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LA MODA DALL’800 AL 2000
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INDICE COS’ È LA MODA? MODA FEMMINILE NELL’800 MODA MASCHILE NELL’800
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COS’ È LA MODA? La prima e più fedele testimonianza della costante preoccupazione che l’uomo sempre avuto nel curare in modo da presentare il proprio corpo è l’abbigliamento. Per questo motivo la storia dell’abbigliamento è strettamente connessa alla storia dell’umanità. Questa preoccupazione è tanto più straordinaria quanto più si rifletta sul fatto che il corpo è l’unica cosa che intimamente possediamo e che ci seguirà fino alla fine della nostra vita. Per moda si possono intendere gli sforzi compiuti dall’uomo per migliorare i propri attributi naturali. La storia dell’abbigliamento venne e viene influenzata dai miti, leggende, favole, folclore, tabù erotici, ma anche da considerazioni mondane come le alleanze politiche, le scoperte scientifiche, le invenzioni della macchina e lo sviluppo dei commerci internazionali.
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MODA FEMMINILE DELL’800 Nei primi anni dell’800 la moda femminile è caratterizzata da abiti larghi ed ingombranti con una serie di accessori che modificano il corpo femminile. Infatti, dopo una breve parentesi di ispirazione neoclassica in favore di una linea femminile più sciolta e naturale, si ritorna a guardare al medioevo, anche se con una nuova ottica.
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MODA MASCHILE DELL’800 La moda ottocentesca è l’espressione del ceto borghese che dopo la rivoluzione francese conquistò il potere politico ed economico in Europa. Soprattutto l’abbigliamento maschile registrò un significativo e radicale mutamento, quasi una svolta epocale. Un look austero e rigoroso, con tagli semplificati, tessuti di panno robusto al posto della seta, e decorazioni ridotte al minimo, sostituì il frivolo abbigliamento barocco Due furono gli abiti informali introdotti: il frac, dapprima adottato per andare a caccia e per la vita in campagna, con falde molto arretrate e colletto alto, poi portato di sera, per le occasioni eleganti. E la redingote, all’inizio una giacca usata per l’equitazione, ossia una lunga giubba a due falde e aperta sul dietro, che permetteva di stare comodamente in sella.
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MODA FEMMINILE DEL 900 Con il XX sec inizia la Belle Epoque, periodo contrassegnato da ottimismo, con grandi scoperte nel campo della scienza e dell’industria. E’ un periodo in cui la moda segue gli sfarzosi ritmi dei balli, pranzi di gala e soggiorni in residenze aristocratiche. Occorrono così più vestiti per i diversi momenti della giornata. Il novecento ha avuto varie fasi a seconda del periodo.
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INIZIO 900 tra la fine dell’800 e gli inizi del 900 per l’abbigliamento femminile nasce la tipica linea dell'epoca a forma di "S", caratterizzata dal petto spinto innaturalmente in avanti, vita minuscola e bacino in fuori. Si tratta di una linea sinuosa e slanciata confermata anche dai colletti steccati che costringono a mantenere la testa ben eretta.
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A partire dal 1910 si afferma un nuovo modello di abito che rompe completamente con la moda precedente, infatti la nuova linea è dritta e slanciata con gonne lunghe e strette, e la vita non è più il punto focale della linea femminile lasciando il posto a forme morbide. Fa la sua prima comparsa lo scollo a "V’’. Con la prima Guerra Mondiale( ) tutti gli aspetti della vita quotidiana vengono profondamente sconvolti e al fronte, oltre ai militari, si aggiungono anche i civili rimasti in città. Le donne, in particolare, si trovano a svolgere compiti fino ad allora riservati esclusivamente agli uomini ed iniziano ad entrare massicciamente nel mondo nel lavoro. Le gonne lunghe e strette precedenti non sono più adatte a questa nuova situazione, e vengono immediatamente sostituite da gonne più corte e soprattutto più larghe che non interferiscano con i movimenti. Anche la linea dei corpini è ora pensata per una maggiore comodità e gli scolli diventano triangolari. Molti degli abiti di questi anni si rifanno alle divise militari sia nelle forme che nei colori.
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Gli anni ’20, dopo quelli di privazioni e paure della guerra, si aprono come una nuova epoca di benessere e ottimismo, ed in particolare per ciò che riguarda l’abbigliamento compare una nuova moda rivolta alle masse grazie alla nascita dei grandi magazzini. I grandi magazzini forniscono un’ampia scelta di abbigliamento alla portata di tutti ed inoltre a prezzi ribassati grazie alla diffusione di nuovi tessuti artificiali e sintetici, come il rayon. Gli abiti sono semplici con linee dritte, tessuti morbidi e gonne corte, pensati soprattutto per lasciare maggiore libertà possibile nei movimenti.
