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IL TEMPO SACRO: la festa Non esiste popolo, epoca, cultura o tradizione che non abbia le sue feste, anzi spesso sono proprio queste a rivelare l’identità.

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Presentazione sul tema: "IL TEMPO SACRO: la festa Non esiste popolo, epoca, cultura o tradizione che non abbia le sue feste, anzi spesso sono proprio queste a rivelare l’identità."— Transcript della presentazione:

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2 IL TEMPO SACRO: la festa

3 Non esiste popolo, epoca, cultura o tradizione che non abbia le sue feste, anzi spesso sono proprio queste a rivelare l’identità stessa e le radici più profonde di chi le celebra. Il patrimonio culturale dei popoli include ovunque FESTE e CELEBRAZIONI che in massima parte sono di carattere RELIGIOSO per cui antropologi ed etnologi arrivano ad affermare che l'uomo, nel suo evolversi culturale e comportamentale, non è solo faber, sapiens, ludens, politicus, religiosus, oeconomicus, ma anche festivus. Nelle culture e nelle religioni le feste rivelano i significati più profondi sui quali le stesse culture o religioni si basano e il modo in cui vengono celebrate costituisce spesso il linguaggio attraverso il quale questi significati vengono tramandati e sviluppati. Vestirsi e mangiare in maniera diversa, modificare i ritmi del proprio agire, sospendere il lavoro, spendere anziché guadagnare, incontrarsi senza fretta... sono altrettanti modi per sottolineare la “diversità” del tempo di festa rispetto al tempo feriale: una esigenza che va oltre il semplice bisogno di riposo.

4 Riflessione antropologica La "FESTA"(dal latino festus,a,um festus dies, "giorno propizio", ricostruito come neutro pl. di festum, festa, solennità) È la celebrazione collettiva di ricorrenze civili o religiose, che hanno luogo periodicamente, durante l’anno, in date fisse o variabili secondo un calendario.. Quali le sue origini ? Le origini delle celebrazioni collettive sono incerte o comunque potrebbero essere le stesse origini della ► religiosità individuale e collettiva intesa, dall'antropologo ELIADE MIRCEA (rumeno, storico delle religioni) come "sentimento soggettivo" o "esperienza collettiva" che attraverso la sfera della SACRALITA' approccia la dimensione della TRASCENDENZA, del divino, del soprannaturale. Secondo alcuni studiosi del folklore, le prime feste sarebbero nate dalle paure degli uomini primitivi, che speravano di placare con riti e cerimonie le incontrollabili forze della natura. È universalmente accettato che le feste più antiche fossero collegate ai periodi della semina e del raccolto o alla commemorazione dei defunti, ma anche ad eventi astronomici e meteorologici ciclici, come gli equinozi e i solstizi o l’avvicendarsi della siccità e della stagione delle piogge. Le origini delle festività civili sono invece generalmente legate a eventi storici. La celebrazione delle ricorrenze ha la funzione di preservare le radici culturali di un popolo, rievocandone pubblicamente i fatti e le svolte storiche cruciali, come a ribadire le esperienze comuni al gruppo sociale.

5 Quali le caratteristiche ? La ►dimensione comunitaria ha lo scopo di rafforzare la coesione del gruppo; è significativo a questo proposito il fatto che nell’antica Grecia le principali feste periodiche fossero dedicate a Dioniso, il dio deputato alla rottura liturgica dell’ordine sociale (feste dionisie) o ad Atena, garante della giustizia e protettrice della polis (panatenee) Esse prevedono la parziale o totale ►cessazione delle attività lavorative e può essere ►accompagnata da rituali e ►cerimonie pubbliche e private Costituisce ►un’interruzione del ciclo produttivo e ►contribuisce a scandire i ritmi della vita sociale; spesso prescrive un ►comportamento particolare, ad esempio nell’abbigliamento (come per le maschere del carnevale) o nelle pratiche sociali (quale l’usanza di scambiarsi doni o riunirsi in famiglia a Natale), oppure l’applicazione di norme che regolano l’alimentazione o i rapporti sessuali, come nel "Ramadan" islamico.

