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PubblicatoDemetrio Antonelli Modificato 8 anni fa
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L’ADULTERA
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Gesù ci racconta di una donna… … e di come reagiscono i suoi vicini. Davanti alla sua colpa evidente l’unica reazione possibile è solo la lapidazione.
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Somalia: lapidazione di Aisha Ibrahim Dhuhulow, 23 anni, colpevole di essere un adultera.
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Noi no, noi non pratichiamo la lapidazione noi siamo civili, la lapidazione la lasciamo ai popoli barbari. Ma ne siamo proprio sicuri?
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Siamo sicuri di non praticare una sorta di lapidazione più sottile, più civile? Certo non usiamo le pietre, ma i giudizi che lanciamo non sono forse altrettanto pesanti? Non uccidono il corpo… ma quanto male fanno a chi li riceve!
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Sono solo alcune immagini, ma ne potremmo vedere migliaia… sono persone che stanno sulle nostre strade, i cui sguardi noi incontriamo quotidianamente: sono zingari, tossici, prostitute, immigrati, vucumprà… E ancora sono il vicino anziano fastidioso, il compagno di squadra che non sa fare nulla, il compagno imbranato e poco brillante… E ancora l’handicappato che non vorremmo vedere, la parente logorroica e noiosa con le sue richieste, il ragazzino svitato o troppo cannato…
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Tutti esempi di una umanità che ci da noia perché diversa, che disturba il nostro avaro vivere. E allora forza con le pietre del giudizio, ne abbiamo per ognuno, l’importante è liberare la strada da chi ce la ingombra!
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“Chi è senza peccato scagli la prima pietra” – dice Gesù ai lapidatori. Chi di noi è senza colpa, senza macchia, chi di sé può dire di essere perfetto? Nessuno?
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E allora abbassa quella mano, lascia cadere a terra la pietra del giudizio, allarga entrambe le braccia per accogliere, comprendere e perdonare…
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