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IL RAPPORTO OBBLIGATORIO. OBBLIGAZIONE Con il termine obbligazione si intende il rapporto tra due soggetti -Il soggetto passivo  debitore -Il soggetto.

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1 IL RAPPORTO OBBLIGATORIO

2 OBBLIGAZIONE Con il termine obbligazione si intende il rapporto tra due soggetti -Il soggetto passivo  debitore -Il soggetto attivo  creditore In forza del quale il debitore è tenuto ad adempiere una prestazione a favore del creditore (ad esempio, il venditore è tenuto, nei confronti dell’acquirente, alla consegna del bene) Al debitore fa capo una obbligazione (obbligazione di consegnare il bene) e al creditore fa capo il correlativo diritto di credito (diritto alla consegna del bene) Il creditore, per conseguire l’utilità di cui ha diritto, ha bisogno dell’indispensabile collaborazione del debitore

3 RELATIVITA’ DEL RAPPORTO OBBLIGATORIO Il diritto del creditore è un diritto nei confronti del debitore: si definisce relativo o personale in quanto può essere fatto valere solo nei confronti di quest’ultimo Differenza tra diritto di credito e diritto reale: -Il diritto reale è un diritto sulla cosa, caratterizzato dall’immediatezza e dall’assolutezza -Il diritto di credito è un diritto nei confronti di un soggetto obbligato a una determinata prestazione

4 RESPONSABILITA’ PATRIMONIALE Il debitore risponde dell’inadempimento delle obbligazioni con tutti i suoi beni presenti e futuri. (in passato esisteva l’arresto per inadempimento di un debito) Il creditore può, quindi, qualora la sua pretesa all’adempimento resti insoddisfatta, invocare misure coercitive sul patrimonio dell’obbligato.

5 FONTI DELLE OBBLIGAZIONI Le obbligazioni possono sorgere, ai sensi dell’art. 1173 c.c., da: 1)Contratto 2)Fatto illecito 3)Ogni altro o fatto idoneo a produrle in conformità dell’ordinamento giuridico (promesse unilaterali, titoli di credito, gestione di affari, pagamento dell’indebito) Le fattispecie indicate si chiamano “fonti” delle obbligazioni.

6 Art. 1173 c.c. Il codice prevede e disciplina autonomamente la figura generale dell’obbligazione, a prescindere dalla fonte da cui, volta a volta, l’obbligazione concretamente discende; trattando poi separatamente, specifiche norme differenti in funzione della fonte.

7 OBBLIGAZIONE NATURALE Art. 2034 c.c. : una determinata prestazione può essere dovuta non in forza di una delle fonti in precedenza citate ma in esecuzione di un dovere morale o sociale. Il debitore non è giuridicamente obbligato ad eseguire la prestazione oggetto dell’obbligazione naturale; tuttavia Se la esegue  non può chiederne la restituzione (soluti retentio)

8 SOLUTI RETENTIO Ai fini dell’operatività della soluti retentio è necessario: -La spontaneità dell’esecuzione: la prestazione deve essere eseguita senza coazione -La capacità del soggetto che esegue la prestazione -La proporzionalità tra la prestazione eseguita, da un lato, e i mezzi di cui l’adempiente dispone e l’interesse da soddisfare, da altro lato: non può considerarsi doveroso ciò che va oltre quanto l’inadempiente può ragionevolmente fare o quanto il beneficiario può ragionevolmente attendersi.

9 SOLUTI RETENTIO Il diritto dell’accipiens di non restituire la prestazione effettuata a suo favore in adempimento di un’obbligazione naturale costituisce l’unico effetto dell’obbligazione naturale. Alcune ipotesi di obbligazione naturale sono legalmente tipizzate: si pensi al debito di gioco (art. 1933 c.c.) e al debito prescritto (art. 2940 c.c.). Esse tuttavia non esauriscono il novero delle obbligazioni naturali. Si considerano altresì tali le prestazioni gratuite, diverse dalla donazione, fatte a favore del convivente more uxorio e le prestazioni effettuate a favore di parenti verso i quali non sussista un obbligo alimentare.

10 Obbligazioni naturali NON costituiscono adempimento di obbligazioni naturali, sebbene si tratti di prestazioni gratuite non dovute e non ripetibili se spontaneamente eseguite: -Le attribuzioni effettuate per riconoscenza, per speciale remunerazione o in conformità agli usi, anche in occasione di servizi resi (cd. donazioni remuneratorie e donazioni d’uso, art. 770, co. 1 e 2 c.c.).

