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Prof. Alessandro Zennaro

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Presentazione sul tema: "Prof. Alessandro Zennaro"— Transcript della presentazione:

1 Prof. Alessandro Zennaro
I sistemi diagnostici DSM IV (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi Mentali 4 ed. testo rivisitato) ICD 10 (Classificazione internazionale delle malattie 10 ed.) Altri orientati teoricamente o finalizzati alla valutazione di ambiti cronologici trascurati o misconosciuti dai 2 sistemi precedenti: Sistema Francese; 0 to 3… Prof. Alessandro Zennaro

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DSM IV Codici diagnostici La maggior parte dei disturbi del DSM-IV hanno un codice diagnostico (anzi 2 ma quello preceduto dalla lettera F è mutuato dall’ICD per ovvie ragioni di comunicazione) che compare più volte: 1) di fronte al nome del disturbo nella Classificazione (pagg ), 2) all'inizio del testo di ogni disturbo e 3) con i criteri per ogni disturbo. Per alcune diagnosi (per es. Ritardo Mentale, Disturbo dell'Umore Indotto da Sostanze), il codice appropriato dipende dalle ulteriori specificazioni, ed è posto dopo il testo e i criteri per il disturbo. I nomi di alcuni disturbi sono seguiti tra parentesi da definizioni alternative, che, nella maggior parte dei casi, corrispondono alle denominazioni del DSM-III-R. L'uso di codici diagnostici è fondamentale nel tenere le cartelle cliniche; facilita la raccolta dei dati ed il recupero e la compilazione di informazioni statistiche. I codici sono anche spesso necessari per riferire i dati diagnostici a terze parti interessate, quali le agenzie governative, gli assicuratori privati e l'Organizzazione Mondiale della Sanità. Per migliorare la specificità, vengono forniti sottotipi (alcuni dei quali sono codificati alla quinta cifra) e specificazioni. Prof. Alessandro Zennaro

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DSM IV Una diagnosi del DSM-IV viene di solito applicata allo stato attuale dell'individuo, e tipicamente non viene utilizzata per indicare precedenti diagnosi dalle quali l'individuo è guarito. Le specificazioni che indicano la gravità e il decorso, possono essere elencate dopo la diagnosi: Lieve, Moderato, Grave, In Remissione Parziale, In Remissione Completa, In Anamnesi.Le specificazioni Lieve, Moderato e Grave dovrebbero essere usate soltanto quando vengono soddisfatti pienamente i criteri per il disturbo al momento attuale. Lieve Sono presenti pochi o nessun sintomo oltre a quelli necessari per la diagnosi, e i sintomi provocano solo una minima menomazione nel funzionamento sociale o lavorativo. Moderato Sono presenti sintomi o menomazione funzionale tra "lieve" e "grave". Grave Sono presenti molti sintomi oltre a quelli necessari per la diagnosi o diversi sintomi particolarmente gravi, oppure menomazione marcata nel funzionamento sociale o lavorativo. In Remissione Parziale I criteri completi per il disturbo risultavano precedentemente soddisfatti. In Remissione Completa In Anamnesi Prof. Alessandro Zennaro

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DSM IV Per la diversità delle presentazioni cliniche è impossibile che la classificazione diagnostica preveda qualsiasi situazione possibile. Per questo motivo vi è almeno una categoria Non Altrimenti Specificata (NAS) per ogni classe diagnostica, e per alcune ve ne sono diverse. La tabella che segue espone i vari modi a disposizione del clinico per indicare l'incertezza diagnostica: Codici Z o aggiuntivi Z03.2 Nessuna diagnosi in asse I o II (precisare) R69 (799.9) Diagnosi o condizione differita sull'Asse I R46.8 (799.9) Diagnosi differita sull'Asse II F99 (300.9) Disturbo Mentale Non Specificato (non psicotico) F29 (298.9) Disturbo Psicotico Non Altrimenti Specificato Una ulteriore precisazione utile e l’apposizione del titolo (provvisorio) dopo la diagnosi, utilizzata quale precauzione da parte del clinico Prof. Alessandro Zennaro

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DSM IV Asse I: Disturbi Clinici Altre condizioni che possono essere oggetto di attenzione clinica Sull'Asse I si riportano tutti i vari disturbi o condizioni della Classificazione eccetto i Disturbi di Personalità e il Ritardo Mentale (che vengono riportati sull'Asse II). Quando un individuo presenta più di un disturbo di Asse I, dovrebbero essere tutti riportati. Se è presente più di un disturbo di Asse I, si dovrebbe indicare la diagnosi principale o il motivo della visita elencandoli per primi. Quando un individuo presenta sia un disturbo di Asse I che di Asse II, si presumerà che la diagnosi principale o il motivo della visita saranno sull'Asse I a meno che la diagnosi di Asse II non sia seguita dalla precisazione "(Diagnosi Principale)" o "(Motivo della Visita)". Se non è presente alcun disturbo di Asse I, si dovrebbe registrare Z03.2. Se una diagnosi di Asse I viene differita, in attesa di raccogliere ulteriori informazioni, si dovrebbe registrare R69. Prof. Alessandro Zennaro

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DSM IV Asse I: Disturbi Clinici Altre condizioni che possono essere oggetto di attenzione clinica Disturbi Solitamente Diagnosticati per la Prima Volta nell'Infanzia, nella Fanciullezza o nell'Adolescenza Delirium, Demenza, e Disturbi Amnestici e Altri Disturbi Cognitivi Disturbi Mentali Dovuti ad una Condizione Medica Generale Disturbi Correlati a Sostanze Schizofrenia ed Altri Disturbi Psicotici Disturbi dell'Umore Disturbi d'Ansia Disturbi Somatoformi Disturbi Fittizi Disturbi Dissociativi Disturbi Sessuali e dell'Identità di Genere Disturbi dell'Alimentazione Disturbi del Sonno Disturbi del Controllo degli Impulsi Non Classificati Altrove Disturbi dell'Adattamento Altre condizioni che possono essere oggetto di attenzione clinica Prof. Alessandro Zennaro

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DSM IV Asse I: Altre condizioni che possono essere oggetto di attenzione clinica. Fattori psicologici che influenzano una condizione medica (disturbi, sintomi, tratti, comportamenti, reazioni…) Disturbi del movimento indotti da farmaci (parkinsonismo da neurolettici, sindrome maligna da neurolettici, distonia acuta da neurolettici, acatisia acuta da neurolettici, discinesia tardiva da neurolettici, tremore posturale da neurolettici e disturbi del movimento nas indotti da farmaci) Problemi relazionali (correlati a disturbo mentale, genitore-bambino, tra partner, tra fratelli, nas) Problemi correlati a maltrattamento o abbandono (maltrattamento fisico, abuso sessuale, abbandono, maltrattamento fisico dell’adulto, abuso sessuale dell’adulto Ulteriori condizioni (non collaborazione al trattamento, simulazione (V65.2), comportamento antisociale dell’adulto, comportamento antisociale del bambino o dell’adolescente, funzionamento intellettivo al limite, declino cognitivo correlato all’età, lutto, problema scolastico. Problema lavorativo. Problemi di identità, problema religioso o spirituale, problema di acculturazione, problema relativo ad una fase di vita Prof. Alessandro Zennaro

