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LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO
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LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO
John Bowlby, psichiatra e psicoanalista londinese L’Organizzazione Mondiale della Sanità gli affida il compito di valutare la salute mentale dei bambini senza famiglia (1951). “ Si ritiene essenziale per la salute mentale che l'infante e il bambino sperimentino un rapporto caldo, intimo, ininterrotto con la madre (o con un sostituto materno permanente) nel quale entrambi possano trovare soddisfazione e godimento."
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LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO
Due sono le innovazioni principali introdotte dalla teoria di Bowlby: L’uso dell’osservazione diretta del comportamento di bambini Il passaggio dalla teoria pulsionale al bisogno di sicurezza: “nel bambino piccolo la fame dell’amore e della presenza materna non è meno grande della fame di cibo”
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LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO
Bowlby sostiene che l’attaccamento ha una sua radice evoluzionistica. Due sono i concetti teorici presi in prestito dall’etologia: quello di "imprinting" o di "bisogno di calore" elaborato da Harlow (1958)
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LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO
L’attaccamento è un sistema motivazionale primario: ciò che unisce il piccolo alla madre non è una conseguenza del soddisfacimento di bisogni alimentari o fisici ma l’espressione del bisogno di vicinanza. Partendo dall’osservazione che il cucciolo umano alla nascita presenta poche possibilità di sopravvivere da solo deriva che la funzione biologica del comportamento di attaccamento originariamente era la protezione dai predatori.
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LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO
Bowlby ritiene che il comportamento di attaccamento e mediato da vari apparati a seconda dell'età. Inizialmente c'e l'apparato percettivo, in un secondo momento interviene l'apparato efferente ed in particolare le mani, i piedi, la testa la bocca; in terzo luogo l'apparato di segnalazione, il pianto, il sorriso, la lallazione, i gesti con le mani, che hanno un effetto molto incisivo sul comportamento della madre.
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LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO
Il sistema di attaccamento si attiva di fronte all’esperienza della separazione. Il segnale che conferma che si è costruito un rapporto specifico con la madre è l’angoscia di separazione. Il legame di attaccamento si stabilisce verso i 12 mesi
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LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO
BASE SICURA È il ruolo svolto dalla persona a cui il bambino si rivolge nel momento in cui e angosciato o impaurito per ricevere protezione.
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LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO
L’esperienza di base sicura madre/bambino è costruita come: insieme di comportamenti del bambino attivati da una minaccia; una risposta della madre a questi comportamenti; uno stato di calma e rilassamento se si ottiene la vicinanza ed il conforto con la madre; agitazione, ansia angoscia aumentate se non si ottiene la vicinanza.
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LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO
Le risposte della madre che consentono la costruzione di un attaccamento sicuro includono: sensibilità, coerenza, attendibilità, sintonizzazione, capacità di assorbire proteste e aiutare il bambino a “mentalizzare” ossia a mettere insieme nella mente azioni, emozioni, cause ed effetti. Inoltre la madre deve essere capace di vedere il bambino come un essere autonomo e sensibile con sentimenti e stati d’animo e progetti suoi propri
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LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO
L’esperienza relazionale con la madre consente la costruzione dei Modelli Operativi Interni o Internal Working Model (IWM). Mappe interne che contengono le rappresentazioni di sé dell’altro di sé con l’altro.
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LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO
Mary Ansiworth elabora una procedura sperimentale per studiare i tipi di attaccamento nei bambini. STRANGE SITUATION ATTACAMENTO SICURO ATTACAMENTO INSICURO EVITANTE AMBIVALENTE
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LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO
Il tipo di attaccamento influenza non solo le modalità relazionali ma anche diverse abilità mentali. Una tra le più rilevanti è la Funzione riflessiva. La capacità di parlare in maniera coerente di se stessi delle proprie difficoltà e legata alle esperienze positive di attaccamento vissuto. Questa affermazione ha una notevole portata sulle capacità logiche e mentali degli alunni. Non possiamo valutare dei processi mentali e delle pratiche relazionali senza partire a considerare e valutare la storia dell’individuo e il modo in cui si attivano i processi emotivi nel momento in cui e richiesta una performance.
