Scaricare la presentazione
La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore
PubblicatoEvaristo Oliva Modificato 8 anni fa
1
METODOLOGIA EPIDEMIOLOGICA ED IGIENE CORSO DI LAUREA SPECIALISTICA IN MEDICINA E CHIRURGIA
PROF. PAOLA RIVOSECCHI
2
EPIDEMIOLOGIA Analizza i metodi per lo studio della FREQUENZA e della DISTRIBUZIONE delle MALATTIE e della SALUTE nelle POPOLAZIONI, e dei FATTORI che ne DETERMINANO L’ANDAMENTO.
3
OBIETTIVI Descrivere l’andamento delle malattie nelle popolazioni
Individuare i fattori di rischio e quantificarne l’influenza Saper programmare e realizzare interventi di prevenzione Saper programmare servizi sanitari Saper valutare interventi e servizi
4
EPIDEMIOLOGIA IL METODO SI BASA SU CONFRONTI: Tra periodi di tempo
Tra aree geografiche Tra sottogruppi di popolazione per evidenziare eventuali differenze, e cercare di capire perché esistono
5
EPIDEMIOLOGIA C. Hennekens
“ è il metodo più semplice e diretto di studiare le cause di malattia negli esseri umani, e molti contributi importanti sono stati portati da studi che non hanno richiesto niente di più della capacità di contare, di pensare in modo logico e di avere un’idea originale.” C. Hennekens
6
MEDICINA Patologie Paziente Individuo Patogenesi Diagnosi,terapia Causa Causa Effetto EPIDEMIOLOGIA Salute Persona Popolazione Eziologia Prevenzione Fattori di rischio Probabilità
7
SALUTE Assenza di malattia……?
“…è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non consiste soltanto nell’assenza di malattia o infermità…” (O.M.S., 1948) “…è una condizione di armonico equilibrio funzionale,fisico e psichico, dell’individuo dinamicamente integrato nel suo ambiente naturale e sociale…” (A. Seppilli, 1966)
8
STATISTICA Scienza che permette di ottenere informazioni dai dati numerici (in origine: Scienza dello Stato)
9
DEMOGRAFIA Studio della struttura delle popolazioni e dei fenomeni che ne determinano i mutamenti.
10
EPIDEMIOLOGIA Studio della frequenza e della distribuzione delle malattie e della salute nelle popolazioni e dei fattori che ne determinano l’andamento.
11
DEMOGRAFIA Studio della struttura delle popolazioni e dei fenomeni che ne determinano i mutamenti. Studio dello STATO e del MOVIMENTO di una popolazione MOVIMENTO delle popolazioni STATO delle popolazioni
12
MOVIMENTO della popolazione
Fenomeni che ne determinano i mutamenti FENOMENI NATURALI NASCITE MORTI (MATRIMONI) FENOMENI SOCIALI MIGRAZIONI (GUERRE) IN UN PERIODO DI TEMPO
13
DEMOGRAFIA: MOVIMENTO UFFICIO ANAGRAFE RILEVAZIONE CONTINUA PASSIVA
DA DOVE PROVENGONO I DATI SULLA POPOLAZIONE: MOVIMENTO NASCITE MORTI MATRIMONI CAMBIAMENTI DI RESIDENZA UFFICIO ANAGRAFE RILEVAZIONE CONTINUA PASSIVA
14
STATO delle popolazioni
Studio della struttura: Caratteristiche degli individui che ne fanno parte Composizione per genere, classe di età, etnia, attività lavorativa, grado di istruzione, residenza, ecc… IN UN MOMENTO DETERMINATO
15
DEMOGRAFIA: DA DOVE PROVENGONO I DATI SULLA POPOLAZIONE:
STATO CENSIMENTO RILEVAZIONE PERIODICA ATTIVA * POSSONO ESSERE RILEVATI ANCHE DAGLI UFFICI DELL’ANAGRAFE A FINE ANNO COMPOSIZIONE PER GENERE* CLASSE DI ETA’ * ETNIA* ATTIVITA’ LAVORATIVA GRADO DI ISTRUZIONE RESIDENZA* PRESENZA …………
16
TUTTI QUESTI DATI VENGONO RACCOLTI, ELABORATI E PUBBLICATI DALL’ISTAT (ISTITUTO NAZIONALE DI STATISTICA) NELL’ANNUARIO STATISTICO ITALIANO
17
MOVIMENTO DELLA POPOLAZIONE
(NASCITE; MORTI; CAMBIAMENTI DI RESIDENZA) Per poter fare confronti non possiamo usare il numero assoluto di eventi: A Perugia in un anno il numero di nuovi nati è 1604; A Foligno il numero di nuovi nati è 501; Dove sono maggiori le nascite ?
18
E’ indispensabile tener conto della diversa numerosità della popolazione nelle due città
NUMERO EVENTI : POPOLAZIONE = X : 10n X = Frequenza relativa (TASSO): quanti eventi ogni 10n persone di quella popolazione in un anno.
19
A Perugia il tasso di natalità è del 9.9 per 1000 abitanti
A Foligno il tasso di natalità è del 9.2 per 1000 abitanti. In questo modo i dati sono confrontabili: nelle misure sono state considerate le diverse numerosità della popolazione Attenzione!!!! Non sono percentuali!!!!!
20
MOVIMENTO della popolazione TASSO DI NATALITA’
NUMERO DI NUOVI NATI IN UN ANNO IN RAPPORTO ALLA POPOLAZIONE* NUMERO NATI VIVI : POPOLAZIONE = x : 1000 X = TASSO DI NATALITA’= (*popolazione media : ad inizio e fine anno)
21
TASSO DI NATALITA’ IL PERIODO CONSIDERATO E’ DI SOLITO UN ANNO
IL TASSO OTTENUTO ESPRIME QUANTI SONO I NATI VIVI IN UN ANNO, OGNI 1000 INDIVIDUI DI UNA POPOLAZIONE IL TASSO PERMETTE DI FARE CONFRONTI TRA REGIONI DIVERSE MENTRE IL NUMERO ASSOLUTO DI NASCITE E’ INFLUENZATO DALLA NUMEROSITA’ DELLA POPOLAZIONE
22
Tasso di natalità
23
TASSO DI MORTALITA’ GENERALE
NUMERO DI MORTI IN UN ANNO IN RAPPORTO ALLA POPOLAZIONE* DA CUI I MORTI DERIVANO (*popolazione media : ad inizio e fine anno) N.MORTI : POPOLAZIONE = x : 10n X = TASSO DI MORTALITÀ=
24
TASSO DI MORTALITA’ GENERALE
ESPRIME QUANTI SONO I MORTI IN UN ANNO, OGNI 10n INDIVIDUI DI QUELLA POPOLAZIONE TASSO DI MORTALITA’ GENERALE: RIGUARDA TUTTI GLI INDIVIDUI DELLA POPOLAZIONE CONSIDERATA IL TASSO DI MORTALITA’ PUO’ ESSERE CALCOLATO PER GENERE (MASCHILE O FEMMINILE) E PER CLASSI DI ETA’, VARIANDO ADEGUATAMENTE NUMERATORE E DENOMINATORE.
25
Tasso di mortalità
27
MOVIMENTO DELLA POPOLAZIONE
MOVIMENTO NATURALE DELLA POPOLAZIONE: ISCRIZIONI ANAGRAFICHE PER NASCITA’ E CANCELLAZIONI PER MORTE SALDO NATURALE SOMMA ALGEBRICA TRA NATI (+) E MORTI (-) IN UNA POPOLAZIONE, NEL PERIODO DI UN ANNO, IN BASE ALLA RESIDENZA.
28
MOVIMENTO DELLA POPOLAZIONE
MOVIMENTO MIGRATORIO DELLA POPOLAZIONE: INSCRIZIONI E CANCELLAZIONI ANAGRAFICHE PER CAMBIAMENTO DI RESIDENZA SALDO MIGRATORIO: SOMMA ALGEBRICA TRA ISCRITTI (+) E CANCELLATI (-) PER IL CAMBIAMENTO DI RESIDENZA NEL PERIODO DI UN ANNO.
29
MOVIMENTO DELLA POPOLAZIONE
SALDO DEMOGRAFICO: SOMMA ALGEBRICA TRA SALDO NATURALE E SALDO MIGRATORIO IN UNA POPOLAZIONE NEL PERIODO DI UN ANNO QUESTI DATI POSSONO ESSERE ESPRESSI COME FREQUENZE ( NUMERI ASSOLUTI) O COME TASSI IN RELAZIONE ALLA POPOLAZIONE; IN TAL CASO E’ POSSIBILE FARE I CONFRONTI.
