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RIUNIONE GRUPPO DOCENTI di SOSTEGNO a.s. 2014/2015 13 novembre 2014 Viadana-Gazoldo-Mantova A cura di Dall’Aglio Anna Maria.

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1 RIUNIONE GRUPPO DOCENTI di SOSTEGNO a.s. 2014/2015 13 novembre 2014 Viadana-Gazoldo-Mantova A cura di Dall’Aglio Anna Maria

2 O.d.G. I parte ( plenaria per sede): il docente di sostegno come figura “facilitante” nel raggiungimento della “performance” dell’allievo con BES: pratiche ordinarie di didattica inclusiva. II parte( per gruppi di lavoro): A. modalità di compilazione PEI modello DD57 (per chi non è iscritto alla piattaforma ICF e si ritrova per la prima volta a compilare il modello) B. compilazione PEI su piattaforma ICF per i docenti registrati.

3 I PARTE Il docente di sostegno come figura “facilitante” nel raggiungimento della “performance” dell’allievo con B.E.S.: pratiche ordinarie di didattica inclusiva.

4 . Il docente come elemento “facilitatore”: cioè che facilita lo studente nel suo processo dell’apprendere.( vedi slides da 20 a 28) PERFORMANCE: abilità di eseguire un compito o un’azione con l’influsso, positivo o negativo, di fattori contestuali ambientali e/o personali. BES: alunno con Bisogni Educativi Speciali Didattica inclusiva: rivolta a tutti gli allievi

5 L’importante è usare i termini in modo corretto con il loro significato Occorre ricordare la prossima slide che poi la ritroveremo a fine presentazione.

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7 Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e Della salute ICF Riguarda OGNI INDIVIDUO perché OGNUNO DI NOI PUO’ INCORRERE, NEL CORSO DELLA VITA, IN UNA SITUAZIONE DI LIMITAZIONE DELLE ATTIVITA’ E DELLA PARTECIPAZIONE

8 Cosa è l’ICF ( International Classification of Functioning) Il modello ICF è una delle classificazioni internazionali sviluppate dall’OMS per codificare le informazioni relative alla salute degli individui e prevede l’uso di un linguaggio standardizzato che facilita la comunicazione tra tutti coloro che si occupano della cura e dell’assistenza sanitaria. Con l’ICF viene definito un profilo di funzionamento della persona e i fattori ambientali che influiscono su tale funzionamento

9 Come funziona l’ICF? Essendo una classificazione prevede la sistematica definizione delle componenti della salute. Quindi in pratica in un testo di quasi 300 pag sono contenute varie voci ( ad ognuno delle quali è abbinata una sigla alfanumerica di riconoscimento) raggruppate e classificate secondo particolari criteri. Redigere un profilo di funzionamento significa raccogliere informazioni su quella persona e applicare i codici e le descrizioni più adeguati.

10 E’ un lavoro complesso, ma non è compito nostro, in quanto insegnanti, redigere il profilo dell’allievo; noi possiamo solo parteciparvi con le osservazioni che ci competono.

11 In che modo riguarda la scuola? Il modello ICF rappresenta un approccio innovativo al tema dell’inclusione scolastica, soprattutto per la profonda attenzione che tale modello riserva all’ambiente socio-culturale in cui la persona vive. Nel caso specifico della scuola, l’attenzione è rivolta all’analisi dei fattori del contesto scolastico, con particolare riguardo ai “facilitatori” e alle “barriere” che determinano le performances degli alunni con disabilità nelle pratiche di integrazione scolastica

12 Che cosa cambia nel nostro lavoro di insegnanti? Cambia la prospettiva del nostro lavoro, nel senso che non ci deve più basare sulle mancanze e sui deficit dell’alunno, ma sulle sue potenzialità. Questo fa già parte del nostro stile di lavoro (almeno nella nostra scuola), ma con l’ICF diviene centrale e imprescindibile.