11 SOGGETTI DEL RAPPORTO OBBLIGATORIO I soggetti attivo e passivo del rapporto obbligatorio debbono essere determinati o, quanto meno, determinabili (prometto un premio a chi mi riporti il cane che ho smarrito) Perché sussista un rapporto obbligatorio è indispensabile la presenza di almeno due soggetti: il debitore e il creditore. E’ però possibile che l’obbligazione faccia capo ad una pluralità di soggetti  obbligazione plurisoggettiva

12 OBBLIGAZIONI PLURISOGGETTIVE: OBBLIGAZIONI SOLIDALI Si ha un’obbligazione plurisoggettiva in caso di: -Obbligazione solidale: -A) passiva: ciascuno dei più debitori è obbligato ad effettuare, a favore dell’unico creditore, l’intera prestazione. L’esecuzione della prestazione, fatta da uno qualsiasi di essi, ha effetto liberatorio a favore di tutti gli altri Es. se più persone concorrono a cagionare un medesimo evento dannoso, ciascuna è obbligata, nei confronti del danneggiato, al risarcimento dell’intero danno e la prestazione risarcitoria effettuata da uno dei coobbligati estingue integralmente il credito risarcitorio del danneggiato, determinando la liberazione anche degli altri condebitori: art. 2055 c.c.

13 OBBLIGAZIONI SOLIDALI PASSIVE Es. se due coniugi contraggono un mutuo bancario, ciascuno è tenuto, nei confronti della banca, alla restituzione dell’intera somma dovuta e la restituzione della somma mutuata effettuata da uno di essi estingue integralmente il credito della banca, determinando l’estinzione anche dell’obbligo restitutorio gravante sull’altro coniuge

14 OBBLIGAZIONI PLURISOGGETTIVE: OBBLIGAZIONI SOLIDALI Si ha un’obbligazione plurisoggettiva in caso di: -Obbligazione solidale: B) attiva: ciascuno dei più creditori ha diritto, nei confronti dell’unico debitore, all’intera prestazione e l’esecuzione fatta a favore di uno dei creditori estingue l’obbligazione Es. Se due coniugi sono cointestatari del medesimo conto corrente bancario, ciascuno può, anche separatamente, prelevare l’intera somma risultante dal saldo attivo del conto (art. 1854 c.c.) e la prestazione effettuata dalla banca a favore di uno dei due intestatari libera la banca stessa da qualsiasi obbligo restitutorio anche nei confronti dell’altro.

15 OBBLIGAZIONI PARZIARIE Ciascuno dei più debitori è tenuto ad eseguire una parte soltanto dell’unitaria prestazione, mentre la restante parte della medesima prestazione deve essere eseguita, da ciascuno per la sua parte, dagli altri condebitori (obbligazione parziaria passiva) Es. Se Tizio deve 10 a Caio, alla sua morte nel debito subentreranno gli eredi, ciascuno dei quali sarà obbligato nei confronti di Caio limitatamente alla propria quota ereditaria (art. 752 c.c.)

16 OBBLIGAZIONI PARZIARIE Ciascuno dei più creditori ha diritto ad una parte soltanto dell’unitaria prestazione, mentre la restante parte della medesima prestazione deve essere eseguita a favore singolarmente degli altri creditori, per la quota di rispettiva spettanza (obbligazione parziaria attiva)

17 PRESUNZIONE DI SOLIDARIETA’ PASSIVA Qualora ci siano più soggetti obbligati o più creditori, si pone il problema di sapere se l’obbligazione è solidale o parziaria L’art. 1294 c.c. statuisce che in caso di pluralità di debitori di una medesima prestazione, questi sono tenuti in solido, se dalla legge o dal titolo non risulta diversamente. La regola tende a tutelare il creditore: il creditore di un’obbligazione solidale passiva si trova infatti in una situazione più favorevole rispetto a quella del creditore di un obbligazione parziaria passiva.