30
STATO DELLA POPOLAZIONE
LA STRUTTURA DELLA POPOLAZIONE SI RILEVA TRAMITE IL CENSIMENTO: SIMULTANEO - UNIVERSALE -PERIODICO DATI FORNITI DAL CENSIMENTO: POPOLAZIONE RESIDENTE (“DE IURE”) POPOLAZIONE PRESENTE (“DE FACTO”) POPOLAZIONE PER GENERE E CLASSE DI ETA’ PERCIO’ E’ POSSIBILE RAPPRESENTARE LA STRUTTURA DELLA POPOLAZIONE CON LA PIRAMIDE DELLE ETA’ ALTRI DATI: STATO CIVILE, COMPOSIZIONE DEI NUCLEI FAMILIARI, PERSONE DOMICILIATE IN ISTITUTI PUBBLICI E PRIVATI, GRADO DI ISTRUZIONE, ATTIVITA’ LAVORATIVA, NOTIZIE SU ABITAZIONI, PROPRIETA’ DEI BENI, USO DI MEZZI DI TRASPORTO ECC… IN UN DATO LUOGO AL MOMENTO DEL CENSIMENTO
31
STATO DELLA POPOLAZIONE
NELLA RILEVAZIONE DEL CENSIMENTO TUTTE QUESTE INFORMAZIONI SONO RACCOLTE CONTEMPORANEAMENTE ED E’ QUINDI POSSIBILE DISAGGREGARE I DATI PER DIVERSE CARATTERISTICHE.
32
PIRAMIDE DELLE ETA’ LA PIRAMIDE DELLE ETA’ E’ UNA IMMAGINE STATICA DELLA STRUTTURA DELLA POPOLAZIONE, PER GENERE E CLASSI DI ETA’, IN UN MOMENTO DETERMINATO. SI PUO’ COSTRUIRE DAI DATI DEL CENSIMENTO, OPPURE DAI DATI ANAGRAFICI A FINE ANNO. DA COSA E’ INFLUENZATA LA COMPOSIZIONE PER CLASSI DI ETA’ DI UNA POPOLAZIONE: TASSO DI NATALITA’ TASSO DI MORTALITA’ GENERALE TASSO DI MORTALITA’ INFANTILE
33
CLASSIFICAZIONE PER CLASSI DI ETÀ E GENERE
La Piramide delle Età Struttura per Genere Classi di Età Peso Specifico di ciascuna classe
37
STATO DELLA POPOLAZIONE
INDICE DI INVECCHIAMENTO E’ UNA MISURA STATICA CHE INDICA LA QUOTA DI PERSONE CON 65 ANNI O PIU’ RISPETTO AL TOTALE DELLA POPOLAZIONE IN UN MOMENTO DETERMINATO INDICE DI INVECCHIAMENTO = IL VALORE OTTENUTO ESPRIME QUANTE SONO LE PERSONE CON 65 ANNI O PIU’, OGNI 100 PERSONE DELLA POPOLAZIONE. IL VALORE E’ ESPRESSO IN PERCENTUALE. IN ITALIA TENDE AD AUMENTARE PER DUE MOTIVI: SI VIVE PIU’ A LUNGO E SI E’ RIDOTTA LA NATALITA’
39
STATO DELLA POPOLAZIONE
INDICE DI VECCHIAIA E’ IL RAPPORTO TRA IL NUMERO DI PERSONE CON ETA’ MAGGIORE DI 64 ANNI ED IL NUMERO DI PERSONE CON ETA’ MINORE DI 15 ANNI INDICE DI VECCHIAIA = IL VALORE OTTENUTO ESPRIME QUANTE SONO LE PERSONE ≥ 65 ANNI, OGNI 100 SOGGETTI < 15 ANNI. E’ UNA MISURA DEL RICAMBIO GENERAZIONALE DI UNA POPOLAZIONE
41
VITA MEDIA O SPERANZA DI VITA
CALCOLO COMPLESSO BASATO SUI TASSI DI MORTALITA’ PER CLASSI DI ETA’ DI UNA POPOLAZIONE. E’ IL NUMERO DI ANNI CHE CIASCUN INDIVIDUO DI UNA POPOLAZIONE POTREBBE VIVERE SE GLI ANNI DI VITA VISSUTI DA TUTTI GLI INDIVIDUI FOSSERO DIVISI IN MODO UGUALE FRA TUTTI. QUESTA MISURA E’ CONSIDERATA UN INDICATORE DELLE CONDIZIONI SOCIALI, ECONOMICHE E SANITARIE DI UNA POPOLAZIONE
42
VITA MEDIA O SPERANZA DI VITA
43
SPERANZA DI VITA ALLA NASCITA PER GENERE E REGIONE (2007)
44
INVECCHIAMENTO DELLA POPOLAZIONE
CAMBIAMENTI NELLA STRUTTURA DELLA POPOLAZIONE ITALIANA NEGLI ULTIMI 50 ANNI: RIDUZIONE DELLA NATALITA’ INVECCHIAMENTO DELLA POPOLAZIONE MIGRAZIONI
45
EPIDEMIA DI COLERA A LONDRA (1854)
46
EPIDEMIOLOGIA L’EPIDEMIOLOGIA SI BASA SUL CRITERIO DEL CONFRONTO
OSSERVAZIONALE: non richiede l’intervento sulla realtà, ma solo l’osservazione e la registrazione di eventi DESCRITTIVA CHI? (età, sesso, razza …..) DOVE? (distribuzione geografica) QUANDO? (andamento temporale) ANALITICA PERCHE’? (fattori di rischio) SPERIMENTALE richiede un intervento attivo per modificare l’esposizione ai fattori di rischio o per introdurre cambiamenti, e la successiva valutazione degli effetti dell’intervento E’ VERO CHE…? (verifica) L’EPIDEMIOLOGIA SI BASA SUL CRITERIO DEL CONFRONTO
47
Epidemie di rosolia in Italia
48
Epidemie di pertosse in Italia
49
Epidemie di …? in Italia
50
FONTI DI DATI EPIDEMIOLOGICI
NOTIFICHE DELLE MALATTIE INFETTIVE DATI PROVENIENTI DAI MEDICI DI MEDICINA GENERALE O DAI DISTRETTI SOCIOSANITARI DATI PROVENIENTI DA OSPEDALI: CARTELLE CLINICHE REGISTRI DI ACCETTAZIONE SCHEDE DI DIMISSIONE OSPEDALIERA (S.D.O.)
51
REGISTRI DI POPOLAZIONE (SPECIFICI PER PATOLOGIA)
DATI SU CONSUMO DI PARTICOLARI FARMACI RICERCHE DI MARCATORI (SIEROLOGICI O ALTRO) DATI SU ASSENZE DAI LUOGHI DI LAVORO E DALLA SCUOLA SCHEDE DI MORTE
52
STATISTICHE DI MORTALITA’
SI BASANO SU INFORMAZIONI CONTENUTE NELLE SCHEDE DI MORTE, CHE DEVONO ESSERE COMPILATE DAL MEDICO LE SCHEDE DI MORTE SONO INVIATE ALL’ANAGRAFE, E DA QUESTA ALL’ISTAT (Modello D4, D5) I DATI PROVENIENTI DALLE SCHEDE DI MORTE SONO MOLTO USATI PER STUDI EPIDEMIOLOGICI DESCRITTIVI
53
SCHEDA DI MORTE PER LE MORTI DA CAUSA NATURALE SI DEVE SPECIFICARE:
CAUSA INIZIALE LA MALATTIA CHE IL MEDICO RICONOSCE COME LA PIU’ IMPORTANTE, L’INIZIO DELLA SERIE DI EVENTI CHE HANNO PORTATO ALLA CAUSA TERMINALE CAUSA INTERMEDIA O COMPLICAZIONE ALTRE CONDIZIONI MORBOSE, DISTINTE MA COLLEGATE ALLA CAUSA INIZIALE CAUSA TERMINALE EVENTO ULTIMO CHE HA PROVOCATO DIRETTAMENTE LA MORTE ALTRI STATI MORBOSI RILEVANTI ALTRE MALATTIE PRESENTI CHE HANNO CONTRIBUITO AL DECESSO, MA SENZA RAPPORTO CON LE CAUSE INDICATE SOPRA. * ** PER L’EPIDEMIOLOGIA SI VALUTA LA CAUSA INIZIALE, MENTRE PER LA MEDICINA LEGALE SI VALUTA CON PARTICOLARE ATTENZIONE LA CAUSA TERMINALE.
