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Dall’ICIDH all’ICF Mauro Zampolini
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International Classification of Impairment, Disability and Handicap
ICIDH (1980) International Classification of Impairment, Disability and Handicap Patologia Livello cellulare Ictus lesione cerebrale Menomazione Livello d’organo Paralisi Afasia Disabilità Livello di Persona Cura personale Mobilità Comunicazione Handicap Livello Sociale Barriere architettoniche Ruolo lavorativo La classificazione ICIDH La classificazione ICIDH (International Classification of Impairments Disabilities and Handicaps) del 1980 dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) distingueva tra: menomazione intesa come perdita a carico di funzioni fisiche o psichiche, e rappresenta l'estensione di uno stato patologico. Se tale disfunzione è congenita si parla di minorazione; disabilità, ovvero qualsiasi limitazione della capacità di agire, naturale conseguenza ad uno stato di minorazione/menomazione; handicap, svantaggio vissuto da una persona a seguito di disabilità o minorazione/menomazione. Questo significa che mentre la disabilità viene intesa come lo svantaggio che la persona presenta a livello personale, l'handicap rappresenta lo svantaggio sociale della persona con disabilità. L'ICIDH prevede la sequenza: Menomazione--->Disabilità--->Handicap, che, tuttavia, non è automatica, in quanto l'handicap può essere diretta conseguenza di una menomazione, senza la mediazione dello stato di disabilità. Lo schema è il seguente: |Menomazione Intellettive Psicologiche Linguistiche Auricolari Oculari Viscerali Scheletriche Deturpanti Sensoriali e altro |Disabilità Disabilità comportamentale Comunicativa Nella cura personale Disabilità locomotoria Assetto corporeo Destrezza Circostanziale In attitudini particolari Altre limitazioni |Handicap Orientamento Indipendenza fisica Mobilità Occupazionale Integrazione sociale Autosufficienza economica Altri tipi di handicap
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Dov’è la disabilità? Nella persona? Nell’ambiente?
Sometimes when we think of disability we think of a problem that is in a person's body. When a person is blind, the problem is that his eyes do not function properly. But disability advocates will argue that what is 'in their body' is just a difference which only is a disadvantage – is only a disability – if the world around them makes it so. If a person is in a wheelchair, he has a hard time getting around because of obstacles he faces in streets or inside buildings. But both observations are true, in part: disability is both within the human body and created by the person's physical and social environment.
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Persona nell’ambiente ?
Dov’è la disabilità? Persona nell’ambiente ? In other words, disability is the result of features of the person interacting with the environment the person finds himself in. This insight is the basic of what is often called the 'new paradigm' of disability. It is also the basic insight beyond the concept of disability in the ICF. At the conceptual level, the question of 'Where is the disability?' usually takes the form of a debate over models of disability.
