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L’ODISSEA. Il poema dell’avventuroso ritorno

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Presentazione sul tema: "L’ODISSEA. Il poema dell’avventuroso ritorno"— Transcript della presentazione:

1 L’ODISSEA. Il poema dell’avventuroso ritorno

2 Il mito: i “nostoi” degli eroi
L'Odissea prende il nome dal protagonista (Odisséo, Ulisse per i Latini), l'eroe greco famoso per la sua intelligenza. Il poema racconta il suo lungo viaggio (durato dieci anni) per ritornare a Itaca, la terra natale, dopo l'espugnazione di Troia, a cui aveva contribuito combattendo e ideando l'inganno del cavallo di legno. L'Odissea si ricollega dunque al ciclo di poemi epici che ha come sfondo la guerra di Troia e comprende anche vicende successive alla morte di Ettore (episo­dio conclusivo dell'Iliade): fanno parte di questo ciclo anche una serie di narrazioni perdute composte dagli aedi sugli avventurosi ritorni in patria degli eroi dalla guerra di Troia, in greco cioè « ritorni». L'Odissea si può inserire in questo filone narrativo, di cui costituisce l'esempio più illustre. Proprio per la ricchezza di eventi e vicende in cui il protagonista si trova coinvolto, l'Odissea, pur essendo un'opera in versi, può essere definita il primo grande “romanzo di avventure” della letteratura occidentale.

3 La realtà storica: i traffici nel Mediterraneo
Non esiste nell' Odissea un preciso fatto storico di riferimento come nell'lliade, ma essa costituisce ugualmente una fonte preziosa storica, anche perché non si possiedono documenti scritti sull'epoca posteriore a quella micenea, a cui, invece, si fa cenno nel poema. La base storica dell'Odissea si collega con le prime esplorazioni che i Greci fecero nel Mediterraneo, creando rotte e scali che poi verranno sfruttati e perfezionati nel corso della seconda colonizzazione. La società rappresentata nell'Odissea appare più complessa rispetto a quella dell'lIiade: accanto alla società aristocratico-guerriera che detiene il potere, a cui appartiene Ulisse, compaiono altri gruppi sociali, come gli artigiani, in cui sono compresi falegnami, medici, aedi e indovini, di cui è riconosciuta l'utilità; vengono citati anche i braccianti, considerati all'ultimo gradino della scala sociale, e i servi, che possono godere della protezione del padrone e spesso sono saldamente inseriti nella struttura economica e sociale della famiglia a cui appartengono. Ad essi si oppongono coloro che vivono di espedienti o di elemosina.

4 La narrazione, dunque, nel suo complesso, anche se vengono introdotti elementi fantastici e fiabeschi tipici del tema del viaggio, si presenta più realistica rispetto a quella dell'Iliade, perché, accanto alla so­cietà aristocratico-guerriera, compare in modo più evidente il mondo quotidiano, per esempio la famiglia, composta non solo dai parenti, ma anche dai servi, dagli schiavi e dai professionisti; le varie attività economiche, la stratificazione sociale.

5 La struttura dell’Odissea
L'errare di Ulisse da un luogo all'altro dura 9 anni; al 10° anno ritorna ad Itaca; complessivamente, dunque, egli rimane assente da Itaca 20 anni (10 ­anni per la guerra di Troia + 10 di viaggi). Ma l’Odissea racconta solo gli eventi accaduti nell’arco di 40 giorni (34 secondo un’altra ricostruzione), durante i quali veniamo a sapere anche ciò che è avvenuto nei dieci anni precedenti, attraverso la tecnica del flashback e l’utilizzo di narratori di II grado e di III grado: l’intreccio del poema, dunque, non coincide con la fabula, come avveniva nell’Iliade. In sostanza, l'Odissea, composta di versi e divisa come l'lIiade in 24 libri, presenta, tre nu­clei tematici: 1) La Telemachia (libri I-IV): Telemaco, figlio di Ulisse, non riuscendo a mantenere il potere ad Itaca in assenza del padre, parte per raccogliere notizie su di lui. 2) I viaggi di Ulisse (libri V-XII) contenenti il racconto delle peregrinazioni dell'eroe nel Mediterraneo (a partire dal libro IX narrate in prima persona attraverso un lungo flash back). 3) Il ritorno e la vendetta di Ulisse (libri XIII-XXIV): Ulisse torna a Itaca e sconfigge i nobili che insidiavano il suo regno.