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DSM IV Asse II: Disturbi di Personalità Ritardo Mentale Sull'Asse II si riportano i Disturbi di Personalità e il Ritardo Mentale. Può essere utilizzato anche per annotare importanti caratteristiche di personalità e meccanismi di difesa maladattivi. L'indicazione dei Disturbi di Personalità e del Ritardo Mentale su un Asse a parte assicura un'adeguata considerazione per la possibile presenza di Disturbi di Personalità e Ritardo Mentale, che potrebbero essere altrimenti trascurati quando l'attenzione viene diretta ai disturbi di Asse I, solitamente più floridi. Disturbo Paranoide di Personalità Disturbo Schizoide di Personalità Disturbo Schizotipico di Personalità Disturbo Antisociale di Personalità Disturbo Borderline di Personalità Disturbo Istrionico di Personalità Disturbo Narcisistico di Personalità Disturbo Evitante di Personalità Disturbo Dipendente di Personalità Disturbo Ossessivo-Compulsivo di Personalità Disturbo di Personalità Non Altrimenti Specificato Ritardo Mentale Prof. Alessandro Zennaro

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DSM IV Asse III: Condizioni Mediche Generali Sull'Asse III si riportano le Condizioni Mediche Generali in atto potenzialmente rilevanti per la comprensione o il trattamento del disturbo mentale dell'individuo. Queste condizioni sono classificate fuori dal capitolo dei "Disturbi Mentali" dell'ICD-9-CM (e fuori dal capitolo V dell'ICD-10). Come discusso nell'"Introduzione", la distinzione multiassiale tra disturbi di Asse I, II e III non implica che vi siano differenze fondamentali nella loro concettualizzazione, che i disturbi mentali non siano correlati a fattori o processi fisici o biologici, o che le condizioni mediche generali non siano correlate a fattori o processi comportamentali o psicosociali. La distinzione delle condizioni mediche generali ha lo scopo di incoraggiare la completezza della valutazione e di migliorare la comunicazione tra gli operatori sanitari. Prof. Alessandro Zennaro

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DSM IV Asse IV: Problemi Psicosociali ed Ambientali Sull'Asse IV si riportano i problemi psicosociali ed ambientali che possono influenzare la diagnosi, il trattamento e la prognosi dei disturbi mentali (Asse I e Asse II). Un problema psicosociale o ambientale può corrispondere a un evento vitale negativo, una difficoltà o una carenza ambientale, uno stress familiare o interpersonale di altro tipo, alla inadeguatezza del supporto sociale o delle risorse personali, o ad altri problemi legati al contesto nel quale si sono sviluppate le difficoltà dell'individuo. I cosiddetti eventi stressanti positivi, quali una promozione sul lavoro, dovrebbero essere indicati solo quando costituiscono o causano un problema, come nel caso in cui la persona abbia difficoltà ad adattarsi alla nuova situazione. Oltre a giocare un ruolo nello scatenare o esacerbare un disturbo mentale, i problemi psicosociali possono anche svilupparsi come conseguenza della psicopatologia, o possono costituire problemi che meritano di essere considerati nel piano generale del trattamento. Prof. Alessandro Zennaro

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DSM IV Asse IV: Problemi Psicosociali ed Ambientali •Problemi con il gruppo di supporto principale Per es., morte di un membro della famiglia; problemi di salute in famiglia; •Problemi legati all'ambiente sociale Per es., morte o perdita di un amico; inadeguato supporto sociale; vivere da soli; difficoltà di acculturazione; discriminazione; adattamento ai cambiamenti di vita (come il pensionamento) •Problemi di istruzione •Problemi lavorativi •Problemi abitativi Per es., essere senza-tetto; alloggio inadeguato; •Problemi economici •Problemi di accesso ai servizi sanitari Per es., servizi sanitari inadeguati; indisponibilità di trasporti per le strutture sanitarie; assicurazione sanitaria inadeguata •Problemi legati all'interazione con il sistema legale/criminalità •Altri problemi psicosociali e ambientali Per es., esposizione a catastrofi, guerre, altre inimicizie; Prof. Alessandro Zennaro

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DSM IV Asse V: Valutazione Globale del Funzionamento Sull'Asse V si riporta il giudizio del clinico sul livello di funzionamento globale. Questo tipo di informazione è utile per pianificare il trattamento e misurare il suo impatto, e per predire l'esito. Il funzionamento globale viene riportato sull'Asse V tramite la Scala per la Valutazione Globale del Funzionamento VGF). La VGF è riportata sull'Asse V come segue: "VGF=", seguita dalla valutazione VGF da 1 a 100, seguita dal periodo di tempo a cui si riferisce in parentesi -- per es., "(attuale)", "(più alto livello nell'ultimo anno)", "(alla dimissione)". Vedi gli esempi a pag. 47. In alcune situazioni può essere utile valutare la disabilità sociale e lavorativa per seguire i progressi nella riabilitazione indipendenti dalla gravità dei sintomi psicologici. A questo scopo in Appendice B è inclusa una Scala di Valutazione del Funzionamento Sociale e Lavorativo (VFSL). In Appendice B sono incluse inoltre altre due scale proposte--Valutazione Globale del Funzionamento Relazionale (VGFR) e la Scala del Funzionamento Difensivo che possono essere utili in alcune situazioni. Prof. Alessandro Zennaro

