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PubblicatoFausta Giuliano Modificato 8 anni fa
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Al ritorno trova suo padre, e con profonda umiltà gli dirà di aver peccato contro il cielo e contro di lui, e di sentirsi indegno di essere accolto come un figlio.
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Gli chiederà infatti di essere trattato come un qualsiasi suo operaio.
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Come possiamo vedere, il pentimento del giovane non è mosso da motivazioni molto nobili: inizia proprio quando si vede sprofondato nella miseria e nella povertà, alle quali la sua vita disordinata lo ha condotto.
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Poco a poco però va superando questa visione egoistica ed interessata, riconoscendo che il suo atteggiamento ha costituito un’offesa a Dio ed al suo padre terreno.
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Suo padre però non lo ha dimenticato: lo stava aspettando, forse sperando che un giorno le dure prove lo avrebbero richiamato alla ragione.
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Il padre riconosce suo figlio da lontano mentre si stava avvicinando, anche se vestito miseramente, forse irriconoscibile.
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Non appena il giovane gli si sta avvicinando, il padre gli va incontro ed emozionato corre ad accoglierlo, lo abbraccia e lo bacia.
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Il ragazzo non riesce a ripetere tutto il discorso precedentemente preparato, riesce infatti a dirne solo la metà, ma è quanto basta per riconoscere che ha peccato contro il cielo e contro suo padre.
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Il padre quindi lo accoglie come figlio: lo fa vestire elegantemente, gli offre inoltre un anello come simbolo della sua recuperata dignità filiale, ed ordina di preparare un lauto banchetto per festeggiare il ritorno del figlio, che un giorno credette di poter vivere meglio in un altro luogo e non nella sua casa.
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Non ci soffermiamo sulla reazione poco nobile del fratello risentito ed invidioso, ma riportiamo le parole con cui il padre chiude la scena: «Bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato» (Lc 15,32).
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Gesù aveva affermato esplicitamente che «ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione» e «così, vi dico, c’è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte» (Lc 15,7.10).
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