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PubblicatoLeonardo Nardi Modificato 10 anni fa
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"Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi!!”
Giovanni 13, Giovedì Santo. Musica: Gabarain. Al atardecer de la vida.
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Molti quadri e immagini ci fanno immaginare questa Cena in modo non corrispondente agli usi del tempo. Rappresentano Gesù mangiando solo con i Dodici Apostoli. La tradizione di Israele riuniva quella sera tutti: uomini e donne senza distinzione. Quindi Gesù si sarà riunito con i Dodici e con i discepoli e le discepole che andavano solitamente con Lui nel suo gruppo. E con sua Madre.
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Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine. Ignacio Ellacuria e compagni assasinati. Pedro Arrupe Gesù ha chiara consapevolezza di essere venuto da Dio e che a Dio ritorna. Ci rivela l’origine e il destino di tutti gli essere umani. Sapere come ha amato Gesù è la guida, l’esempio, ciò che più conta nella nostra vita (Mt 25). L’amore, il dono di sé fatto realtà nella vita è l’essenza della nostra fede. L’ amore “fino alla fine” comincia dal dono di sè fatto nelle piccole realtà vicine a noi ogni giorno.
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Mentre cenavano, quando già il diavolo aveva messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugatoio di cui si era cinto. Gesù si alza. Non rimane seduto davanti al dolore degli altri. Si preoccupa di fare qualcosa per alleviarlo. Si toglie il mantello. Gesù si spoglia di ogni potere, l’autentico servizio solo si può fare dal basso, essendo uno di tanti. Per lavare i piedi a una persona è necessario inclinarsi, mettersi in ginocchio davanti a lei. Il gesto, proprio dei servi, degli schiavi e delle donne, non è solo un atto di umiltà: è cambiare dalla base tutti i concetti di dignità, gerarchia, di ciò che è corretto e religioso. I gesti e gli atteggiamenti di Gesù non sono solo per dare esempio, ma per una guida per il comportamento dei suoi seguaci.
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Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse:
"Signore, tu lavi i piedi a me?". Rispose Gesù: "Quello che io faccio, tu ora non lo capisci, ma lo capirai dopo". Gli disse Simon Pietro: "Non mi laverai mai i piedi?". Gli rispose Gesù: "Se non ti laverò, non avrai parte con me". Gli disse Simon Pietro: "Signore, non solo i piedi, ma anche le mani e il capo!". Pietro, secondo la mentalità dominante, non ammette l’uguaglianza. Non coincide l’immagine di Dio che ha Pietro e quella che Gesù rivela con le sue parole econ il suo atteggiamento. Gesù vuole una comunità di uguali. Si deve accettare che non ci siano capi, ma servitori. Gesù ci insegna che il servizio crea uguaglianza. I discepoli di Gesù sono coloro che si mettono in ginocchio vicino a Lui per “lavare i piedi” a chi ne ha più bisogno.
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Egli è l’ Acqua che ci lava tutti.
Soggiunse Gesù: "Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto mondo; e voi siete mondi, ma non tutti". Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: "Non tutti siete mondi". Amare è accogliere e mettersi al servizio degli altri, rispettando la libertà e rispondendo sempre con amore. Ogni essere umano è amabile, non per i suoi meriti o qualità, ma perché è amato da Dio. Tutti gli esseri umani, anche i più difficili, quelli che critichiamo e giudichiamo, sono amati da Dio. Egli è l’ Acqua che ci lava tutti.
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Il suo amore è creativo e contagioso. Ci abilita ad amare come Lui:
Quando dunque ebbe lavato loro i piedi e riprese le vesti, sedette di nuovo e disse loro: "Sapete ciò che vi ho fatto? Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. Vi ho dato infatti l'esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi". Gesù ci propone il suo modo di agire –accoglienza, servizio, impegno, comunione- come norma di condotta per i suoi discepoli. Il suo messaggio e la sua testimonianza non cercano di assicurare privilegi, ma di servire. Il suo amore è creativo e contagioso. Ci abilita ad amare come Lui: “perché come ho fatto io, facciate anche voi ”. Non è una esigenza, è la migliore esperienza, la maggior fonte di gioia. Se amiamo come Gesù potremo costruire un mondo migliore per tutti. È quello che ci invita a fare in sua memoria. L’abbiamo capito?
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Gesti di amore fraterno
Cenare con gli amici, aprire loro il cuore senza paura, lavare loro i piedi con delicatezza e rispetto, farsi pane tenero condiviso e vino nuovo bevuto. Ubriacarsi di Dio, e invitare tutti a fare lo stesso. .../... Lavorare per la giustizia, impegnarsi in una pace duratura; dire di no alle armi, prodigarsi in progetti solidali, diminuire i nostri conti e portafogli. Amare fino alla fine e invitare tutti a fare lo stesso. Creare sconcerto evangelico. Amare come Lui ci ama, e invitare tutti a fare lo stesso. .../... Un gesto solo, uno solo, trabocca il tuo amore che ci viene offerto come sorgente di vita. Se ci lasciamo raggiungere e lavare, saremo puliti come bambini appena lavati, per riposare nel tuo grembo. Lavami, Signore! Lavaci, Signore! Fl. Ulibarri
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