13 ICF IDEA DI PERSONA? IDEA DI SALUTE? che

14 IDEA DI PERSONA responsabilità funzionamento salute globalità dignità antropologico bio-psico-sociale linguaggio comprendere descrivere comunicare interconnessione multidimensionalità contesto ambiente partecipazione attività progetto di vita barriera facilitatore capacità performance codici giustizia

15 CONDIZIONI DI SALUTE FATTORI AMBIENTALI FATTORI PERSONALI FUNZIONI STRUTTURE CORPOREE ATTIVITÀPARTECIPAZIONE LA SALUTE/IL FUNZIONAMENTO UMANO SONO LA RISULTANTE DELL’INTERAZIONE COMPLESSA, SISTEMICA, GLOBALE E MULTIDIMENSIONALE TRA:

16 Quale Salute Salute= assenza di malattia SALUTE = TENSIONE VERSO UNA PIENA ARMONIA E UN SANO EQUILIBRIO FISICO-PSICHICO- SPIRITUALE E SOCIALE

17 Fattori contestuali fattori che nell’insieme costituiscono l’intero contesto della vita di un individuo Fattori ambientali: (aspetti del mondo esterno che formano il contesto di vita) ÝProdotti e tecnologie ÝIstituzioni ÝNorme sociali:regole e leggi ÝAmbiente culturale ÝAmbiente costruito ÝFattori politici ÝAmbiente naturale Fattori personali (correlati all ’ individuo) Ýetà Ýaltre condizioni di salute Ýcapacità di adattamento Ýbackground sociale Ýeducazione Ýprofessione Ýesperienze passate ÝAutostima Ýemotività ÝStile del carattere

18 CAPACITA’: abilità di eseguire un compito o un’azione senza l’influsso, positivo o negativo, di fattori contestuali ambientali e/o personali. PERFORMANCE: abilità di eseguire un compito o un’azione con l’influsso, positivo o negativo, di fattori contestuali ambientali e/o personali. Il ruolo dei fattori contestuali nel funzionamento

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20 “E' un'operazione molto difficile: potrei essere anestetizzato?”

21 Inclusione scolastica alunni con disabilità Ecco i 3 punti cardine dell’inclusione Partecipazione alla vita di classe Condivisione dei momenti Collaborazione con i compagni

22 PRATICHE ORDINARIE DI DIDATTICA INCLUSIVA: (Rivista Difficoltà di apprendimento -Erickson) OBIETTIVO PRINCIPALE DEL LAVORO: Stimolare negli alunni BES, inseriti in un contesto scolastico, una riflessione su di sé che sia il primo passo verso una percezione più consapevole di se stessi e del proprio contesto di vita Per fare questo utilizziamo gli stimoli provenienti dalle lezioni in classe. Gli argomenti discussi durante le lezioni diventano il terreno comune nel quale impostare un confronto con i propri compagni, questo è il secondo obiettivo in ordine di importanza.

23 - Semplificare: per trasmettere un concetto è indispensabile semplificarlo. COSA SIGNIFICA? NON sminuire, NON ridurre, NON banalizzare le nozioni da trasmettere MA smontare, ricostruire,dare nuova forma, reinventare ciò che si ha in testa per renderlo più comprensibile Prerequisiti fondamentali di operare

24 . Concretizzare : riportare ciò di cui si parla a situazione di vita reale, quotidiana, concreta ( associare un argomento trattato in classe a un ’ esperienza vissuta dell ’ alunno è la chiave per rendere quell ’ argomento comprensibile)

25 . Stessi libri/IPad: Crediamo che per essere integrati nel gruppo, sia necessario poter accedere agli stessi mezzi, strumenti, oggetti che utilizzano gli altri e che hanno un valore simbolico altissimo nel legittimare l’appartenenza

26 Programma unico Non si può prescindere da un programma di lavoro individualizzato che parte dalle esigenze dell ’ alunno tuttavia nella nostra esperienza è stato possibile svolgere la maggior parte delle lezioni partendo dallo stesso argomento che veniva trattato dal resto della classe

27 Il micro mondo classe: Favorire la creazione di relazioni sociali,fornire ai ragazzi strumenti comunicativi e competenze sociali per facilitare l ’ integrazione del compagno disabile

28 Il Tutoring: Metodologia di insegnamento/integrazione che può portare buoni risultati soprattutto dal punto di vista dei rapporti interpersonali

29 In sintesi 1.Materia e data (rituale di partenza) 2.Spiegazione alla classe( la lezione si apre uguale per tutti) 3.Parola/e chiave ( cogliere il concetto base sul quale concentrarsi) 4.Spiegazione semplificata 5.Spiegazione grafica(si può usare un linguaggio alternativo) 6.Riferimento al concreto 7.Riflessione su di sé 8.Confronto sociale

30 II PARTE per gruppi di lavoro A.modalità di compilazione PEI modello DD57 (per chi non è iscritto alla piattaforma ICF e si ritrova per la prima volta a compilare il modello). B. compilazione PEI su piattaforma ICF per i docenti registrati.