54
SCHEDA DI MORTE PER LE MORTI DA CAUSA VIOLENTA SI DEVE SPECIFICARE:
DESCRIZIONE DELLA LESIONE CHE E’ STATA PRODOTTA DALLA CAUSA VIOLENTA MALATTIE O COMPLICAZIONI EVENTUALMENTE SOPRAVVENUTE ALLA CAUSA VIOLENTA STATI MORBOSI PREESISTENTI CHE HANNO CONTRIBUITO AL DECESSO MEZZO O MODO COL QUALE LA LESIONE E’ STATA PRODOTTA (OVVERO LA CAUSA ESTERNA CHE HA PRODOTTO LA LESIONE)
55
MISURE DI EVENTI MORTE LE MISURE PIU’ USATE PER LA ELABORAZIONE DEI DATI DI MORTALITA’ SONO: IL TASSO DI MORTALITA’ SPECIFICO PER CAUSA DI MORTE LA MORTALITA’ PROPORZIONALE LA LETALITA’ E’ IMPORTANTE INDIVIDUARE LE DIFFERENZE TRA QUESTE TRE MISURE (COME STRUTTURA E COME FUNZIONE)
56
TASSO DI MORTALITA’ SPECIFICO PER CAUSA
ESPRIME LA PROBABILITA’ DI MORIRE DI UNA SPECIFICA PATOLOGIA, PER UNA POPOLAZIONE, ESPRESSA COME NUMERO DI EVENTI CHE SI VERIFICANO IN UN ANNO OGNI INDIVIDUI DELLA POPOLAZIONE DA CUI I MORTI DERIVANO. I TASSI DI MORTALITA’ PER CAUSA SPECIFICA POSSONO ESSERE RESI SPECIFICI PER ALTRE CARATTERISTICHE (ES: CLASSE DI ETA’, SESSO, ecc…..) VARIANDO OPPORTUNAMENTE NUMERATORE E DENOMINATORE. 56
57
COME SI IMPOSTA UN TASSO
N. EVENTI : POPOLAZIONE = x : 10n X = 57
58
COME SI IMPOSTA UN TASSO
CARATTERISTICHE: IL NUMERATORE DERIVA DAL DENOMINATORE E PUO’ NON ESSERE COMPRESO IN ESSO (ES. TASSO DI MORTALITA’) ESPRIME L’ANDAMENTO DI UN FENOMENO IN UNA POPOLAZIONE IN UN DETERMINATO PERIODO DI TEMPO (DI SOLITO UN ANNO) LA POPOLAZIONE AL DENOMINATORE NEL PERIODO DI TEMPO CONSIDERATO NON E’ UN VALORE FISSO, MA SUBISCEE CONTINUE VARIAZIONI IN PIU’ O IN MENO. 58
59
TASSO = RAPPORTO DI DERIVAZIONE
IL TASSO ESPRIME LA PROBABILITA’ CHE L’ EVENTO SI VERIFICHI NELLA POPOLAZIONE STUDIATA IN UN DATO INTERVALLO DI TEMPO IL TASSO NON ESPRIME QUINDI UN RISCHIO A LIVELLO INDIVIDUALE, MA A LIVELLO DI POPOLAZIONE 59
60
TASSO IL TASSO PERMETTE DI METTERE IN RELAZIONE IL NUMERO ASSOLUTO DEGLI EVENTI ALLA POPOLAZIONE DA CUI ESSI DERIVANO LA SCELTA DEL MULTIPLO ( , ) E’ IN FUNZIONE DEL NUMERO CHE SI OTTIENE ( PER EVITARE NUMERI TROPPO GRANDI O CON MOLTI DECIMALI) OGNI VOLTA CHE SI ESPRIME UN TASSO SI DEVE SPECIFICARE IL TEMPO ED IL LUOGO A CUI IL DATO SI RIFERISCE. SE NON E’ SPECIFICATO DIVERSAMENTE, IL TASSO SI CALCOLA E SI RIFERISCE AI DATI DI UN ANNO. 60
61
TASSO MENTRE I DATI ASSOLUTI (es. numero morti) NON SONO CONFRONTABILI NEL TEMPO E NELLO SPAZIO (perché provengono da popolazioni numericamente diverse), I TASSI DIVENTANO CONFRONTABILI PERCHÉ È STATO ELIMINATO L’EFFETTO DELLA “NUMEROSITÀ DELLA POPOLAZIONE”. 61
62
TASSO DI MORTALITA’ SPECIFICO PER CAUSA
PER ANALOGIA COL TASSO DI MORTALITA’ GENERALE, SI CALCOLA RIFERENDO I MORTI PER UNA SPECIFICA CAUSA ALLA POPOLAZIONE DA CUI I MORTI DERIVANO. ESEMPIO: TASSO DI MORTALITA’ PER TUMORE AL POLMONE IN UMBRIA 62
63
MORTALITA’ PROPORZIONALE
E’ IL NUMERO DI MORTI PER UNA CERTA CAUSA IN RAPPORTO A TUTTI I MORTI ESEMPIO: MORTI PER TUMORE: TUTTI I MORTI = X : 100 X = MORTALITA’ PROPORZIONALE = PER TUMORI
64
MORTALITA’ PROPORZIONALE
ESPRIME LA QUOTA DI MORTE PER UNA CAUSA IN RAPPORTO A TUTTI I MORTI E’ UNA PROPORZIONE INDICA L’IMPORTANZA DI UNA CAUSA DI MORTE RISPETTO ALLE ALTRE CAUSE
65
MORTALITA’ PROPORZIONALE
RAPPORTO DI COMPOSIZIONE NON INDICA LA PROBABILITA’ DI MORTE DELLA POPOLAZIONE PER UNA CERTA “CAUSA DI MORTE”
66
INDICE DI LETALITA’ E’ LA MISURA DELLA GRAVITA’ DELLA MALATTIA
(DI SOLITO RIFERITA AL PERIODO DI UN ANNO) * TUTTI I MALATI NELL’ANNO, SIA VECCHI CHE NUOVI CASI, SIA GUARITI CHE DECEDUTI
67
INDICE DI SOPRAVVIVENZA
E’ LA MISURA DELL’EFFICACIA DI INTERVENTI SANITARI INDICE = DI SOPRAVVIVENZA * TUTTI I CASI DIAGNOSTICATI IN BASE A CRITERI PRECISI STABILITI PRIMA DI INIZIARE LO STUDIO, E SEGUITI PER ALMENO “X” ANNI, OPPURE DECEDUTI PRIMA DI “X” ANNI. LA SOPRAVVIVENZA SI CALCOLA DAL MOMENTO DELLA DIAGNOSI
68
DIFFERENZE TRA LE MISURE DI EVENTI MORTE
TASSO DI MORTALITA’ SPECIFICO PER CAUSA MORTALITA’ PROPORZIONALE LETALITA’
69
DIFFERENZE TRA MISURE DI EVENTI MORTE
TASSO DI MORTALITA’ SPECIFICO PER CAUSA T.M.spc = INDICA LA PROBABILITA’ DI MORIRE PER LA CAUSA SPECIFICA NELLA POPOLAZIONE CONSIDERATA E’ UN RAPPORTO DI DERIVAZIONE: IL NUMERATORE DERIVA DAL DENOMINATORE
70
DIFFERENZE TRA LE MISURE DI EVENTI MORTE
MORTALITA’ PROPORZIONALE M.P.= INDICA LA QUOTA DI MORTI PER CAUSA SPECIFICA, RISPETTO AL TOTALE DEI MORTI. E’ ESPRESSA IN PERCENTUALE E’ UN RAPPORTO DI COMPOSIZIONE: INDICA COME E’ COMPOSTO IL TOTALE, IN RELAZIONE AD UNA CARATTERISTICA (LA CAUSA DI MORTE) NON E’ UN TASSO
71
DIFFERENZE TRA LE MISURE DI EVENTI MORTE
LETALITA’ L.= INDICA LA QUOTA DI MALATI CHE SONO MORTI PER QUELLA MALATTIA INDICA LA GRAVITA’ DELLA MALATTIA
72
STATISTICHE DI MORTALITA’
SVANTAGGI POSSIBILI ERRORI DIAGNOSI CERTIFICAZIONE CODIFICA ELABORAZIONE INTERPRETAZIONE POSSIBILE INCOMPLETEZZA CATEGORIA DEI SINTOMI E STATI MORBOSI MAL DEFINITI CONCOMITANZA DI PIU’ STATI MORBOSI NON UTILIZZABILI PER TUTTE LE PATOLOGIE SISTEMA RACCOLTA DATI POCO FLESSIBILE 72
73
STATISTICHE DI MORTALITA’
VANTAGGI DISPONIBILITA’ DEI DATI RACCOLTA DA VARI ANNI ED IN MOLTE NAZIONI POSSIBILITA’ DI FARE CONFRONTI 73
74
MISURE DI MALATTIA INCIDENZA= PREVALENZA=
75
MISURE DI MALATTIA CIOE’ L’INSORGENZA DELLA MALATTIA
L’INCIDENZA MISURA LA FREQUENZA DI COMPARSA DI NUOVI CASI DI MALATTIA NELLA POPOLAZIONE IN UN PERIODO DI TEMPO (di solito un anno) L’INCIDENZA E’ UN TASSO: E’ UNA MISURA DINAMICA CHE VALUTA L’ANDAMENTO DI UNA MALATTIA NEL TEMPO, IN RELAZIONE ALLA NUMEROSITA’ DELLA POPOLAZIONE ESPRIME LA PROBABILITA’ DI AMMALARSI CIOE’ L’INSORGENZA DELLA MALATTIA
76
MISURE DI MALATTIA LA PREVALENZA MISURA LA PRESENZA DI MALATTIA NELLA POPOLAZIONE IN UN MOMENTO DETERMINATO LA PREVALENZA E’ UNA PROPORZIONE E’ UNA MISURA STATICA ESPRIME LA PROBABILITA’ DI ESSERE MALATI, CIOE’ LA CONDIZIONE DI MALATTIA
77
MISURE DI MALATTIA INCIDENZA E PREVALENZA SONO SEMPRE SPECIFICHE PER UNA PATOLOGIA, E POSSONO ESSERE RESE SPECIFICHE PER ALTRE CARATTERISTICHE (SESSO, CLASSE DI ETÀ, ATTIVITÀ LAVORATIVA, ECC….) VARIANDO OPPORTUNAMENTE NUMERATORE E DENOMINATORE.