6 LA TELEMACHIA (LIBRI I-IV) Libro I: giorno 1°
- giorno 1° - Il concilio degli dei. Atena si reca da Telèmaco ad Itaca. Libro II: giorno 2° - giorno 2° - Assemblea degli Itacesi. Partenza di Telemaco. Libro III: giorni 3° e 4° - giorno 3° - Telemaco a Pilo. - giorno 4° - Telemaco a Fere. Libro IV: giorni 5° e 6° - giorno 5° - Telemaco a Sparta. Accoglienza di Elena e Menelao. - giorno 6° - Telemaco è a Sparta e intanto a Itaca i Proci preparano un agguato per ucciderlo al suo ritorno.

7 2) I VIAGGI DI ULISSE (LIBRI V-XII)
Libro V: giorni 7°- 31° (oppure 1°- 25°) - giorno 7° - Mercurio intima a Calipso di lasciar libero Ulisse. Calipso comunica tale ordina ad Ulisse. - giorni dall'8° al 12° - costruzione della zattera (tre giorni) e partenza da Ogigia. - giorni dal 13° al 28° - Ulisse per mare sulla zattera. - giorni 29° e 30° - Il naufragio: Ulisse alla deriva. - giorni 31° - Ulisse approda all’isola dei Feaci. NB: Era partito da Troia con 12 navi, ognuna delle quali aveva circa 60 uomini; è arrivato dai Feaci come naufrago solitario. Libri VI - IX : giorno 32° (oppure 26°) - giorno 32° - Libro VI: Ulisse naufrago si presenta a Nausicaa. - Libro IX: Ulisse alla reggia di Alcinoo. Il racconto della lunga permanenza presso Calipso. - Libro IX: Il banchetto. Le gare in onore di Ulisse. Il canto di Demodoco e il pianto di Ulisse. Libri IX - XII : giorno 33° (oppure 27°) - giorno 33° - Ulisse racconta le sue peregrinazioni (flash back). Ecco le tappe:

8 Libro IX: - a Ismaro (in Tracia), presso i Ciconi, popolo ostile e bellicoso, Ulisse è attaccato; perde 72 uomini; - giunge presso i Lotòfagi, magiatori di Loto, che dona l’oblio (sulle coste della Libia); arriva presso i Ciclòpi, mostri antropofagi con un solo occhio (in Campania, nei Campi Flegrei, oppure in Sicilia, ad Aci Trezza): nell’avventura con Polifemo, perde 6 uomini, vi dimora 3 giorni; Libro X - giunge all'isola di Eolo, re dei venti (presso le isole Eolie o Lipari, in Sicilia): vi dimora 30 giorni; dopo 9 giorni di navigazione, ormai in vista di Itaca, i compagni di Ulisse aprono l’orcio che conteneva i venti contrari donato da Eolo, e le navi tornano indietro, ma Eolo li caccia via adirato scatenando una tempesta. - è presso i Lestrìgoni, feroci cannibali (in Sardegna, presso le Bocche di Bonifacio): perde 11 navi su 12 con tutti gli equipaggi; - arriva nell’isola Eea (sul promontorio del Circeo), presso Circe, maga che trasforma gli uomini in maiali. Ulisse si salva grazie all’aiuto di Ermes e Circe si innamora di lui e libera i compagni: vi dimora 1 anno. Circe suggerisce di recarsi nell’Ade ad interrogare l’indovino Tiresia.

