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 Tra il 1927 e il 1928 negli Usa produzione e valori azionari cominciarono a seguire dinamiche differenti  La produzione saturò il mercato, per cui.

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2  Tra il 1927 e il 1928 negli Usa produzione e valori azionari cominciarono a seguire dinamiche differenti  La produzione saturò il mercato, per cui la domanda e gli ordini si ridussero  Il mercato borsistico, invece, continuò a prosperare  Operatori e risparmiatori continuarono a credere che il valore delle azioni sarebbe cresciuto infinitamente  Gli operatori compravano le azioni, quindi aspettavano che il loro valore borsistico crescesse, e poi le rivendevano ottenendo guadagni superiori dalle speculazioni rispetto ai dividendi che le imprese pagavano sul valore effettivo delle azioni  Si creò sul mercato borsistico una bolla speculativa, cioè il processo in cui le azioni continuavano a crescere in valore anche se le condizioni economiche reali delle aziende a cui queste azioni facevano riferimento non erano positive

3  I titoli azionari raggiunsero alla borsa di Wall Street il massimo valore nell’estate del 1929, poi cominciò la fase delle vendite, in cui gli speculatori cercarono di ottenere i massimi guadagni dai loro pacchetti di azioni  Tra il 21 e il 24 ottobre 1929 la vendite si fecero sempre più ampie  Si creò una situazione di panico tra i detentori di azioni  I risparmiatori constatarono la perdita di valore e cominciarono a vendere tutti insieme nello stesso tempo  Si verificò un vero e proprio crollo della Borsa americana, che diventò evidente il 29 ottobre 1929, poi ricordato come “black Tuesday”: furono venduti titoli azionari pari a 16.500.000 dollari  Da quel momento i valori azionari non si ripresero fino al 1932 La folla davanti a Wall Street il 29 ottobre 1929

4 Fonte: www.bpp.it

5  Le industrie americane subirono un doppio effetto  I. la domanda diminuì  II. le banche non prestarono più soldi alle imprese  Le imprese non ebbero le risorse necessarie per produrre, acquistare le materie prime e pagare gli stipendi  Dovevano o chiudere, o ridurre la produzione  Sia che chiudessero, sia che riducessero la produzione dovettero licenziare  Anche chi non venne licenziato, dovette subire diminuzioni di stipendio  I prezzi dei prodotti diminuirono per permettere alle merci di trovare mercato Ufficio di collocamento durante la grande depressione

6  In sostanza si attivò una dinamica economica di questo genere diminuzione produttiva aumento del tasso di disoccupazione diminuzione di salari e stipendi crollo della domanda (perché molti non hanno denaro da spendere in quanto disoccupati o pagati meno) discesa dei prezzi

7  L’agricoltura, a sua volta, entrò in una crisi profonda  I prezzi dei prodotti agricoli crollarono per la forte diminuzione della domanda  I proprietari e gli affittuari non avevano più risorse per acquistare sementi, attrezzi, concimi, mangimi, macchine  Chi aveva debiti spesso subì azioni legali che ne imponevano la restituzione o addirittura si vide requisire la proprietà Una famosa foto di D.Lange che testimonia la crisi dei farmer americani negli anni ‘30

8  Il crollo coinvolse in primo luogo i più ricchi e benestanti  Essi ridussero acquisti e investimenti, e dal momento che erano i maggiori compratori e investitori, questo determinò effetti negativi sull’economia prima statunitense, quindi mondiale, visto che gli Usa erano ormai la prima potenza economica globale  Gli Usa reagirono cercando di difendere la loro industria e riducendo, e poi annullando i crediti verso l’estero, in una politica protezionistica e isolazionistica

9  Il legame economico tra Usa e Europa, nato con la Grande guerra e rinsaldatosi con il piano Dawes determinò la trasmissione della crisi al di là dell’Atlantico  Anche in questo caso si verificò una dinamica perversa, dalla quale emerse quanto ormai globalizzata fosse l’economia anche in quegli anni

10  Banche e risparmiatori americani smisero di investire in titoli tedeschi e spesso chiesero indietro i loro soldi le banche tedesche non furono in grado di restituire i soldi avuti dai finanzieri, che a loro volta li devono rendere agli investitori americani le imprese tedesche non ricevettero più sostegno dalle banche  Da qui si innescò una crisi simile a quella americana anche in Germania, e in Austria: diminuzione della produzione, aumento della disoccupazione, diminuzione degli stipendi, crollo della domanda

11  La Gran Bretagna subì pesantemente le conseguenze di queste crisi perché erano ingenti gli investimenti britannici in Austria e Germania  Molti investitori stranieri ritirarono capitali dalla banche britanniche e si moltiplicarono le richieste di convertire sterline in oro  La Banca d’Inghilterra esaurì le riserve auree e dovette svalutare la moneta britannica  La svalutazione della moneta nasceva dalla strategia di favorire le esportazioni grazie al costo competitivo dei prodotti, che attraverso la svalutazione diventano più convenienti, in modo da superare il protezionismo doganale  Anche altre nazioni decisero di compiere operazioni di questo genere sulla moneta e sulla convertibilità  Tuttavia il protezionismo non fu superato, anzi aumentò, tanto da far crollare il commercio mondiale del 60% tra 1929 e 1932