78
MISURE DI MALATTIA PREVALENZA =INCIDENZA x DURATA
LA RELAZIONE CHE LEGA L’ INCIDENZA E LA PREVALENZA E’ LA DURATA DELLA MALATTIA. PREVALENZA =INCIDENZA x DURATA SE SI CONOSCONO DUE DATI DELLA EQUAZIONE, SI PUO’ STIMARE IL VALORE DEL TERZO PER LE MALATTIE CRONICO-DEGENERATIVE, SE L’INCIDENZA RESTA COSTANTE, ED AUMENTA LA DURATA DELLA MALATTIA (ES. PER MIGLIORAMENTO DI INTERVENTI TERAPEUTICI), CIO’ PRODUCE UN AUMENTO DELLA PREVALENZA.
79
MISURE DI MALATTIA INCIDENZA= E’ LA MISURA PIU’ DIRETTA DELL’EFFETTO DEI FATTORI DI RISCHIO E LA PIU’ ADATTA PER VALUTARE L’EFFICACIA DI INTERVENTI DI PREVENZIONE PREVALENZA= E’ LA MISURA DELL’EFFICACIA DI INTERVENTI TERAPEUTICI E’ LA MISURA UTILIZZATA PER UNA CORRETTA PIANIFICAZIONE DEI SERVIZI SANITARI
89
STUDI EPIDEMIOLOGICI DESCRITTIVI
DESCRIVONO L’ANDAMENTO DI UNA MALATTIA IN UNA POPOLAZIONE, IN BASE A TRE ASPETTI FONDAMENTALI: L’ANDAMENTO GEOGRAFICO: PER POPOLAZIONI DI DIVERSE REGIONI, IN UNO STESSO MOMENTO L’ANDAMENTO TEMPORALE: PER DIVERSI PERIODI DI TEMPO IN UNA STESSA POPOLAZIONE L’ANDAMENTO IN BASE A CARATTERISTICHE QUALI: CLASSE DI ETA’, GENERE, ETNIA, GRADO DI ISTRUZIONE…… (CARATTERI DEMOGRAFICI)
90
TIPI DI MISURE FREQUENZA ASSOLUTA: NUMERO ASSOLUTO DI EVENTI.
PERMETTE DI VALUTARE IN MODO DIRETTO L’ENTITA’ DELL’EVENTO, MA E’ POCO USATA IN EPIDEMIOLOGIA, PERCHE’ NON PERMETTE DI FARE CONFRONTI.
91
TIPI DI MISURE RAPPORTO:
FRAZIONE IN CUI IL NUMERATORE ED IL DENOMINATORE SONO FRA LORO INDIPENDENTI (IL NUMERATORE NON E’ COMPRESO NEL DENOMINATORE E NON DERIVA DA ESSO) SERVE AD INDICARE QUANTE VOLTE IL DENOMINATORE (CHE DIVENTA UNITA’ DI MISURA) STA NEL NUMERATORE. PUO’ ASSUMERE QUALUNQUE VALORE, DA ZERO A INFINITO.
92
TIPI DI MISURE PROPORZIONE:
FRAZIONE IN CUI IL NUMERATORE E’ COMPRESO NEL DENOMINATORE. INDICA LA RELAZIONE QUANTITATIVA FRA UNA PARTE ED IL TUTTO. SI CHIAMA ANCHE RAPPORTO DI COMPOSIZIONE SERVE AD INDICARE LA COMPOSIZIONE DI UN TOTALE IN RELAZIONE AL VARIARE DI UNA CARATTERISTICA. PUO’ ASSUMERE VALORI DA ZERO AD UNO. PUO’ ESSERE ESPRESSO COME PERCENTUALE (da 0% a 100%)
93
TIPI DI MISURE TASSO: FRAZIONE IN CUI IL NUMERATORE DERIVA DAL DENOMINATORE E PUO’ ANCHE NON FARNE PARTE. PERCIO’ SI CHIAMA ANCHE RAPPORTO DI DERIVAZIONE. LO SCORRERE DEL TEMPO E’ UN ASPETTO FONDAMENTALE: SI TRATTA DI UNA MISURA DINAMICA CHE TENDE A VALUTARE IL VARIARE DEL NUMERATORE IN RELAZIONE AL VARIARE DEL DENOMINATORE. IL TASSO ESPRIME LA PROBABILITA’ CHE UN EVENTO SI VERIFICHI, PER UNA POPOLAZIONE, NELL’UNITA’ DI TEMPO SCELTA. E’ LA MISURA PIU’ USATA IN EPIDEMIOLOGIA PERCHE’ PERMETTE DI FARE CONFRONTI INDIPENDENTEMENTE DALLA NUMEROSITA’ DELLE POPOLAZIONI.
94
EPIDEMIOLOGIA OSSERVAZIONALE SPERIMENTALE
95
EPIDEMIOLOGIA OSSERVAZIONALE
NON PREVEDE L’INTERVENTO DEL RICERCATORE SULLA REALTA’, MA SOLTANTO L’OSSERVAZIONE E LA REGISTRAZIONE DEGLI EVENTI. EPIDEMIOLOGIA DESCRITTIVA COMPRENDE: EPIDEMIOLOGIA ANALITICA
96
EPIDEMIOLOGIA OSSERVAZIONALE
DESCRITTIVA DESCRIVE FREQUENZA E DISTRIBUZIONE DELLE MALATTIE (E DELLA SALUTE) NELLE POPOLAZIONI, CONSIDERANDO LE VARIAZIONI GEOGRAFICHE, TEMPORALI, ED IN RELAZIONE AD ALTRE CARATTERISTICHE (ETA’, GENERE, ATTIVITA' LAVORATIVA, CLASSE SOCIALE, RESIDENZA, …). PERMETTE DI FARE CONFRONTI E DI RILEVARE DIFFERENZE, CHE CI PERMETTONO DI PORRE DELLE IPOTESI SUI POSSIBILI FATTORI DI RISCHIO.
97
EPIDEMIOLOGIA OSSERVAZIONALE
ANALITICA STUDIA LE ASSOCIAZIONI TRA I FATTORI DI RISCHIO E LE MALATTIE, E QUANTIFICA LA FORZA DI TALI ASSOCIAZIONI. UNA DIFFERENZA FONDAMENTALE TRA DESCRITTIVA E ANALITICA E’ CHE PER QUEST’ULTIMA LE INFORMAZIONI, SIA SULLA MALATTIA CHE SULL’ESPOSIZIONE AL FATTORE DI RISCHIO, SONO RACCOLTE A LIVELLO INDIVIDUALE. GLI STUDI ANALITICI SI REALIZZANO SU GRUPPI SELEZIONATI DI INDIVIDUI ED UTILIZZANO IL METODO DEL CONFRONTO. I TRE PRINCIPALI MODELLI DI STUDIO ANALITICI DIFFERISCONO PER LA LORO POSIZIONE RISPETTO ALLO SCORRERE DEL TEMPO: TRASVERSALI, PROSPETTICI, RETROSPETTIVI
98
EPIDEMIOLOGIA SPERIMENTALE
PRESUPPONE L’ INTERVENTO ATTIVO DEL RICERCATORE, PER MODIFICARE L’ESPOSIZIONE AI FATTORI DI RISCHIO (O PER INTRODURRE UN TRATTAMENTO TERAPEUTICO) E SUCCESSIVAMENTE PER REGISTRARE GLI EFFETTI DEGLI INTERVENTI. E’ IL RICERCATORE CHE DECIDE L’APPARTENENZA DI CIASCUN INDIVIDUO AL GRUPPO “IN TRATTAMENTO” O AL GRUPPO “DI CONTROLLO” (RANDOMIZZAZIONE) USA MODELLI DI STUDIO SIMILI A QUELLI DELLA EPIDEMIOLOGIA ANALITICA. SI BASA SUL METODO DEL CONFRONTO
99
EPIDEMIOLOGIA ANALITICA
FATTORI DI RISCHIO AGENTI LEGATI ALL’AMBIENTE, CHE SONO IN GRADO DI INFLUENZARE LA FREQUENZA E LA DISTRIBUZIONE DI MALATTIE (E DELLA SALUTE) NELLA POPOLAZIONE. FATTORI DI RISCHIO POSSONO ESSERE SOSTANZE CHIMICHE, MA ANCHE COMPORTAMENTI O ABITUDINI DI VITA. DATO CHE SONO LEGATI ALL’AMBIENTE, SONO MODIFICABILI
100
EPIDEMIOLOGIA ANALITICA
CONDIZIONI DI RISCHIO CARATTERISTICHE INDIVIDUALI, CHE SONO IN GRADO DI INFLUENZARE LA FREQUENZA E LA DISTRIBUZIONE DI MALATTIE (E DELLA SALUTE). CONDIZIONI DI RISCHIO POSSONO ESSERE L’ETA’, IL GENERE, CARATTERI GENETICI, MA ANCHE PATOLOGIE CRONICHE . LE CARATTERISTICHE INDIVIDUALI SONO CONSIDERATE NON MODIFICABILI
101
EPIDEMIOLOGIA ANALITICA
FATTORE EZIOLOGICO (CAUSALE) QUANDO L’ASSOCIAZIONE STATISTICA TRA FATTORE DI RISCHIO E MALATTIA E’ ALTAMENTE SIGNIFICATIVA. QUANDO C’E’ UNA FORTE SPECIFICITA’ TRA FATTORE DI RISCHIO E MALATTIA AD ESSO ASSOCIATA.