9 Libro XI - si reca nel paese dei Cimmeri, che abitano le terre non identificate dell’estremo occidente, avvolte da nebbie perenni (storicamente erano un popolo che abitava nei pressi del Mar Caspio), Ulisse scende nell'Ade, il regno dei morti, dove interroga l’indovino Tiresia che gli predice il futuro; Libro XII - è di nuovo da Circe, per una breve sosta; - naviga presso l’isola della Sirene (nel golfo di Napoli), che fanno naufragare i marinai grazie al loro canto ammaliatore. Ulisse riesce ad ascoltare il loro canto facendosi legare all’albero della nave e turando con la cera le orecchie dei compagni; - a fatica passa quasi indenne presso Scilla e Cariddi, i due mostri che distruggono le navi che attraversano lo stretto di Messina; perde 6 uomini; - giunge all'isola di Trinacria (la Sicilia), i compagni di Ulisse uccidono e mangiano i buoi sacri al dio Elios (il sole); vi dimora 36 giorni. Ripartito, perde la nave e tutti i compagni, per la tempesta scatenata dal dio, offeso; - giunge naufrago nell’isola di Ogigia, dimora della ninfa Calipso, che si innamora di lui e lo trattiene per 7 lunghi anni. L’ordine di Zeus, portato da Ermes, obbliga Calipso a lasciare libero Ulisse, che costruisce una zattera e parte, ma Poseidone scatena la tempesta che lo farà naufragare nell’isola dei Feaci.

10 3) IL RITORNO E LA VENDETTA DI ULISSE (LIBRI XIII-XXIV)
Libro XIII: giorno 34° (oppure 28°) - giorno 34° - Ulisse parte dalla terra dei Feaci e arriva ad Itaca. Libro XIV: giorno 35° (oppure 29°) - giorno 35° - Ulisse ospite nella capanna del porcaro Eumeo. Libri XV e XVI: giorni 36°e 37° (oppure 30°e 31°) - giorno 36° - Arrivo di Telemaco presso Eumeo. - giorno 37° - Riconoscimento di Ulisse da parte di Telemaco. Libri XVII - XIX: giorno 38° (oppure 32°) - giorno 38° - Il ritorno di Telemaco a Itaca. Il cane Argo muore. - nella notte - Colloquio fra il mendicante e Penelope. Il riconoscimento di Ulisse da parte di Euriclea. Libri XX - XXIII: giorno 39° (oppure 33°) - giorno 39° - Melanzio e Ctesippo offendono Ulisse. La prova dell’arco. La strage dei Proci. la purificazione della casa. Riconoscimento di Ulisse da parte di Penelope. Libri XXIV: giorno 40° (oppure 34°) - giorno 40° - Incontro di Ulisse e Laerte. Incontro di Ulisse con il suo popolo.

11 I personaggi dell’Odissea
1) Gli uomini Ulisse: figlio di Laerte e Anticlea, re di Itaca, è il protagonista del poema. è un eroe complesso, duttile, abile, intreprendente, capace di adattarsi alle diverse situazioni. è al tempo stesso un guerriero, ma anche un cercatore, un esploratore curioso. La sua condotta non è guidata dai rigidi criteri dell’onore: si adatta alle circostanze e agli inerlocutori, sa mentire e dissimulare con astuzia proverbiale. Solo in parte egli corrisponde all’Ulisse presente nell’Iliade. La nostalgia per la patria lontana e il desiderio di riabbracciare gli affetti familiari contribuiscono ad arricchire di umanità la sua complessa figura. Telemaco: figlio di Ulisse e Penelope. Cresce sotto la guida di Mentore, il compagno di Ulisse cui è stato affidato. A vent’anni parte da Itaca alla ricerca del padre. Laerte: anziano padre di Ulisse. Argo: vecchissimo cane di Ulisse; muore alla vista del padrone che ritorna dopo vent’anni. Alcinoo: re dei Feaci, abitanti dell’isola di Scheria. è un sovrano saggio e illuminato, che accoglie benevolmente Ulisse e lo aiuta a ritornare in patria. Demodoco: è l’aedo che canta le vicende di Troia alla corte di Alcinoo, Menelao e Elena: accolgono Telemaco nel suo viaggio a Sparta. Tiresia: è l’indovino che nell’Ade predice il futuro ad Ulisse.

