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PubblicatoBenedetto Parente Modificato 8 anni fa
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il movimento beat portavano i capelli lunghi, vivevano in comunità, erano pacifisti e antirazzisti, si interessavano alle religioni orientali Il rock and roll aveva avuto un successo immediato e larghissimo e il crescente interessamento delle case discografiche l'aveva reso sempre più commerciale. All'inizio degli anni sessanta, perciò, il rock aveva in parte perso il ruolo di musica anticonformista. Il panorama della musica leggera fu però scosso da un nuovo movimento, che si sviluppò in Inghilterra e quindi si diffuse negli Stati Uniti e in tutto il mondo: il movimento beat. I musicisti beat mettevano in discussione i valori della società borghese e proponevano una serie di atteggiamenti provocatori: portavano i capelli lunghi, vivevano in comunità, erano pacifisti e antirazzisti, si interessavano alle religioni orientali.
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Beat Generation La Beat Generation fu un movimento giovanile che trovò anche una sua espressione in campo artistico, poetico e letterario sviluppatosi dal secondo dopoguerra e principalmente negli anni cinquanta negli Stati Uniti. Nasce da un gruppo di scrittori americani e viene alla ribalta nel 1950, così come i fenomeni culturali da esso ispirati. Gli elementi centrali della cultura "Beat" consistono nel rifiuto di norme imposte, le innovazioni nello stile, la sperimentazione delle droghe, la sessualità alternativa, l'interesse per la religione orientale, un rifiuto del materialismo, e rappresentazioni esplicite e crude della condizione umana. Della Beat Generation fanno parte inoltre i movimenti culturali del maggio 1968 : l'opposizione alla guerra del Vietnam, gli Hippy di Berkeley e Woodstock. I significati che si possono attribuire alla parola «beat» in italiano sono molteplici. Beat, gli venne attribuito il significato di beatitudine (beatitude), nel senso di salvezza ascetica ed estatica, tipica dello spiritualismo Zen, ma anche aderente al falso misticismo indotto dalle droghe, dall'alcol, dall'incontro carnale e frenetico, dal parlare incessantemente, con lo scopo di scaricare tutti i contenuti mentali. Beat può anche essere tradotto con «battuto», «sconfitto» : denota l'inevitabile sconfitta dovuta alla società, dalle sue costrizioni, dagli schemi imposti ed inattaccabili; beat è il richiamo alla vita libera e alla consapevolezza dell'istante.
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La musica beat (dal verbo inglese to beat, battere ) è un genere musicale nato dal rock and roll con influenze swing, blues, skiffle e doo-wop e sviluppatosi nel Regno Unito all'inizio degli anni sessanta, dopo la moda dello skiffle (nato verso la metà degli anni cinquanta del XX secolo), nei molti locali attivi nei docks portuali di Liverpool, insieme a elementi del rock and roll e del blues. Ci si riferisce in particolare col termine Merseybeat (o Mersey sound ) al genere proprio dei primi gruppi beat di Liverpool (dal nome della Mersey, il fiume che attraversa la città). British invasion Presto diffuso fra i giovani dell'epoca, il beat contagiò molti gruppi musicali nel resto d'Europa, specialmente nel nord. Il beat si diffuse poi anche negli Stati Uniti grazie alla cosiddetta British invasion (letteralmente invasione britannica ); anche in Italia il beat ebbe molto successo, in particolare con cover tradotte di canzoni inglesi. La Musica Beat
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BeatlesRolling Stones La musica beat recupera molte caratteristiche del rock and roll come l'uso di ritmi afro-americani e di melodie di carattere popolare o folcloristico. Rispetto al rock, però, essa accentua l'uso di strumenti elettrici e la componente scenica e spettacolare della musica. Al cantante solista si sostituisce il complesso, formato solitamente da quattro o cinque elementi, i complessi beat più celebri furono i Beatles e i Rolling Stones.
