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PubblicatoRomeo Carletti Modificato 8 anni fa
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«QUESTI È IL FIGLIO MIO PREDILETTO, ASCOLTATELO!» (Marco 9,1-10) PARROCCHIA MARIA SS. ADDOLORATA OPERA DON GUANELLA – BARI Anno Pastorale 2015-2016
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Strumenti per capire L’episodio della trasfigurazione prende significato nella prospettiva della risurrezione: è vera esperienza pasquale.
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Infatti Marco, a differenza degli altri evangelisti, pur conoscendole, non racconterà le apparizioni del Risorto (se non nel brano aggiunto, Mc 16,9-20, probabilmente non suo).
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Esso è anche prefigurazione della venuta finale del regno di Dio (Mc 9,1: «Vi sono alcuni qui presenti, che non morranno senza aver visto il regno di Dio venire con potenza» ) e di Gesù giudice, «quando verrà nella gloria del Padre suo» (alla fine del brano precedente, Mc 8,38).
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v. 2 Pietro, Giacomo e Giovanni. Sono i tre testimoni privilegiati (Gal 2,9), cerchio interno del gruppo degli apostoli.
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Sono gli stessi del miracolo della guarigione della figlia di Giàiro (Mc 5,37) e dell’agonia (Mc 14,33). Pietro riferirà personalmente l’episodio (2Pt 1,17-18).
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- sopra un monte alto. Secondo la tradizione è il Monte Tabor, vicino a Nazaret, o forse l’Hermon, al nord vicino a Cesarea, visto l’itinerario di Gesù. Per Marco, però, è piuttosto un «luogo teologico», come il Sinai. È il luogo dove Dio si manifesta.
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- Si trasfigurò davanti a loro. Dio fa intravedere la gloria misteriosa di Gesù: è il Figlio, in cui abita corporalmente tutta la pienezza della divinità (Col 2,9). È una trasformazione visibile, percettibile.
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Matteo e Luca sottolineano quella del volto (Mt 17,2: «Il suo volto brillò come il sole»; Lc 9,29: «Il suo volto cambiò d’aspetto»), Marco quella dell’abbigliamento:
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v. 3 e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime. In Mt 17,2: «Candide come la luce»; in Lc 9,29: «Candida e sfolgorante». Sono tutti segni della gloria celeste.
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v. 4 apparve loro Elia con Mosè e discorrevano con Gesù. E Lc 9,31 specifica: «Apparsi nella loro gloria, e parlavano della sua dipartita che avrebbe portato a compimento a Gerusalemme».
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Mosè ed Elia rappresentano i Profeti e la Legge e testimoniano che Gesù è il loro compimento: promesse e profezie sono pienamente realizzate in lui.
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v. 5 facciamo tre tende. Possibile allusione a Succot, la festa delle Capanne (Dt 16,13; Lv 23,34-36.42-43). Sarebbe così spiegato il v. 2: «sei giorni dopo» il «giorno dell’espiazione» (Yom Kippur) (cfr. Lv 23,26-32).
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v. 6 Non sapeva infatti che cosa dire, poiché erano stati presi dallo spavento. Reazione umana di fronte alla manifestazione del mistero di Gesù e all’esperienza del mondo escatologico.
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I discepoli non possono ancora cogliere il senso profondo dell’avvenimento al quale assistono.
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v. 7 si formò una nube che li avvolse nell’ombra. Come per Maria, Lc 1,35. È il segno della presenza di Dio: protezione e guida del popolo d’Israele in fuga dall’Egitto, nella sua marcia nel deserto.
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Nube sul Sinai (Es 19,9; 24,15-16; 33,9), sulla tenda, sulla «dimora», sull’arca dell’alleanza (Es 40,34-35; Nm 9,18-22; 10,34). nel tempio (1Re 8,10-12).