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Codice (Nota: usare codici intermedi, ove necessario, per es. 45, 68, 72) Funzionamento superiore alla norma in un ampio spettro di attività, i problemi della vita non sembrano mai sfuggire di mano, è ricercato dagli altri per le sue numerose qualità positive. Nessun sintomo. Sintomi assenti o minimi (es.: ansia lieve prima di un esame), buon funzionamento in tutte le aree, interessato e coinvolto in un ampio spettro di attività, socialmente efficiente, in genere soddisfatto della vita, nessun problema o preoccupazione oltre a quelli della vita quotidiana (es.: discussioni occasionali coi membri della famiglia). Se sono presenti sintomi, essi rappresentano reazioni transitorie e attendibili a stimoli psicosociali stressanti (es.: difficoltà a concentrarsi dopo una discussione familiare); lievissima alterazione del funzionamento sociale, occupazionale o scolastico (es.: rimanere temporaneamente indietro nello studio). Alcuni sintomi lievi (es.: umore depresso e insonnia lieve). Oppure alcune difficoltà nel funzionamento sociale, lavorativo o scolastico (es.: alcune assenze ingiustificate da scuola, o furti in casa), ma in genere funziona abbastanza bene, e ha alcune relazioni interpersonali significative. Sintomi moderati (es.: affettività appiattita e linguaggio circostanziato, occasionali attacchi di panico). Oppure moderate difficoltà nel funzionamento sociale, lavorativo e scolastico (es.: pochi amici, conflitti con i compagni di lavoro). Sintomi gravi (es.: idee di suicidio, rituali ossessivi gravi, frequenti furti nei negozi). Oppure qualsiasi grave alterazione nel funzionamento sociale, lavorativo o scolastico (es.: nessun amico, incapace di conservare un lavoro). Alterazioni nel test di realtà o nella comunicazione (es.: l'eloquio è talvolta illogico, oscuro o non pertinente). Oppure menomazione grave in alcune aree, quali il lavoro o la scuola, le relazioni familiari, la capacità di giudizio, il pensiero o l'umore (es.: il depresso evita gli amici, trascura la famiglia ed è incapace di lavorare; il bambino picchia frequentemente i bambini più piccoli, è provocatorio in casa e non rende a scuola). Il comportamento è considerevolmente influenzato da deliri o allucinazioni. Oppure grave alterazione della comunicazione o della capacità di giudizio (es.: talvolta incoerente, agisce in modo grossolanamente inappropriato; idee di suicidio). Oppure incapacità di funzionare in quasi tutte le aree (es.: resta a letto tutto il giorno; non ha lavoro, casa o amici). Qualche pericolo di far del male a sé stesso o agli altri (es.: tentativi di suicidio senza una chiara aspettativa di morire, frequentemente violento, eccitamento maniacale). Oppure occasionalmente non riesce a mantenere l'igiene personale minima (es.: si sporca con le feci). Oppure grossolana alterazione della comunicazione (es.: decisamente incoerente o mutacico). Persistente pericolo di far del male in modo grave a sé stesso o agli altri (es.: violenza ricorrente). Oppure persistente incapacità di mantenere la igiene personale minima. Oppure grave gesto suicida con chiara aspettativa di morire. 0 Informazioni inadeguate. Prof. Alessandro Zennaro

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Disturbi Solitamente Diagnosticati per la Prima Volta nell'Infanzia, nella Fanciullezza o nell'Adolescenza. • Ritardo Mentale • Disturbi dell'Apprendimento (in precedenza Disturbi delle Capacità Scolastiche) • Disturbo delle Capacità Motorie • Disturbi della Comunicazione • Disturbi Generalizzati dello Sviluppo • Disturbi da Deficit di Attenzione e da Comportamento Dirompente • Disturbi della Nutrizione e dell'Alimentazione dell'Infanzia o della Prima Fanciullezza • Disturbi da Tic • Disturbi della Evacuazione • Altri Disturbi dell'Infanzia, della Fanciullezza o dell'Adolescenza Prof. Alessandro Zennaro

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Disturbi Solitamente Diagnosticati per la Prima Volta nell'Infanzia, nella Fanciullezza o nell'Adolescenza. Ritardo Mentale La caratteristica fondamentale del Ritardo Mentale è un funzionamento intellettivo generale significativamente al di sotto della media (Criterio A) che è accompagnato da significative limitazioni nel funzionamento adattivo in almeno due delle seguenti aree delle capacità di prestazione: comunicazione, cura della persona, vita in famiglia, capacità sociali/interpersonali, uso delle risorse della comunità, autodeterminazione, capacità di funzionamento scolastico, lavoro, tempo libero, salute, e sicurezza (Criterio B). L'esordio deve avvenire prima dei 18 anni (Criterio C). Il Ritardo Mentale ha molte diverse etiologie e può essere visto come la via finale comune di vari processi patologici che agiscono sul funzionamento del sistema nervoso centrale. Il funzionamento intellettivo generale è definito dal quoziente di intelligenza (QI o equivalenti del QI) ottenuto tramite la valutazione con uno o più test di intelligenza standardizzati somministrati individualmente Un funzionamento intellettivo significativamente al di sotto della media è definito da un QI di circa 70 o inferiore (circa 2 deviazioni standard al di sotto della media). Prof. Alessandro Zennaro

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Disturbi Solitamente Diagnosticati per la Prima Volta nell'Infanzia, nella Fanciullezza o nell'Adolescenza. Ritardo Mentale F70.9 Ritardo Mentale Lieve [317] livello del QI da a circa 70 F71.9 Ritardo Moderato [318.0] livello del QI da a 50-55 F72.9 Ritardo Mentale Grave [318.1] livello del QI da a 35-40 F73.9 Ritardo Mentale Gravissimo [318.2] livello del QI sotto 20 o 25. F79.9 Ritardo Mentale, Gravità Non Specificata [319], può essere usato quando c'è forte motivo di supporre un Ritardo Mentale, ma l'intelligenza del soggetto non è valutabile con i test standard (per es., in soggetti troppo compromessi o non collaborativi, o nella prima infanzia). Prof. Alessandro Zennaro

17 Disturbi dell'Apprendimento
Disturbi Solitamente Diagnosticati per la Prima Volta nell'Infanzia, nella Fanciullezza o nell'Adolescenza. Disturbi dell'Apprendimento Questa sezione sui Disturbi dell'Apprendimento comprende il Disturbo della Lettura, il Disturbo del Calcolo, il Disturbo dell'Espressione Scritta, e il Disturbo dell'Apprendimento Non Altrimenti Specificato. I Disturbi dell'Apprendimento vengono diagnosticati quando i risultati ottenuti dal soggetto in test standardizzati, somministrati individualmente, su lettura, calcolo, o espressione scritta risultano significativamente al di sotto di quanto previsto in base all'età, all'istruzione, e al livello di intelligenza. I problemi di apprendimento interferiscono in modo significativo con i risultati scolastici o con le attività della vita quotidiana che richiedono capacità di lettura, di calcolo, o di scrittura. Possono essere usati diversi metodi statistici per stabilire se un divario è significativo. Prof. Alessandro Zennaro

18 Disturbi della Comunicazione
Disturbi Solitamente Diagnosticati per la Prima Volta nell'Infanzia, nella Fanciullezza o nell'Adolescenza. Disturbi della Comunicazione In questa sezione sono inclusi i seguenti Disturbi della Comunicazione: • F80.1 Disturbo della Espressione del Linguaggio [315.31] • F80.2 Disturbo Misto della Espressione e della Ricezione del Linguaggio [315.31] • F80.0 Disturbo della Fonazione [315.39] (in precedenza Disturbo di Sviluppo dell'Articolazione della Parola) • F98.5 Balbuzie [307.0] • F80.9 Disturbo della Comunicazione Non Altrimenti Specificato [307.9] Prof. Alessandro Zennaro

