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PubblicatoPietro Grasso Modificato 8 anni fa
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Come la pubblica amministrazione garantisce la soddisfazione degli interessi
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Articolazione fondamentale -Amministrazione diretta, assicura la soddisfazione degli interessi con i propri uffici -Amministrazione indiretta, assicura la soddisfazione degli interessi mediante altri soggetti, pubblici o privati. Amministrazione diretta (“che fa”) Amministrazione indiretta (“che fa fare”)
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Amministrazione indiretta Varie soluzioni organizzative: 1) “fa fare” ad altri organismi pubblici (sussidiarietà verticale). Es. Ue delega il compimento di certe attività amministrative agli uffici degli Stati membri. (politiche agricole, finanziamenti dell’Ue) 2) “fa fare” ad organismi privati (sussidiarietà orizzontale), può trattarsi di associazioni volontarie o privati con fini di lucro. In questo caso i controlli dell’amministrazione sono maggiori. Associazioni (cd. TERZO SETTORE) Enti privati con fini di lucro Enti non profit (ONLUS) Enti pubblici, poi privatizzati (es. istituti di previdenza dei professionisti) Organizzazioni non governative Fondazioni culturali di “prioritario interesse nazionale”(Accademia Santa Cecilia) Volontariato Fondazioni bancarie Tutela dei consumatori AVIS
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Servizi pubblici Cosa è un servizio pubblico? - E’ un’ attività che corrisponde ad un interesse a protezione necessaria, che il mercato da solo non è in grado di soddisfare. -Varia a seconda dei tempi e dei bisogni sociali - concezione soggettiva e oggettiva: il servizio è pubblico non perché svolto da soggetto pubblico ma perché pubblico è l’interesse che soddisfa. Il legislatore sceglie se attribuire una certa attività ad un soggetto pubblico o darla in concessione a un privato (art. 43, Cost.) Il diritto UE ha limitato la possibilità degli Stati membri di istituire monopoli statali (art.106, TFUE, concorrenza imprese pubbliche e private nell’erogazione dei SIEG)
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Continua… SIEG Servizi di interesse economico generali E’ una nozione ristretta non vi rientrano tutti i servizi pubblici essenziali, ad esempio quelli non economici (istruzione, sanità, servizi sociali…) titolarità, ente legittimato ad assumere o prestare il servizio Servizi pubblici gestione, può essere diretta o indiretta se svolta da un privato
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Modelli di gestione 2 modelli principali: - s.p.a. pubbliche, enti pubblici trasformati in società di capitali (es. Poste italiane, Ferrovie dello Stato) - gestione integrata pubblico-privato, quando i privati sono abilitati a svolgere servizio pubblico integrando la prestazione dell’ente territoriale (es. scuola, sanità come il caso del medico generico o pediatra convenzionato ASL). Il passaggio alla concezione oggettiva di servizio pubblico ha permesso vasti processi di liberalizzazione delle attività a partire dagli anni ’90. PROBLEMI - Gestione della rete e gestione del servizio ( rete pubblica e concorrenza dei privati nel trasporto ferroviario) - Costi di accesso al mercato difficilmente sostenibili, oligopolio Imprese a partecipazione statale
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Focus : ISTRUZIONE “Il sistema nazionale di istruzione è costituito dalle scuole statali e dalle scuole paritarie private e degli enti locali” (art.1, legge Berlinguer del 2000 ) Ma la parità scolastica è riconosciuta solo dalla carta ma non dai fatti: le scuole paritarie accolgono circa 1 milione di studenti ma lo Stato stanzia per queste poco più di 500 mln all’anno (l’ 1% degli oltre 50 miliardi di euro che destina alle scuole statali). In contrasto con il principio di sussidiarietà orizzontale, per il quale lo Stato non deve sostituirsi ai cittadini nel rispondere ai loro bisogni bensì aiutarli a farvi fronte da soli, con costi solitamente minori e risultati più soddisfacenti. Esempi : Nel 2012 uno studente “statale” costa allo Stato 7300 euro di media all’anno contro 476 euro di uno studente “paritario”. 650 mila bambini (il 45% del totale) frequentano scuole materne paritarie private o comunali. ( 1 bambino in scuola materna statale = 6500 € all’anno; 1 bambino in scuola materna paritaria = 425 € all’anno) 44 parlamentari della maggioranza Pd-Ap hanno sottoscritto una lettera rivolta al governo e pubblicata sul quotidiano «Avvenire» per chiedere di inserire nella Buona scuola norme in grado di rendere concreta la parità scolastica e la libertà di scelta delle famiglie.
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