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13  La crisi determinò la fine dei dodici anni di presidenza repubblicana in Usa  Le elezioni del 1932 furono vinte dal democratico Franklin Delano Roosevelt, che ebbe la meglio sul presidente uscente Herbert Hoover  La vittoria di Roosevelt fu dovuta soprattutto alla sua capacità di dare speranza e coraggio all’elettorato americano sfiduciato per la crisi  Egli rimase presidente per quattro mandati, dal 1932 alla morte nel 1945 Immagine di propaganda elettorale di Franklin Delano Roosevelt

14  Fin dalla campagna elettorale, Roosevelt promise di attuare un new deal for the american people,cioè un nuovo patto o un nuovo corso per il popolo americano  Questa parola d’ordine non esprimeva un programma politico vero e proprio, quanto un atteggiamento di governo in cui lo Stato sarebbe intervenuto più ampiamente in economia rispetto a quella che era la tradizione della politica americana  Contribuì al successo di questa strategia politica il modo di comunicare del presidente, che sfruttò pienamente la radio, il mezzo di comunicazione più popolare dell’epoca, per stabilire un rapporto diretto,amichevole e intimo con le famiglie nelle fireside chats (“conversazioni al caminetto”) Roosevelt durante una delle sue 15 fireside chats

15  Il new deal prese corpo attraverso una serie di provvedimenti anti-crisi:  I. ristrutturazione del sistema creditizio, per venire in aiuto alle banche, molte delle quali erano fallite  II. svalutazione del dollaro  III. aumento dei sussidi di disoccupazione  IV. concessione di prestiti ai cittadini indebitati per permettere loro di estinguere le ipoteche

16  L’amministrazione Roosevelt approvò una serie di leggi riguardanti i settori produttivi  I. Limitazione della produzione agricola, con premi per chi riduceva coltivazioni e allevamenti,secondo l’AAA (Agricultural Adjustment Act)  II. Il NIRa (National Industrial Recovery Act) imponeva dei codici di comportamento alle imprese industriali per evitare che attuassero una concorrenza troppo accanita tra loro; aiutava i lavoratori a salvaguardare i loro salari e i loro diritti

17  Queste leggi non sempre funzionarono  La legge sull’agricoltura ridusse la produzione e i prezzi, ma determinò anche l’abbandono delle terre da parte di milioni di contadini  Il tasso di disoccupazione dopo due anni di presidenza Roosevelt rimase molto elevato (11 milioni di persone)  Per dare lavoro almeno a una parte di queste persone, fu avviato un programma di lavori pubblici che permisero l’assunzione di molti individui per costruire strade, ponti, argini di fiumi, scuole  In questo programma entrò il provvedimento che avviò la bonifica del bacino del fiume Tennessee, una zona economicamente depressa, che grazie a numerosi interventi diventò area per la produzione di energia elettrica (dighe, centrali) e in cui furono costruite anche abitazioni e scuole Costruzione di una diga nel Tennessee durante il programma TVA (Tennessee Valley Authority)

18  Il programma economico di Roosevelt realizzò l’idea che la spesa pubblica potesse correggere le difficoltà economiche determinate dal deficit  Attraverso l’intervento dello Stato in economia, era possibile aumentare produzione e redditi e in questo modo arginare la crescita del deficit economico  Il governo americano decise anche un’altra serie di provvedimenti di taglio sociale, che dovevano sostenere le classi sociali più deboli:  I. una riforma fiscale, che facesse ricadere maggiori oneri sulle spalle dei più ricchi  II. una legge sulla sicurezza sociale, in base alla quale buona parte dei lavoratori dell’industria, ma non dell’agricoltura, avrebbero avuto una pensione di vecchiaia e i più bisognosi avrebbero goduto dell’aiuto statale  III. il National Labor Relactions Act prevedeva che i sindacati fossero gli interlocutori istituzionali incaricati di rappresentare i lavoratori nelle trattative con gli industriali

19 Roosevelt riceveva in media 8.000 lettere al giorno, ma talvolta ne ricevette anche 150.000 in una sola giornata  La politica di Roosevelt fece recuperare ai cittadini americani fiducia nel parlamento e nel governo  Il presidente americano ottenne sostegno elettorale dai ceti più poveri, i più vessati dalla crisi, e il suo partito, il Democratico, ottenne i voti dell’elettorato di colore, che tradizionalmente votava per i repubblicani  I bianchi del Sud votarono per Roosevelt a causa delle sue politiche agricole  I lavoratori urbani, soprattutto gli operai, e i sindacati erano sostenitori convinti del new deal