19 Disturbi Generalizzati dello Sviluppo
Disturbi Solitamente Diagnosticati per la Prima Volta nell'Infanzia, nella Fanciullezza o nell'Adolescenza. Disturbi Generalizzati dello Sviluppo I Disturbi Generalizzati dello Sviluppo sono caratterizzati da compromissione grave e generalizzata in diverse aree dello sviluppo: capacità di interazione sociale reciproca, capacità di comunicazione, o presenza di comportamenti, interessi, e attività stereotipate. Le compromissioni qualitative che definiscono queste condizioni sono nettamente anomale rispetto al livello di sviluppo o all'età mentale del soggetto. Questi disturbi sono di solito evidenti nei primi anni di vita e sono spesso associati con un certo grado di Ritardo Mentale, che, se presente, dovrebbe essere codificato sull'Asse II. I Disturbi Generalizzati dello Sviluppo si osservano talvolta con un gruppo vario di condizioni mediche generali (per es., anomalie cromosomiche, infezioni congenite, anomalie strutturali del sistema nervoso centrale). Se queste condizioni sono presenti, dovrebbero essere codificate sull'Asse III. Sebbene termini come "psicosi" o "schizofrenia infantile" siano stati usati in passato in riferimento ai soggetti affetti da queste condizioni, vi sono considerevoli prove a favore dell'opinione che i Disturbi Generalizzati dello Sviluppo siano diversi dalla Schizofrenia (per quanto un soggetto con un Disturbo Generalizzato dello Sviluppo possa occasionalmente sviluppare in seguito una Schizofrenia). Prof. Alessandro Zennaro

20 Disturbi Generalizzati dello Sviluppo
Disturbi Solitamente Diagnosticati per la Prima Volta nell'Infanzia, nella Fanciullezza o nell'Adolescenza. Disturbi Generalizzati dello Sviluppo • F84.0 Disturbo Autistico [299.00] • F84.2 Disturbo di Rett [299.80] • F84.3 Disturbo Disintegrativo della Fanciullezza [299.10] • F84.5 Disturbo di Asperger [299.80] • F84.9 Disturbo Generalizzato dello Sviluppo Non Altrimenti Specificato (incluso l'Autismo Atipico) [299.80] Prof. Alessandro Zennaro

21 Disturbi da Deficit di Attenzione e da Comportamento Dirompente
Disturbi Solitamente Diagnosticati per la Prima Volta nell'Infanzia, nella Fanciullezza o nell'Adolescenza. Disturbi da Deficit di Attenzione e da Comportamento Dirompente • Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività • F90.9 Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività Non Altrimenti Specificato [314.9] • F91.8 Disturbo della Condotta [312.8] • F91.3 Disturbo Oppositivo Provocatorio [313.81] • F91.9 Disturbo da Comportamento Dirompente Non Altrimenti Specificato [312.9] Prof. Alessandro Zennaro

22 Prof. Alessandro Zennaro
Disturbi Solitamente Diagnosticati per la Prima Volta nell'Infanzia, nella Fanciullezza o nell'Adolescenza. Disturbi della Nutrizione e dell'Alimentazione dell'Infanzia o della Prima Fanciullezza I Disturbi della Nutrizione e dell'Alimentazione dell'Infanzia o della Prima Fanciullezza sono caratterizzati da persistenti anomalie della nutrizione e dell'alimentazione. I disturbi specifici inclusi sono • F98.3 Pica [307.52] • F98.2 Disturbo di Ruminazione [307.53] • F98.2 Disturbo della Nutrizione dell'Infanzia o della Prima Fanciullezza [307.59] Prof. Alessandro Zennaro

23 Prof. Alessandro Zennaro
Disturbi Solitamente Diagnosticati per la Prima Volta nell'Infanzia, nella Fanciullezza o nell'Adolescenza. Disturbi da Tic Un tic è un movimento, o una vocalizzazione, improvviso, rapido, ricorrente, aritmico e stereotipato. È avvertito come irresistibile ma può essere represso per periodi variabili di tempo. Tutte le forme di tic possono essere esacerbate dallo stress e attenuarsi durante attività che richiedono concentrazione (per es., leggere o cucire). I tic solitamente diminuiscono in maniera marcata durante il sonno. Sia i tic motori che vocali possono essere classificati come semplici o complessi, anche se il confine non è ben definito. I tic motori semplici comuni includono ammiccamenti, torsioni del collo, alzate di spalle, smorfie del viso, e colpi di tosse. I tic vocali semplici comuni includono raschiarsi la gola, grugnire, tirare su col naso, sbuffare e abbaiare. I tic motori complessi comuni includono movimenti mimici o riassettarsi, saltare, toccare, pestare i piedi e odorare un oggetto. I tic vocali complessi comuni includono la ripetizione di parole o di frasi fuori dal contesto, la coprolalia (uso di parole socialmente inaccettabili, spesso oscene), la palilalia (ripetizione dei propri suoni o delle proprie parole) e l'ecolalia (ripetizione del suono, parola o frase uditi per ultimi). Altri tic complessi includono l'ecocinesi (imitazione dei movimenti altrui). Prof. Alessandro Zennaro

24 Prof. Alessandro Zennaro
Disturbi Solitamente Diagnosticati per la Prima Volta nell'Infanzia, nella Fanciullezza o nell'Adolescenza. Disturbi da Tic Il gruppo di criteri dell'ICD-10 e del DSM-IV per i Disturbi da Tic sono all'incirca gli stessi. • F95.2 Disturbo di Tourette [307.23] • F95.1 Disturbo Cronico da Tic Motori o Vocali [307.22] • F95.0 Disturbo Transitorio da Tic [307.21] • F95.9 Disturbo da Tic Non Altrimenti Specificato [307.20] Prof. Alessandro Zennaro

25 Disturbi della Evacuazione
Disturbi Solitamente Diagnosticati per la Prima Volta nell'Infanzia, nella Fanciullezza o nell'Adolescenza. Disturbi della Evacuazione • Encopresi • F98.0 Enuresi (Non Dovuta ad una Condizione Medica Generale) [307.6] Prof. Alessandro Zennaro

26 Altri Disturbi dell'Infanzia, della Fanciullezza o dell'Adolescenza
Disturbi Solitamente Diagnosticati per la Prima Volta nell'Infanzia, nella Fanciullezza o nell'Adolescenza. Altri Disturbi dell'Infanzia, della Fanciullezza o dell'Adolescenza • F93.0 Disturbo d'Ansia di Separazione [309.21] • F94.0 Mutismo Selettivo (precedentemente Mutismo Elettivo) [313.23] • F94.x Disturbo Reattivo dell'Attaccamento dell'Infanzia o della Prima Fanciullezza [313.89] • F98.4 Disturbo da Movimenti Stereotipati [307.3] (precedentemente Disturbo da Stereotipia/Abitudine) • F98.9 Disturbo dell'Infanzia, della Fanciullezza o dell'Adolescenza Non Altrimenti Specificato [313.9] Prof. Alessandro Zennaro