102
EPIDEMIOLOGIA ANALITICA
MOLTI FATTORI DI RISCHIO SONO CARATTERIZZATI DAI SEGUENTI QUATTRO REQUISITI: NON NECESSARI: LA MALATTIA PUÒ VERIFICARSI ANCHE IN SOGGETTI NON ESPOSTI AL FATTORE DI RISCHIO NON SUFFICIENTI: SOGGETTI ESPOSTI AL FATTORE DI RISCHIO POSSONO NON PRESENTARE LA MALATTIA ASPECIFICI: UN FATTORE DI RISCHIO PUÒ INFLUENZARE LA FREQUENZA DI COMPARSA DI PIU’ DI UNA MALATTIA MULTIPLI: PIU’ FATTORI DI RISCHIO POSSONO INFLUENZARE LA FREQUENZA DI COMPARSA DI UN A STESSA MALATTIA
103
EPIDEMIOLOGIA ANALITICA
NON SI RAGIONA IN TERMINI DI CAUSA EFFETTO MA IN TERMINI DI AUMENTO DELLA PROBABILITA’ DI ANDARE INCONTRO AD UNA MALATTIA IN SEGUITO ALLA ESPOSIZIONE AD UNO O PIU’ FATTORI DI RISCHIO
104
EPIDEMIOLOGIA ANALITICA
PER LA MAGGIOR PARTE DELLE MALATTIE CRONICO – DEGENERATIVE NON E’ POSSIBILE INDIVIDUARE UNA CAUSA, MA MOLTI FATTORI DI RISCHIO, CHE CONCORRONO IN VARIA MISURA ALL’INSORGENZA DELLA MALATTIA. (PATOLOGIE MULTIFATTORIALI) ALCUNI FATTORI DI RISCHIO SONO IN GRADO DI AGIRE SULL’INSORGENZA DI MOLTE MALATTIE (ASPECIFICITA’)
105
EPIDEMIOLOGIA ANALITICA
ESISTONO TRE FONDAMENTALI MODELLI DI STUDIO: STUDI TRASVERSALI O DI PREVALENZA STUDI PROSPETTICI O PER COORTE (DI “FOLLOW-UP”, DI INCIDENZA) STUDI RETROSPETTIVI O CASO-CONTROLLO
106
EPIDEMIOLOGIA ANALITICA
I TRE MODELLI FONDAMENTALI DI STUDIO EPIDEMIOLOGICO ANALITICO SONO DIFFERENTI TRA LORO PER LA STRUTTURA IN RELAZIONE ALLO SCORRERE DEL TEMPO. SONO INVECE SIMILI TRA LORO PERCHE’ ESISTE SEMPRE UN “GRUPPO DI CONTROLLO” CHE E’ INDISPENSABILE COME RIFERIMENTO PER POTER VALUTARE L’EFFETTO DEL FATTORE DI RISCHIO STUDIATO.
107
STUDI TRASVERSALI SI PARTE DA UNA POPOLAZIONE O DA UN CAMPIONE SELEZIONATO, E PER CIASCUN INDIVIDUO SI RILEVA NELLO STESSO MOMENTO LA PRESENZA O L’ASSENZA DEL FATTORE DI RISCHIO E DELLA MALATTIA.
108
STUDI TRASVERSALI O DI PREVALENZA
TEMPO DIREZIONE DELL’INDAGINE
109
STUDI TRASVERSALI O DI PREVALENZA
L’ACCERTAMENTO DELL’ESPOSIZIONE AL FATTORE DI RISCHIO E DELLA PRESENZA DI MALATTIA VENGONO EFFETTUATI CONTEMPORANEAMENTE: CIASCUN INDIVIDUO NELLA POPOLAZIONE IN STUDIO VIENE ESAMINATO UNA SOLA VOLTA LA DEFINIZIONE DEL RAPPORTO TEMPORALE TRA FATTORE DI RISCHIO ED INSORGENZA DELLA MALATTIA E’ UNO DEI PRINCIPALI PROBLEMI DEGLI STUDI TRASVERSALI.
110
STUDI TRASVERSALI O DI PREVALENZA
POPOLAZIONE SELEZIONATA SANI ESPOSTI MALATI ESPOSTI AL F.R AL F.R. SANI NON ESPOSTI MALATI NON ESPOSTI AL F.R AL F.R.
111
STUDI TRASVERSALI O DI PREVALENZA
I DATI RACCOLTI POSSONO ESSERE ORGANIZZATI IN UNA TABELLA 2x2 MALATTIA F. R. SI NO TOTALE a b a + b c d c + d a + c b + d a+b+c+d
112
STUDI TRASVERSALI DI PREVALENZA
CIASCUN INDIVIDUO DELLA POPOLAZIONE IN ESAME VIENE ESAMINATO UNA SOLA VOLTA IN UN DETERMINATO MOMENTO: PERCIO’ LA MALATTIA PUO’ ESSERE QUALIFICATA SOLO IN TERMINI DI PREVALENZA: PROPORZIONE DI INDIVIDUI CHE PRESENTANO LA MALATTIA IN UN DETERMINATO MOMENTO RISPETTO AL TOTALE DEGLI INDIVIDUI ESAMINATI.
113
STUDI TRASVERSALI O DI PREVALENZA
RISCHIO = RELATIVO = SI PUÒ USARE ANCHE L’ ODDS RATIO PER LA VALUTAZIONE DEI RISULTATI
114
STUDI TRASVERSALI O DI PREVALENZA
PARTICOLARMENTE ADATTI PER LO STUDIO DI FATTORI O CONDIZIONI DI RISCHIO DI MALATTIE RELATIVAMENTE FREQUENTI E DI LUNGA DURATA
115
STUDI TRASVERSALI O DI PREVALENZA
ATTENZIONE ALLA INTERPRETAZIONE: IL FATTORE ASSOCIATO ALLA MALATTIA PUO’ ESSERE UN FATTORE DI RISCHIO O UN FATTORE PROGNOSTICO. I CASI PREVALENTI RAPPRESENTANO UNA FRAZIONE SELEZIONATA DI TUTTI I CASI DI MALATTIA INSORTI PRIMA DELL’INIZIO DELLO STUDIO: CIOE’ QUELLI CHE NON SONO GUARITI E NON SONO MORTI. PERCIO’ SI PUO’ AVERE UNA SOTTOSTIMA DEL PESO DEL FATTORE DI RISCHIO SE ESSO E’ ASSOCIATO ALLE FORME PIU’ GRAVI (LETALI) DI MALATTIA, ED UNA SOVRASTIMA SE E’ ASSOCIATO ALLE FORME MENO GRAVI (IN QUESTO CASO E’ UN FATTORE PROGNOSTICO FAVOREVOLE)
116
STUDI TRASVERSALI O DI PREVALENZA OBIETTIVI
VALUTAZIONE DELLA PREVALENZA DI PATOLOGIE CRONICHE, IN PARTICOLARE DI QUELLE NON RIPORTATE DAI FLUSSI INFORMATIVI CORRENTI VALUTAZIONE DELLA FREQUENZA E DISTRIBUZIONE DEI FATTORI DI RISCHIO NELLA POPOLAZIONE, IN PARTICOLARE DI QUELLI GIA’ DIMOSTRATI VALUTAZIONE DELLA FREQUENZA E DISTRIBUZIONE DI CONDIZIONI DI RISCHIO NELLA POPOLAZIONE
117
STUDI TRASVERSALI O DI PREVALENZA OBIETTIVI
STUDIO DELLA DOMANDA ED OFFERTA DI PRESTAZIONI SANITARIE PER LA PIANIFICAZIONE DI SERVIZI O INTERVENTI SANITARI STUDIO DI IPOTESI DI ASSOCIAZIONE TRA FATTORI O CONDIZIONI DI RISCHIO E PATOLOGIE: SOLO IN QUESTO CASO LO STUDIO SI PUO’ DEFINIRE ANALITICO
118
STUDIO PROSPETTICO DI COORTE
TEMPO DIREZIONE DELL’INDAGINE
119
STUDI PROSPETTICI DI COORTE
CARATTERISTICA FONDAMENTALE: I GRUPPI DI SOGGETTI IN STUDIO VENGONO COSTRUITI IN BASE ALLA ESPOSIZIONE O NON ESPOSIZIONE AL FATTORE DI RISCHIO GLI STUDI DI COORTE SONO CHIAMATI ANCHE PROSPETTICI PERCHE’ SI PARTE DA CIO’ CHE AVVIENE PRIMA ( L’ESPOSIZIONE AL FATTORE DI RISCHIO) E SI VALUTA CIO’ CHE AVVIENE DOPO (L’ INSORGENZA DI MALATTIA)
120
STUDI PROSPETTICI DI COORTE
OBIETTIVO: Valutare se esiste una associazione tra un fattore di rischio ed una malattia, e quantificare la forza dell’associazione. SI PARTE DA UNA COORTE: gruppo omogeneo di persone con alcune caratteristiche comuni (non è di solito un campione rappresentativo della popolazione); persone “sane” che all’inizio dell’osservazione non hanno la malattia. SI VALUTA L’ESPOSIZIONE AL FATTORE DI RISCHIO: tutte le persone della coorte sono suddivise in base alla loro esposizione o non esposizione al fattore di rischio SI ESEGUE IL FOLLOW-UP: Tutte le persone della coorte sono controllate periodicamente per valutare l’insorgenza di malattia (o la morte per la malattia). Il follow-up può continuare per molti anni.
