ragionier Nizzi si innamorò di lei e iniziò a corteggiarla e a passare tutto il tempo a comprare la merce del bar per vederla. Però lei un giorno si innamorò del fornaio e lo sposò spezzando il cuore di Nizzi. Harun Karatas 14

15 La lambretta Salirono in quattro sulla lambretta di Gubbioli. Coccosecco che era il più grasso e copriva tutto il motorino e quindi gli dovettero scrivere la targa sul sedere; Gubbioli gli si sedette sulla pancia, Rapezzi si raggomitolò sulla pedanina con la testa sul pedale e Truzzi si sedette davanti sul parafango, come una scimmia su un banano. Partirono con molta fatica e quando arrivarono davanti ad un meccanico la moto si ruppe e, dopo averla aggiustata, partirono alla ricerca di un ristorante. Mattia Battistini 15


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