27 Prof. Alessandro Zennaro
Disturbi Solitamente Diagnosticati per la Prima Volta nell'Infanzia, nella Fanciullezza o nell'Adolescenza. Disturbo Reattivo dell'Attaccamento dell'Infanzia o della Prima Fanciullezza La caratteristica fondamentale del Disturbo Reattivo dell'Attaccamento è una modalità di relazione sociale, notevolmente disturbata e inadeguata rispetto al livello di sviluppo, che si manifesta in quasi tutti i contesti, che inizia prima dei 5 anni ed è associata ad un accudimento grossolanamente patologico (Criterio A). Sottotipi Il tipo predominante di anomalia della modalità di relazione sociale può essere indicato specificando uno dei seguenti sottotipi per il Disturbo Reattivo dell'Attaccamento. F94.1 Tipo Inibito. In questo sottotipo, l'anomalia predominante della modalità di relazione sociale è la persistente incapacità di iniziare la maggior parte delle interazioni sociali e di rispondere ad esse in maniera adeguata al livello di sviluppo. F94.2 Tipo Disinibito. Questo sottotipo viene usato se l'anomalia predominante della modalità di relazione sociale è una socievolezza indiscriminata o una mancanza di selettività nella scelta delle figure di attaccamento. Prof. Alessandro Zennaro

28 Schizofrenia e altri Disturbi Psicotici
ASSE I I disturbi sotto elencati sono inclusi in questa sezione. La Schizofrenia Il Disturbo Schizofreniforme Il Disturbo Schizoaffettivo Il Disturbo Delirante Il Disturbo Psicotico Breve Il Disturbo Psicotico Condiviso Il Disturbo Psicotico Dovuto a una Condizione Medica Generale Il Disturbo Psicotico Indotto da Sostanze Il Disturbo Psicotico Non Altrimenti Specificato Prof. Alessandro Zennaro

29 Prof. Alessandro Zennaro
Schizofrenia ASSE I A. Sintomi caratteristici: due (o più) dei sintomi seguenti, ciascuno presente per un periodo di tempo significativo durante un periodo di un mese (o meno se trattati con successo): 1) deliri 2) allucinazioni 3) eloquio disorganizzato (per es., frequenti deragliamenti o incoerenza) 4) comportamento grossolanamente disorganizzato o catatonico 5) sintomi negativi, cioè appiattimento dell'affettività, alogia, abulia. Nota È richiesto un solo sintomo del Criterio A se i deliri sono bizzarri, o se le allucinazioni consistono di una voce che continua a commentare il comportamento o i pensieri del soggetto, o di due o più voci che conversano tra loro. B. Disfunzione sociale/lavorativa: per un periodo significativo di tempo dall'esordio del disturbo, una o più delle principali aree di funzionamento come il lavoro, le relazioni interpersonali, o la cura di sé si trovano notevolmente al di sotto del livello raggiunto prima della malattia (oppure, quando l'esordio è nell'infanzia o nell'adolescenza, si manifesta un'incapacità di raggiungere il livello di funzionamento interpersonale, scolastico o lavorativo prevedibile). C. Durata: segni continuativi del disturbo persistono per almeno 6 mesi. Questo periodo di 6 mesi deve includere almeno 1 mese di sintomi (o meno se trattati con successo) che soddisfino il Criterio A (cioè, sintomi della fase attiva D. Esclusione dei Disturbi Schizoaffettivo e dell'Umore: il Disturbo Schizoaffettivo e il Disturbo dell'Umore Con Manifestazioni Psicotiche sono stati esclusi poiché: (1) nessun Episodio Depressivo Maggiore, Maniacale o Misto si è verificato in concomitanza con i sintomi della fase attiva; (2) oppure, se si sono verificati episodi di alterazioni dell'umore durante la fase di sintomi attivi, la loro durata totale risulta breve relativamente alla durata complessiva dei periodi attivo e residuo. E. Esclusione di sostanze e di una condizione medica generale: il disturbo non è dovuto agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (per es., una sostanza di abuso, un farmaco) o a una condizione medica generale. F. Relazione con un Disturbo Pervasivo dello Sviluppo: se c'è una storia di Disturbo Autistico o di altro Disturbo Pervasivo dello Sviluppo, la diagnosi addizionale di Schizofrenia si fa soltanto se sono pure presenti deliri o allucinazioni rilevanti per almeno un mese (o meno se trattati con successo). Prof. Alessandro Zennaro

30 Sottotipi della Schizofrenia
ASSE I F20.0x Tipo Paranoide Un tipo di Schizofrenia nel quale risultano soddisfatti i seguenti criteri: A. Preoccupazione relativa a uno o più deliri o frequenti allucinazioni uditive. B. Nessuno dei seguenti sintomi è rilevante: eloquio disorganizzato, comportamento disorganizzato o catatonico, affettività appiattita o inadeguata. F20.1x Tipo Disorganizzato Un tipo di Schizofrenia in cui risultano soddisfatti i criteri seguenti: A. Sono in primo piano tutti i seguenti: 1) eloquio disorganizzato 2) comportamento disorganizzato 3) affettività appiattita o inadeguata. B. Non risultano soddisfatti i criteri per il Tipo Catatonico. F20.2x Tipo Catatonico Un tipo di Schizofrenia nel quale il quadro clinico è dominato da almeno due dei seguenti sintomi: 1) arresto motorio come evidenziato da catalessia (inclusa flessibilità cerea) o da stupor; 2) eccessiva attività motoria (che è apparentemente senza scopo e non influenzata da stimoli esterni); 3) negativismo estremo (resistenza apparentemente senza motivo a tutti i comandi, o mantenimento di una postura rigida contro i tentativi di mobilizzazione) o mutacismo; 4) peculiarità del movimento volontario, come evidenziato dalla tendenza alla postura fissa (assunzione volontaria di pose inadeguate o bizzarre), da movimenti stereotipati, da rilevanti manierismi o smorfie; 5) ecolalia o ecoprassia. F20.3x Tipo Indifferenziato Un tipo di Schizofrenia nel quale sono presenti i sintomi che soddisfano il Criterio A, ma che non soddisfano i criteri per il Tipo Paranoide, Disorganizzato, o Catatonico. F20.4x Tipo Residuo Un tipo di Schizofrenia nel quale risultano soddisfatti i seguenti criteri: A. Assenza di rilevanti deliri e allucinazioni, eloquio disorganizzato, e comportamento grossolanamente disorganizzato o catatonico. B. Vi è manifestazione continua del disturbo, come indicato dalla presenza di sintomi negativi o di due o più sintomi elencati nel Criterio A per la Schizofrenia, presenti in forma attenuata (per es., convinzioni strane, esperienze percettive inusuali). Prof. Alessandro Zennaro

31 Sottotipi della Schizofrenia: la quinta cifra
ASSE I Codificare il decorso della Schizofrenia nella quinta cifra: .x2 Episodico Con Sintomi Residui Intercritici .x3 Episodico Con Nessun Sintomo Residuo Intercritico .x0 Continuo .x4 Episodio Singolo in Remissione Parziale .x5 Episodio Singolo in Remissione Completa .x8 Modalità Diversa o Non Specificata .x9 Meno di un anno dall'esordio dei sintomi iniziali della fase attiva Prof. Alessandro Zennaro