121
STUDIO PROSPETTICO DI COORTE
SANI FOLLOW UP MALATI ESPOSTI AL F.R. COORTE: Gruppo omogeneo di persone “sane” NON ESPOSTI AL F.R.
122
STUDI PROSPETTICI DI COORTE
SI PROCEDE ALLA VALUTAZIONE DEI RISULTATI: In base alla incidenza di malattia (o alla mortalità) calcolata per le persone esposte al fattore di rischio e per le persone non esposte al fattore di rischio (gruppo di controllo) SE ESISTE UNA ASSOCIAZIONE tra il fattore di rischio e la malattia, si avrà una incidenza maggiore per gli esposti al fattore di rischio rispetto ai non esposti. La differenza dovrà essere statisticamente significativa. LA VALUTAZIONE DELLA FORZA DI ASSOCIAZIONE si misura con RISCHIO RELATIVO ed il RISCHIO ATTRIBUIBILE
123
STUDI PROSPETTICI DI COORTE
I DATI RACCOLTI POSSONO ESSERE ORGANIZZATI IN UNA TABELLA 2x2 MALATTIA F. R. SI NO TOTALE a b a + b c d c + d a + c b + d a+b+c+d
124
STUDI PROSPETTICI DI COORTE
RISCHIO = = RELATIVO =
125
STUDI PROSPETTICI DI COORTE
RISCHIO RELATIVO RAPPORTO TRA L’INCIDENZA DI MALATTIA NEI SOGGETTI ESPOSTI AL FATTORE DI RISCHIO E QUELLA NEI NON ESPOSTI RR = L’INCIDENZA DI MALATTIA NEI NON ESPOSTI E’ IL VALORE DI RIFERIMENTO E DIVENTA UNITA’ DI MISURA
126
STUDI PROSPETTICI DI COORTE
IL RISCHIO RELATIVO ESPRIME QUANTE VOLTE E’ PIU’ ALTO IL RISCHIO DI AMMALARSI PER LE PERSONE ESPOSTE AL FATTORE DI RISCHIO RISPETTO ALLE PERSONE NON ESPOSTE. IN RIFERIMENTO AI TIPI DI MISURE E’ UN RAPPORTO, PERCHE’ LE DUE MISURE DI INCIDENZA MESSE A CONFRONTO SONO TRA LORO INDIPENDENTI: PROVENGONO DA DUE GRUPPI DIVERSI IL NUMERATORE NON E’ COMPRESO NEL DEMNOMINATORE IL NUMERATORE NON DERIVA DAL DENOMINATORE
127
STUDI PROSPETTICI DI COORTE RISCHIO RELATIVO
L’INCIDENZA NEI NON ESPOSTI DIVENTA UNITA’ DI MISURA: SE RR=1 ALLORA Ie = Ine (il fattore è ininfluente) SE RR< ALLORA Ie <Ine (il fattore non e’ di rischio ma di protezione) SE RR> ALLORA Ie>Ine (il fattore di rischio è in grado di produrre un aumento della incidenza della malattia)
128
STUDI PROSPETTICI DI COORTE
RISCHIO ATTRIBUIBILE INDICA LA PARTE DI INCIDENZA CHE PUO’ ESSERE ATTRIBUITA ALL’ESPOSIZIONE AL FATTORE DI RISCHIO RISCHIO = INCIDENZA(esp) - INCIDENZA(nonesp) ATTRIBUIBILE
129
STUDI PROSPETTICI DI COORTE
RISCHIO ATTRIBUIBILE L’ INCIDENZA DI MALATTIA SI VERIFICA ANCHE NELLE PERSONE NON ESPOSTE AL FATTORE DI RISCHIO CHE SI STA VALUTANDO (LE MALATTIE SONO MULTIFATTORIALI) L’INCIDENZA CHE SI E’ VERIFICATA NELLE PERSONE NON ESPOSTE AL F.R. E’ LEGATA AD ALTRI FATTORI, CHE AGISCONO COMUNQUE ANCHE SULLE PERSONE ESPOSTE AL F.R. CHE SI STA VALUTANDO. NON TUTTA L’INCIDENZA CHE SI VERIFICA NELLE PERSONE ESPOSTE AL F.R. E’ QUINDI LEGATA A QUEL F.R. IL RISCHIO ATTRIBUIBILE INDICA LA PARTE DI INCIDENZA CHE SI POTREBBE ELIMINARE, NELLE PERSONE ESPOSTE AL FATTORE DI RISCHIO, SE SI ELIMINASSE IL FATTORE DI RISCHIO STESSO.
130
STUDI PROSPETTICI DI COORTE
RISCHIO ATTRIBUIBILE E’ IMPORTANTE PER GLI INTERVENTI DI PREVENZIONE, PERCHE’ CI PERMETTE DI STIMARE IL BENEFICIO ATTESO IN TERMINI DI RIDUZIONE DI INCIDENZA NEL GRUPPO DEGLI ESPOSTI AL F.R., RISPETTO AL COSTO DELL’INTERVENTO DI PREVENZIONE.