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A partire però dagli anni 30 si torna a sottolineare le forme del corpo, passa la moda della bambina- maschietto e si parla di romanticismo e di femminilità. Matura, formosa e sinuosa: questa è la donna del fascismo italiano. Durante la 2° guerra mondiale invece tessuti e materie prime scarseggiano e bisogna arrangiarsi. Ritorna la moda semplificata. Si diffonde la campagna propagandistica: "Make- doand Mand" (adattare e riparare). Bisogna aspettare gli anni ’50 affinche’ la moda femminile riacquisti vigore
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Il 1940 ha visto due stili distintivi della moda femminile. Dall'inizio del decennio, fino al "New Look" nel 1947, gli abiti delle donne erano al ginocchio e erano caratterizzati dalle spalle imbottite. Questo aggiunge un tocco di abbigliamento che altrimenti era semplice, a causa del razionamento in tempo di guerra. Le donne sono diventate creative nel mescolare stili per fare un guardaroba sempre più diversificato di quanto non fosse. Accessori fatti in casa e acconciature elaborate permettono alle donne di mostrare il loro talento, senza spese. Cappelli diventano molto popolari. Anche nel lavoro in fabbrica, capelli ricci e rossetto rosso brillante che mantengono il look femminile. Il peplum è diventato popolare, contribuendo a ridurre i fianchi e sfoggiando una vita trim. I vestiti erano semplici e pratici, ma le donne ancora erano attraenti anche durante gli anni di guerra. Con la guerra finita e i materiali, di nuovo disponibili, i sarti di Parigi, ancora una volta prendono il timone della moda. Christian Dior ha introdotto il New Look, che ha caratterizzato una vita stroncata, lunghezze superiori e gonne piene, un sacco di tessuto è stato utilizzato e un'immagine più femminile classicamente è stata creata.
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Gli anni '50 riportano in vita la moda in tutto il suo splendore. Il mondo è travolto dall'incredibile ciclone del "New Look" dello stilista francese Christian Dior e Parigi, diventa la capitale della moda. La linea della moda femminile cerca di richiamare le curve della donna con abiti che scoprono le spalle ed hanno ampie scollature per mettere in risalto il seno. La vita ritorna ad essere sottilissima e le gonne sono voluminose e gonfie. Sul finire degli anni ’50 arriva in tutte le sale da ballo il rock’n’roll che segna una nuova moda: gonna larga e reggicalze per lei e brillantina per lui.
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Negli anni ’60 c’è una grande novità per la moda femminile, nasce infatti la minigonna, disegnata dalla stilista Mary Quant. Protagonista assoluta è dunque la minigonna, o comunque i mini vestitini. Con l’arrivo della minigonna si diffondono anche i collant prodotti in ogni tonalità di colore. Anche la biancheria intima si riduce quindi al minimo, e le calze sono sostituite da questi collant colorati. I capelli si portano lunghi e lisci. I jeans sono diffusissimi e la moda diventa sempre più unisex. In questi anni, alla alta moda, si contrappone una moda che non viene più dalle sartorie, ma dalla strada, e l'etnico domina su tutto: gli hippies sono i primi a rifiutare il consumismo e indossano giacche di camoscio, bandane e collane di perline.
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Negli anni ’70 invece, tutto ciò che è stato di moda negli anni ’60 perde velocemente di significato, a partire dal modo di vestire: le minigonne si allungano e la biancheria intima ritorna ad essere utilizzata, con la creazione di nuovi accessori e sottabiti adatti alla nuova donna attraente e sessualmente più libera. Inoltre in questi anni si diffonde la moda dei "sabati ballanti" e nascono di conseguenza i primi abiti da discoteca: gonne con spacchi e calze nere con la riga, e “bustier”, corpetto steccato ideato per essere indossato all’esterno. Questi sono anche gli anni della diffusione dei pantaloni a zampa d'elefante sia per l’uomo che per la donna. In contemporanea nasce a Londra, per poi diffondersi ovunque, la moda "punk", uno stile anarchico che mira a fare scandalo, con pantaloni neri, giubbotti di pelle e stivaloni per gli uomini, e per le donne minigonne, collants a rete e scarpe con tacchi alti. I capelli rigorosamente fluorescenti.
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Tra la fine degli anni '70 e gli '80 nasce il pret-à- porter; la moda diventa una vera industria. Sono gli anni della prosperità economica e della pubblicità che divulga messaggi attraverso l'espansione dei media. Non c'è più uno stile ben preciso per la moda femminile. Al lavoro invece l’abbigliamento femminile privilegiato è il tailleur con gonna e spalle imbottite. La moda "stracciona" americana influisce molto sullo stile dei giovani e il centro commerciale diventa il luogo per gli acquisti creando un grande dislivello con la moda proposta in passerella dagli stilisti.