20  Il new deal non ebbe soltanto sostenitori, ma anche avversari molto decisi, tra cui il massimo organo giuridico americano, la Corte Suprema, che bocciò le leggi su industria e agricoltura, dichiarandole incostituzionali  La politica di Roosevelt dimostrò da una parte che lo stato aveva un ruolo decisivo per arginare le conseguenze della crisi  Dall’altra parte, tuttavia, questa politica non riuscì del tutto a stimolare l’iniziativa economica dei privati, nonostante questo fosse il suo obiettivo principale Roosevelt riceveva in media 8.000 lettere al giorno, ma talvolta ne ricevette anche 150.000 in un solo giorno

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22  La Germania subì violenti contraccolpi dalla crisi, perché l’economia tedesca era ancora appesantita dalle riparazioni di guerra e per ripagarle aveva stretto un legame economico forte con gli Usa (piano Dawes)  Il governo di coalizione tra socialdemocratici e moderati che governava la Germania e era guidato dalla Spd entrò in crisi per la questione dei servizi sociali, che i socialdemocratici volevano conservare e i moderati intendevano ridurre drasticamente a causa dei suoi costi  Nel 1930 il governo passò nelle mani del cattolico Heinrich Brüning, che attuò una politica di sacrifici economici Heinrich Brüning, primo ministro tedesco tra 1930 e 1932

23  Tale politica servì, in parte, anche come arma di pressione verso le nazioni estere per spingerle a ridurre l’entità delle riparazioni, che furono sospese per tre anni, poi per sempre, dopo l’avvento di Hitler al potere nel 1933  Il risultato più pesante ottenuto da Brüning fu però l’aumento della disoccupazione, che salì a quota sei milioni di persone  Questa situazione favorì il successo del NSDAP (Partito nazionalsocialista), che sfruttò il disagio e e le frustrazioni dei tedeschi Manifestazione nazista a Monaco nel 1923

24  La Gran Bretagna andò al voto proprio nel 1929, dando la vittoria al Labour Party, che formò un governo con i liberali presieduto da MacDonald  I provvedimenti del governo laburista per fronteggiare la crisi ebbero però esiti deludenti, soprattutto la disoccupazione aumentò  Le proteste degli operai e le difficoltà dentro il Labour spinsero MacDonald a cercare la formazione di un governo di unità nazionale con i conservatori, che decise la svalutazione della sterlina

25  Nel ‘31, nuove elezioni videro la netta sconfitta del Labour e la vittoria dei Tories, che però sostennero un governo di nuovo presieduto da MacDonald, che aveva abbandonato il Labour  Negli anni 1931-1935 la Gran Bretagna strinse i legami con Australia, Nuova Zelanda, Sudafrica, Canada e Eire, che costituivano il Commonwealth, con un sistema protezionistico che privilegiava gli scambi commerciali solo con queste zone  La disoccupazione rimase forte, ma l’economia inglese, grazie alla svalutazione e al Commonwealth, si riprese, tanto che già nel periodo ‘33- 34 il paese si avviò a uscire dalla crisi.

26  In Francia la crisi si ripercosse sull’economia a partire dal 1931, ma durò fino al termine del decennio  I governi attuarono una politica di difesa del franco, svalutandolo solo nel 1937  Durante la crisi si verificò anche una pesante instabilità politica, che portò alla formazione di venti governi in sette anni (1929-36), di varia tendenza politica: di centro-destra, di centro-sinistra e centristi

27  La grande novità nella politica francese fu la nascita del Fronte popolare, un’alleanza di sinistra tra socialisti, radicali e comunisti, il cui leader Thorez aveva promosso l’alleanza  Nel 1936 il Fronte popolare ottenne la maggioranza dei seggi grazie al successo dei comunisti alle elezioni  Fu formato un governo guidato da Leon Blum, socialista,durato però solo un anno Leon Blum (sn) e Maurice Thorez (dx) festeggiano la vittoria del Fronte popolare alle elezioni del 1936 Il Fronte popolare

28  Il governo del Fronte popolare mediò un accordo tra imprenditori e sindacati, che portò a  I. quaranta ore settimanali di lavoro per gli operai  II. innalzamento dei salari operai  III. due settimane all’anno di ferie pagate  Le conseguenze dell’accordo furono però negative: gli industriali per riequilibrare gli aumenti salariali alzarono i prezzi dei prodotti e questo portò l’inflazione a impennarsi, tanto che gli aumenti salariali furono quasi annullati  Inoltre impiegati e contadini salariati non ebbero aumenti dello stesso livello degli operai e furono vessati dall’inflazione  Le merci francesi persero competitività  Infine Blum è costretto a dimettersi, anche per le divisioni sempre maggiori nel Fronte popolare: 1937  Il Fronte si sciolse nel 1938


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