12 2) Le donne Penelope: moglie di Ulisse, donna bella e saggia, insidiata dai Proci. Riesce a rinviare la decisione di risposarsi con lo stratagemma della tela: promette di scegliere lo sposo al termine della tessitura di una tela che lei creava di giorno e disfaceva di notte. Nausicaa: giovane figlia di Alcinoo. Soccorre il naufrago sconosciuto (Ulisse) approdato all’isola dei Feaci e lo porta alla corte del padre.

13 3) I popoli e le creature magiche :
i Ciconi: popolo ostile e bellicoso, che risiede in Tracia, nella città di Ismaro. i Lotòfagi: magiatori di Loto, che dona l’oblio. La loro terra è da collocare in Africa, probabilmente sulle coste della Libia. i Ciclòpi: mostri antropofagi con un solo occhio. La loro sede è stata collocata in Campania, nei Campi Flegrei, oppure in Sicilia, ad Aci Trezza. Ulisse entra con alcuni compagni nella grotta di Polifemo: occorrerà tutta l’astuzia di Ulisse per poter uscire dall’antro. Eolo: re dei venti, ha la sua corte presso le isole Eolie o Lipari, in Sicilia. dona a Ulisse un otre che contiene i venti contrari alla navigazione, ma i compagni di Ulisse, ritenendolo pieno di tesori lo aprono e le navi tornano indietro. i Lestrìgoni: feroci cannibali che vivono in Sardegna, presso le Bocche di Bonifacio. Circe: è una maga, figlia del Sole, che trasforma gli uomini in maiali, ma diventa una fata benefica dopo essere caduta ai piedi di Odisseo. Vive nell’isola Eea, identificata con il promontorio del Circeo (la costa da Gaeta a Sperlonga si chiama ancora “Costa di Ulisse”. i Cimmeri: popolo misterioso che vive nelle terre dell’estremo occidente, avvolte da nebbie perenni (storicamente erano un popolo che abitava nei pressi del Mar Caspio). Qui Ulisse scende nell'Ade, il regno dei morti, le Sirene: creature con il corpo di uccello e il volto di donna che vivono su un’isola, da collocare forse nel golfo di Napoli. Il loro canto ammalia i naviganti facendoli naufragare. Ulisse riesce ad ascoltare il loro canto facendosi legare all’albero dellanave e turando con la cera le orecchie dei compagni. Scilla e Cariddi: due mostri marini che impediscono il passaggio delle navi attraverso lo stretto di Messina. Scilla ha infiniti tentacoli mentre Cariddi è un gorgo profondissimo. Calipso: è una ninfa bellissima, che vive sull’isola di Ogigia (forse presso lo Stretto di Gibilterra). Innamorata di Ulisse, cerca di trattenerlo presso di sé offrendogli il dono dell’immortalità.

14 4) Gli abitanti di Itaca Fra i Proci si distinguono: Antìnoo di Itaca, che ne è il capo ed il più violento; Anfìnomo di Dulichio, il più mite e saggio; Eurìmaco di Itaca, cerca una mediazione con Ulisse per evitare la strage; Ctesippo di Same. Servi fedeli ad Ulisse: Eumèo, il porcaro; Filèzio, il pastore; Euriclèa, la nutrice. Eurinome, la dispensiera Servi infedeli: Melànzio, il capraro; Melanto, l’ancella.

15 4) Gli dei. Atena: protegge Ulisse, permettendogli di ritornare a Itaca. Poseidone: è nemico di Ulisse che gli ha accecato il figlio Polifemo. Ermes: porta a Calipso l’ordine di Zeus di lasciare libero Ulisse. Elios: è il dio Sole, che fa morire in un naufragio tutti i compagni di Ulisse, perché hanno mangiato le carni delle mucche sacre a Elios.

