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Scuola in ospedale e istruzione domiciliare Percorso formativo per Dirigenti Scolastici e Docenti Modulo 2 Didattiche inclusive e relazione con il bambino.

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Presentazione sul tema: "Scuola in ospedale e istruzione domiciliare Percorso formativo per Dirigenti Scolastici e Docenti Modulo 2 Didattiche inclusive e relazione con il bambino."— Transcript della presentazione:

1 Scuola in ospedale e istruzione domiciliare Percorso formativo per Dirigenti Scolastici e Docenti Modulo 2 Didattiche inclusive e relazione con il bambino e il ragazzo malato. Contesto e relazioni Prof.sse Elena Marta, Emanuela Confalonieri Università Cattolica 7 settembre 2011

2 Modulo 2 Milano, 7 settembre, 11.00-13.00 “Crescere nell’apprendimento in situazioni di malattia: individuazione e analisi di possibili costellazioni relazionali” Milano, 30 settembre, 14.00-16.00 “Competenze relazionali e contesti educativi” Milano, 21 ottobre, 9.00-11.00 “Riflessioni conclusive” 2

3 Mappe e costellazioni Chi è al centro? Chi sono gli attori Come è occupato lo spazio? Quale costellazione? Relazioni e interazioni?

4 Mappe e costellazioni Chi è al centro? Bambino Scuola in ospedale Bambino e famiglia Scuola in generale Insegnante ….non sempre essere al centro della mappa significa essere il centro della costellazione relazionale….

5 Mappe e costellazioni Chi sono gli attori Sistemi Singoli Funzioni

6 Mappe e costellazioni Come è occupato lo spazio? Spazio vissuto in modo articolato, collegato e “possibile”, spazio frammentato con mondi/sistemi separati, spazio troppo pieno, confusivo Quale costellazione? Ragno Cascata Fiore Rete Matassa ingarbugliata

7 Ciò che si è sedimentato in quanto a norme,valori, riti e modello di comportamento, che lega (anche inconsapevolmente) le persone. E’ il contesto dell’interazione. L’influenza reciproca che gli attori esercitano sulle loro azioni rispettive allorché si trovano in presenza fisica gli uni degli altri. In questa prospettiva l’azione esercitata dagli attori è di fatto un’azione congiunta Interazioni e Relazioni

8 \ RELAZIONE INTERAZIONE

9 BRONFENBRENNER (1979), Modello ecologico dello sviluppo Questo autore ha enfatizzato con forza il ruolo del contesto nello sviluppo, proponendo un modello: PERSONA-PROCESSO-CONTESTO Visione sistemica dei fenomeni che non ricerca più una relazione diretta tra variabili dipendenti ed indipendenti, ma sposta l’attenzione sulle reciproche modificazioni ed interazioni delle variabili di sistema nel tempo

10 Costellazioni e contesto ecologia dello sviluppo MACROSISTEMA ESOSISTEMA MESOSISTEMA SCUOLA FAMIGLIA COETANEI Bronfenbrenner, 1979

11 I contesti dello sviluppo Ambiente ecologico Complessità dell’ecosistema in cui un essere umano si sviluppa: MICROSISTEMA (interazione faccia a faccia, famiglia, classe, gruppo) MESOSISTEMA connessioni tra un microsistema e un altro – rapporto genitori-insegnanti, orario lavoro-relazioni famiglia ESOSISTEMA strutture sociali e servizi esistenti nel territorio – scuola, servizi ricreativi e sportivi, TV, quotidiani, biblioteche MACROSISTEMA sovrastanti sistemi culturali ed economici (stato, industrie, politiche di sviluppo e riforma) Esempio della famiglia: difficoltà del figlio, prima lette come difficoltà della relazione madre-bambino. Ora attenzione al temperamento, alle relazioni con i 2 genitori, relazioni con la scuola, rapporto lavoro dei genitori-clima e organizzazione della famiglia

12 Costellazioni e contesto COMUNITA’ ORGANIZZAZIONE MICROLIVELL0 MACROLIVELLO INDIVIDUALE FATTORI ORGANICO-EREDITARI

13 Giulio è un bambino di 8 anni e frequenta con risultati discreti la terza (dopo essersi inscritto in seconda ad anno scolastico iniziato). In una scuola del centro di una grande città. La sua famiglia si è recentemente trasferita per motivi di lavoro del padre e, oltre a Giulio, ci sono 2 bambini più piccoli. Le sue insegnanti lo descrivono come un bambino molto silenzioso, che si muove poco, che osserva interessato il comportamento dei suoi compagni,i quali, talvolta,lo disturbano: tende a comportarsi ogni giorno allo stesso modo. Non cerca l’attenzione e l’approvazione degli insegnanti: sta’ sempre seduto e quando gli si domanda qualcosa davanti a tutta la classe, per lo più sorride, assente: il suo è un sorriso enigmatico e distante, ma nello stesso tempo gentile e triste. Spesso “scompare” nella classe non facendosi notare, né sentire, comunicando la sensazione di non desiderare di essere notato.

14 Per svolgere le attività didattiche ha bisogno di un alto grado di strutturazione, di un supporto diretto e di parecchio tempo. Dal gruppo classe è apprezzato per la sua mitezza, ma è poco coinvolto ed inserito perché tende a ritirarsi in se stesso. Il resto della classe, piuttosto numerosa, è composto da altri bambini che, come Giulio, pur non presentando problemi particolari, sembrano essere incerti circa la loro identità. Un giorno in classe viene chiesto ai bambini di fare una carta di identità di se stessi: Giulio scrive: “Mia mamma dice che sono generoso”. Su richiesta dell’insegnante, Giulio acconsente a descriversi una seconda volta in modo più esteso ed usa le seguenti parole: “Sono silenzioso in classe ed anche a casa, sono molto timido e nervoso, e forse sono un po’ intelligente, non sono generoso, né interessante, sono molto ordinato e non ho coraggio”:

15 15 Le insegnanti perplesse per quanto Giulio ha scritto, convocano i genitori che hanno incontrato una sola volta fino ad oggi e mostrano alla madre lo scritto di Giulio. Chiedono spiegazioni circa le parole di suo figlio e domandano se, essendo in 3 fratelli, Giulia sia seguito in modo adeguato. La madre, molto scossa dal colloquio, nega che il bambino sia lasciato solo più del necessario, nonostante lei debba saltuariamente aiutare il marito in negozio. Il giorno dopo e per tutta la settimana, Giulio non si presenta a scuola: quando ritorna, il suo comportamento è ancora più chiuso e riservato del solito


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