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John Lennon Paul Mc Cartney George HarrisonRingo Starr Il complesso dei Beatles, che nacque a Liverpool nel 1961, era formato da quattro elementi: John Lennon (chitarra e voce). Paul Mc Cartney (basso e voce); George Harrison (chitarra e voce) e Ringo Starr (batteria e, occasionalmente, voce). La caratteristica delle loro canzoni, scritte per la maggior parte da John Lennon e Paul McCartney è la fusione di elementi del rhythm and blues e del rock con altri della musica popolare britannica; in generale, comunque, l'elemento melodico prevale decisamente su quello ritmico, anche se nelle ultime canzoni i Beatles tentarono anche alcuni arditi esperimenti, resi possibili dai progressi delle tecniche di registrazione in studio: per esempio ottennero dei suoni particolari Michelle, Hey Jude, Let it be, Yesterday registrando un pezzo e facendolo poi suonare a velocità doppia o addirittura al contrario. Essi utilizzarono anche strumenti insoliti nella musica leggera, come il sitar indiano*. Fra le canzoni più conosciute dei Beatles vanno ricordate almeno Michelle, Hey Jude, Let it be, Yesterday. Il successo del gruppo inglese fu enorme in tutto il mondo e i loro dischi vendettero milioni di copie. Il gruppo si è sciolto ufficialmente nel 1970. * Sitar
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Il lato provocatorio della musica beat era rappresentato però soprattutto dai “TheRolling Stones”Mick Jagger “The Rolling Stones”, un gruppo costituitosi nel 1962 e guidato da Mick Jagger. Satisfaction Brown Sugar I Rolling Stones nacquero come complesso beat ma si rivolsero presto a una musica decisamente rock in cui l'elemento ritmico era predominante rispetto alla linea melodica e le voci molto più aspre e graffianti di quelle dei Beatles; i testi delle loro canzoni, inoltre (per esempio Satisfaction e Brown Sugar), esprimevano sentimenti violenti, di rivolta e di insoddisfazione radicale. I Rolling Stones: il lato provocatorio della musica beat Tutti conoscono il logo dei Rolling Stones, ma lo stesso non si può dire della sua storia. La celebre bocca rossa con la linguaccia fu disegnata nel 1971 e comparve per la prima volta all’interno della copertina dell’album Sticky Fingers. Il logo ” lips and tongue” è nato dalla matita di John Pasche, uno studente del Royal College of Art, che si lasciò ispirare dalla bocca “importante” del cantante della rock band e dalla lingua della dea indiana Kali.
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Folk e il CountryPete Seeger Woody Guthrie Contemporaneamente alla musica beat si sviluppano, negli Stati Uniti, due generi musicali sostanzialmente affini: il Folk e il Country, che hanno in Pete Seeger e Woody Guthrie gli interpreti principali. Questi generi si rifanno alle vecchie ballate popolari (per esempio quelle dei cow-boys) di cui conservano il ritmo deciso e la struttura, con la ripetizione del ritornello dopo ogni strofa. Nei temi trattati, oltre a quelli tradizionali di vita americana, si riflette il disagio e la rabbia delle nuove generazioni: vengono denunciati la guerra del Vietnam, il razzismo, le ingiustizie sociali, l'indifferenza di un mondo che mira solo al profitto e tiene in poco conto i problemi e i sentimenti della persona. Negli Stati Uniti si affermano il Folk e il Country Pete Seeger Woody Guthrie
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Woody Guthrie era membro del movimento politico radicale e contribuì a trasformare la musica in un'efficace arma di propaganda. Bob Dylan “Blowing in the wind” “Masters of war” Joan Baez Allo stile e al linguaggio musicale di Woody Guthrie si ispira Bob Dylan, che nel 1962 pubblicò il primo album: alcune sue canzoni, come “Blowing in the wind” e “Masters of war” diventano in questo periodo inni del movimento pacifista e l'artista stesso diventa un simbolo delle proteste giovanili. Contemporaneamente a Bob Dylan emerge la figura di Joan Baez, presto conosciuta in tutto il mondo per il suo impegno in difesa dei diritti civili e contro la guerra del Vietnam. Da Woody Guthrie a Bob Dylan e Joan Baez
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Nella seconda metà degli anni sessanta si affermano tre importanti musicisti che rinnovano profondamente la tradizione del rock: Jimi HendrixJanis Joplin Jim Morrison Jimi Hendrix, Janis Joplin e Jim Morrison, leader del complesso dei Doors. Gli sviluppi del rock alla fine degli anni sessanta
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Essi rappresentano un momento di svolta: fino ad allora, infatti, i musicisti rock beat e folk avevano proposto una musica che si dichiarava alternativa ed esaltava ideali anticonformisti e libertari. In questo messaggio, però, c'era un elemento di ambiguità, poiché il rock era diventato una musica di massa, pesantemente controllata dall'industria discografica e svuotata quindi dei suoi significati originari. Jimi Hendrix, Janis Joplin e Jim Morrison denunciarono questa contraddizione con la loro musica violenta e provocatoria e con i loro atteggiamenti scandalosi e ribelli. Durante i loro concerti o distruggevano gli strumenti sbattendoli per terra, strappando loro le corde (Hendrix), o provocavano il pubblico con frasi a volte volgari (Morrison). La stessa esasperazione caratterizzò le vite di questi musicisti: tutti e tre morirono giovanissimi a causa dell'abuso di droghe e di alcolici.