32 Prof. Alessandro Zennaro
Disturbi dell'Umore ASSE I Il Disturbo Depressivo Maggiore Il Disturbo Distimico Il Disturbo Depressivo Non Altrimenti Specificato Il Disturbo Bipolare I Il Disturbo Bipolare II Il Disturbo Ciclotimico Il Disturbo Bipolare Non Altrimenti Specificato Il Disturbo dell'Umore Dovuto ad una Condizione Medica Generale Il Disturbo dell'Umore Indotto da Sostanze Il Disturbo dell'Umore Non Altrimenti Specificato Prof. Alessandro Zennaro

33 D. DEPRESSIVO MAGGIORE MDD
ASSE I A Presenza di un Episodio Depressivo Maggiore B. L'Episodio Depressivo Maggiore non è meglio inquadrabile come Disturbo Schizoaffettivo, e non è sovrapposto a Schizofrenia, Disturbo Schizofreniforme, Disturbo Delirante o Disturbo Psicotico Non Altrimenti Specificato. C. Non è mai stato presente un Episodio Maniacale), un Episodio Misto o un Episodio Ipomaniacale. Episodio Depressivo Maggiore Cinque (o più) dei seguenti sintomi sono stati contemporaneamente presenti durante un periodo di 2 settimane e rappresentano un cambiamento rispetto al precedente livello di funzionamento; almeno uno dei sintomi è costituito da 1) umore depresso o 2) perdita di interesse o piacere. 1) umore depresso per la maggior parte del giorno, quasi ogni giorno, come riportato dal soggetto (per es., si sente triste o vuoto) o come osservato dagli altri (per es., appare lamentoso). Nota Nei bambini e negli adolescenti l'umore può essere irritabile 2) marcata diminuzione di interesse o piacere per tutte, o quasi tutte, le attività per la maggior parte del giorno, quasi ogni giorno (come riportato dal soggetto o come osservato dagli altri) 3) significativa perdita di peso, senza essere a dieta, o aumento di peso), oppure diminuzione o aumento dell'appetito quasi ogni giorno. Nota Nei bambini, considerare l'incapacità di raggiungere i normali livelli ponderali 4) insonnia o ipersonnia quasi ogni giorno 5) agitazione o rallentamento psicomotorio quasi ogni giorno (osservabile dagli altri, non semplicemente sentimenti soggettivi di essere irrequieto o rallentato) 6) faticabilità o mancanza di energia quasi ogni giorno 7) sentimenti di autosvalutazione o di colpa eccessivi o inappropriati (che possono essere deliranti), quasi ogni giorno (non semplicemente autoaccusa o sentimenti di colpa per essere ammalato) 8) ridotta capacità di pensare o di concentrarsi, o indecisione, quasi ogni giorno (come impressione soggettiva o osservata dagli altri) 9) pensieri ricorrenti di morte (non solo paura di morire), ricorrente ideazione suicidaria senza un piano specifico, o un tentativo di suicidio, o l'ideazione di un piano specifico per commettere suicidio. B. I sintomi non soddisfano i criteri per un Episodio Misto. C. I sintomi causano disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento sociale, lavorativo, o di altre aree importanti. D. I sintomi non sono dovuti agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (per es., una droga di abuso, un medicamento) o di una condizione medica generale (per es., ipotiroidismo). E. I sintomi non sono meglio giustificati da Lutto, cioè, dopo la perdita di una persona amata, i sintomi persistono per più di 2 mesi, o sono caratterizzati da una compromissione funzionale marcata, autosvalutazione patologica, ideazione suicidaria, sintomi psicotici o rallentamento psicomotorio. Prof. Alessandro Zennaro

34 Prof. Alessandro Zennaro
DISTURBO DISTIMICO ASSE I A. Umore depresso per la maggior parte del giorno, quasi tutti i giorni, come riferito dal soggetto ed osservato dagli altri, per almeno 2 anni. Nota Nei bambini e negli adolescenti l'umore può essere irritabile, e la durata deve essere di almeno 1 anno. B. Presenza, quando depresso, di due (o più) dei seguenti sintomi: 1) scarso appetito o iperfagia 2) insonnia o ipersonnia 3) scarsa energia o astenia 4) bassa autostima 5) difficoltà di concentrazione o nel prendere decisioni 6) sentimenti di disperazione C. Durante i 2 anni di malattia (1 anno nei bambini e negli adolescenti) la persona non è mai stata priva dei sintomi di cui ai Criteri A e B per più di 2 mesi alla volta. D. Durante i primi 2 anni di malattia (1 anno nei bambini e negli adolescenti) non è stato presente un Episodio Depressivo Maggiore cioè il disturbo non è meglio inquadrabile come Disturbo Depressivo Maggiore Cronico, o Disturbo Depressivo Maggiore, In Remissione Parziale. Nota Prima dell'insorgere del Disturbo Distimico può esserci stato un Episodio Depressivo Maggiore, purché seguito da una totale remissione (nessun segno o sintomo per 2 mesi). Inoltre, dopo i primi 2 anni (1 anno per bambini o adolescenti) di Disturbo Distimico possono esserci episodi sovrapposti di Disturbo Depressivo Maggiore; in questo caso vengono poste entrambe le diagnosi se risultano soddisfatti i criteri per l'Episodio Depressivo Maggiore. E. Non è mai stato presente un Episodio Maniacale, Misto o Ipomaniacale, né sono stati mai risultati soddisfatti i criteri per il Disturbo Ciclotimico. F. La malattia non si manifesta esclusivamente durante il corso di un Disturbo Psicotico cronico, come Schizofrenia o Disturbo Delirante. G. I sintomi non sono dovuti agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (ad es., una droga di abuso, un farmaco) o di una condizione medica generale (per es., ipotiroidismo). H. I sintomi causano disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento sociale, lavorativo o di altre aree importanti. Prof. Alessandro Zennaro

35 Prof. Alessandro Zennaro
DISTURBI BIPOLARI ASSE I Il Disturbo Bipolare I è caratterizzato da uno o più Episodi Maniacali o Misti, solitamente accompagnati da Episodi Depressivi Maggiori. Il Disturbo Bipolare II è caratterizzato da uno o più Episodi Depressivi Maggiori accompagnati da almeno un Episodio Ipomaniacale. Il Disturbo Ciclotimico è caratterizzato dalla presenza, per almeno due anni, di numerosi periodi con sintomi maniacali che non soddisfano i criteri per l'Episodio Maniacale e di numerosi periodi con sintomi depressivi che non soddisfano i criteri per l'Episodio Depressivo Maggiore. Prof. Alessandro Zennaro