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Il Modello di Nagi Patologia Attiva Menomazione Limitazione Funzionale
Disabilità Interruzione o interferenza con i normali processi Anormalità anatomiche, fisiologiche, mentali o emozionali Limitazione della prestazione a livello della persona Limitazione della prestazione del ruolo sociale definito o compiti all’interno dell’ambiente socioculturale e fisico
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La nostra esperienza e le evidenze sperimentali
PERSONA AMBIENTE
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La nostra esperienza e le evidenze sperimentali
PERSONA AMBIENTE Difficile distinguere disabilità da handicap Movimento dipendente dall’ambiente Neuroni Mirror Neuroni canonici L’ambiente condiziona le emozioni
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STATO DI SALUTE (disordini/malattie)
Funzioni e Strutture del corpo (Menomazione) Attività (Limitazione attività) Partecipazione (Restrizione Partecipazione) Fattori Personali Fattori Ambientali
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La condizione di cronicità
Plateau di Recupero Capacità Funzionale Riabilitazione Riabilitazione Riabilitazione Riabilitazione Acuta & Subacuta Cronica Tempo dall’ictus
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La prospettiva Bio-Medica
J Rehabil Med 2007; 39: 334–342
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LA VALUTAZIONE DELLA DISABILITA’ Nell’attuale legislazione
Francescutti, 2007
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PERCHÉ UNA CLASSIFICAZIONE INTERNAZIONALE DEL FUNZIONAMENTO
Cambiamento nello scenario delle Politiche Socio Sanitarie: dalle patologie acute alla malattia cronica (transizione epidemiologica). Cambiamento nella prospettiva: dalla focalizzazione della patologia alla focalizzazione delle conseguenze della patologia. Necessità di un « linguaggio comune » per descrivere il funzionamento da utilizzare a livello interdisciplinare e internazionale. Risposta ai bisogni della persona con disabilità e definizione di aree e parametri della disabilità per ottimizzare gli interventi. Dagli anni 70 il trend epidemiologico mostrava che, in molte parti del mondo industrializzato, i problemi di salute sarebbero stati più facilmente cronici che acuti. Si assiste infatti al passaggio da malattie infettive acute a malattie cronico-degenerative (neuropsichiatriche, tumori, diabete, obesità) Le persone vivono più a lungo ma con problemi cronici; le malattie e le lesioni che solitamente erano fatali non lo sono più. Il trend peraltro si osserva anche nei Paesi in via di sviluppo, nonostante che lì permangano ancora in maniera importante le malattie infettivo-parassitarie e acute. La buona pratica clinica aveva bisogno che le informazioni diagnostiche relative alla patologia sottostante una malattia o di un disturbo, fossero migliorate con informazioni relative alle conseguenze della condizione di salute sulla vita della persona. Queste conseguenze coinvolgono: lo stato di funzionamento della persona, comprese le funzioni fisiologiche e psicologiche a livello corporeo; le attività fisiche e cognitive di base della vita quotidiana, come camminare, raggiungere oggetti, focalizzare l’attenzione e comunicare; e le attività e i compiti più complessi a scuola, lavoro, nella famiglia o nella comunità. Mentre la classificazione delle malattie (ICD) è utile per caratterizzare le diagnosi, era necessario completarla con una classificazione parallela dello stato di funzionamento che utilizzasse un linguaggio internazionale comune per descriverlo. Un linguaggio standard fu inoltre richiesto per confrontare i dati provenienti dai diversi strumenti di assessment dello stato di funzionamento, generici o malattia-specifici, che erano comunemente utilizzati in medicina, assistenza e riabilitazione – come ad esempio l’SF-36, la Function Indipendence Measure (FIM) ecc. Allo stesso tempo, le persone con disabilità affermavano che i loro bisogni andavano molto oltre quelli a cui rispondevano gli interventi medici e riabilitativi: il loro stato funzionale, la loro disabilità era determinato più dall’ambiente in cui vivevano che dalla loro condizione di salute. © Diability Italian Network 2008 _ CORSO BASE
