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PubblicatoRemigio Beretta Modificato 10 anni fa
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Marco Catarci catarci@uniroma3.it
Parola e azione nel pensiero pedagogico di Paulo Freire, don Lorenzo Milani, Aldo Capitini Marco Catarci
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Sulle tracce della lezione degli “anonimi maestri analfabeti”
Carattere “eminentemente pedagogico” della rivoluzione Parola-azione come strumento di cambiamento sociale
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Ruolo della parola: Restituzione della voce ai “dannati della terra” Strumento di coscientizzazione (Parola generatrice) Costruzione del dialogo che, con le sue dimensioni di azione e di riflessione, assume il significato di una prassi di liberazione.
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La cura della parola nella scuola di Barbiana
“Per lui prete la scuola era lo strumento per dare la parola ai poveri perchè diventassero più liberi e più eguali, per difendersi meglio e gestire da sovrani l’uso del voto e dello sciopero” (F. Gesualdi) -> dare la parola a chi è senza parola. A Barbiana le parole producono i percorsi formativi: "Mi fermo sulle parole, gliele seziono, gliele faccio vivere come persone che hanno una nascita, uno sviluppo, un trasformarsi, un deformarsi" (Lettera di don Milani al direttore del Giornale del mattino del 28 marzo 1956)
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Parola e conflitto sociale:
“una parola in più imparata oggi è un calcio in meno ricevuto domani” "La parola è la chiave fatata che apre ogni porta" La parola che fa uguali, la parola che fa la differenza: la parola dà avvio a una realtà di impegno per il cambiamento della società.
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Parola e azione in Aldo Capitini: il Giornale Scuola (1960-1961)
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L’esperienza dei Centri di Orientamento Sociale di Aldo Capitini (1944-)
Con il motto di “ascoltare e parlare” “il COS [è] strumento di educazione e liberazione sociale”. La parola educa alla partecipazione, alla cittadinanza responsabile e attiva.
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