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All’inizio degli anni 60 il R&R era già in forte crisi. A peggiorarla interviene quella che è stata ricordata negli Stati Uniti come la “british invasion”. Gli inglesi sono naturalmente prima di tutto i Beatles, che nel giro di poco tempo erano diventati delle star internazionali, dando una svolta alla musica giovanile in tutto il mondo. L’industria americana della musica subì un forte contraccolpo, che la fece restare disorientata a lungo. Probabilmente ci si aspettava che il fenomeno inglese tramontasse rapidamente, ma così non fu; ci furono anzi segni sempre più chiari che il centro del mondo (dal punto di vista della musica giovanile) si era spostato a Londra. La risposta americana all'ondata che veniva dall'altra parte dell'Atlantico furono due prodotti che non riuscivano a celare la loro natura "difensiva": Beach BoysByrds i Beach Boys e i Byrds. Non a caso, due gruppi.
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Good vibrations Il primo puntava sulla "riamericanizzazione" dello scenario rock: spiagge californiane, surf macchinoni, belle ragazze. Il secondo aveva il suo punto di forza in quel ”impegno” che sarebbe stato la parola d'ordine degli anni a venire. Mentre il progetto dei Beach Boys (per quanto arricchito dallo sperimentalismo di canzoni come la celebre Good vibrations) naufragava di lì a poco, quello dei Byrds si rivelava il più lungimirante e il più radicato nella nuova realtà giovanile americana, in rapidissima trasformazione proprio in quegli anni. Il movimento per i diritti civili, le rivolte razziali, la "nuova frontiera" di Kennedy, la guerra nel Vietnam, la ribellione studentesca all'Università di Berkeley, non potevano non ripercuotersi anche sulle tendenze della musica pop: superato lo shock della "british invasion", trascorsi gli anni della indiscussa egemonia britannica, l'America si riprendeva il rock, per fame definitivamente il fulcro di quel grande calderone che andava sotto il nome di "cultura alternativa".
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“Jefferson Airplane” “Fugs”, In gruppi come i “Jefferson Airplane” o in altri meno noti e meno commerciali come i “Fugs”, l'impegno politico non ignorava la lotta per la liberazione sessuale, il richiamo alle radici folk come fonte di autenticità si mescolava alla visionarietà “psichedelica" legata alla nascente cultura della droga. Dopo le esitazioni degli anni Cinquanta, il rock entrava nel decennio successivo, proprio a partire dalla sua terra d'origine: gli Stati Uniti. Dai suoi idoli il pubblico si aspettava sempre di più parole d'ordine, illuminate visioni del mondo, proclami rivoluzionari ad ogni livello e su ogni aspetto della vita. Non si trattava più soltanto di divertirsi, di ballare: i ragazzi che si raccoglievano attorno al palco non erano più gli estroversi teen-agers che accorrevano dieci o quindici anni prima ma una comunità in fermento, compatta e combattiva, consapevole del peso nuovo che la società le attribuiva. Erano gli anni dei giovani: nessuna generazione, forse, ha ricevuto maggiori attenzioni e destato maggiori preoccupazioni nell'opinione pubblica. Nessuna generazione, probabilmente, ha conferito tanta importanza alla creatività, all'arte in generale e in particolare alla musica.
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Cineforum Hair, USA 1979 regia di Milos Forman Negli anni 60 un ragazzo dell‘ Oklaoma arriva a New York perché sta per partire per il Vietnam: l'incontro con un gruppo di beatnik gli cambierà la vita. (Versione cinematografica del musical del 1968 )
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