6 Anche ►l’astensione dal lavoro per un giorno alla settimana è in origine una osservanza religiosa, che ha luogo la domenica per i cristiani, il venerdì per i musulmani e il sabato per gli ebrei (Shabbat). In rapporto alla dimensione religiosa dell’uomo, la festa ►esprime il desiderio di felicità, di libertà, di vivere un rapporto autentico con gli altri. Man mano che la società si è evoluta, industrializzandosi, la festa, il gioco e il divertimento hanno ampliato le loro dimensioni La festa ha perso alcuni dei suoi tratti caratteristici, limitandosi ad essere risposta al “problema del tempo libero”. Il consumismo ha trasformato la festa da alternativa al lavoro del tempo feriale a merce essa stessa.

7 Il Tempo, il Calendario... e i loro riferimenti Tutti sappiamo che cos'è il tempo, (concetto fisico che viene utilizzato per stabilire la contemporaneità o l'ordine di una serie di eventi) anche se ci troviamo imbarazzati a definirlo ulteriormente. Lo leghiamo necessariamente allo spazio, una delle coordinate entro cui si coagulano l'essere e l'agire umano. Di per sé il tempo "scorre" inesorabile e uguale tutti i giorni. In ogni luogo, in ogni tempo, in ogni cultura l'uomo ha cercato di misurare e di scandire il ritmo del tempo alla luce.. ►dei riferimenti o cambiamenti astronomici che permettono di percepire il tempo come tale: l'alternanza giorno/notte, luna nuova/luna piena, estate/inverno...; oppure ►degli avvenimenti storici collettivi o individuali che toccano l'esistenza umana e che costituiscono la storia di ogni individuo, dei vari popoli, del mondo intero

8 Così sono nati i calendari che ci parlano delle civiltà che li hanno prodotti, al crocevia tra mito, religione e astronomia. Il tempo viene organizzato dalle società umana e diventa possibile situare in esso l'attività, gli avvenimenti, la memoria (personale e collettiva), i progetti e le attese. ►degli avvenimenti storici collettivi o individuali che toccano l'esistenza umana e che costituiscono la storia di ogni individuo, dei vari popoli, del mondo intero. Solo grazie ai calendari, i giorni non sono più tutti uguali. Non esiste un unico calendario per tutti e dappertutto. Esistono tanti calendari diversi, così come esistono tanti popoli, tante culture e religioni diverse

9 Così sono nati i calendari che ci parlano delle civiltà che li hanno prodotti, al crocevia tra mito, religione e astronomia. Il tempo viene organizzato dalle società umana e diventa possibile situare in esso l'attività, gli avvenimenti, la memoria (personale e collettiva), i progetti e le attese.. ■ Non esiste un unico calendario Solo grazie ai calendari, i giorni non sono più tutti uguali. Esistono tanti calendari diversi, così come esistono tanti popoli, tante culture e religioni diverse. ETIMOLOGIA. La parola calendario deriva da calendarium, il registro delle tasse che venivano riscosse ai primi di ogni mese ossia alle Kalendae. ■ DEFINIZIONE. E' un sistema di ripartizione del tempo indispensabile all'organizzazione della vita religiosa e civile di un popolo, riferito al giorno, alla settimana, al mese e all’anno (da annus come lo chiamavano i romani. ■ IMPOSTAZIONE. Quasi tutti i calendari si basano su alcune unità di tempo fondamentali ricavate dall'osservazione del Sole e della Luna: ).

10 ► il giorno è il tempo medio in cui avviene una rotazione completa della Terra attorno al suo asse; ► il giorno è il tempo medio in cui avviene una rotazione completa della Terra attorno al suo asse;. ► la settimana la settimana corrisponde alla durata di una fase lunare di tempo ciclico, regolare e costante di 7 giorni, è documentata fra gli Ebrei, ed è una delle istituzioni più antiche di questa nazione. Il numero 7 ha una valenza sacra in tutta l'area Mesopotamica, che è stata culla tra le altre anche della cultura ebraica che partendo da riferimenti biblici imponeva un giorno di riposo ogni sette. Alcuni studiosi, riferendola a fenomeni naturali l'agganciano alle 4 fasi della Luna. ►il mese corrisponde alla durata di un ciclo completo di fasi lunari, cioè il numero di giorni che impiega la Luna a compiere una rotazione completa attorno alla Terra oppure l'intervallo di tempo che intercorre tra due fasi lunari identiche, ad esempio tra una luna piena e la successiva cioè a quattro settimane. ► l' anno che può essere solare o stagionale, corrispondente cioè alla durata di un ciclo di stagioni e determinato dal tempo di rivoluzione della Terra attorno al Sole, ed è composto da 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 46 secondi; o lunare, formato cioè da dodici mesi lunari o sinodici e risulta composto da 354 giorni, quindi più corto dell'anno solare.

