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PubblicatoGeraldina Valeri Modificato 8 anni fa
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PhD. Emanuela Spaggiari
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Ambiti della comunicazione Sintassi: studia le modalità con cui avviene la trasmissione dell’informazione Semantica: si occupa di decodificare il significato del messaggio Pragmatica: analizza il modo in cui la comunicazione influenza il comportamento
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Non esiste un’unica realtà Non esiste un’unica R ealtà ma infinite rappresentazioni di essa: “La sola realtà che posso probabilmente conoscere è il mondo come io lo percepisco e sperimento in questo momento. La sola realtà che voi potete probabilmente conoscere è il mondo come lo percepite e sperimentate voi in questo momento. E la sola cosa sicura è che queste realtà percepite sono differenti. Ci sono altrettanti «mondi reali» quante sono le persone!” (C. Rogers)
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Costruire immagini del mondo Conoscere, esperire il mondo equivale a costruire immagini di esso. Le nostre abitudini di pensiero, al contrario, si nutrono di una credenza oggettivista secondo cui le immagini di ciò che vediamo sono una copia fedele degli oggetti che osserviamo.
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René Magritte, La condizione umana René Magritte, La condizione umana, 1933 National Gallery of Art, Washington
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Per un’analisi de “La condizione umana” di Magritte Certezza: il quadro sul cavalletto è in continuità con il paesaggio retrostante, pertanto lo rappresenta fedelmente. Possibilità: non siamo certi che il quadro sul cavalletto rappresenti fedelmente il paesaggio poiché esistono molte altre ipotesi possibili. Errore: non è possibile che il quadro sul cavalletto rappresenti fedelmente il paesaggio retrostante poiché il punto di vista di chi lo ha dipinto coincide con il nostro e non, come dovrebbe, con quello di un ipotetico pittore.
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Il mondo: fuori o dentro di noi? “L’albero […] esisteva per lo spettatore, per così dire, simultaneamente nella sua mente, come dentro la stanza nel quadro, e fuori nel paesaggio reale. Ed è così che vediamo il mondo: lo vediamo come al di fuori di noi anche se è solo di una rappresentazione mentale di esso che facciamo esperienza dentro di noi” (Magritte, 1940)
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Un territorio e infinite mappe La premessa necessaria alla comprensione della teoria della comunicazione sistemica presentata da Watzlawick è dunque che esistono infinite rappresentazioni o mappe della realtà. Le persone intervengono attivamente nella costruzione di tali mappe grazie alle loro conoscenze, esperienze, culture di appartenenza. “Essere umani non è abitare il mondo ma le immagini che ci facciamo del mondo” (S. Manghi)
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Filtri creativi e creatività necessaria “Non possiamo non essere creativi” Costruiamo le nostre rappresentazioni del mondo attraverso i filtri creativi che si frappongono tra noi e il mondo: conoscenze, esperienze, pregiudizi, modelli mentali, sistemi simbolici…
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Facciamo i conti … con ciò che appare scontato! I filtri creativi sono soggettivi ma sono anche culturalmente connotati, ossia si formano all’interno dei contesti sociali in cui viviamo, dove operano sistemi simbolici. Pertanto essi rientrano tra le nostre presupposizioni, in tutto ciò che diamo per scontato, ciò che “va da sé” nel nostro agire quotidiano.
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Una posizione superstiziosa Come soggetti in interazione con l’ambiente (multiculturale) e con gli altri (anche “diversi”) non possiamo pensare di occupare una posizione super- stiziosa (da super-stare=stare al di sopra), ossia di poter contare su presupposti condivisi di certezza, ma dobbiamo pensarci tutti come soggetti portatori di “filtri creativi” in interazione tra loro.