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Dalla fine degli anni 90 fino ai nostri giorni la gamma degli stili proposta è molto ampia, le riviste mettono in risalto la varietà di temi, forme e materiali. Non c’è più uno stile che contraddistingue in modo assoluto la donna. Questo è in linea con la nuova donna, non più donna fragile, non più donna oggetto, ma donna in carriera emancipata e libera.
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MODA MASCHILE DEL 900 Negli anni ’20 la linea è dritta per l’uomo. Ci sono cappotti a doppio petto, pantaloni a tubo e camicia con colletto inamidato. Predomina la linea di stile inglese. Negli anni ‘30 troviamo la forma a rettangolo Per arrivare poi ad un cambiamento negli anni ‘40, dove gli abiti maschili sono di cinea ampia. Soprabiti, giacche e calzoni comodi e scarpe sportive. Questa moda continuerà anche negli anni ’50.
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Negli anni ‘60 comincia anche per l’uomo la ricerca nuovi ideali di vita. I giovani vestono da ribelli. Blue jeans e camicie mimetiche. La contestazione giovanile anche negli anni ‘70: qui vige la spontaneità e il comportamento anticonvenzionale. Negli anni ‘80 gli uomini abbandonano il grigio e danno libero sfogo al proprio gusto con soluzioni fantasiose. Così alla fine del secolo anche per l’uomo la moda non è molto definita. Prevale comunque il look trasandato: jeans straccati e maglietta molto larga per i giovani.
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MODA FEMMINILE DEL 2000 Nel 2001 una notizia sconvolge non poco l'opinione pubblica italiana: nell'esercito italiano in missione in Afghanistan ci sono, per la prima volta, anche donne militari italiane. Sulle passerelle arrivano abiti divisa, il motivo a camouflage diventa pattern dominante, mentre stellette e distintivi decorano borsette e abiti da sera. Nel 2002 c'è voglia di romanticismo e di tenerezza. Sulle passerelle compaiono abiti bianchi, candidi e impalpabili, ingentiliti ancora di più da pizzi, passamanerie, merletti e volant. Vestiti che sembrano rubati dal corredo della nonna, diventano i pezzi base della moda dell'anno. Nel 2003 la moda diventa tutta sete, damaschi, ma anche pellicce e disegni orientaleggianti: tutto diventa fonte di ispirazione. L'abito da sera elegante si porta ora con un gilet etnico di pelo, la pochette è sostituita da una lunga tracolla con frange. Il 2004 comincia a ritmo di cornamuse! Ovunque si vedono tessuti scozzesi per gonne fascianti, pregiati tartan per abiti lunghi e i classici tweed per giacche impeccabili. La moda del vuole la donna vestita come una perfetta lady inglese.
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Nel 2005 la primavera dura un anno
Nel 2005 la primavera dura un anno! Fiori di tutti i tipi, colori e dimensioni cadono sulle passerelle in una pioggia primaverile che porta il buonumore. In perfetto ritorno alla moda degli anni Sessanta, quando nei cannoni per protesta si mettevano dei fiori. Candore assoluto, bianco siderale e immoto: è questo il vero trend del Sa trasformare un semplice abito in qualcosa di estremamente raffinato ed elegante. Bianco niveo nella moda per l'inverno, che vuole la donna diventare una sorta di regina delle nevi. L'azzurro è il colore di tendenza del Azzurro come il cielo e il mare, declinato poi nelle sue infinite sfumature e nuance. Sulle passerelle è un'esplosione di celeste, pervinca, acquamarina, con qualche punta di blu cobalto. Nel 2008 arriva l'indumento ideale: il trichini. Non è il solito costume intero, che coprirebbe troppo, nè il classico due pezzi. Si tratta di una via di mezzo tra i due costumi, che enfatizza solo alcune parti del corpo, nascondendo tatticamente delle altre. E in tutto il 2009 il look rockettaro scala la classifica arrivando al primo posto tra le nuove tendenze. Pantaloni di pelle nera, maglie glitter e dorate, ma soprattutto teschi e borchie. Rock is back quindi, ma forse non è mai andato via. Nel 2010 la donna riscopre la sua femminilità. L'abito bon-ton, quello usato una volta solo nelle occasioni speciali, diventa il nuovo classico da giorno. Per una volta smette di indossare sempre i jeans con la t-shirt, per rimodellare invece il suo corpo con i nuovi abiti dalle forme più proporzionate.
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MODA MASCHILE DEL 2000 Il duemila si apre con il ritorno agli anni ‘70: camicie a righe, giacche gessate. Verso il 2010 invece c’è un ritorno agli anni ‘60. tra i giovani spopola la pettinatura e il modo di vestire di Zac Efron.
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Lavoro di : Giulia Facco Lara Zanon e Giulia Pallaro
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