16 Le traduzioni La traduzione più famosa è quella del 1805 di Ippolito Pindemonte ( ) in endecasillabi sciolti, quasi con­temporanea alla versione dell'Iliade di Monti e simile ad essa per la fraseologia e il lessico molto com­plessi, tipici del gusto neoclassico dell'epoca. Hanno tradotto buona par­te del testo dell’Odissea anche i poeti Giovanni Pascoli (1855-­1912) e Salvatore Quasimodo ( ), quest'ultimo in versi liberi, adottando una struttura più semplice sia nel metro sia nella sintassi. Sono famose le traduzioni del Novecento: da una parte quelle di Ettore Romagnoli (Zanichelli, 1926) e Nicola Festa (Sandron, 1926), in prosa, ma ancora in uno stile aulico e solenne, e quelle in versi liberi, ma condotte con una sensibilità più vicina alla nostra di Francesca Castellino (SEI, 1958), Rosa Calzecchi Onesti (Einaudi, 1963), Emilio Villa (Feltrinelli, 1964) e Giovanna Bemporad (Le Lettere, 1970 e 1990). La traduzioni più recenti sono quella in versi liberi di G. Aurelio Privitera (Mondadori, ), di Enzio Cetrango­lo (Sansoni, 1990) e Mario Giammarco (Newton, 1997) e quelle in prosa di Giuseppe Tonna (Garzanti, 1982), Maria Grazia Ciani (Marsilio, 1994) e Franco Ferrari (UTET, 2000).

17 I temi dell’Odissea 1) Il prototipo del romanzo. Mentre l'Iliade è un poema tutto risonante di bagliore di armi, e quindi è un poema di guerra, l'Odissea si distingue per la varietà dei luoghi e dei personaggi, per la costante presenza del mare, ora amico, ora nemico, per la ricchezza delle vicende meravigliose e strane. È quindi un poema di avventure, «il primo libro di avventure, quasi il primo romanzo di tutta la le letteratura europea». (G. Perrotta). Il poema è tutto pieno di quello che i critici hanno chiamato l'elemento meraviglioso, cioè quella materia, quel contenuto fantastica ed irreale che si esprime nella descrizione di Circe, la bellissima maga che trasforma gli uomini in porci, nella rappresentazione del Ciclope temibile e mostruoso, nelle notizie sul frutto del loto che fa dimenticare ogni cosa a coloro che ne mangiano. Bisogna dire però che questa materia così irreale viene descritta dal poeta con una tale precisione, con una tale ricchezza di particolari realistici, che quel mondo meraviglioso e irreale si presenta agli occhi del lettore quasi come il mondo di ogni giorno.

18 2) Il multiforme ingegno di Ulisse
2) Il multiforme ingegno di Ulisse. Ma nell’Odissea non ci sono soltanto queste descrizioni e questi episodi, cioè il poema non è solo un interessante campionario di strane avventure e di luoghi fantastici: se tutto il poema consistesse in questo non sarebbe un capolavoro. Nell'Odissea c'è soprattutto la figura di Ulisse. Ulisse domina il racconto dal primo verso all'ultimo: anche quando egli fisicamente è assente, domina il poema, come - basti un esempio - nel colloquio fra Telèmaco e Mente del primo libro: lui non è tra i personaggi presenti, ma non si parla che di lui, del suo sperato ritorno, della sua temuta morte. Ulisse e l'eroe della saggezza, dell'intelligenza, che di fronte alle difficoltà e agli ostacoli riesce sempre a trovare la via per superarli, pazientemente, senza «colpi di testa» ma preparando prima un piano e portandolo dopo a compimento.

