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PubblicatoGasparo Farina Modificato 10 anni fa
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Lanalisi degli studi sulla riabilitazione dei disturbi cognitivi Nellanalisi degli interventi relativi alle diverse funzioni cognitive individuare: 1. il modello di elaborazione sottostante 2. la descrizione dei deficit possibili 3. la descrizione delle componenti del modello coinvolte e dei possibili meccanismi alla base 5. lindividuazione dei principi generali di intervento 6. la descrizione di training e programmi riabilitativi 7. le specificità rispetto alletà evolutiva
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Lanalisi degli studi sulla riabilitazione dei disturbi cognitivi… una guida In ogni intervento/programma individuare: Obiettivi Fasi Attività previste Materiali utilizzati Criteri per la progressione Durata e frequenza delle sessioni Verifica di efficacia Destinatari privilegiati
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TRAINING E PROGRAMMI RIABILITATIVI PROGRAMMA RIABILITATIVO: Successione strutturata di interventi che: a. secondo priorità stabilite coinvolgono le diverse componenti di una funzione; b. caratterizzati da una struttura gerarchica al loro interno; c. coinvolgono le fasi di elaborazione di un processo cognitivo, di una attività; d. simultaneamente coinvolgono diverse componenti di un sistema; e. sono finalizzati a potenziare aspetti strategici utilizzabili nellambito di funzioni e compiti; f. coinvolgono diverse componenti di una funzione seguendo tempi e successione dello sviluppo della stessa
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Verifica di efficacia TEMPI: Quando ? – A conclusione della sessione: Incremento risposte corrette nelle diverse attività svolte Incremento risposte corrette nelle diverse ripetizioni dellattività svolta Prova criteriale Analisi dei tipi e della frequenza degli errori – Nella progressione gerarchica Alla base dei training il principio generale della complessità crescente : la VE prima e per motivare il passaggio ad un livello di complessità maggiore
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Verifica di efficacia TEMPI: Quando ? – Nel passaggio ad altro modulo (per esempio, nel passaggio da una componente verbale ad una non verbale) – A conclusione del training – A conclusione del programma riabilitativo: a vari livelli e con caratteristiche specifiche – Nel follow up
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Verifica di efficacia CONTENUTI: Su cosa ? – Apprendimento del materiale trattato – Incremento rispetto al compito sottostante – Incremento rispetto a compiti che condividono il processo trattato – Incremento rispetto allabilità generale sottostante – Incremento rispetto ad attività della vita quotidiana che coinvolgono in maniera significativa il processo/labilità trattata e su cui era stato individuato un impatto disabilitante.
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Lefficacia dei training sul deficit: effetti specifici e aspecifici. Un Esempio: il disegno "AB incrociato". Si divide il materiale su cui si intende riabilitare il paziente in due porzioni, A e B, per le quali la prestazione si é dimostrata inficiata in modo equivalente al momento della partenza del lavoro. Si procede poi a riabilitare la sola porzione A per un determinato periodo di tempo. Alla fine di questo periodo se la prestazione alla porzione A é migliorata è possibile che il cambiamento sia il risultato dellefficacia del training. La porzione B permette di capire perché è migliorata la prestazione: - se non é migliorata quanto la prestazione alla porzione A, la differenza é dovuta al trattamento specifico. - se B è migliorata rispetto al momento di partenza é la misura dellefficacia generica. Si procederà poi a riabilitare la porzione B, lasciando stare la porzione A, per un certo tempo. Se il trattamento é efficace e duraturo, alla fine le prestazioni in A e B dovrebbe essere equivalente e a un livello superiore rispetto allinizio del trattamento.
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I principi su cui si basa l efficacia di un training (Cicerone, 2000) - una diagnostica neuropsicologica ma anche sullanalisi dei bisogni, dei punti forza e dei problemi dal punto di vista fisico, cognitivo, emozionale e sociale della persona. - unalleanza terapeutica solida fra terapista, cliente e famiglia o altri, la collaborazione e la partecipazione attiva del paziente, ed è orientata ad un obiettivo basandosi tuttavia sui punti-forza della persona.
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I principi su cui si basa l efficacia di un training (Cicerone, 2000) - una diagnostica neuropsicologica ma anche sullanalisi dei bisogni, dei punti forza e dei problemi dal punto di vista fisico, cognitivo, emozionale e sociale della persona. - unalleanza terapeutica solida fra terapista, cliente e famiglia o altri, la collaborazione e la partecipazione attiva del paziente, ed è orientata ad un obiettivo basandosi tuttavia sui punti-forza della persona. lo sviluppo dellempowerment, del controllo, dellautoefficacia e dellauto-aiuto, le sessioni riabilitative strutturate, il piano riabilitativo le attività sono sviluppate facendo riferimento sia alla valutazione sia alla prestazione specifica del momento in cui si lavora col paziente.