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LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO
Caratteristiche dell’attaccamento in adolescenza: Durante l’A. sono messi in discussione gli IWM che pertanto possono essere modificati se il soggetto fa incontri relazionali positivi. Durante la preadolescenza nonostante la presenza di un attaccamento sicuro si verifica un abbassamento della funzione riflessiva che aumenta progressivamente durante l’adolescenza. Questo dato sembra in essere contraddittorio rispetto alle conquiste in ambito cognitivo.
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LA COSTRUZIONE DI NUOVI LEGAMI
amicizia, banda e gruppo
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L’IMPORTANZA DEI COETANEI
La ricerca del rapporto con i coetanei è l’espressione di due bisogni: il bisogno di autonomia dalle figure genitoriali il bisogno di fare nuove esperienze da affrontare da solo senza la tutela dell’adulto. Il gruppo funge da punto di appoggio per la realizzazione di questa autonomia e da rifugio, esso costituisce un luogo l’adolescente può davvero sentirsi alla pari.
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Tipi di gruppi In base alla natura della loro origine i gruppi si dividono in: Gruppi non – volontari; Gruppi semi – volontari; Gruppi volontari.
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GRUPPO NON - VOLONTARIO
Un esempio di gruppo non volontario è il gruppo classe che a prima vista può apparire compatto ed omogeneo ma che in realtà è costituito da sottogruppi volontari. All’interno del gruppo classe si distinguono tre figure principali: il leader il rifiutato l’isolato
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GRUPPO SEMI - VOLONTARIO
Costituisce un esempio di gruppo semi-volontario gli Scout. Questi gruppi vengono definiti semi-volontari perché generalmente l’ingresso in queste formazioni avviene su spinta e decisione del genitore e perché sono spesso gestiti da un adulto “capo”. Proprio per questi motivi spesso verso i 14 anni i ragazzi li abbandonano.
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GRUPPO VOLONTARIO Sono quei gruppi in cui l’individuo decide volontariamente i coetanei con cui stare. l’amico/a del cuore la banda o club il gruppo vero e proprio
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Generalmente è dello stesso sesso e della stessa età.
GRUPPO VOLONTARIO L’amico/a del cuore. Generalmente è dello stesso sesso e della stessa età. L’amico è qualcuno disposto ad ascoltarlo e a comprenderlo senza dare giudizi e qualcuno con cui condivide interessi ed esperienze e con cui si confronta. Il confronto con una persona complementare consente all’adolescente la possibilità di comprendere meglio se stesso, le proprie difficoltà e i propri punti di forza.
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la confidenza reciproca la discrezione l’esclusivismo
GRUPPO VOLONTARIO Gli elementi fondamentali che stanno alla base di un rapporto di amicizia sono tre: la confidenza reciproca la discrezione l’esclusivismo
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GRUPPO VOLONTARIO La banda. E’ tipica della preadolescenza, è composta da persone dello stesso sesso (maschi) e di diversa estrazione sociale che vivono nello stesso quartiere. Poggia sul desiderio di avventura e di fare nuove esperienze in cui sperimentare se stessi e le proprie abilità (imparare ad andare in motorino, ad usare il computer, fare sport, ecc)
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GRUPPO VOLONTARIO Il club. E’ composto da ragazze della stessa età e rispetto alla banda è un gruppo più intimo basato principalmente sulla conversazione (ragazzi, musica, cinema, attori, cambiamenti e cura del corpo, primi innamoramenti, ecc)
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Il gruppo vero e proprio.
GRUPPO VOLONTARIO Il gruppo vero e proprio. E’ tipico dell’adolescenza ed è costituito sia da maschi sia da femmine che condividono le stesse esperienze, interessi, modi di vestire e di parlare. Ha un punto preciso in cui incontrarsi e generalmente l’attività privilegiata è la conversazione che permette ad ogni individuo la possibilità di ascoltare ed osservare gli altri e di verificare quali abilità sociali possiede.
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