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PubblicatoRosina Marchesi Modificato 8 anni fa
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Motivi Commercio Internazionale Per diversità tra i vari paesi Per realizzare economie di scala nella produzione Vantaggio comparato Ogni paese si specializza nella produzione del bene per il quale ha una maggiore dotazione di fattori produttivi. E’ proprio la specializzazione che genera vantaggi legati al commercio internazionale Dimostrazione in 2 modi
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1° METODO: Commercio come metodo indiretto di produzione Paese A Paese B Vantaggio nella produzione del bene X Vantaggio nella produzione del bene Y Per ottenere Y, A potrebbe decidere di: - produrre Y Maggior uso di risorse scarse (economicamente non conveniente) - “produrre” Y producendo prima X, cioè: scambiare Y con X Uso delle risorse abbondanti (economicamente conveniente) Nota: lo stesso discorso vale per B.
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2° METODO: vedere come il commercio modifica le possibilità di consumo di ogni paese Senza commercio:ogni paese produce entrambi i beni quello con dotazione abbondante quello con dotazione scarsa ed i consumi si uniformano a queste possibilità produttive Con commercio: dato che ogni paese si specializza secondo i vantaggi comparati, verranno prodotte quantità maggiori di entrambi i beni Le possibilità di consumo per entrambi i paesi aumentano (vantaggio economico)
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Non è vero in quanto il vantaggio di un settore può anche dipendere dai suoi più bassi salari 2. “La concorrenza estera è scorretta e dannosa se si basa su salari più bassi” Per un paese non ha alcuna rilevanza che il più basso costo di un prodotto in un altro paese dipenda da bassi salari o alta produttività, ma che quel prodotto sia più a buon mercato e che sia possibile scambiarlo col prodotto (vantaggioso) invece di produrlo da sé 3. “Il commercio crea sfruttamento e riduzione del benessere se un paese usa più lavoro degli altri nella produzione dei rispettivi beni che essi si scambiano” (contrasto PVS/paesi industr.) 1. “Il commercio genera vantaggi se la produttività del paese è in grado di sostenere la concorrenza internazionale” Il valore non è creato solo dal lavoro e, comunque, il confronto va fatto tra lavoro impiegato per il bene da esportare e quello necessario per la produzione interna di quello che si importa Note:
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IN REALTA’ non vi è specializzazione estrema Ciò è dovuto al fatto che le ipotesi di base Solo un bene prodotto contemporaneamente da entrambi i paesi Tutti gli altri prodotti provengono da un solo paese Non rispecchiano bene la realtà Motivi: la presenza di più fattori (invece di uno) diminuisce la tendenza alla specializzazione talvolta le nazioni proteggono le proprie industrie dalla concorrenza internazionale i trasporto di beni e servizi è spesso così alto da spingere all’autosufficienza in molti settori
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OSSERVAZIONI: - Nel modello ricardiano il lavoro è il solo fattore produttivo (ma anche le differenze tecnologiche sono fondamentali per il commercio) - Nel modello Heckscher-Ohlin si considerano anche terra, capitale, risorse minerarie. Per cui: “le differenze nella dotazione di risorse sono la sola causa del commercio” Vantaggi comparati dovuti a: “abbondanza” relativa (rispetto agli altri) dei fattori produttivi (quindi si esportanto i beni corrispondenti) (disponibilità risorse) “intensità” con cui i fattori della produzione sono usati (tecnologie di produzione) - chi possiede i fattori produttivi abbondanti di un paese trae benefici dal commercio internazionale - chi possiede quelli scarsi è svantaggiato (motivo barriere a loro favore) In realtà bisogna cercare una fusione tra i due modelli
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Dazio (barriera tariffaria): è una tassa sulle importazioni di un bene. Può essere: 1.Specifico: ammontare monetario fisso per unità del bene importato 2.Ad valorem: in rapporto al valore del bene importato 3.Misto: combinazione dei precedenti STRUMENTI DELLA POLITICA COMMERCIALE Sussidio all’esportazione: pagamento effettuato all’impresa che esporta all’estero. Anch’esso può essere specifico, ad valorem o misto (ha effetti opposti al dazio) Contingentamenti delle importazioni (quota): restrizione diretta sulla quantità di un certo bene che può essere importata. Avviene tramite concessioni di licenze. Differisce dal dazio solo per le entrate che mancano (ottenute dai beneficiari delle licenze) Limitazioni volontarie delle esportazioni (o accordi di limitazione volontaria): contingentamento dei flussi commerciali imposto dal lato del paese esportatore, anziché da quello del paese importatore Requisito di contenuto minimo della produzione: norma per la quale una porzione prespecificata (fisica o in valore) del bene finale deve essere di produzione interna Altri : Crediti agevolati all’esportazione (come i sussidi ma la forma è di credito agevolato concesso all’acquirente - Politica delle commesse pubbliche: acquisti “forzati” da parte del governo o delle imprese di prodotti nazionali anche se più cari - Regolamenti: ostacoli normativi basati su requisiti sanitari, ambientali, di sicurezza
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