19 3) Il desiderio di conoscere
3) Il desiderio di conoscere. Inoltre Ulisse è dominato da una grande passione: il desiderio di sapere, di apprendere, di conoscere luoghi nuovi, usanze di popoli sconosciuti. Questa sua passione lo mette spesso in situazioni difficili, gli crea dei fastidi, ma lui preferisce sopportare tutto ciò pur di appagare questo suo prepotente bisogno di sapere. È questo il caso dell'avventura col Ciclope, quando i compagni gli consigliano di far preda nella grotta e tornare alle navi, ma lui, invece preferisce restare e correre dei rischi, pur di potere appagare la sua sete di conoscere. Considerato tutto questo, si capisce, perché Ulisse sia stato sempre - nel mondo classico, nel mondo medioevale, nel mondo moderno uno degli eroi maggiormente esaltati dai filosofi e dai poeti, che in lui hanno visto un simbolo della migliore qualità umana, quella che ha fatto progredire l'uomo e lo ha fatto passare da una conquista all'altra: cioè la brama di conoscere.

20 5) Il mondo degli affetti
5) Il mondo degli affetti. Ma Ulisse non è un personaggio dominato solamente da una passione così elevata come è la brama di conoscere, Ulisse ha anche passioni più comuni, passioni che hanno anche gli uomini normali, di ogni tempo e di ogni paese. Sono esse: la nostalgia della patria e l'ardente affetto per la famiglia. Ulisse non fa che sognare, anche in mezzo alle delizie dell'isola di Calìpso, la sua “petrosa Itaca” e la casa e Penèlope e il figlio Telèmaco che ha lasciato bambino e da più di vent’anni non vede. Qui è l’aspetto più umano dell’ Odissea, che diventa appunto il poema del ritorno, in quanto esamina l'ansia e gli stati d'animo di chi è lontano­ dalle persone e dai luoghi cari.

21 6) Il bisogno di giustizia
6) Il bisogno di giustizia. Ma, ritornato in patria, Ulisse trova una particolare situazione: i Proci che gozzovigliano e sperperano; e quindi al tema del ritorno ecco che si collega il tema della vendetta. La strage dei Proci è la logica conclusione del poema e l'Odissea così termina ritornando al tema accennato nel primo canto. Lì Telèmaco, amareggiato dalle prepotenze dei Proci, parlando con Mente aveva espresso l'ardente desiderio di veder tornare il padre col vendicatore: se “mai vedessero quell’uomo / qui ritornare...” Negli ultimi libri, quel desiderio si realizza e i Proci pagano la pena della loro cattiveria. Tutto questo dimostra - fra l'altro - la grande capacità dell'autore, che riprende e conclude alla fine il tema accennato all'inizio e dà al suo poema una salda unità.

22 La struttura dell’Odissea
L’intreccio e la funzione del cantore: una narrazione in medias res. Una struttura ad anello: dal presente al presente (attraverso il flash-back). Un’opera sperimentale: la dell’autore (e non solo del protagonista). “Quandoque bonus dormìtat Homerus”: l’incontro fra Atena-Mente e Telemaco (I, )

23 Divergenze fra Iliade e Odissea
Le nuove “formule odissiache”. Un mondo degli dei più attento al mondo degli uomini (esigenza di giustizia nel mondo). Un nuovo tema: la sopravvivenza del singolo al posto dello scontro armato fra le masse e la ricerca della timh# (onore) e del (fama). I nuovi motivi: amore, rispetto, devozione, ospitalità, equo compenso, corresponsabilità fra dei e uomini per le sventure. I nuovi valori dell’eroe: sopportazione, astuzia, travestimento.

24 Letture in traduzione I, 1 e ss.: Proemio.
I, 32-43: Il lamento di Zeus e la fine degli Atridi. I, : Dialogo fra Atena-Mente e Telemaco VI, : Nausicaa accoglie Odisseo. IX, : L’incontro con il Ciclope. XI, : L’incontro con Achille nell’Ade XVII, : Il cane Argo. XXI, : La gara dell’arco. La cicatrice di Ulisse


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