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PubblicatoVitale Distefano Modificato 10 anni fa
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che cos’è il disturbo mentale? un modello per conoscere
Università degli Studi di Trieste Facoltà di Psicologia Corso di Psichiatria Sociale a.a. 2007/2008 che cos’è il disturbo mentale? un modello per conoscere
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scegliere e descrivere un modello che cerca di spiegare le possibili cause e il decorso del disturbo mentale considerando l’interazione di fattori diversi
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In sintesi può essere utile considerare tutte le molteplici variabili che concorrono a determinare le caratteristiche affettive, emotive, comportamentali delle persone e la loro maggiore o minore capacità di adattamento
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Il modello medico - biologico considera come causa della malattia un danno, una lesione al cervello
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Il modello psicologico concentra il suo interesse sui meccanismi di crescita dell’individuo, sull’apprendimento, sul dipanarsi delle sue relazioni, sullo svolgersi della sua vita intima e privata, sul ricorrere degli eventi significativi
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Il modello sociologico chiama in causa soprattutto il contesto, l’ambiente, gli squilibri e le disarmonie che accadono e talvolta irrompono nella vita di ogni individuo in conseguenza di grandi e piccoli fenomeni sociali
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il passaggio dal benessere al disturbo mentale
4 condizioni non delimitate da confini netti: Benessere: soddisfazione dei bisogni e buona qualità di vita Disagio: sofferenza psichica nei momenti evolutivi critici e nelle situazioni ambientali difficili senza sintomi specifici Disturbo mentale: intensa sofferenza psichica che permane nel tempo ed è accompagnata da sintomi psichiatrici specifici Disturbo mentale stabilizzato: stato di disturbo protratto nel tempo e spesso complicato da “cure”improprie
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Predisposizione e vulnerabilità
Esistono fattori di rischio e fattori di protezione per la salute mentale
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modelli di malattia decorso ed esito
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i fattori di rischio aumentano la probabilità che da una condizione di equilibrio si passi ad uno stato di sofferenza psichica
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mentre i fattori di protezione aumentano la resistenza delle persone agli eventi stressanti e concorrono al mantenimento dello stato di benessere.
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fattori di rischio i momenti critici del ciclo vitale (i passaggi da un’età all’altra, in particolare l’adolescenza) i momenti critici e di passaggio della vita familiare (fidanzamento, matrimonio, gravidanza, nascita dei figli, separazione, divorzio, allontanamento dei figli, presenza di anziani da sostenere, morte di uno dei coniugi)
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fattori di rischio eventi di vita stressanti
disagio sociale (disoccupazione, emigrazione, difficoltà abitative, malfunzionamento dei sistemi scolastici) assenza o malfunzionamento del servizio sanitario
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fattori di protezione figure familiari di riferimento
presenza della rete sociale figure familiari di riferimento accesso all’istruzione sistema sanitario funzionante capacità individuali di risposta allo stress
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fattori di rischio per il disturbo psicotico (teorie biologiche)
ipotesi virale (esposizione secondo trimestre di gravidanza) complicazioni e traumi perinatali vulnerabilità genetica (complessa)
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fattori di rischio per il disturbo psicotico (teorie psicosociali)
traumi infantili stili delle relazioni familiari emigrazioni disoccupazione condizioni di svantaggio economico,sociale, culturale caratteristiche dell’ambiente nell’infanzia e adolescenza
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fattori di rischio per il disturbo psicotico (ambientali)
vivere in aree urbane vs rurali difficoltà abitative malfunzionamento dei sistemi scolastici assenza o malfunzionamento del servizio sanitario
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il modello vulnerabilità-stress
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modello vulnerabilità stress
probabilistico, non più deterministico vulnerabilità: differente disposizione di difese o abilità o di capacità ad orientarsi nelle situazioni più disparate singolarità: eventi uguali che assumono significati completamente diversi a seconda della persona che si trova a viverli tappe dello sviluppo: infanzia fanciullezza, adolescenza, maturità, senilità collegati al rischio di sviluppare malessere, squilibri, sofferenza
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stress/vulnerabilità
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decorso il decorso è soggetto a molteplici elementi, dovuti alla presenza o all'assenza di particolari esperienze, all'insieme dei fattori di rischio e dei fattori di protezione
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esito l’esito del disturbo mentale non è più una diffusa quanto ineluttabile cronicità, bensì il raggiungimento di tante singolari condizioni di vita più o meno soddisfacenti quante sono le persone che vivono queste esperienze.
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“Non voglio con questo dire che la malattia non esiste, ma che noi produciamo una sintomatologia - il modo di esprimersi della malattia - a seconda del modo col quale pensiamo di gestirla, perché la malattia si costruisce e si esprime sempre a immagine delle misure che si adottano per affrontarla. Il medico diventa gestore dei sintomi e crea un'ideologia su cui poi il manicomio si edifica e si sostiene. Solo così egli può dominare e reprimere le contraddizioni che la malattia esprime” in Ideologia e pratica in tema di salute mentale, 1982
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