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- Questi è il Figlio mio prediletto; ascoltatelo! È il punto culminante: la nuova proclamazione di Gesù come il Figlio mio prediletto.
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Tutto come nella teofania del battesimo (Mc 1,11: «Tu sei il Figlio mio predi letto, in te mi sono compiaciuto»). Al momento del battesimo Gesù è presentato come Servo Os 42,1ss), qui come Profeta che tutti devono ascoltare (Dt 18,15; At 3,22).
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L’autorità della voce del Padre rafforza e perfeziona la dichiarazione di Pietro in Mc 8,29. È la seconda, e ultima volta, che il Padre parla (la prima in Mc 1, 11).
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Riecheggia lo Shema’ Israel, «Ascolta Israele» (Dt 6,4ss), professione di fede degli Ebrei.
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v. 9 ordinò loro di non raccontare a nessuno, [... ] se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risuscitato dai morti. Di nuovo l’ordine del riserbo sull’evento (Mc 1,34; 5,43; 7,36; 8,30).
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Però qui c’è una scadenza: la risurrezione di Gesù. Allora il «segreto messianico» potrà essere compreso.
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v. 10 cosa volesse dire risuscitare dai morti. I tre discepoli sono perplessi, non capiscono. Gesù annuncia la sua risurrezione come un evento prossimo, mentre per gli ebrei doveva avvenire alla fine dei tempi.
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Piste di riflessione Dio abita in una luce inaccessibile. Ogni immagine che ce ne facciamo è un idolo. Egli non ha volto per essere visto; ha voce per essere ascoltato. Essa impegna i discepoli a proseguire nel loro cammino di fede fino alla scoperta della completa identità di Gesù. Questo è pure il nostro cammino. Il principio della nostra trasfigurazione è l’ascolto di Gesù.
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Dopo la trasfigurazione tutto torna nella quotidianità, uguale a prima. Ma in realtà abbiamo occhi diversi, per vedere che tutto è diverso.
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La rivelazione, riservata ai tre discepoli, sarà offerta a tutti sul Calvario. E allora, facendo eco alla voce del Padre, un uomo dirà: «Davvero quest’uomo era Figlio di Dio! ». Gesù trasfigurato è la verità di Dio e dell’uomo.
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Ascoltando lui, il Figlio, diventiamo figli. La trasfigurazione corrisponde alla vita nuova che il battesimo ci conferisce attraverso la croce: è un’esistenza pasquale, passata dall’egoismo all’amore, dalla tristezza alla gioia, dall’inquietudine alla pace, dalla impazienza alla pazienza, dalla malevolenza alla benevolenza, dalla cattiveria alla bontà, dalla infedeltà alla fedeltà, dalla durezza alla mitezza, dall’essere in balia delle passioni alla padronanza di sé (Gal 5,22). Sul nostro volto brilla il riflesso del suo, che è lo stesso del Padre.
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Suggerimenti per pregare Chiedere la capacità di ascoltare Gesù: «Ascoltatelo!»; - di sentirlo presente, accanto a noi, quando ci dà segni forti della sua presenza e anche nelle cose piccole, banali, ripetitive, di tutti i giorni; - di insegnarci il gusto e la bellezza di restare in disparte con lui; - di apprezzare il silenzio e la preghiera che ci aiutano a conoscere noi stessi e il suo mistero.
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Ringraziare il Padre per questa chiamata all’ascolto del Figlio, Gesù; - per i tanti richiami, voci e segni, suoi e dei nostri fratelli, cosparsi sulla nostra strada. Il nostro cammino, come il suo, arriva alla risurrezione, ma passa attraverso la sofferenza e la morte in croce.
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Dio Padre, che in Gesù hai indicato il tuo Figlio diletto, apri il mio cuore all’ascolto della sua Parola, perché possa conoscerlo, amarlo e seguirlo tutti i giorni della mia vita e un giorno possa contemplarne la bellezza nel tuo regno d’amore. Amen.
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