Scaricare la presentazione
La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore
PubblicatoMariangela Ferri Modificato 8 anni fa
1
CROCE ROSSA ITALIANA A cura del Capo Monitore – Istruttore P.S.-T.I. - V.d.S. Iannozzi Emanuela COMITATO PROVINCIALE DI ROMA COLLABORAZIONE CON IL PERSONALE A.L.S.
2
non Le informazioni che seguono non hanno la pretesa di insegnare ciò che persone esperte e specializzate hanno imparato in anni di studio ed esperienza Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
3
L’obiettivo di questa presentazione non è la formazione di “infermieri da bricolage” ma fornire ai Soccorritori non Sanitari le nozioni minime indispensabili per una fattiva collaborazione con il Personale ALS il quale, non potrà che essere agevolato nell’assistenza al Malato Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
4
Per svolgere le mansioni successivamente descritte – – è necessario acquisire informazioni più dettagliate – – è auspicabile un addestramento specifico in materia, inserendolo nel percorso formativo del soccorritore non Medico e non Infermiere Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
5
Assistenza durante Intubazione Endotracheale Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
6
Il ripristino, il mantenimento della pervietà delle vie aeree, una buona ossigenazione sono tra le più importanti procedure di assistenza ai Pazienti Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
7
Le persone che hanno bisogno della intubazione oro-tracheale (IOT) sono in genere: le vittime di traumi importanti, quelle che presentano arresto cardio circolatorio (ACC) o respiratorio (AR), i Pazienti con insufficienza o difficoltà respiratorie (IR) dovute a: overdose, edema polmonare (EPA), asma, asfissia, reazioni allergiche e problemi neurologici Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
8
Nell’assistenza avanzata di questi Pazienti lo strumento migliore è rappresentato dal tubo endo-tracheale inserito attraverso la bocca o il naso direttamente nella trachea, garantendo un passaggio sicuro di aria, ossigeno e farmaci, quest’ultimi somministrati direttamente attraverso i polmoni Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
9
I tubi endo-tracheali sono in gomma, l’estremità inserita in trachea ha la punta a forma di “becco di flauto”, in prossimità della punta esiste un manicotto (cuffia) Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
10
Attraverso una valvola gonfiando il manicotto colmeremo lo spazio tra la trachea ed il tubo tracheale Dal lato opposto, quello che sporge dal cavo orale del paziente si inserisce il pallone di ventilazione o il respiratore automatico Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
11
Il mandrino in metallo, facilmente modellabile viene introdotto nel tubo Lo scopo è quello di fungere da guida e rendere più agevole il passaggio attraverso le corde vocali in trachea Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
12
Il laringoscopio è lo strumento fondamentale per visualizzare le corde vocali È costituito da: manico e lama Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
13
Nel manico due batterie permettono alla lampadina presente sulla lama e collegata al manico di fornire energia per illuminare la gola del Paziente Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
14
Il medico può richiedere lame di misura e forma diversa in rapporto alle dimensioni della Persona Le lame possono essere: dritte o curve, piccole per il bambino e grandi per il Paziente adulto Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
15
La pinza di Magill è uno strumento utile per indirizzare meglio il tubo verso le corde vocali o per rimuovere corpi estranei presenti nelle vie aeree inferiori Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
16
Il cerotto in rotolo si utilizza per fissare il tubo già inserito in trachea e che sporge dalla bocca della vittima intubata Può essere utilizzato da solo o insieme alla benda in rotolo Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
17
Siringa da 10 cc. necessaria per gonfiare la cuffia del manicotto presente sulla punta a becco del tubo tracheale Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
18
La cannula di guedel viene utilizzata dopo il posizionamento del tubo per impedire che questo venga schiacciato dalla pressione dei denti, impedendo la corretta ventilazione dell'intubato Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
19
Il gel lubrificante che può contenere anche un anestetico è utilizzato per lubrificare la punta; si riduce la stimolazione della mucosa Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
20
Uno strumento fondamentale e che deve sempre essere a portata di mano durante la manovra di intubazione è l’aspiratore Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
21
Il medico ha bisogno di avere campo libero da secrezioni, sangue o materiale che possono ostacolare la visualizzazione delle corde vocali Può essere utilizzato per aspirare successivamente anche direttamente all’interno dei polmoni Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