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LA DIAGNOSI DA SOLA NON È PREDITTIVA DI:
Servizi richiesti Livello di assistenza Ricezione di sussidi/pensioni di disabilità Capacità lavorativa Integrazione sociale Le informazioni diagnostiche ci dicono della sottostante condizione di salute, della patologia, della malattia e del disturbo. Dalla prospettiva della salute pubblica e delle politiche sociali, alcune ricerche evidenziano che le informazioni diagnostiche da sole non possono predire gli aspetti dell’esperienza vissuta delle persone con disabilità, che sono tuttavia essenziali per sviluppare le politiche. Nello specifico, le informazioni diagnostiche da sole non possono ad esempio predire quale sarà: l’utilizzo dei servizi il livello di assistenza richiesto la ricezione di sussidi per la disabilità la capacità di lavorare il livello di integrazione sociale che può essere raggiunto © Diability Italian Network 2008 _ CORSO BASE
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DIAGNOSI + STATO FUNZIONALE POSSONO PREVEDERE:
Utilizzazione dei servizi sanitari Progettazione di percorsi formativi, educativi Ritorno al lavoro Capacità lavorativa Recupero dell’integrazione sociale Ma altri studi hanno mostrato che quando le informazioni diagnostiche sono supplementare da informazioni sullo stato di funzionamento del paziente – le sue menomazioni e le attività fisiche e cognitive che non può svolgere – sono sufficienti per predire: - che tipo di servizi sanitari sono necessari; - quali corsi di educazione e addestramento sono richiesti; - il livello e il tipo di supporto sociale o di riabilitazione che sono necessari per tornare al lavoro, aumentare la capacità lavorative e recuperare l’integrazione sociale Questo è il motivo per cui molti ricercatori sostengono che la comprensione della la salute di un individuo o di una popolazione e la pianificazione di interventi di successo richiedono dati attendibili, lungo il ciclo di vita, sugli effetti delle condizioni di salute delle persone, sulle loro abilità di effettuare attività di base e partecipare alle situazioni di vita. La classificazione del funzionamento è il primo passo per ottenere dati affidabili sullo stato di funzionamento. © Diability Italian Network 2008 _ CORSO BASE
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CLASSIFICAZIONE Famiglia-Genere-Specie
Famiglia Aceraceae Famiglia degli Aceri - Genere Acer Aceri e gruppo dei Sambuchi - Specie Acer rubrum Acero Rosso CLASSIFICAZIONE GERARCHICA Le classificazioni possono avere molti pattern. Due comuni pattern in ambito scientifico sono il pattern Famiglia-Genere-Specie, usato soprattutto nei sistemi di classificazione biologica, ed il più generale pattern Gerarchico, in cui tutti i numeri dei livelli, le branche e le radici possono essere sommati. La caratteristica chiave di queste classificazioni è che ogni posizione ed ogni nodo può essere identificato da un unico numero di codice che si riferisce ad ogni livello, sotto-livello, e sotto-sotto-livello della posizione. Questo numero o codice agisce come un indirizzo unico per trovare ciascun singolo item della classificazione nel pattern più generale. L’ICF usa un sistema di classificazione di questo tipo. © Diability Italian Network 2008 _ CORSO BASE
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L’ICF È UNA CLASSIFICAZIONE
L’ICF è uno strumento che classifica la salute e gli stati di salute ad essa correlati. NON è uno strumento di valutazione o di misurazione. Il punto importante è che l’ICF non è né uno strumento di misurazione, né di valutazione. E’ una classificazione. L’ICF è una classificazione della salute e degli stati ad essa correlati – è uno strumento per effettuare un ritratto dello stato di salute generale della persona, così come delle caratteristiche associate alla sua esperienza di vita. Possiamo anche dire che l’ICF presenta un vocabolario completo del funzionamento umano e della disabilità. In quanto classificazione di funzionamento e disabilità, l’ICF compie il primo passo essenziale verso la misurazione e la valutazione, effettuando così la piena descrizione scientifica del funzionamento e della disabilità Il prossimo passo scientifico, già effettuato dall’OMS preparando il WHO-DAS, è quello di sviluppare strumenti di misurazione e assessment basati sull’ICF. © Diability Italian Network 2008 _ CORSO BASE