11 calendario lunare In questi calendari il mese inizia sempre con la Luna nuova, ma la data d'inizio delle stagioni si sposta in avanti da un anno all'altro (in media di circa 11 giorni). Usato dalle prime civiltà mediterranee è riferito al moto della Luna e alle fasi lunari, consentendo così la gestione delle settimane = 7 giorni (mese sidereo 28 giorni diviso per 4 fasi lunari) e dei mesi ( ciclo sinodico di 29 giorni e 12 ore) che moltiplicato per 12 mesi danno un anno lunare di 354 giorni. Ben presto, però, ci si rese conto delle limitazioni che esso comportava. Infatti essendo l'anno lunare più corto di quello solare, necessita di frequenti correzioni per sincronizzarlo al moto della Terra e alle sue stagioni. Un esempio è il calendario islamico.

12 calendario solare è basato sulla durata dell'anno solare, o anno tropico, di circa 365 giorni. Dà, quindi, con buona approssimazione, il giusto trascorrere degli anni e delle stagioni, visto che si basa sul moto della Terra attorno al Sole ed è perciò sincronizzato alla durata delle stagioni che risultano una conseguenza diretta dello stesso moto orbitale del nostro pianeta. Anche in questo caso occorre però una correzione non essendo tale periodo un numero intero. E' stato necessario ricorrere all'introduzione dell'anno bisestile (ogni quattro anni) per garantire un certo sincronismo fra l'anno civile e quello tropico. Un esempio è il calendario gregoriano che è ormai il calendario ufficiale della maggior parte dei paesi del mondo.

13 Il calendario romano Italiano latino cristiani Domenica solis dies Dies dominicus Lunedi lunae dies Feria secunda Martedi Martis dies Feria tertia Mercoledi Mercurii dies Feria quarta Giovedi Iovis dies Feria quinta Venerdi Veneris dies Feria sexta Sabato Saturni dies Sabbatum E in inglese sabato e domenica? Secondo la tradizione fu inventato da Romolo, il fondatore di Roma, sembra, in verità, fosse basato sul Calendario lunare greco. Era di tipo lunare e composto di 10 mesi, con inizio alla luna piena di marzo (il 15) e con riferimento cronologico di partenza dalla fondazione di Roma "ab urbe condita" fissata tradizionalmente nel 753 a.C.. I mesi all'epoca erano: Marzo (31 giorni), Aprile (30 giorni), Maggio (31 giorni), Giugno (30 giorni), Quintile (31 giorni), Sestile (30 giorni), Settembre (30 giorni), Ottobre (31 giorni), Novembre (30 giorni) e Dicembre (30 giorni). Perciò l'anno del calendario.. durava 304 giorni e c'erano circa 61 giorni di inverno che non trovavano posto nel calendario. Da esso discendono i nomi dei giorni della settimana dedicati alle divinità e dei mesi che rispettivamente ricalcano la loro successione numerica. Fu Costantino I, nel IV secolo d.C., ad introdurre la settimana con i nomi attuali, facendo un compromesso tra mondo pagano e mondo cristiano. La durata di 7 giorni corrispondeva alle attese dei cristiani che ottenevano l'ufficializzazione della settimana ebraica, mentre ai giorni venivano dati i nomi degli dei pagani. I cristiani affiancarono alla denominazione ufficiale dei giorni delle denominazioni loro proprie, in particolare per il sabato e la domenica.