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LA MISURA DELLESITO DELLA RIABILITAZIONE COGNITIVA TRA VECCHIE E NUOVE INDICAZIONI IN LETTERATURA Lobiettivo principale dellintervento cognitivo è senza dubbio la generalizzazione. Solhberg e Ruskin (1996) individuano cinque elementi che possono facilitare e promuovere la generalizzazione, li elenchiamo di seguito: 1) pianificare attivamente cioè prevedere e agire per la generalizzazione sin dallinizio del percorso riabilitativo; 2) individuare i rinforzi naturali che la persona può incontrare nellambiente di vita quotidiana e che possono permettere di mantenere le abilità acquisite, sia in termini di processi cognitivi che di abilità;
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LA MISURA DELLESITO DELLA RIABILITAZIONE COGNITIVA TRA VECCHIE E NUOVE INDICAZIONI IN LETTERATURA Lobiettivo principale dellintervento cognitivo è senza dubbio la generalizzazione. Solhberg e Ruskin (1996) individuano cinque elementi che possono facilitare e promuovere la generalizzazione, li elenchiamo di seguito: 1) pianificare attivamente cioè prevedere e agire per la generalizzazione sin dallinizio del percorso riabilitativo; 2) individuare i rinforzi naturali che la persona può incontrare nellambiente di vita quotidiana e che possono permettere di mantenere le abilità acquisite, sia in termini di processi cognitivi che di abilità; 3) utilizzare contenuti che siano comuni sia allambiente riabilitativo che al mondo reale; 4) utilizzare una quantità sufficiente di esempi e istruzioni diverse durante la terapia in modo da diversificare la proposta terapeutica; 5) individuare i metodi che permettono di misurare la generalizzazione dalla clinica al mondo reale, scegliendone alcuni o combinandoli tra loro.
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LA MISURA DELLESITO DELLA RIABILITAZIONE COGNITIVA TRA VECCHIE E NUOVE INDICAZIONI IN LETTERATURA E dunque poco opportuno utilizzare misure di outcome molto ampie, generiche. Il miglioramento dovrebbe essere cercato e misurato su obiettivi specifici, a breve e a lungo termine, ed esteso ad aree cognitive e di funzionamento della persona, contigue sia per completezza che per complessità. Non è possibile aspettarsi la generalizzazione spontanea ma è necessario includere nella riabilitazione programmi per la generalizzazione, strutturare cioè la riabilitazione in modo tale da tener conto della generalizzazione e da individuare i suoi ambiti di azione.
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Quali possono essere i principi, le modalità che aumentano la probabilità di generalizzazione di un intervento riabilitativo? 1. La generalizzazione nel training devessere esplicitamente inserita nellattività riabilitativa: è necessario che siano trattati diversi livelli di complessità delle abilità per portare all iper-apprendimento di azioni di una certa complessità (primo livello di generalizzazione). 2.Sin dallinizio del training è opportuno prevedere luso di strategie generali che permettono di utilizzare la competenza acquisita in setting di natura diversa (secondo livello di generalizzazione). 3. Programmare i cambiamenti ambientali per sostenere le nuove abilità e favorirle piuttosto che inibirle o mostrarne semplicemente la loro applicazione.
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Quali possono essere i principi, le modalità che aumentano la probabilità di generalizzazione di un intervento riabilitativo? 1. La generalizzazione nel training devessere esplicitamente inserita nellattività riabilitativa: è necessario che siano trattati diversi livelli di complessità delle abilità per portare all iper-apprendimento di azioni di una certa complessità (primo livello di generalizzazione). 2.Sin dallinizio del training è opportuno prevedere luso di strategie generali che permettono di utilizzare la competenza acquisita in setting di natura diversa (secondo livello di generalizzazione). 3. Programmare i cambiamenti ambientali per sostenere le nuove abilità e favorirle piuttosto che inibirle o mostrarne semplicemente la loro applicazione. 4. I parenti o figure significative devono esser coinvolti in modo esplicito sin alle prime fasi della riabilitazione, specificando il tipo di aiuto e di coinvolgimento. 5. Il percorso riabilitativo deve promuovere cambiamenti interni, nellimmagine di sé e nella motivazione per facilitare la generalizzazione e per identificare le barriere ambientali e le situazioni di rischio, su cui intervenire tempestivamente organizzando il percorso di recupero con sessioni di rinforzo e di mantenimento a lungo termine. (Soresi, 2007)
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