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PubblicatoGabriella Fede Modificato 8 anni fa
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La pagina che non c’era Compita Laboratori di scrittura mimetica a.s. 2015-16 A cura dei docenti:B. Basso, R. Bosso, M. D’Isanto, A. Moio, MT Moccia Di Fraia, ML Vanorio Istituto Superiore Pitagora e Istituto Superiore Virgilio Pozzuoli Istituto Superiore Pitagora Pozzuoli
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Storie di famiglia a fumetti Compita Laboratorio di scrittura mimetica a.s. 2015-16 prof. Brunella Basso
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Lei è Marjane Satrapi
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È nata in Iran
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Nel 1979 una Rivoluzione trasformò la millenaria monarchia persiana in una Repubblica islamica la cui Costituzione si ispira alla legge coranica, la sharia.
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Nel 1979 Marjane ha 9 anni
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Frequentava una scuola francese e laica, in una classe mista e solo un anno dopo, nel 1980, il foulard nelle scuole diventa obbligatorio, le bambine e i bambini vengono separati e le scuole bilingue chiuse.
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Satrapi, mi lusinga Mia nonna chiamava mio nonno «Satrapi», mai per nome Nomignoli, soprannomi e storie relative ci sono in ogni famiglia, tu come sei messo? Illustra in una tavola un esempio tratto dalla tua esperienza.
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Intorno al samovar va in scena, in un coro di nove voci femminili, un doppio ribaltamento: quello anagrafico perché le donne più anziane hanno goduto di una libertà sociale negata alle nipoti La tua esperienza, probabilmente, è inversa: racconta e poi disegna uno degli aspetti per cui i tuoi genitori o i tuoi nonni invidiano le libertà di cui godi.
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e quello di ruolo perché si sostiene la condizione dell’amante contro quella -regolare- della moglie.
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con esempi impietosi Prova a disegnare in una tavola simile a questa i difetti tipici del sesso opposto
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A volte le cose non vanno come vorremmo… A tutti è capitato, in modo più o meno innocente, di desiderare, pianificare, implorare la scomparsa di qualcun altro. Racconta e disegna le tue invocazioni come nel modello qui accanto. P.S. nella tavola sono presenti alcuni errori di ortografia, esercitati e correggili.
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e altre volte non vanno come vorrebbero i nostri genitori … Una situazione simile è mai capitata a te o a qualche tuo amico? Racconta e poi disegna in una tavola la tua esperienza.
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Ci sono cose che non vorremmo raccontare… Spesso, sin da bambini, confidiamo qualcosa in gran segreto e poi siamo invitati a condividerlo con una cerchia più ampia; inserisci i balloon a questa vignetta “muta”, osservando le facce dei personaggi e inventa la situazione in cui collocarla.
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ma poi ci lasciamo convincere Completa l’esercizio precedente, rispettando le espressioni dei volti e indica come va a finire. Puoi immedesimarti in Marjane o in uno degli altri personaggi
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L’importanza del naso Ascolta, mia cara, il naso è fondamentale. Quando fai un nuovo incontro, qual è la prima cosa che guardi? Di certo la sua faccia. Ora, prendi l’ovale di un viso e traccia due perpendicolari in modo da trovarne il centro. Cosa c’è al centro di un viso? Un naso!! Ho dedotto che il naso, essendo l’elemento più centrale, diventa, logicamente, l’elemento più essenziale. Avere un bel naso è, di conseguenza, di massima importanza. E tu, quando fai un nuovo incontro, qual è la prima cosa che guardi? Disegnala in una vignetta
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celebri nasi pendenti “«Che fai?» mia moglie mi domandò, vedendomi insolitamente indugiare davanti allo specchio. «Niente», le risposi, «mi guardo qua, dentro il naso, in questa narice. Premendo, avverto un certo dolorino». Mia moglie sorrise e disse: «Credevo ti guardassi da che parte ti pende». Mi voltai come un cane a cui qualcuno avesse pestato la coda: «Mi pende? A me? Il naso?». E mia moglie, placidamente: «Ma sì, caro. Guàrdatelo bene: ti pende verso destra» Avevo ventotto anni e sempre da allora ritenuto il mio naso, se non proprio bello, almeno molto decente, come insieme tutte le altre parti della mia persona. Per cui m’era stato facile ammettere e sostenere quel che di solito ammettono e sostengono tutti coloro che non hanno avuto la sciagura di sortire un corpo deforme: che cioè sia da sciocchi invanire per le proprie fattezze. La scoperta improvvisa e inattesa di quel difetto perciò mi stizzì come un immeritato castigo.” Luigi Pirandello, Uno, nessuno e centomila, 1926. La percezione dei propri difetti si discosta, talvolta, da quelli che gli altri ci fanno notare. Illustra in una tavola divisa a metà questa possibilità, nel caso in cui coincidano puoi disegnare un’unica tavola. In seguito, disegna anche, nel formato che preferisci, l’incipit del romanzo pirandelliano.
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