14 Il calendario giuliano · Ianuarius: era sacro a Giano, il dio che proteggeva tutto ciò che iniziava; · Februarius: il suo nome deriva da februa, le feste della purificazione Martius: era sacro a Marte, dio della guerra; · Aprilis: era sacro a Venere, ed era così chiamato perché in questo mese la natura si apre a nuova vita; · Maius: era sacro a Maia, dea della vegetazione; · Iunius: era sacro a Giunone, dea della prosperità; · Quintilis: era il quinto mese dell'antico calendario; divenne poi Iulius in onore di Giulio Cesare; · Sextilis: era il sesto mese dell'antico calendario; divenne poi Augustus in onore di Augusto; · September: era così chiamato perché era il settimo mese dell'anno romano; · October: era l'ottavo; · November: era, il nono mese; · December: era il decimo mese del calendario romano. ·. il calendario romano fu usato sino alla riforma operata da Giulio Cesare (46 a.C.) il quale introdusse un calendario di tipo solare in uso presso gli egiziani, detto poi "giuliano" in suo onore. Esso era basato sull'anno di 12 mesi (365 giorni) ai quali ogni 4 anni, per colmare la differenza fra il valore intero e fittizio di 365 e quello decimale e reale di 365,6 giorni, veniva aggiunto un giorno nel mese di febbraio precisamente il sesto che in tal modo veniva a cadere per due volte e perciò era chiamato bisesto, da cui anno bisestile. Giulio Cesare dedicò a se stesso il mese di Luglio (Julius), imitato poi da Augusto che battezzò con il proprio nome il mese successivo, Agosto, (Augustus) mentre degli altri mesi alcuni avevano preso il nome di alcune divinità e altri rimasero e sono rimasti ancora con il nome della numerazione secondo il vecchio calendario romano.

15 Nonostante varie riforme il calendario giuliano rimase in vigore sino al 1582 d.C. con la differenza che prima gli anni erano contati "ab urbe condita" cioè dalla fondazione di Roma, mentre dal 532 d.C., con il cristianesimo trionfante sulla religione pagana dei romani, si decise di contare gli anni a partire dall'anno successivo alla nascita di CRISTO, il 1 d.C. In seguito a nuove ricerche e nuovi elementi storici è stato scoperto un errore di calcolo, commesso nel 525 dal monaco Dionigi il Piccolo, quando formulò il primo calendario con la cronologia cristiana, fissando la data di nascita di Cristo nell’anno 753 dopo la fondazione di Roma. Gli studiosi concordano sul fatto che tale data andrebbe anticipata di alcuni anni e posta intorno al 749-48. In questo modo la nascita del Cristo si collocherebbe tra il 4 o il 5 a.C. cioè 750 anni circa dopo la fondazione di Roma

16 Il calendario gregoriano Il calendario gregoriano entrò subito in vigore il 15 ottobre 1582 (5 ottobre secondo il calendario giuliano) in Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Polonia, Lituania, Belgio, Olanda, Lussemburgo, e negli altri paesi cattolici in date diverse nell'arco dei cinque anni successivi (Austria a fine 1583, Boemia e Moravia e cantoni cattolici della Svizzera a inizio 1584,...) Le Chiese ortodosse russa, serba e di Gerusalemme continuano a tutt'oggi a seguire il calendario giuliano: da ciò nasce l'attuale differenza di 13 giorni tra le festività religiose "fisse" ortodosse e quelle delle altre confessioni cristiane. Se è vero che questo calendario (che inizia il 1º gennaio e finisce il 31 dicembre) è diventato ormai quadro comune di riferimento, è altrettanto vero che continuano a esistere nel mondo altri modi di contare gli anni e di scandire i giorni sul ritmo di feste particolari