22
Potrebbe esserci chiesto di preparare il materiale di intubazione mentre il resto dell’équipe preparerà il Paziente allineandogli la testa, la bocca, la faringe, la trachea e iper- ossigenandolo prima della procedura di intubazione con insufflazioni ravvicinate utilizzando pallone e maschera Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
23
Passeremo il laringoscopio con la lama applicata aperto e sicuri del suo funzionamento (luce), passeremo il tubo esatto, la misura è segnalata sia sulla confezione che sul tubo stesso, pre-gellato in punta ed eventualmente con il mandrino già inserito Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
24
Successivamente, con lo scopo di visualizzare le corde vocali potrebbe venire richiesta una pressione sulla cartilagine cricoidea, chiamata anche manovra di Sellick Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
25
Premeremo delicatamente con il pollice e l’indice all’altezza della parte media della gola la cartilagine a forma di anello appena sotto il pomo di Adamo Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
26
Su indicazione del Rianimatore, si procederà a gonfiare con una siringa da 10 ml il manicotto per fissarlo ed impedire rigurgiti di vomito e insufflazioni di aria nello stomaco Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
27
Applichiamo il pallone di ventilazione collegato ad alta percentuale di ossigeno secondo le indicazioni Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
28
Il fonendoscopio sarà a portata di mano Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
29
Il Sanitario lo utilizzerà per auscultare il rumore dell’aria nel torace se è presente in entrambi i lati, la zona dell’epigastrio per escludere l'ingresso di aria nello stomaco, indicativo di errata posizione del tubo; è una complicanza letale se non corretta ed identificata velocemente Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
30
Fissiamo il tubo con il cerotto e/o la benda in rotolo Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
31
La gestione del Paziente intubato spetta al Medico, tuttavia se per esigenze di soccorso ci viene chiesto di ventilare una Persona intubata questo non è tanto più complicato della ventilazione ambu-maschera Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
32
Ricordiamoci che anche un minimo movimento può comportare lo spostamento del tubo endo-tracheale, continuiamo ad osservarlo tenendo presente che nel Paziente adulto, il segno di 22 cm deve trovarsi il linea con l’arcata dentaria superiore Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
33
Se il tubo si sposta dobbiamo riferirlo immediatamente !! Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
34
Manteniamo il tubo tracheale fermo contro i denti del paziente, con l’indice e il medio e ventiliamo con l’altra mano Riferiamo ogni mutamento della resistenza durante le insufflazioni, perché potrebbe essere indicativo di un tubo scivolato nell’esofago o di lacerazione polmonare e conseguente riempimento dello spazio pleurico intorno al polmone Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
35
In assenza di accesso venoso il medico o l’infermiere professionale potrebbero somministrare attraverso il tubo tracheale farmaci come l’adrenalina Per facilitare il passaggio nel sangue attraverso l’apparato respiratorio è consigliato iperventilare il Paziente per alcuni minuti Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
36
Nell’assistenza all’intubazione di un traumatizzato il nostro compito potrebbe essere quello di mantenere manualmente l’immobilizzazione del rachide cervicale durante e dopo la procedura di intubazione Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
37
Assistenza durante ECG e Defibrillazione Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
38
L’elettrocardiogramma (ECG) è la rappresentazione grafica dell’attività elettrica del cuore Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
39
È bene che chi si trova a collaborare con il personale specializzato in rianimazione, allo scopo di risparmiare tempo sappia come accendere il monitor, come registrare una striscia, come cambiare batteria e ripristinare il blocchetto di carta Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
40
La procedura per l’applicazione degli elettrodi consiste in: – – identificare i cavi di monitoraggio (3, 4 o 12 derivazioni) – – collegare le derivazioni agli elettrodi – – applicare gli elettrodi al Paziente – – attivare il monitor/defibrillatore Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
41
Semplificando, gli elettrodi di monitoraggio e rilevazione delle anomalie più grossolane variano da tre a quattro Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
42
Da tre: il negativo sotto la clavicola dx (in genere bianco) il positivo sotto la metà del torace sx (rosso) ed il nero sotto la clavicola sx (terra) Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