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Principi della Revisione
ICIDH>ICF Principi della Revisione Universalità Ambiente Linguaggio neutrale Parità Modello bio-psico-sociale Al di là dei miglioramenti tecnici, maggiore attenzione alle menomazioni mentali, definizioni operative, un sistema di codifica più chiaro e così via, fu concordato che l’intero processo di revisione dovesse essere guidato dai seguenti principi concettuali: Universalità: al pari del funzionamento umano, la disabilità deve essere vista come un aspetto universale dell’umanità, non come caratteristiche che definisce un qualche gruppo minoritario. Ambiente: considerate le intuizioni del modello sociale, i fattori ambientali devono essere inclusi come componente fondamentale dello schema di classificazione. Pagina 2 Linguaggio Neutrale: il nuovo ICF è principalmente una classificazione positiva dei livelli di funzionamento umano, non una classificazione dei problemi di funzionamento. Parità: la classificazione non fa differenza fra il fisico ed il mentale, ma semplicemente classifica tutte le funzioni umane. Ciò implica che la classificazione deve essere eziologicamente neutrale: tutti i livelli di disabilità sono definiti operativamente senza riferimenti a cosa possa causare il problema. Modello Biopsicosociale: il più importante principio della revisione coinvolto nel modello sottostante di disabilità. Considerate le critiche all’ICIDH, è richiesto un nuovo modello. © Diability Italian Network 2008 _ CORSO BASE
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REQUISITI DI UNA CLASSIFICAZIONE FUNZIONALE INTERNAZIONALE
ICF ICIDH Funzionamento non solo disabilità Modello universale non modello minoritario Modello integrativo non solo medico o sociale Modello interattivo non lineare progressivo Modello inclusivo non solo persona Modello transculturale non solo concetti «occidentali» Ciclo di vita non solo età adulta Inoltre, i collaboratori della revisione dell’ICIDH concordarono che… La classificazione deve essere una classificazione di tutto il funzionamento umano non solo dei problemi di funzionamento o disabilità; Deve essere basata su un approccio universale in cui la disabilità sia una caratteristica comune di tutta l’umanità, non di un gruppo minoritario; Il modello sottostante deve essere un modello biopsicosociale integrato, non solo medico o sociale; Il modello deve mostrare un’integrazione fra condizioni di salute ed ambiente, non un modello causale lineare; Il modello deve includere fattori ambientali e non focalizzarsi sulla sola persona; La classificazione, nella sua globalità, deve essere transculturale e non riflettere unicamente punti di vista occidentali; La classificazione deve essere applicabile lungo l’arco di vita, e non restringersi unicamente all’età adulta. © Diability Italian Network 2008 _ CORSO BASE
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Il percorso di revisione
Dall’ICIDH all’ICF Il percorso di revisione
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COLLABORAZIONI INTERNAZIONALI
CENTRI COLLABORATORI Nord-America Australia Francia Olanda Paesi Nordici TASK FORCE Ambiente Bambini Salute Mentale NETWORK La Red de Habla Hispana Council of Europe Experts ORGANIZZAZIONI NON GOVERNATIVE DPI Rehab. International Inclusion International EDF Il processo di revisione, che è durato sette anni, non sarebbe stato possibile per l’OMS senza un vasto network di centri ufficiali di collaborazione, task force, network di esperti di disabilità ed altre Organizzazioni Non Governative. Questi gruppi – così come centinaia di persone e gruppi accademici, governativi ed attivisti – mandarono dei rappresentanti a Ginevra per lavorare sulle bozze, offrire suggerimenti e critiche, inviare bozze per parti o sessioni specifiche a gruppi di specialisti per revisioni e commenti. Un piccolo gruppo a Ginevra ha raccolto questi commenti e li ha integrati in ciascuna bozza. Dopo che un paio di bozze preliminari furono preparate, messe in circolazione e revisionate, i membri di questo grande consorzio di individui ed organizzazioni parteciparono ad un esteso studio sul campo, che ha prodotto le tre bozze finali di ciò che sarebbe diventato l’ICF. © Diability Italian Network 2008 _ CORSO BASE