131
STUDI PROSPETTICI DI COORTE
MORTALITA’ PER TUMORE DEL POLMONE NEI MEDICI INGLESI, IN RELAZIONE ALL’ABITUDINE AL FUMO ABITUDINE MORTALITA’ X RISCHIO RISCHIO AL FUMO TUMORE POLMONE RELATIVO ATTRIBUIBILE NON FUMATORI FUMATORI 0 -5/die , 6-20/die , >20/die , Doll R. e coll. : British Medical Journal, 2 :1525, 1976
132
STUDI PROSPETTICI DI COORTE
MORTALITA’ PER TUMORE DEL POLMONE NEI MEDICI INGLESI, IN RELAZIONE ALL’ABITUDINE AL FUMO ABITUDINE MORTALITA’ X RISCHIO RISCHIO AL FUMO ISCHEMIA CARDIACA RELATIVO ATTRIBUIBILE NON FUMATORI FUMATORI >20/die , Doll R. e coll. : British Medical Journal, 2 :1525, 1976
133
STUDI PROSPETTICI DI COORTE
UNO STUDIO PROSPETTICO DI COORTE PUO’ ESSERE “STORICO”, QUANDO L’ESPOSIZIONE AL FATTORE DI RISCHIO E’ GIA’ AVVENUTA. IN QUESTO CASO LO STUDIO PROSPETTICO INIZIA NEL PASSATO. RESTA UNO STUDIO PROSPETTICO DI COORTE SE RINTRACCIAMO GLI INDIVIDUI IN BASE ALLA ESPOSIZIONE (E NON ESPOSIZIONE) AL FATTORE DI RISCHIO
134
STUDI PROSPETTICI O DI COORTE
VANTAGGI: PERMETTONO LA VALUTAZIONE DIRETTA DELL’INCIDENZA DELLA MALATTIA, E QUINDI IL CALCOLO DEL RISCHIO RELATIVO (R.R.) E DEL RISCHIO ATTRIBUIBILE (R.A.) RIDUCONO IL RISCHIO DI ERRORI PERCHE’ I DATI SONO RACCOLTI ATTRAVERSO UN FOLLOW-UP NEL TEMPO IN UNO STESSO STUDIO PROSPETTICO POSSONO ESSERE VALUTATE LE INFLUENZE DI UNO SPECIFICO FATTORE DI RISCHIO SU PIU’ PATOLOGIE
135
STUDI PROSPETTICI O DI COORTE
SVANTAGGI: RICHIEDONO SPESSO TEMPI MOLTO LUNGHI , E PER QUESTO MOTIVO SONO PIU’ DIFFICILI E COSTOSI SONO DEL TUTTO INADATTI ALLO STUDIO DEI FATTORI DI RISCHIO CHE AGISCONO SU MALATTIE RARE (LA BASSA INCIDENZA RICHIEDE DI INSERIRE NEL FOLLOW-UP GRUPPI DI PERSONE MOLTO PIU’ NUMEROSI)
136
STUDI RETROSPETTIVI O CASO-CONTROLLO
TEMPO DIREZIONE DELL’INDAGINE
137
STUDI RETROSPETTIVI CASO-CONTROLLO
SI PARTE DALLA DEFINIZIONE DI “CASO” DI UNA SPECIFICA MALATTIA (CRITERI CLINICI, DI LABORATORIO, RADIOLOGICI …) SI RACCOGLIE UNA SERIE DI “CASI” INCIDENTI DI QUELLA MALATTIA E SI COSTRUISCE UN ADEGUATO GRUPPO DI “CONTROLLI” ( PERSONE SIMILI AI CASI PER ALCUNE CARATTERISTICHE, DEFINITE “A PRIORI”, MA SENZA QUELLA MALATTIA). SI VALUTA RETROSPETTIVAMENTE LA PRECEDENTE ESPOSIZIONE AL FATTORE DI RISCHIO SIA NEI “CASI” CHE NEI “CONTROLLI”. GLI STUDI “CASO-CONTROLLO” SI DEFINISCONO RETROSPETTIVI NON TANTO PERCHE’ INDAGANO NEL PASSATO, MA PERCHE’ PARTONO DA CIO’ CHE SECONDO LOGICA AVVIENE DOPO (LA MALATTIA) E VANNO AD INDAGARE CIO’ CHE E’ AVVENUTO PRIMA (LA EVENTUALE ESPOSIZIONE AL FATTORE DI RISCHIO)
138
STUDI RETROSPETTIVI CASO-CONTROLLO
ESPOSTI AL F.R. NON ESPOSTI QUESTIONARIO O INTERVISTA CASI DI MALATTIA CONTROLLI “SANI”
139
STUDI RETROSPETTIVI CASO-CONTROLLO
140
STUDI RETROSPETTIVI CASO-CONTROLLO
A BASE DI POPOLAZIONE SI PARTE DALLA POPOLAZIONE RESIDENTE IN UNA DEFINITA AREA GEOGRAFICA, IN UN DETERMINATO INTERVALLO DI TEMPO E SI DEFINISCONO: CASI: TUTTI I PAZIENTI DI NUOVA DIAGNOSI (CRITERI STABILITI “A PRIORI”), GENERATI DALLA POPOLAZIONE IN STUDIO NELL’INTERVALLO DI TEMPO STABILITO CONTROLLI: UN CAMPIONE CASUALE STRATIFICATO, ESTRATTO DALLA STESSA POPOLAZIONE CHE HA GENERATO I CASI
141
STUDI RETROSPETTIVI CASO-CONTROLLO
A BASE OSPEDALIERA SI PARTE DAI RICOVERATI IN UNO O PIU’ SERVIZI OSPEDALIERI E SI DEFINISCONO: CASI: TUTTI I PAZIENTI DI NUOVA DIAGNOSI (CRITERI STABILITI “A PRIORI”), RICOVERATI IN UN INTERVALLO DI TEMPO DEFINITO CONTROLLI: PAZIENTI RICOVERATI NEGLI STESSI OSPEDALI, NELLO STESSO PERIODO, PER UN’ALTRA PATOLOGIA, DEL TUTTO DIVERSA DA QUELLA DEI CASI
142
STUDI RETROSPETTIVI CASO-CONTROLLO
I DATI RACCOLTI POSSONO ESSERE ORGANIZZATI IN UNA TABELLA 2x2 MALATTIA F. R. CASI CONTROLLI TOTALE SI a b a + b NO c d c + d a + c b + d a+b+c+d
143
STUDI RETROSPETTIVI CASO-CONTROLLO
I TOTALI DI RIGA: ( ESPOSTI AL F.R. = a+b; NON ESPOSTI AL F.R. = c+d) NON POSSIAMO USARE IL RAPPORTO a /a+b PER CALCOLARE IL RISCHIO DI MALATTIA NEGLI ESPOSTI AL F.R. PERCHE’ NON SIAMO PARTITI DALL’ ESPOSIZIONE AL F.R. MA DAI CASI DI MALATTIA. I TOTALI DI COLONNA: (CASI = a+c; CONTROLLI = b+d) QUESTI DATI NON FANNO PARTE DEI RISULTATI PERCHE’ IL NUMERO DI CASI E DI CONTROLLI E’ DECISO DA CHI ORGANIZZA LO STUDIO; SPESSO I DUE GRUPPI SONO DI UGUALE NUMERO, OPPURE I CONTROLLI SONO DOPPI O TRIPLI RISPETTO AI CASI.
144
STUDI RETROSPETTIVI CASO-CONTROLLO
QUELLO CHE SI PUO’ FARE E’ VEDERE COME IL TOTALE DEI CASI , ED IL TOTALE DEI CONTROLLI, SI DISTRIBUISCE TRA ESPOSTI E NON ESPOSTI AL FATTORE DI RISCHIO. I SOLI DATI CHE POSSIAMO USARE PER LA ELABORAZIONE DEI RISULTATI SONO QUINDI QUELLI CONTENUTI NELLE CASELLE CENTRALI: a, b, c, d.
145
STUDI RETROSPETTIVI CASO-CONTROLLO
ODDS E’ UN MODO DIVERSO DI ESPRIMERE LA PROBABILITA’: ODDS = PROBABILITA’ = SE SI HANNO 5 EVENTI SU 100 PERSONE ODDS = PROBABILITA’=
146
STUDI RETROSPETTIVI O CASO-CONTROLLO
ODDS = = RATIO PRODOTTO INCROCIATO DELLE CASELLE
147
STUDI RETROSPETTIVI CASO- CONTROLLO
L’IPOTESI DI PARTENZA DI UNO STUDIO CASO-CONTROLLO VUOLE VALUTARE SE ESISTE UNA RELAZIONE TRA UNA MALATTIA ED UN FATTORE DI RISCHIO. ODDS RATIO E’ IL RAPPORTO TRA IL PRODOTTO DELLE DUE COMBINAZIONI IN ACCORDO CON L’IPOTESI, E IL PRODOTTO DELLE DUE COMBINAZIONI CONTRARIE ALL’IPOTESI AL NUMERATORE: a = CASI ESPOSTI AL F.R. d = CONTROLLI NON ESPOSTI AL F.R. AL DENOMINATORE: c = CASI NON ESPOSTI AL F.R. b = CONTROLLI ESPOSTI AL F.R. IN ACCORDO CON L’IPOTESI IN DISACCORDO CON L’IPOTESI
148
STUDI RETROSPETTIVI CASO-CONTROLLO
ODDS RATIO E’ UN RAPPORTO PERCHE’ NUMERATORE E DENOMINATORE SONO DUE QUANTITA’ INDIPENDENTI (il numeratore non è compreso nel denominatore, e non deriva da esso) ODDS RATIO E’ UNA MISURA DI ASSOCIAZIONE, NEL SENSO CHE PERMETTE DI VALUTARE QUANTO E’ FORTE LA ASSOCIAZIONE TRA MALATTIA E FATTORE DI RISCHIO; E’ SIMILE (NON UGUALE!!) AL RISCHIO RELATIVO
149
STUDI RETROSPETTIVI CASO-CONTROLLO
VANTAGGI RICHIEDONO PER LA LORO ESECUZIONE TEMPI BREVI E MINORI RISORSE (RISPETTO AGLI STUDI PER COORTE) SONO PARTICOLARMENTE INDICATI PER LO STUDIO DEI FATTORI DI RISCHIO DELLE PATOLOGIE RARE PERMETTONO LO STUDIO DI PIU’ FATTORI DI RISCHIO PARTENDO DA UNA STESSA PATOLOGIA
150
STUDI RETROSPETTIVI CASO-CONTROLLO
SVANTAGGI SONO PIU’ CRITICABILI PERCHE’ PIU’ SOGGETTI AD ERRORI LEGATI ALLA SELEZIONE DEI CASI E DEI CONTROLLI, AD ERRORI DI VALUTAZIONE E DI RILEVAZIONE NON PERMETTONO RILEVAZIONE DI MISURE DI INCIDENZA E PREVALENZA IN MODO DIRETTO, PERCHE’ SI MISURA LA FREQUENZA DEL FATTORE DI RISCHIO
151
CRITERI DI ASSOCIAZIONE TRA UN FATTORE DI RISCHIO E UNA PATOLOGIA
SEQUENZA TEMPORALE L’ESPOSIZIONE AL F.R. PRECEDE LA PATOLOGIA? PLAUSIBILITA’ BIOLOGICA L’IPOTESI E’ IN ACCORDO CON LE CONOSCENZE DERIVATE DA ALTRI MODELLI DI RICERCA BIOLOGICA? CONSISTENZA L’ASSOCIAZIONE E’ DIMOSTRABILE IN STUDI REALIZZATI IN DIVERSE SITUAZIONI E IN TEMPI DIVERSI? FORZA E GRADO DELL’ASSOCIAZIONE QUANTO E’ GRANDE IL RISCHIO RELATIVO ?
