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Le buone pratiche non sono per i troppo buoni Landis, Bologna 4 dicembre 2006 Antonio Brusa, Bari/Pavia.

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Presentazione sul tema: "Le buone pratiche non sono per i troppo buoni Landis, Bologna 4 dicembre 2006 Antonio Brusa, Bari/Pavia."— Transcript della presentazione:

1 Le buone pratiche non sono per i troppo buoni Landis, Bologna 4 dicembre 2006 Antonio Brusa, Bari/Pavia

2 Le buone pratiche sono quelle che corrispondono ai buoni principi: intercultura, apertura agli altri e alle capacità desiderabili: diventare intelligenti, curiosi e agli obiettivi doverosi: imparare bene la storia, ecc. ecc.

3 Alcune idee da discutere, intorno alle buone pratiche: Che esse diventino tali a causa di un trattamento didattico, di particolare successo Che si diffondano nelle scuole a causa della loro bontà intrinseca

4 Probabilmente, invece, sono buone perché: propongono un modo di vedere le cose che apre agli obiettivi desiderati (contenuto innovativo) hanno una struttura didattica che permette la loro replicabilità sollevano un dibattito, e quindi rompono il consenso tradizionale sugli argomenti proposti

5 Due esempi per illustrare il problema: A. Immaginiamo di dover spiegare la questione della tratta degli schiavi B. Immaginiamo di dover discutere intorno alla questione generale del canone di storia

6 Che cosa sappiamo sugli schiavi? Commercio triangolare Le condizioni di vita Le colonie nordamericane e la guerra di secessione Abolizionismo e segregazione

7 Come costruire una buona pratica? Materiali iconografici efficaci Lavoro sulle cartine geografiche e sui dati quantitativi: 11 milioni di schiavi, trattati fra XVI e XIX secolo Testimonianze di prima mano (lo schiavista, il nero, il padrone) La questione dellabolizione Le colpe delloccidente La questione morale/civile della schiavitù Laboratorio/lezione/film Dalle competenze di studio alle competenze sociali/civili

8 Problema: E possibile ottenere un buon obiettivo (allargare lo sguardo agli altri, vincere letnocentrismo, ecc. ecc.) continuando a mantenere il racconto occidentale della tratta? Il racconto occidentale è lunico, e la buona pratica non può che essere un lavoro di reinterpretazione?

9 Lo storico (Olivier Pétré-Genouilleau, La tratta degli schiavi. Saggio di storia globale, Il Mulino, Bologna 2006) invita a inserire la tratta occidentale in un contesto mondiale Questa operazione non è morale/pedagogica/ interculturale, ecc. E unoperazione scientifica: serve per capire meglio

10 Che cosa si scopre, con lo sguardo mondiale? Prima scoperta: la tratta africana precedente a quella occidentale essenziale per la vita politica e economica dei regni africani egualmente dura produce 14 milioni di schiavi La tratta africana viene dichiarata illegale al tempo della colonizzazione occidentale tuttavia, prosegue fino al XX secolo

11 Seconda scoperta La tratta orientale gestita da mercanti musulmani tratta schiavi europei e africani, che esporta in Europa (in accordo con genovesi e veneziani), nel mondo arabo, in India e in Cina produce 17 milioni di schiavi

12 Le regioni europee nelle quali la schiavitù era normale: Italia, Francia meridionale, Spagna Gli schiavi africani vengono trattati attraverso il Sahara, lungo le stesse vie dellemigrazione attuale

13 Esattamente come al tempo dei romani, si verificarono innumerevoli ribellioni di schiavi Fra queste, la più violenta avvenne nel IX secolo in Irak e portò alluccisione di 800 mila-2 milioni di schiavi ribelli

14 Alcune conclusioni I tre sistemi di tratta hanno in comune diverse cose: Sono in collegamento tra di loro In nessun sistema si può fare schiavo il fratello Nessuna religione si batte contro la schiavitù: solo inviti e raccomandazioni allumanità nel trattamento del servo Alla fine del XVIII secolo compaiono in Europa i movimenti antischiavistici (pietismo protestante, legami con lilluminismo) Al principio del XIX secolo lInghilterra abolisce la tratta e la dichiara illegale in tutto il mondo Man mano che le potenze occidentali conquistano lAfrica, mettono fuori legge la schiavitù Nel sistema globale della tratta nessuno può dirsi innocente né vittima assoluta La tratta non equivale a un genocidio, ma è un sistema infame di accumulazione di capitale

15 Proteste e derisione delle associazioni identitarie nere. Denuncia per razzismo Timori per aver violato largomento tabù della tratta musulmana

16 Secondo esempio: Il canone In Olanda: Una tecnica di riproducibilità perfetta – le icone. Alcuni problemi, però:

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18 In sintesi: Il primo esempio mostra come un argomento tipico dellintercultura, intesa come apertura allaltro, crea forti problemi con linterlocutore Il secondo esempio mostra come un argomento tipico della nostra cultura provoca spaccature allinterno della nostra comunità

19 Dunque: per vivere in pace e in tranquillità, in questa scuola, vi consiglio di adottare le cattive pratiche Le buone, quelle, spaccano (e non da ora)


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