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RICERCA SULL’APPLICABILITÀ CULTURALE
Traduzione e ritraduzione Analisi linguistica Mappatura dei concetti Applicabilità del modello concettuale Classificazione e codifica Informatori chiave e Focus group L’ICF fu commissionato per avere una classificazione del funzionamento che fosse realmente internazionale. Per far ciò, in una maniera scientifica ed empirica, l’OMS richiese l’aiuto di antropologi per ideare e condurre una collezione di protocolli di field-trial specificamente disegnati per assicurare che tutti i termini dell’ICF e il modello concettuale in tutto fosse applicabile in tutte le nazioni. Questi protocolli di ricerca altamente innovativi furono condotti in parecchie nazioni nel mondo, con migliaia di partecipanti. I dati provenienti da questi field-trials furono direttamente inseriti nel processo di revisione, così che ciascuna bozza riflettesse i risultati disponibili. I risultati di questi test forniscono un supporto basato sull’evidenza per tutti gli aspetti dell’ICF e, in particolare, per il modello universale di funzionamento e disabilità Per l’Italia il lavoro di coordinamento della revisione e dei field-trials è stato svolto dalla Agenzia Regionale della Sanità del Friuli Venezia Giulia che ha coordinato 25 centri in tutta Italia che hanno formato il primo Disability Italian Network.( coordinatori Dr Matilde Leonardi, Dr Carlo Francescutti, Dr Giulio Borgnolo) Per il docente: questi risultati sono stati pubblicati in Ustun, et al. Disability and Culture: Universalism and Diversity (Hogrefe & Huber, 2001) © Diability Italian Network 2008 _ CORSO BASE
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LA 54ª ASSEMBLEA MONDIALE DELLA SANITÀ (22 maggio 2001)
- APPROVA E PUBBLICA L’ICF - RACCOMANDA AGLI STATI MEMBRI DI UTILIZZARE L’ICF PER RICERCA, STUDI DI POPOLAZIONE E NEI REPORTS La bozza finale dell’ICF fu ufficialmente approvata all’unanimità da tutti i 191 stati membri dell’assemblea mondiale sulla salute del 22 maggio 2001. La risoluzione ufficiale dice che: La 54° World Health Assembly: 1. APPROVA la seconda edizione della Classificazione Internazionale delle Menomazioni, Disabilità ed Handicap (ICIDH), con il titolo di Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute, d’ora innanzi chiamata ICF: 2. RACCOMANDA agli stati membri di usare in maniera appropriata l’ICF nella ricerca, negli studi di popolazione e nei reports, tenendo conto delle situazioni specifiche degli Stati Membri e, in particolare, in vista di future revisioni; 3. RICHIEDE ad Direttore Generale di fornire sostegno agli stati membri, su loro richiesta, per utilizzare l’ICF. © Diability Italian Network 2008 _ CORSO BASE
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LA FAMIGLIA OMS DELLE CLASSIFICAZIONI INTERNAZIONALI (WHO-FIC)
Classificazioni Principali ICD-10 CLASSIFICAZIONE STATISTICA INTERNAZIONALE DELLE MALATTIE E DEI PROBLEMI CORRELATI ALLA SALUTE DIAGNOSI DELLE CONDIZIONI DI SALUTE MODELLO EZIOLOGICO ICF CLASSIFICAZIONE INTERNAZIONALE DEL FUNZIONAMENTO, DELLA DISABILITÀ E DELLA SALUTE CLASSIFICAZIONE DELLE CONDIZIONI FUNZIONALI ASSOCIATE ALLE CONDIZIONI DI SALUTE MODELLO FUNZIONALE Il più importante membro della FIC è l’ICD (Classificazione Statistica Internazionale delle Malattie e dei Problemi Sanitari Correlati) che fu pubblicata per la prima volta nel La decima revisione è stata pubblicata nel 1990. L’ICD-10 e l’ICF assieme forniscono una base scientifica per una descrizione completa della salute e degli stati correlati di individui e popolazioni. L’ICD-10 fornisce una classificazione diagnostica basata sull’eziologia, mentre l’ICF fornisce una classificazione descrittiva della salute in senso generale e degli aspetti correlati alla salute, relativi all’esperienza di funzionamento o disabilità associata alle condizioni di salute. Ma l’ICD e l’ICF hanno delle sovrapposizioni? © Diability Italian Network 2008 _ CORSO BASE