36 DISTURBI DI PERSONALITA’
ASSE II Definizione generale di Disturbo di Personalità, che si applica ad ognuno dei 10 specifici Disturbi di Personalità: Un Disturbo di Personalità rappresenta un modello di esperienza interiore e di comportamento che devia marcatamente rispetto alle aspettative della cultura dell'individuo, è pervasivo e inflessibile, esordisce nell'adolescenza o nella prima età adulta, è stabile nel tempo, e determina disagio o menomazione. Prof. Alessandro Zennaro

37 DISTURBO PARANOIDE DI P.
ASSE II A. Diffidenza e sospettosità pervasive nei confronti degli altri (tanto che le loro intenzioni vengono interpretate come malevole), che iniziano nella prima età adulta e sono presenti in una varietà di contesti, come indicato da quattro (o più) dei seguenti elementi: 1) sospetta, senza una base sufficiente, di essere sfruttato, danneggiato o ingannato 2) dubita senza giustificazione della lealtà o affidabilità di amici o colleghi 3) è riluttante a confidarsi con gli altri a causa di un timore ingiustificato che le informazioni possano essere usate contro di lui 4) scorge significati nascosti umilianti o minacciosi in rimproveri o altri eventi benevoli 5) porta costantemente rancore, cioè, non perdona gli insulti, le ingiurie o le offese 6) percepisce attacchi al proprio ruolo o reputazione non evidenti agli altri, ed è pronto a reagire con rabbia o contrattaccare 7) sospetta in modo ricorrente, senza giustificazione, della fedeltà del coniuge o del partner sessuale. B. Non si manifesta esclusivamente durante il decorso della Schizofrenia, di un Disturbo dell'Umore con Manifestazioni Psicotiche, o di un altro Disturbo Psicotico, e non è dovuto agli effetti fisiologici diretti di una condizione medica generale. Nota Se i criteri risultano soddisfatti prima dell'esordio della Schizofrenia, aggiungere "Premorboso", per es., "Disturbo Paranoide di Personalità (Premorboso)". Prof. Alessandro Zennaro

38 DISTURBO SCHIZOIDE DI P.
ASSE II A. Una modalità pervasiva di distacco dalle relazioni sociali ed una gamma ristretta di espressioni emotive, in contesti interpersonali, che iniziano nella prima età adulta e sono presenti in una varietà di contesti, come indicato da quattro (o più) dei seguenti elementi: 1) non desidera né prova piacere nelle relazioni strette, incluso il far parte di una famiglia 2) quasi sempre sceglie attività solitarie 3) dimostra poco o nessun interesse per le esperienze sessuali con un'altra persona 4) prova piacere in poche o nessuna attività 5) non ha amici stretti o confidenti, eccetto i parenti di primo grado 6) sembra indifferente alle lodi o alle critiche degli altri 7) mostra freddezza emotiva, distacco o affettività appiattita. B. Non si manifesta esclusivamente durante il decorso della Schizofrenia, di un Disturbo dell'Umore con Manifestazioni Psicotiche, di un altro Disturbo Psicotico, o di un Disturbo Pervasivo dello Sviluppo, e non è dovuto agli effetti fisiologici diretti di una condizione medica generale. Nota Se i criteri risultano soddisfatti prima dell'esordio della Schizofrenia, aggiungere "Premorboso", per es., "Disturbo Schizoide di Personalità (Premorboso)". Prof. Alessandro Zennaro

39 DISTURBO SCHIZOTIPICO DI PERSONALITA’
ASSE II A. Una modalità pervasiva di relazioni sociali ed interpersonali deficitarie, evidenziate da disagio acuto e ridotta capacità riguardanti le relazioni strette, e da distorsioni cognitive e percettive ed eccentricità del comportamento, che compaiono nella prima età adulta, e sono presenti in una varietà di contesti, come indicato da cinque (o più) dei seguenti elementi: 1) idee di riferimento (escludendo i deliri di riferimento) 2) credenze strane o pensiero magico, che influenzano il comportamento, e sono in contrasto con le norme subculturali (per es., superstizione, credere nella chiaroveggenza, nella telepatia o nel "sesto senso"; nei bambini e adolescenti fantasie e pensieri bizzarri) 3) esperienze percettive insolite, incluse illusioni corporee 4) pensiero e linguaggio strani (per es., vago, circostanziato, metaforico, iperelaborato o stereotipato) 5) sospettosità o ideazione paranoide 6) affettività inappropriata o coartata 7) comportamento o aspetto strani, eccentrici, o peculiari 8) nessun amico stretto o confidente, eccetto i parenti di primo grado 9) eccessiva ansia sociale, che non diminuisce con l'aumento della familiarità, e tende ad essere associata con preoccupazioni paranoidi piuttosto che con un giudizio negativo di sé. B. Non si manifesta esclusivamente durante il decorso della Schizofrenia, di un Disturbo dell'Umore con Manifestazioni Psicotiche, di un altro Disturbo Psicotico o di un Disturbo Pervasivo dello Sviluppo. Nota Se i criteri risultano soddisfatti prima dell'esordio della Schizofrenia, aggiungere "Premorboso", per es., "Disturbo Schizotipico di Personalità (Premorboso)". Prof. Alessandro Zennaro

40 DISTURBO ANTISOCIALE DI P.
ASSE II A. Un quadro pervasivo di inosservanza e di violazione dei diritti degli altri, che si manifesta fin dall'età di 15 anni, come indicato da tre (o più) dei seguenti elementi: 1) incapacità di conformarsi alle norme sociali per ciò che concerne il comportamento legale, come indicato dal ripetersi di condotte suscettibili di arresto 2) disonestà, come indicato dal mentire, usare falsi nomi, o truffare gli altri ripetutamente, per profitto o per piacere personale 3) impulsività o incapacità di pianificare 4) irritabilità e aggressività, come indicato da scontri o assalti fisici ripetuti 5) inosservanza spericolata della sicurezza propria e degli altri 6) irresponsabilità abituale, come indicato dalla ripetuta incapacità di sostenere una attività lavorativa continuativa, o di far fronte ad obblighi finanziari 7) mancanza di rimorso, come indicato dall'essere indifferenti o dal razionalizzare dopo avere danneggiato, maltrattato o derubato un altro B. L'individuo ha almeno 18 anni. C. Presenza di un Disturbo della Condotta con esordio prima dei 15 anni di età. D. Il comportamento antisociale non si manifesta esclusivamente durante il decorso della Schizofrenia o di un Episodio Maniacale. Prof. Alessandro Zennaro