152
CRITERI DI ASSOCIAZIONE TRA UN FATTORE DI RISCHIO E UNA PATOLOGIA
RELAZIONE DOSE-EFFETTO C’E’ UNA RELAZIONE QUANTITATIVA FRA ESPOSIZIONE AL F.R. ED INCIDENZA DELLA PATOLOGIA? REVERSIBILITA’ LA RIMOZIONE DEL F.R. RIDUCE L’INCIDENZA? VALIDITA’ DELL’IMPOSTAZIONE SONO STATI CONSIDERATI I F.R. GIA’ NOTI ED I POSSIBILI FATTORI DI CONFONDIMENTO?
153
MISURE DI FREQUENZA INCIDENZA PREVALENZA MORTALITA’
INDICANO LA FREQUENZA DI UN EVENTO MORBOSO IN UNA POPOLAZIONE
154
MISURE DI ASSOCIAZIONE
RISCHIO RELATIVO RISCHIO ATTRIBUIBILE ODDS RATIO INDICANO LA FORZA DELLA ASSOCIAZIONE TRA UN FATTORE DI RISCHIO ED UNA MALATTIA
155
PREVENZIONE L’INSIEME DEGLI INTERVENTI FINALIZZATI AD IMPEDIRE O RIDURRE L’INSORGENZA DELLE MALATTIE E LA COMPARSA DI ESITI NEGATIVI PRIMARIA SECONDARIA TERZIARIA
156
PREVENZIONE PRIMARIA RIDURRE O ELIMINARE L’ESPOSIZIONE AI FATTORI DI RISCHIO PRESENTI NELL’AMBIENTE OBIETTIVO: SE UN INTERVENTO DI PREVENZIONE PRIMARIA E’ EFFICACE, SI OTTIENE UNA RIDUZIONE DELL’INCIDENZA ESEMPI: VACCINAZIONE ANTIPOLIO POTABILIZZAZIONE DELL’ACQUA ATTIVITA’ FISICA REGOLARE NON AGONISTICA ALIMENTAZIONE CORRETTA ECC…
157
PREVENZIONE SECONDARIA
INDIVIDUARE PRECOCEMENTE LA PRESENZA DI UNA MALATTIA GIA’ IN ATTO, IN PERSONE APPARENTEMENTE SANE, MA A MAGGIOR RISCHIO SCREENING: ATTIVITA’ ORGANIZZATA DAL SERVIZIO SANITARIO, RIVOLTA A GRUPPI SELEZIONATI DI PERSONE OBIETTIVO: RIDURRE LA MORTALITA’ O ALTRI ESITI NEGATIVI DOVUTI ALLA MALATTIA ESEMPI: SCREENING PER ALCUNI TUMORI SCREENING PER LA FENILCHETONURIA ECC..
158
PREVENZIONE TERZIARIA
E’ RIVOLTA A PERSONE CHE HANNO GIA’ UNA PATOLOGIA IN ATTO LA MAGGIOR PARTE DELLE COMPLICANZE DI UNA PATOLOGIA E’ FACILMENTE PREVEDIBILE GLI INTERVENTI DI RIABILITAZIONE SONO CONSIDERATI DI PREVENZIONE TERZIARIA OBIETTIVO: RIDURRE LA COMPARSA DI COMPLICANZE, RIPORTARE PER QUANTO POSSIBILE LA PERSONA AD UN EQUILIBRIO DI SALUTE (INDIPENDENTEMENTE DALLE “TERAPIE”) ESEMPI RIABILITAZIONE POST-INFARTO MATERASSINI PER EVITARE PIAGHE DA DECUBITO ECC…
159
AGENTI EZIOLOGICI DI MALATTIE INFETTIVE CRITERI PER LA CLASSIFICAZIONE
CIASCUNA DISCIPLINA ADOTTA UN DIVERSO CRITERIO PER CLASSIFICARE GLI AGENTI EZIOLOGICI: MICROBIOLOGIA CRITERIO MORFOLOGICO, COLTURALE, BIOCHIMICO, STRUTTURA ANTIGENE MALATTIE INFETTIVE TROPISMO D’ORGANO, DIAGNOSI DIFFERENZIALE EPIDEMIOLOGIA E IGIENE ???
160
TUBERCOLOSI MORBILLO DIFTERITE MENINGITE TIFO POLIOMIELITE EPATITE A COLERA EPATITE B AIDS SIFILIDE HERPES GENITALE MALARIA FEBBRE GIALLA
161
EPIDEMIOLOGIA E IGIENE
IL CRITERIO DI CLASSIFICAZIONE PER GLI AGENTI EZIOLOGICI DI MALATTIE INFETTIVE FA RIFERIMENTO ALLA MODALITA’ DI TRASMISSIONE PERCHE’ ALCUNI INTERVENTI DI PREVENZIONE NON SPECIFICI SONO EFFICACI PER TUTTI GLI AGENTI EZIOLOGICI CHE SI TRASMETTONO CON LA STESSA MODALITA’
162
TUBERCOLOSI MORBILLO DIFTERITE … VIA AEREA TIFO POLIOMIELITE EPATITE A … VIA OROFECALE EPATITE B AIDS… VIA PARENTERALE SIFILIDE HERPES GENITALE VIA SESSUALE MALARIA FEBBRE GIALLA TRAMITE VETTORI
163
CATENA EPIDEMIOLOGICA
RIGUARDA LE MODALITA’ DI TRASMISSIONE DI AGENTI EZIOLOGICI DI MALATTIE INFETTIVE E’ UNO SCHEMA CHE PERMETTE DI INDIVIDUARE DOVE E COME SI PUO’ AGIRE PER INTERROMPERE LA TRASMISSIONE DEGLI AGENTI EZIOLOGICI DELLE MALATTIE INFETTIVE
164
CATENA EPIDEMIOLOGICA
TRASMISSIONE DIRETTA SORGENTE OSPITE DI INFEZIONE RECETTIVO VEICOLO O VETTORE TRASMISSIONE INDIRETTA
165
CATENA EPIDEMIOLOGICA
SORGENTE DI INFEZIONE E’ LA PERSONA CHE HA NEL SUO ORGANISMO L’AGENTE PATOGENO E PUO’ DISSEMINARLO NELL’AMBIENTE (MALATO, PORTATORE ASINTOMATICO O CRONICO) OSPITE RECETTIVO E’ LA PERSONA CHE RICEVE L’AGENTE PATOGENO E NON HA UNA RISPOSTA IMMUNITARIA SPECIFICA GIA’ PRONTA VEICOLO E’ UN MATERIALE O UN OGGETTO CONTAMINATO (MATERIA NON VIVENTE) CHE PUO’ TRASPORTARE L’AGENTE PATOGENO VETTORE TRASPORTATORE VIVENTE DI UN AGENTE PATOGENO (ANIMALE): - VETTORE MECCANICO : TRASPORTA L’AGENTE PATOGENO - VETTORE OBBLIGATO: L’AGENTE PATOGENO SVOLGE UNA FASE DEL SUO SVILUPPO NELL’ORGANISMO DEL VETTORE
166
CATENA EPIDEMIOLOGICA
TRASMISSIONE PER VIA DIRETTA L’AGENTE PATOGENO NON HA CAPACITA’ DI RESISTENZA NELL’AMBIENTE ESTERNO, QUINDI PUO’ TRASMETTERSI SOLTANTO PER CONTATTO DIRETTO DA PERSONA A PERSONA TRASMISSIONE PER VIA INDIRETTA L’AGENTE PATOGENO HA CAPACITA’ DI RESISTENZA NELL’AMBIENTE ESTERNO, QUINDI PUO’ TRASMETTERSI ATTRAVERSO VEICOLI (Es.: ACQUA, ARIA, SUOLO, OGGETTI CONTAMINATI) O VETTORI (Es.: INSETTI O ALTRI ANIMALI)
Presentazioni simili
© 2024 SlidePlayer.it Inc.
All rights reserved.