43
Da quattro: Partendo dalla parte alta del torace sx con il cavo giallo o D1 proseguire in senso anti-orario con la derivazione di colore rosso o D2 nella parte opposta del torace, applicare il cavo nero o D3 sotto l’arcata costale dx e il verde o D4 sotto l’arcata costale sx (ricordare l'acronimo GI.RO.NE.VE. e il senso antiorario è un ottimo espediente per non commettere errori) Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
44
Per un migliore collegamento alla cute del Paziente la pelle dovrà essere asciutta e glabra Potrà quindi esserci chiesto di asciugare e depilare con il rasoio il torace nei punti di applicazione degli elettrodi o delle 2 piastre per la defibrillazione Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
45
La posizione delle piastre sono: sotto-claveare destro e l’emi-torace sinistro Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
46
È importante acquisire dimestichezza con la configurazione di monitoraggio soprattutto se gli elettrodi di esplorazioni sono 10 (4 derivazioni più 6 precordiali), chiedendo al resto dell’équipe delucidazioni sul loro posizionamento Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
47
Solo a titolo conoscitivo: D1: registra la differenza di potenziale che c’è fra il braccio destro e il braccio sinistro; D2: registra la differenza di potenziale che c’è fra il braccio destro e la gamba sinistra; D3: registra la differenza di potenziale che c’è fra il braccio sinistro e la gamba sinistra Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
48
Tre derivazioni (aVR, aVL, aVF) esprimono i potenziali elettrici cardiaci registrati rispettivamente nel braccio destro, nel braccio sinistro e nella gamba sinistra Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
49
Queste sei derivazioni (D1, D2, D3, aVR, aVL, aVF) consentono un’esplorazione della parete laterale, inferiore e di parte di quella anteriore del cuore Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
50
In particolare, D1 e aVL danno informazioni sulla parete laterale e su parte della parete anteriore del ventricolo sinistro Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
51
D2, D3 e aVF danno informazioni sulla parete inferiore del ventricolo sinistro Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
52
Per esplorare accuratamente tutta la parte anteriore del cuore si aggiungono altre sei, cosiddette precordiali, che registrano i potenziali dalla parete anteriore del torace Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
53
Le derivazioni precordiali unipolari consentono un’accurata esplorazione della parete anteriore e laterale del cuore Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
54
Per registrare la prima derivazione precordiale V1 l’elettrodo va posto sul quarto spazio intercostale a destra dello sterno Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
55
La derivazione V2 si registra a sinistra dello sterno allo stesso livello di V1 Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
56
La derivazione V4 si registra nel quinto spazio intercostale sinistro, sulla linea emiclaveare Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
57
La derivazione V3 si registra in una posizione mediana fra V2 e V4 Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
58
Derivazione V5 si registra sempre nel quinto spazio intercostale sulla linea ascellare anteriore Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
59
La derivazione V6 si registra sempre nel quinto spazio intercostale sulla linea ascellare media Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
60
Numerazione degli spazi intercostali può essere facilitata da un punto di repere: l’angolo sternale (o del Luys) Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
61
Quest’ultimo corrisponde all’articolazione fra il manubrio e il corpo dello sterno e può essere individuato perché si presenta leggermente sporgente in avanti Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
62
Lo spazio intercostale immediatamente al di sotto dell’angolo di Luys è il secondo Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
63
Partendo dal secondo risulta più facile individuare il quarto e il quinto spazio intercostale Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
64
Collaborazione nella terapia endovenosa Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
65
La via di somministrazione preferibile in emergenza è quella endovenosa in quanto, farmaci e liquidi vengono iniettati direttamente nel flusso sanguigno Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
66
Per infusione o fleboclisi si intende l'introduzione nell’organismo di liquidi in modo continuo Un farmaco può essere iniettato in un unica soluzione (bolo) Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
67
Il nostro compito dopo aver provveduto all’auto protezione contro i rischi di infezione, consisterà nella preparazione della persona per la terapia endovenosa e nella preparazione del materiale occorrente Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