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Informazioni complementari
MENOMAZIONE ICD = costellazione di segni e sintomi che costituisce una malattia. ICF = problema delle funzioni e/o delle strutture corporee associato alle condizioni di salute. Informazioni complementari Si potrebbe pensare che una sovrapposizione coinvolga la nozione di menomazione. Nell’ICD si possono trovare talvolta dei problemi di funzioni o strutture corporee elencati come parte di una diagnosi. Nell’ICD lo scopo è di identificare segni e sintomi medici per definire la malattia. Nell’ICF lo scopo è molto differente: le menomazioni sono deviazioni osservabili o anomalie nelle funzioni e strutture corporee, che sono descritte in modo neutrale. Benché sia necessario inquadrare una diagnosi di partenza, il livello di funzionamento va considerato a prescindere da questa diagnosi iniziale. Nell’ICF, inoltre, le menomazioni sono parte di una più larga descrizione di disabilità che include sia le limitazioni nell’attività che le restrizioni nella partecipazione. Questi usi differenti del termine menomazione forniscono informazioni complementari che dovrebbero essere usate assieme. In questo modo, per esempio, possiamo descrivere due persone con la stessa malattia, ma con differenti livelli di funzionamento. © Diability Italian Network 2008 _ CORSO BASE
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Informazioni complementari
ICD costellazione di segni e sintomi che costituisce una malattia. ICF problema delle funzioni e/o delle strutture corporee associato alle condizioni di salute.
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ICD E ICF INSIEME Dati di funzionamento e disabilità
Dati di mortalità Dati di morbilità ICF Dati di funzionamento e disabilità ICF + ICD Dati di salute e condizioni correlate
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Problema: complessità
ICF Classificazione Checklist Complesse e richiede molto tempo Coreset Icf in fase acuta: ictus e GCLA L’ICF e la riabilitazione
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ICF TOOL BOX MANUALE ICF MANUALE ICF-CY ICF Checklist CORE SETS
WHO-DAS II La tool box al momento (2008) include: La versione completa dell’ICF – versioni short e complete, con indice, e una versione elettronica completa su CD-ROM con un browser e una piattaforma multi lingue La ICF Checklist– una versione accorciata, preparata in una forma più breve per l’utilizzo clinico L’ICF-CY (children and youth) WHO-DAS II – lo strumento di assessment generale basato sull’ICF e redatto dall’OMS Core Sets – set di termini essenziali tratti dall’ICF che sono stati determinati clinicamente in quanto rilevanti per specifiche condizioni di salute, applicazione prevalente in studi di settore di tipo riabilitativo. L‘OMS raccomanda che tutti e tre gli strumenti, e l’ICF stesso, siano usati in maniera interattiva e congiunta. In questa maniera la forza di ciascuno strumento può completarsi, producendo usi e risultati più accurati. © Diability Italian Network 2008 _ CORSO BASE
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ICF - Full version - Short version
L’ICF completo è proposto in due forme editoriali: Full version – classificazioni complete a quattro livelli Short version – classificazione ai soli primi due livelli ed un formato elettronico su Cd-Rom, con una piattaforma multi lingue e un browser. (Nel manuale Erickson verificare il numero items nella tabella finale, p.171: attiv. e part. non hanno IV liv.) La versione italiana dell’ICF è stata pubblicata nell’aprile 2002 a cura di Erickson Edizioni. Nel settembre 2004 è uscito, sempre a cura di Erickson, la versione breve dell’ICF in italiano a due livelli. Nel novembre 2007, sempre le Edizioni Erickson hanno pubblicato la traduzione italiana di ICF-CY. In italiano non sono state pubblicati CD-ROM e versioni navigabili. © Diability Italian Network 2008 _ CORSO BASE