41 DISTURBO BORDERLINE DI P.
ASSE II A. Una modalità pervasiva di instabilità delle relazioni interpersonali, dell'immagine di sé e dell'umore e una marcata impulsività, comparse nella prima età adulta e presenti in vari contesti, come indicato da cinque (o più) dei seguenti elementi: 1) sforzi disperati di evitare un reale o immaginario abbandono. Nota Non includere i comportamenti suicidari o automutilanti considerati nel Criterio 5. 2) un quadro di relazioni interpersonali instabili e intense, caratterizzate dall'alternanza tra gli estremi di iperidealizzazione e svalutazione. 3) alterazione dell'identità: immagine di sé e percezione di sé marcatamente e persistentemente instabili 4) impulsività in almeno due aree che sono potenzialmente dannose per il soggetto, quali spendere, sesso, abuso di sostanze, guida spericolata, abbuffate). Nota Non includere i comportamenti suicidari o automutilanti considerati nel Criterio 5. 5) ricorrenti minacce, gesti, comportamenti suicidari, o comportamento automutilante. 6) instabilità affettiva dovuta a una marcata reattività dell'umore (per es., episodica intensa disforia, irritabilità o ansia, che di solito durano poche ore, e soltanto raramente più di pochi giorni) 7) sentimenti cronici di vuoto 8) rabbia immotivata e intensa o difficoltà a controllare la rabbia (per es., frequenti accessi di ira o rabbia costante, ricorrenti scontri fisici) 9) ideazione paranoide, o gravi sintomi dissociativi transitori, legati allo stress. Prof. Alessandro Zennaro

42 DISTURBO ISTRIONICO DI P.
ASSE II A. Un quadro pervasivo di emotività eccessiva e di ricerca di attenzione, che compare entro la prima età adulta ed è presente in una varietà di contesti, come indicato da cinque (o più) dei seguenti elementi: 1) è a disagio in situazioni nelle quali non è al centro dell'attenzione 2) l'interazione con gli altri è spesso caratterizzata da comportamento sessualmente seducente o provocante 3) manifesta un'espressione delle emozioni rapidamente mutevole e superficiale 4) costantemente utilizza l'aspetto fisico per attirare l'attenzione su di sé 5) lo stile dell'eloquio è eccessivamente impressionistico e privo di dettagli 6) mostra autodrammatizzazione, teatralità, ed espressione esagerata delle emozioni 7) è suggestionabile, cioè, facilmente influenzato dagli altri e dalle circostanze 8) considera le relazioni più intime di quanto non siano realmente. Prof. Alessandro Zennaro

43 Prof. Alessandro Zennaro
DISTURBO EVITANTE DI P. ASSE II A. Un quadro pervasivo di inibizione sociale, sentimenti di inadeguatezza, e ipersensibilità al giudizio negativo, che compare entro la prima età adulta, ed è presente in una varietà di contesti, come indicato da quattro (o più) dei seguenti elementi: 1) evita attività lavorative che implicano un significativo contatto interpersonale, poiché teme di essere criticato, disapprovato, o rifiutato 2) è riluttante nell'entrare in relazione con persone, a meno che non sia certo di piacere 3) è inibito nelle relazioni intime per il timore di essere umiliato o ridicolizzato 4) si preoccupa di essere criticato o rifiutato in situazioni sociali 5) è inibito in situazioni interpersonali nuove per sentimenti di inadeguatezza 6) si vede come socialmente inetto, personalmente non attraente, o inferiore agli altri 7) è insolitamente riluttante ad assumere rischi personali o ad ingaggiarsi in qualsiasi nuova attività, poiché questo può rivelarsi imbarazzante. Prof. Alessandro Zennaro

44 DISTURBO DIPENDENTE DI P.
ASSE II A. Una situazione pervasiva ed eccessiva di necessità di essere accuditi, che determina comportamento sottomesso e dipendente e timore della separazione, che compare nella prima età adulta ed è presente in una varietà di contesti, come indicato da cinque (o più) dei seguenti elementi: 1) ha difficoltà a prendere le decisioni quotidiane senza richiedere una eccessiva quantità di consigli e rassicurazioni 2) ha bisogno che altri si assumano le responsabilità per la maggior parte dei settori della sua vita 3) ha difficoltà ad esprimere disaccordo verso gli altri per il timore di perdere supporto o approvazione. Nota Non includere timori realistici di punizioni 4) ha difficoltà ad iniziare progetti o a fare cose autonomamente (per una mancanza di fiducia nel proprio giudizio o nelle proprie capacità piuttosto che per mancanza di motivazione o di energia) 5) può giungere a qualsiasi cosa pur di ottenere accudimento e supporto da altri, fino al punto di offrirsi per compiti spiacevoli 6) si sente a disagio o indifeso quando è solo per timori esagerati di essere incapace di provvedere a se stesso 7) quando termina una relazione stretta, ricerca urgentemente un'altra relazione come fonte di accudimento e di supporto 8) si preoccupa in modo non realistico di essere lasciato a provvedere a se stesso. Prof. Alessandro Zennaro

45 DISTURBO OSSESSIVO COMPULSIVO DI P.
ASSE II A. Un quadro pervasivo di preoccupazione per l'ordine, perfezionismo, e controllo mentale e interpersonale, a spese di flessibilità, apertura ed efficienza, che compare entro la prima età adulta ed è presente in una varietà di contesti, come indicato da quattro (o più) dei seguenti elementi: 1) attenzione per i dettagli, le regole, le liste, l'ordine, l'organizzazione o gli schemi, al punto che va perduto lo scopo principale dell'attività 2) mostra un perfezionismo che interferisce con il completamento dei compiti (per es., è incapace di completare un progetto perché non risultano soddisfatti i suoi standard oltremodo rigidi) 3) eccessiva dedizione al lavoro e alla produttività, fino all'esclusione delle attività di svago e delle amicizie 4) esageratamente coscienzioso, scrupoloso, inflessibile in tema di moralità, etica o valori (non giustificato dall'appartenenza culturale o religiosa) 5) è incapace di gettare via oggetti consumati o di nessun valore, anche quando non hanno alcun significato affettivo 6) è riluttante a delegare compiti o a lavorare con altri, a meno che non si sottomettano esattamente al suo modo di fare le cose 7) adotta una modalità di spesa improntata all'avarizia, sia per sé che per gli altri; il denaro è visto come qualcosa da accumulare in vista di catastrofi future 8) manifesta rigidità e testardaggine. Prof. Alessandro Zennaro

46 DISTURBO DI PERSONALITA’ NAS
ASSE II Questa categoria è riservata alle alterazioni del funzionamento della personalità che non soddisfano i criteri per alcuno specifico Disturbo di Personalità. Un esempio è la presenza di caratteristiche di uno o più Disturbi di Personalità specifici che non soddisfano completamente i criteri per nessun Disturbo di Personalità ("personalità mista"), ma che nel complesso causano disagio clinicamente significativo o compromissione in una o più aree importanti del funzionamento (per es., sociale o lavorativo). Questa categoria può anche essere utilizzata quando il clinico giudica che sia appropriato uno specifico Disturbo di Personalità che non è incluso nella Classificazione. Gli esempi includono il Disturbo Depressivo di Personalità e il Disturbo Passivo-Aggressivo di Personalità. Prof. Alessandro Zennaro


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