68
Il sanitario utilizzerà in genere una vena di facile accesso, ben visibile nel dorso della mano o nel braccio Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
69
Il materiale da preparare mantenendo in modo rigoroso l’asepsi è: – – laccio venoso (tourniquet) – – garze imbevute di antisettico – – catetere adeguato, di calibro e colore diverso – – cerotto ferma-vena – – garze – – porta aghi – – soluzione e deflussore Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
70
L’unità di misura per il catetere è il gauge (G) Per gli adulti gli aghi-canula con misura decrescente sono: 14G, 16G, 18G, 20G; Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
71
Le soluzioni che si infondono in emergenza sono diverse a seconda degli obiettivi che il medico si propone: – –soluzione fisiologica (NaCI 0,9% isotonica o lievemente ipertonica); – –soluzione glucosata (5%); – –colloidi (voluven, emagel) Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
72
L’involucro in plastica permette rapidi e grandi volumi di infusione quando questi vengono spremuti manualmente o attraverso lo spremi- sacca Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
73
Un deflussore collega la flebo al catetere posizionato in vena Nell'adulto, in genere si utilizza un deflussore con camera di gocciolamento macro mentre nel Paziente pediatrico il deflussore è di tipo mini o micro Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
74
Attraverso un regolatore di flusso è possibile regolare o interrompere l’infusione Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
75
Collaboriamo col Medico estraendo la soluzione richiesta ponendo molta attenzione a non commettere errori Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
76
Controlliamo la data di scadenza, la limpidezza e l'assenza di precipitato Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
77
Colleghiamo il deflussore adatto evitando che le due estremità tocchino il terreno e che il regolatore di flusso sia chiuso Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
78
Riempiamo premendo la camera di gocciolamento per circa la metà Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela 1. valvola che permette all’aria di entrare rapidamente nel flacone 2. gocciolatoio
79
Apriamo la valvola per far uscire tutta l’aria presente nel tubo rimuovendo il cappuccio di protezione terminato, arrestiamo il flusso Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
80
Talora prima di collegare il deflussore al catetere venoso può esserci chiesto di preparare il materiale per la misurazione del glucosio nel sangue (glucometer o DTX) Accertiamoci che l’estremità del tubo rimanga pulito fino a quando questo non viene collegato alla vena Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
81
Rimuoviamo o correggiamo i seguenti problemi: Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
82
Deformazioni o schiacciamento del tubo di collegamento verificare che il liquido di infusione si trovi sempre più in alto della vena e del cuore del Paziente Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
83
A causa di un flusso insufficiente il sangue coaguli nel catetere venoso Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
84
Se nella camera di gocciolamento è presente troppo liquido, chiudiamo il regolatore, capovolgiamo la camera per far refluire una parte della soluzione Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
85
Un flusso particolarmente rapido può provocare un sovraccarico di liquidi con conseguenze gravi, soprattutto per i Pazienti più piccoli Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
86
Un infiltrazione non rivelata può essere pericolosa, alcuni farmaci (per es. il glucosio 50%) possono causare la necrosi dei tessuti circostanti se l’ago è entrato in vena ed è poi uscito dal lato opposto del vaso oppure, se è fuoriuscito dal foro di entrata Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
87
Riferire la presenza di dolore, rossore o gonfiore nella sede in cui è stata inserita la cannula venosa, in questo caso interrompiamo il flusso ed estraiamo il catetere, arrestando con una lieve pressione e una garza l’emorragia eventualmente presente Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
88
Imparando a conoscere il materiale, la sua disposizione, aiutando il personale medico nelle procedure avanzate di rianimazione, permetteremo di risparmiare tempo prezioso sul luogo di intervento e durante il trasporto in ospedale a tutto vantaggio del Paziente Capo Monitore V.d.S. Iannozzi Emanuela
89
CROCE ROSSA ITALIANA – Comitato Provinciale V.d.S. Roma Supporto realizzato da: V.d.S. Iannozzi Emanuela Comitato Locale di Marino – Gruppo di Ariccia Non si insegna quel che si vuole; dirò addirittura che non si insegna quello che si sa o quello che si crede di sapere: si insegna e si può insegnare solo quello che si è. Jean Jaurès
Presentazioni simili
© 2024 SlidePlayer.it Inc.
All rights reserved.