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PubblicatoIgnazio Lamberto Alessi Modificato 8 anni fa
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Piccolo arbusto con rami legnosi con corteccia biancastra, portamento a pulvino. Foglie molto fitte picchettate di ghiandole puntiformi. Infiorescenze ovoidali. Corolla roseo purpurea. Specie indigena dei paesi del Mediterraneo che cresce su pendici assolate, rocciose e luoghi aridi dal mare alla zona montana e viene spesso coltivata negli orti come pianta aromatica. Ha la caratteristica di perdere le foglie nel periodo più siccitoso dell'estate. Il Parco di Porto Selvaggio, paradiso naturale che sorge nel territorio di Nardò, si estende per un’area di 1122 ettari guadagnandosi il riconoscimento di Parco Regionale di Puglia. I punti che delimitano il Parco sono rappresentati da Torre dell’Alto e Torre Uluzzo, che insieme ad altre aree di importante interesse archeologico e paleontologico arricchiscono la storia del paesaggio. Questo Parco è un’ area con un affluenza turistica molto elevata perché oltre alla bellezza del paesaggio offre anche numerosi siti di estremo interesse dal punto di vista geologico.
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La linea della riva è modellata su rocce calcaree sedimentarie di origine marina, di colore bianco fatte risalire circa a 65 milioni di anni fa. Come la maggior parte delle rocce sedimentarie, anche i calcari di Porto Selvaggio presentano una stratificazione. Quest’ultime sono caratterizzate da resti di molluschi molto particolari, le RUDISTE, vissuti nel Giurassico e il Cretaceo. Sul fianco meridionale dell’insenatura di Porto selvaggio è possibile rilevare la presenza di sottili livelli di selce che costituivano probabilmente una risorsa strategica per le comunità preistoriche insediatesi in quest’area. La sorgente è una delle tante che caratterizzano il perimetro costiero del Salento ed è alimentata da un estesa falda carsica presente nel sottosuolo della regione. La costa di Porto Selvaggio mostra il distacco di grossi blocchi rocciosi sia dalla parte emersa che sommersa della costa:si pensa che l’ effetto di ciò possa essere stato un maremoto verificatosi il 5 dicembre 1456. Pianta perenne legnosa, alta 0,5-1 m; fiorisce tra marzo e aprile. Si trova nei cespugli e garighe aride. Ha un aspetto cespuglioso con fusti eretti; foglie con picciolo di 1-3 cm, fiori con una corona gialla e pelosa; calice a tubo cilindrico.
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Arbusto o raramente alberello sempreverde, alto fino a 5 m e molto ramificato. Le foglie emanano un caratteristico odore di resina. I frutti sono piccole drupe di 3-5 mm, prima rosse, quasi nere a maturità, disposti in piccoli raggruppamenti, ciascuno contenente un piccolo seme di colore verde brillante. Presente prevalentemente lungo le coste, in particolare rocciose. Fiorisce tra marzo e giugno.
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Albero sempreverde alto fino a 22 m, con chioma leggera e rada di forma piramidale espansa, di colore verde-chiaro; tronco spesso contorto, deforme e inclinato. Le foglie sono aghiformi di tipo bino; aghi di colore verde-chiaro, sottili e lunghi 7-15 cm, tendenzialmente ricurvi. E‘ una specie molto rustica e resistente alla siccità, utilizzata per rimboschimenti di suoli molto poveri grazie al suo rapido accrescimento. Il percorso da Torre Uluzzo a Torre dell’Alto prevede una lunghezza di circa 6 km per una durata di 3 ore e mezzo. Lungo questo tragitto si possono ammirare le bellezze naturalistiche che il parco offre: le torri costiere e le grotte che si collocano sia al di sopra del livello del mare(un esempio è la Grotta del Cavallo) sia in corrispondenza di esso o al di sotto. Inoltre si possono osservare gli elementi floristici tipici della macchia mediterranea.
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Torre Uluzzo è una torre costiera di dimensioni minori rispetto alle torri circostanti che venne eretta nel XVI secolo con funzioni difensive per volere di Alfonzo de Salazar, dal mastro neretino Leonardo Spalletta. La torre fu costruita sulla sommità di uno sperone roccioso assumendo una forma tronco- piramidale e con il tempo crollò parzialmente e ciò che resta sono alcune pareti ben conservate. Ben visibili sono i resti di qualche piombatoia e delle mensole di appoggio per il coronamento. Arbusto alto fino a 4 m sempreverde,aromatico e molto ramificato. Foglie coriacee, di colore verde lucente. Fiori ermafroditi e solitari. Frutto a bacca arrotondata che a maturità tende al nero bluastro. Pianta diffusissima negli ambienti della macchia mediterranea,diffusa dalle zone costiere fino alle aree montane. Le bacche e i germogli vengono utilizzati per ricavarne un ottimo liquore. Fiorisce tra maggio e luglio.
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La grotta del cavallo ha restituito numerosi reperti legati all’uomo di Neanderthal e le testimonianze di una cultura, l’Uluzziano, riconosciuta in questi luoghi per la prima volta. I giacimenti più recenti ascrivibili al Paleolitico (12-10 mila anni fa) hanno dato alla luce preziose documentazioni e in particolare incisioni antropomorfe,zoomorfe e astratte che ne fanno uno dei siti archeologici principali del Salento. Piccolo arbusto, alto da 50 sino a 100 cm e più. Foglie sempreverdi, vischiose, aromatiche, molto rugose; verde scuro nella parte superiore e biancastre in quella inferiore. In aprile-maggio presenta fiori bianchi con corolla di 2-2,5 cm, gialla al centro. Resiste al passaggio ripetuto di incendi, ma non come singola pianta, bensì come specie che ha una germinazione dei semi abbondante.
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E' una pianta arbustiva spinosa alta circa 1,5 m con rami intricati, con poche foglie di colore verde carico pelose nella parte inferiore e lunghe spine. Il frutto è un piccolo legume. Fiorisce in marzo-maggio. I fiori sono di colore giallo- dorato ed hanno un profumo delicato. In estate perde tutte le foglie e rimane in uno stato di quiescenza. Torre Santa Maria dell’Alto nasce per difendere il territorio da eventuali attacchi da parte dei nemici. Costruita a 51 m s.l.m. la torre presenta un basamento tronco- piramidale a pianta quadrata. Il piano superiore è provvisto di dieci piombatoie distribuite su tutti e 4 i lati mentre una grande scalinata di tufo a tre arcate ne permette l’accesso.
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