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Vedere, conoscere, comprendere “Che cosa significa, per ciascuno di noi, vedere quel che vediamo più immediatamente? Quel che crediamo abitualmente di vedere per quel che è? Che cosa significa, nella nostra esperienza quotidiana, conoscere quel che pensiamo di poter conoscere?” (S. Manghi)
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Illusione e cecità “Di quante insospettate, operose cecità sono impastate le nostre immagini più usuali del mondo circostante, degli altri, di noi stessi? Quelle che ci fanno agire, sentire, pensare in un certo modo piuttosto che in un altro? Che ci fanno, volta volta, comprendere oppure fraintendere il mondo circostante, gli altri, noi stessi?” (S. Manghi)
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Lo stereotipo
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Alcune definizioni di stereotipo Stereotipo: “immagine rigida” (dal greco “stereos” e “typos”), rappresentazione semplificata, condivisa e rigida di un gruppo o di un individuo. Comunemente si intende per “stereotipo”: Modello di rappresentazione della realtà, schema mentale Immagine comune, convenzionale, ricorrente Generalizzazione “Lo stereotipo è l’anticamera del pregiudizio”
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Le caratteristiche dello stereotipo Caratteristiche dello stereotipo: E’ largamente condiviso all’interno di una cultura o di un gruppo E’ finalizzato a mettere in evidenza le differenze tra il gruppo di appartenenza (ingroup) e il gruppo cui vengono attribuite tali caratteristiche (outgroup) E’ costituito da generalizzazioni infondate Attribuisce le medesime caratteristiche in modo indistinto a tutti i membri del gruppo Può essere positivo o negativo Si basa su affermazioni semplicistiche Non si basa sull’esperienza diretta Non è facilmente modificabile La sua componente principale è di tipo cognitivo
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Il pregiudizio Definizione di pregiudizio: dal latino Prae – iudicium, “giudizio prematuro”, insufficiente, parziale, quindi immotivato Finalità del pregiudizio: Aiuta a muoversi più facilmente nella realtà (processo di semplificazione cognitiva) Rafforza il proprio ingroup senza la necessità di rivedere i propri valori e credenze
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Alcune caratteristiche del pregiudizio Caratteristiche del pregiudizio: E’ potenzialmente irreversibile Non è scientificamente dimostrabile Si basa su dati incompleti o insufficienti Ha origini familiari e/o educative e/o culturali e/o religiose ecc. (luogo di nascita, educazione ricevuta, cultura di appartenenza, ecc.)
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Le componenti del pregiudizio COMPONENTI COGNITIVE Stereotipizzazione: individuazione di tratti tipici e generalizzazione Categorizzazione: le persone sono percepite come membri di categorie sociali COMPONENTI EMOTIVE Emozioni positive/negative percepite nel confronto con altri gruppi sociali COMPONENTI COMPORTAMENTALI Discriminazione Etichettamento Profezia che si autoavvera
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Conseguenze dei pregiudizi (componenti comportamentali) I pregiudizi possono portare ad errori di giudizio che influenzano il comportamento. Spesso ciò accade in modo inconsapevole. Alcuni esempi di queste conseguenze: Discriminazione (trattamento differenziato nei confronti di un soggetto o di un gruppo) Etichettamento (processo di categorizzazione) Ricerca di conferme allo stereotipo nella realtà che ci circonda attraverso una selezione mirata delle informazioni (processo di autoconvalida) Profezia che si autoavvera (verifica di ipotesi formulate sulla base di pregiudizi) Effetto Pigmalione (processo di autoconvalida)
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Verso il superamento dei pregiudizi: conoscere l’altro Raccogliere informazioni attendibili, dati statistici e scientifici Avvicinare e conoscere l’altro Fare domande, assumere un atteggiamento empatico Esprimere dubbi piuttosto che certezze assolute Non cercare solo conferme alle proprie ipotesi ma accogliere anche elementi che le disconfermano
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Verso il superamento dei pregiudizi: porsi delle domande Sto generalizzando le caratteristiche di poche persone che conosco direttamente/di cui mi hanno parlato? Sto amplificando il fenomeno? Sto etichettando? …
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Alcuni testi per approfondire Manghi S. (2004), La conoscenza ecologica, Milano, Raffaello Cortina. Mazzara B. (1997), Stereotipi e pregiudizi, Il Mulino Rogers C. (1983), Un modo di essere, Firenze, G.Martinelli & C. Villano P. (2003), Pregiudizi e stereotipi, Roma, Carocci
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