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18 Il calendario ebraico ( 2008/09 d.C.= anno ebraico 5769 ). Il calendario ebraico ( 2009/-0 d.C.= anno ebraico 5770 ) Il calendario ebraico è di tipo lunisolare: i giorni, i mesi e gli anni sono calcolati in base al tempo impiegato dalla luna per completare la sua rivoluzione intorno alla terra, mentre le stagioni sono fissate in base al tempo impiegato dalla terra per completare la sua orbita intorno al sole. Cioè.. Le festività, i mesi e le date sono stabiliti dalle fasi lunari, mentre le stagioni sono basate sulla rivoluzione della terra intorno al sole; poiché vi è una discrepanza di poco più di 11 giorni fra i 354 giorni dell'anno lunare e i 365 dell'anno solare, sette volte nell' arco di 19 anni (riferendosi al ciclo di Metone) viene alternato un anno di 13 mesi, detto Embolismico, (19 anni corrispondano esattamente a 235 lunazioni, Il ciclo è fissato in modo che gli embolismici siano il 3°, 6°, 8°, 11°, 14°, 17° ed il 19° anno.), ciò consente di far coincidere le festività con le rispettive stagioni. Il calendario ebraico e il calendario giuliano (e gregoriano), quindi, si riallineano ogni 19 anni, per cui nel corso dei secoli marciano di pari passo. Per esempio Nissàn, il mese in cui cade Pesach, la Pasqua ebraica, in base a quanto a scritto nella Torà deve cadere al plenilunio di primavera: (Deuteronomio capitolo XVI) “Osserverai il mese della primavera e farai il sacrificio pasquale al Signore Dio tuo, perché nel mese della primavera il Signore Dio tuo ti fece uscire nottetempo dall’Egitto”; analogamente Sukkoth (la “festa delle capanne”) detta anche festa del raccolto autunnale, deve cadere nel periodo corrispondente.

19 (la “festa delle capanne”) detta anche festa del raccolto autunnale, deve cadere nel periodo corrispondente. Gli Ebrei contano gli anni a partire dell'anno 3762 a.C., anno della creazione del mondo secondo la Bibbia. L'anno comincia con il mese di Tishrì (metà settembre) in quanto, in tale mese, secondo questa tradizione, è stato creato il mondo. In passato i mesi erano indicati solo con i numeri e così sono indicati nella Torah (nel settimo mese), i nomi attualmente in uso, di origine babilonese, furono adottati dagli ebrei al loro ritorno a Sion dopo la cattività babilonese. Nella settimana il giorno più importante è il Shabbath (il sabato).

20 feste ebraiche Nell’ebraismo le feste più importanti continuano ad essere: · Pesach (Pasqua) in cui si ricorda la salvezza operata da Dio e descritta nel libro dell’Esodo; · Shavu’ot in cui si ricorda il dono della Torah; · Sukkot (= la festa della gioia); il cammino nel deserto · Yom Kippur (= il giorno dell’espiazione) · Purim, nella quale si celebrano gli eventi descritti nel libro di Ester

21 Il calendario islamico Presso tutti i popoli islamici è in uso un calendario lunare, che regola l’anno religioso e la vita delle famiglie. Esso segna prima di tutto l’inizio dell’era islamica a datare dal giorno dell’inizio del viaggio di Maometto dalla Mecca a Medina. L'anno 622 d.C del calendario cristiano corrisponde al primo anno dell'egira, abbreviato spesso con "ah 1" (dove "ah" corrisponde al latino anno hegirae). Esclusivamente lunare l’anno risulta composto da 12 mesi che corrispondono esattamente ad ogni lunazione, essendo una lunazione pari a 29 giorni. 12 ore e tot minuti, vengono intercalati mesi di 30 giorni, con una durata complessiva di 354 giorni, più una frazione di giorno da recuperarsi in un ciclo trentennale. Tale ciclo è composto da 19 anni comuni e da 11 anni bisestili di 355 giorni. La data d'inizio del mese parte da quella di visibilità della prima falce lunare subito dopo la Luna Nuova. L'inizio di ogni nuovo giorno decorre dal tramonto del Sole

22 In Arabia Saudita è adottato anche per fini civili, mentre in Turchia è stato soppiantato del tutto dal C. Gregoriano. Le feste più importanti nell’Islam sono: il Ramadan, mese del digiuno e della purificazione nel quale Allah rivelò a Muhammad il Corano; ‘Id al-fitr, la festa della gioia e della fine del digiuno; Dhu’l-Higgiah, mese del pellegrinaggio alla Mecca il Capodanno, ricorda l’Egira (=la fuga) del Profeta, data dalla quale l’islam inizia a contare gli anni.


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