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International Classification of Functioning, Disability and Health –
Version for Children & Youth WHO Workgroup for development of version of ICF for Children & Youth, Geneva Versione presentata ufficialmente il ottobre 2007 al convegno di Venezia © Diability Italian Network 2008 _ CORSO BASE
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ICF Checklist Selezione di categorie salienti: - Funzioni corporee
- Strutture corporee - Attività e Partecipazione - Fattori Ambientali Altre informazioni contestuali La ICF Checklist è una versione ridotta a 128 codici, e può essere usata velocemente e facilmente per riassumere il funzionamento e la disabilità di un paziente in tutte le dimensioni, e per identificare i fattori ambientali importanti. Nota per il docente [come suggerito da Fusaro]: enfatizzare che la check-list è solo uno strumento di traccia, ma che lo strumento principale DEVE restare sempre il manuale con tutta la sua varietà di codici. © Diability Italian Network 2008 _ CORSO BASE
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Sviluppo deglii ICF Core Sets
… b110 b114 b117 b122 b126 b140 b144 b147 ... d110 d115 d120 d129 D130 D160 d166 … e110 e115 e120 e125 e130 e150 s410 s430 s710 b110 b130 b134 b152 d240 d410 d415 d420 Health conditions specific, e.g. situation specific Comprehensive ICF Core Sets Brief ICF Core Sets 1424 categories Add distincition Brief and Comprehensive Core Set
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ICF CORE SETS Artrite Reumatoide Malattia Cardiaca Coronarica Asma
Cancro al seno Depressione, disturbi Bipolari Diabete Mellito Disturbi della vista (ipovisione) Disturbo Polmonare Dolore alla schiena Dolore cronico diffuso Lesioni Spinali Traumi Cranioencefalici Malattia Cardiaca Coronarica Obesità Osteoartrite Osteoporosi Problemi del sonno Psoriasi e Artrite Psoriatica Sclerosi Multipla Spondiloatrire anchilosante Stroke Tumore al collo e alla testa Il Centro Collaboratore OMS tedesco, ICF research bruch, e cioè il Dipartimento di Medicina Fisica e Riabilitazione presso l’Università di Monaco, Germania in collaborazione con l’OMS, ha sviluppato i Core Set dell’ICF per diverse tipologie di malattie (coordinatore Dr Gerold Stucki, Chairman). Alcuni di questi sono ancora in fase sperimentale. Un Core Set è una breve lista di termini ICF che può essere usata per descrivere lo spettro prototipico delle limitazioni in pazienti con condizioni specifiche, per studi clinici e pratica. Il Core Set deve prendere in considerazione non solo gli aspetti medici della condizione di salute – menomazioni nelle funzioni e strutture corporee – ma anche le limitazioni all’attività e le associate restrizioni alla partecipazione. In aggiunta il core set deve includere i fattori ambientali prototipici. I 12 core set in preparazione sono quelli elencati qui. [FONTE: sito ufficiale del centro collaboratore OMS tedesco (Stucki); le fonti sono rintracciabili facendo una ricerca bibliografica su PubMed: essenzialmente la rivista “Disability and Rehabilitation” e “Journal of Rehabilitation Medicine” ] © Diability Italian Network 2008 _ CORSO BASE
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WHO-DAS II Strumento di assessment, tarato su una popolazione adulta, correlato ad alcuni domini dell’ICF Il WHO-DAS II è lo strumento di assessment generale dell’OMS basato sull’ICF. La sua attendibilità e validità sono provate, ed è stato usato dall’OMS per i suoi studi. Il WHO-DAS II è inteso per la sola popolazione adulta ed è direttamente correlato ad alcuni domini dell’ICF. Il WHO-DAS II è preparato sia in una versione short – 12 domande – e in una versione più lunga a 36 domande. Il DIN in Italia ha validato la versione italiana dello strumento, il manuale di utilizzo e il training per il suo utilizzo (Coordinatore WHO DAS 2 Dr Ugo Nocentini) © Diability Italian Network 2008 _ CORSO BASE
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WHO-DAS II
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Grazie per l’attenzione
Maledetta tecnologia adesso mi tocca di andare da qualche parte
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