31 Che cosa è il P.E.I. Il Piano Educativo Individualizzato è il documento nel quale vengono descritti gli interventi integrati ed equilibrati tra di loro, predisposti per l'alunno in un determinato periodo di tempo, ai fini della realizzazione del diritto all'educazione e all'istruzione, di cui ai primi quattro commi dell'art. 12 della legge n. 104 del 1992.

32 In sintesi è….. Un progetto operativo interistituzionale tra operatori della scuola, dei servizi sanitari e sociali, in collaborazione con i familiari Un progetto educativo e didattico individualizzato riguardante la dimensione dell'apprendimento correlata agli aspetti riabilitativi e sociali

33 Chi lo redige Il P.E.I. è redatto, ai sensi del comma 5 del predetto art. 12, congiuntamente dagli operatori sanitari individuati dalla ASL (UONPIA) e dal personale insegnante disciplinare e di sostegno della scuola e, ove presente, con la partecipazione dell'insegnante operatore psico- pedagogico, in collaborazione con i genitori o gli esercenti la potestà parentale dell'alunno. Atto di indirizzo: D.P.R. del 24/02/94, art.4.

34 Cosa contiene. finalità e obiettivi didattici itinerari di lavoro tecnologia metodologie, tecniche e verifiche modalità di coinvolgimento della famiglia

35 I Tempi. si definisce entro il secondo mese dell'anno scolastico si verifica con frequenza, possibilmente trimestrale verifiche straordinarie per casi di particolare difficoltà

36 Quali sono le principali novità introdotte nel Piano Educativo Individualizzato negli ultimi anni?

37 Innanzitutto il modo in cui viene classificato il disturbo. L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha infatti diffuso un diverso modello di diagnosi funzionale basato sull' ICF (International Classification of Functioning), che non si limita alla certificazione della patologia ma indica "come funzionano" le strutture mentali e corporee dell’alunno; oltre a ciò amplia la visione "medica" inserendo abilità sociali e personali, fattori contestuali ed ambientali, rendendo così la diagnosi davvero "funzionale" al lavoro dell'insegnante.

38 Questo modello è purtroppo ancora poco diffuso presso le nostre ASL ed è questo il motivo per cui il modello di PEI su cui lavoriamo, per la maggior parte dei casi, riporta ancora la vecchia struttura di diagnosi funzionale e di profilo dinamico basati sulle tradizionali sei "aree" e sui corrispondenti "assi".(modello DD57)

39 Novità a livello provinciale a.s. 2014/2015 Il nostro istituto “IIS S.G.Bosco”( il Dirigente Dott. Savazzi) in collaborazione con l’UST( prof.ssa Balboni) ha creato un modello di PEI su piattaforma ICF diventando un punto di riferimento per tutti gli Istituti scolastici della provincia di Mantova: tutte le scuole per quest’anno in forma sperimentale compileranno un PEI su base ICF.

40 Altro passo avanti si è compiuto con il passaggio dal concetto di disabilità a quello di Bisogno Educativo Speciale, spostando l'accento dal deficit da "normalizzare" all'opportunità dell'individualizzazione dei percorsi formativi e alla valorizzazione delle diverse abilità.

41 Infine si afferma la tendenza ad estendere l'ambito del Piano Educativo Individualizzato dalla scuola alla vita di tutti i giorni: l'intervento non è più finalizzato soltanto al raggiungimento dei traguardi previsti dai programmi scolastici ma riguarda l'autonomia personale, il benessere psico-fisico, la riflessione da parte dell'alunno sulle proprie aspettative di realizzazione personale e sul possibile inserimento nel mondo del lavoro, la cura delle relazioni sociali: è il Progetto di Vita.

42 Dubbi più frequenti Come fare a strutturare le verifiche differenziate? Chi le corregge? Chi prepara le verifiche per obiettivi minimi? Posso uscire dalla classe con l’alunno BES per prepararlo alle verifiche? Posso uscire dall’aula con gli alunni “normodotati”? Dove si colloca l’insegnante di sostegno all’interno dell’aula? Cosa fa durante la lezione?

43 e….se siamo spaventati da tutto questo bellissimo lavoro che ci aspetta….ecco una pillola di saggezza! GRAZIE per l’attenzione, buon lavoro a tutti


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