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PubblicatoVirgilio Bartoli Modificato 8 anni fa
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Oriana Fallaci Università della Terza Età e del Tempo Disponibile – San Martino Buon Albergo Docente: prof. Cecilia Chiumenti a.a. 2015-2016
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Sono nata a Firenze il 29 giugno 1929 da genitori fiorentini: Tosca ed Edoardo Fallaci. Da parte di mia madre, tuttavia, esiste un «filone» spagnolo: la sua bisnonna era di Barcellona. Da parte di mio padre, un «filone» romagnolo: sua madre era di Cesena. Connubio pessimo, com’è ovvio, nei risultati temperamentali. Mi ritengo comunque una fiorentina pura. Fiorentino parlo, fiorentino penso, fiorentino sento. Fiorentina è la mia cultura e la mia educazione. All’estero, quando mi chiedono a quale Paese appartengo, rispondo: Firenze. Non Italia. Perché non è la stessa cosa.
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biografia Oriana Fallaci (Firenze, 29 giugno 1929 – Firenze, 15 settembre 2006) è stata una scrittrice e giornalista italiana. Partecipò giovanissima alla Resistenza italiana e fu la prima donna in Italia ad andare al fronte in qualità di inviata speciale. Iniziò a lavorare come giornalista fin da giovanissima: si occupò di cronaca nera, di moda, scrivendo per il giornale «Epoca» diretto dallo zio Bruno. L’esperienza che la metterà in prima fila in uno scenario di guerra sarà la guerra del Vietnam. Altra vicenda privata, ma «politica» sarà la sua relazione con Alexandro Panagulis (Un uomo, 1979) Durante gli ultimi anni di vita fecero discutere le sue dure prese di posizione contro l'Islam, in seguito agli attentati dell'11 settembre 2001 a New York, città dove viveva. Come scrittrice, con i suoi dodici libri, ha venduto venti milioni di copie in tutto il mondo.
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pubblicazioni Il sesso inutile, 1961 Se il sole muore, 1965 Intervista con la storia, 1974 Lettera a un bambino mai nato, 1975 Niente e così sia, 1969 Saigon e così sia, 2010 Un uomo, 1979 Insciallah, 1990 La rabbia e l’orgoglio, 2001 Un cappello pieno di ciliegie, 2008 Tutti editi da Rizzoli
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Niente e così sia, 1969 Inviata de «L’Europeo» in Vietnam nel 1967, la Fallaci testimonia il suo primo anno al fronte condannando la guerra, nella speranza di capire il vero significato della vita e della morte. Le riflessioni della Fallaci prendono spunto in questo libro da un’innocente domanda della sorellina Elisabetta: «La vita, cos’è?». È il novembre del 1967 alla vigilia della partenza, e questo interrogativo la accompagna durante il lungo viaggio verso il Vietnam. All’arrivo a Saigon l’atmosfera è sospesa, surreale: del conflitto si sentono soltanto vaghi echi lontani, e più che in un Paese in piena guerra sembra di trovarsi in un Paese che dalla guerra è appena uscito… Ma nel gennaio del 1968 scatta l’offensiva del Tet e Saigon viene invasa dai vietnamiti e dai Viet-cong. La Fallaci dà vita a un reportage straordinario che tra le sue mani, giorno dopo giorno, si trasforma in un vero e proprio romanzo; in esso, oltre al resoconto dei fatti, propone un’analisi dell’animo umano, unendo il suo punto di vista alla pluralità di esperienze che i soldati,degli opposti schieramenti, le riferiscono nel corso di semplici chiacchierate o attraverso documenti preziosissimi (come lo straziante diario di un vietcong). Fasi: la fascinazione della guerra- la sfida della morte – la paura della morte- il disgusto per la morte – amarezza nel lasciare il Vietnam dopo il terzo viaggio Letture: pag. 15 – 72 -162-166 – 195 - 212 – 278 (Pascal) pag. 343-4-8
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Saigon e così sia, 2010 (uscito postumo) Raccoglie per la prima volta in volume i reportage dal Vietnam del Nord e dalla Cambogia (1969-1975), alcune celebri interviste ai protagonisti di quel conflitto e lo straordinario resoconto della caduta di Saigon. E’ la continuazione di Niente e così sia, un diario preciso e fedele che comincia con una delusione, cocente, con la sensazione dolorosa (quando Oriana arriva ad Hanoi) che quel Paese fosse molto diverso dall’immagine eroica e antimperialista che ne aveva fatto gran parte dell’Occidente e che aveva sedotto anche lei. Così come nel Sud aveva condannato la politica estera della Casa Bianca, qui sarà la prima a esprimere posizioni critiche su un regime «chiuso a chiave in una muraglia ideologica».
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Alekos, cosa significa essere un uomo? Significa avere coraggio, avere dignità. Significa credere nell’umanità. Significa amare senza permettere a un amore di diventare un’ancora. Significa lottare. E vincere. Guarda, più o meno quel che dice Kipling in quella poesia intitolata Se. E per te cos’è un uomo? Direi che un uomo è ciò che sei tu, Alekos Da Intervista con la storia, Rizzoli, 1974
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Un uomo Il 1° maggio del 1976 Alexandro Panagulis, eroe solitario nella lotta greca contro i Colonnelli, viene ucciso in un «incidente d’auto». Si pensa subito ad un complotto, sul quale la Fallaci indagherà per parecchio tempo. Il libro inizia con la marea di folla che per le strade di Atene partecipa al funerale, al grido di«Zi, zi, zi!, Vive, vive, vive». Dopo il flash sul funerale, la narrazione riprende da qualche anno addietro, e il lettore rivive con Oriana l’attentato che Panagulis organizzò contro Papadopulos (13 agosto 1968), capo della Giunta dei Colonnelli in Grecia. L’attentato fallì e Panagulis fu condannato a morte e poi al carcere. Visse per 5 anni, dopo sevizie e torture atroci nella terribile prigione-tomba di Boiati. Viene liberato per un’amnistia il 21 agosto 1973. Due giorni dopo la Fallaci lo incontra e comincia così un rapporto travolgente d’amore, di complicità.
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La prima parte del libro è la ricostruzione dell’attentato, l’arresto, la prigionia, la grazia. La seconda L’incontro con Oriana, l’amore, la convivenza in Grecia. La terza parte l’esilio in Italia, dove Alekos cerca aiuti e compagni per continuare la lotta contro la dittatura. La quarta è dedicata all’esperienza politica in Parlamento di Alekos La quinta è dedicata all’ultima difficile fase dell’amore tra Oriana e Alekos La parte sesta infine è la cronaca degli ultimi giorni e della morte Letture: incipit; p.65/66; p.127; 142-3; p. 155; p. 205; p. 350
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