18 PLURALITA’ DI CREDITORI In caso di pluralità di creditori, si ritiene che la solidarietà ricorra solo nelle ipotesi espressamente previste dalla legge o dal titolo

19 OBBLIGAZIONE SOLIDALE PASSIVA Nei rapporti esterni tra debitore e creditore, valgono i seguenti principi: -Il creditore può rivolgersi ad uno qualsiasi, a sua scelta, dei coobbligati. -Il coobbligato richiesto della prestazione non potrà esimersi dall’adempimento integrale (art. 1292 c.c.), salvo che la legge (artt. 2268 e 2304 c.c.) ovvero il titolo (art. 1944, co. 2, c.c.) non prevedano, a suo favore, il cd. beneficio di escussione  onere del creditore di procedere preventivamente nei confronti dell’altro condebitore. -L’effettuazione integrale della prestazione, ad opera di uno dei coobbligati, estingue l’obbligazione  liberazione di tutti gli altri da ogni ulteriore obbligo verso il creditore (art. 1292 c.c.)

20 OBBLIGAZIONE SOLIDALE PASSIVA Nei rapporti esterni: -Il condebitore, cui sia richiesta l’esecuzione della prestazione, può opporre al creditore le c.d. eccezioni comuni, che attengono, cioè, all’intero rapporto obbligatorio (invalidità, estinzione), e non quelle personali altrui, che attengono al rapporto tra il creditore ed uno o più degli altri condebitori (il vizio del consenso che inficia il titolo di un altro dei condebitori) -La costituzione in mora di uno dei condebitori in solido non vale a costituire in mora gli altri (art. 1308, co. 1, c.c.)

21 OBBLIGAZIONE SOLIDALE PASSIVA Nei rapporti esterni: -Gli atti con i quali il creditore interrompe la prescrizione contro uno dei debitori in solido hanno effetto anche riguardo agli altri condebitori (art. 1310, co. 1, c.c.) -La rinuncia, da parte del creditore, alla solidarietà a favore di uno dei condebitori non incide sulla natura solidale dell’obbligazione degli altri condebitori (art. 1311, co. 1, c.c.)

22 OBBLIGAZIONE SOLIDALE PASSIVA Nei rapporti interni fra coobbligati: -il carico della prestazione si divide tra i vari condebitori (art. 1298, co. 1, c.c.) in parti che si presumono eguali, se non risulta diversamente (artt. 1298, co. 2, e 2055, co. 3 c.c.) salvo che l’obbligazione non sia sorta nell’interesse esclusivo di alcuno dei condebitori (art. 1298. co. 1, c.c.). -Se uno dei condebitori solidali ha corrisposto al creditore l’intera prestazione, ha diritto di richiedere a ciascuno degli altri la parte di rispettiva competenza (artt. 1299, co. 1, e 2055, co. 2 c.c.)  azione di regresso

23 OBBLIGAZIONE SOLIDALE PASSIVA Nei rapporti interni fra coobbligati: -Se l’obbligazione è sorta nell’interesse esclusivo di uno dei condebitori, l’altro che abbia effettuato l’intera prestazione ha diritto di richiedere a quest’ultimo il rimborso dell’intera prestazione eseguita. - se uno o più degli obbligati di regresso risulti insolvente, la perdita si ripartisce fra tutti gli altri condebitori (art. 1299, co. 2 e 3 c.c.)

24 DIVISIBILITA’ E INDIVISIBILITA’ DELL’OBBLIGAZIONE Le obbligazioni si distinguono in: -indivisibili: hanno ad oggetto una prestazione non suscettibile di adempimento parziale, o per sua natura (obbligazione di consegnare un cavallo) o per volontà delle parti (obbligazione di consegnare due biglietti aerei per il viaggio di nozze) -Divisibili: tutte le altre (art. 1314 c.c.) La distinzione tra obbligazione divisibile e indivisibili ha importanza soprattutto in tema di obbligazioni plurisoggettive: l’obbligazione plurisoggettiva indivisibile è, infatti, solidale (art. 1317 c.c.).

25 LA PRESTAZIONE La prestazione cui è tenuto il debitore deve: -Essere suscettibile di valutazione economica  patrimonialità della prestazione -Rispondere ad un interesse, anche non patrimoniale del creditore (art. 1174 c.c.).

26 TIPOLOGIA DI PRESTAZIONE La prestazione può consistere in: -Un dare, cioè nel trasferimento di un diritto su un bene ovvero nella consegna di un bene: se il bene è specifico, l’obbligazione si definisce specifica, se il bene è invece determinato solo nel genere, l’obbligazione è definita “generica”. -Un facere, cioè nel compimento di un’attività materiale o giuridica -Un non facere, cioè nell’osservanza di una regola di condotta omissiva, consistente in un non dare ovvero in un non facere in senso stretto  obbligazioni negative

27 TIPOLOGIA DI PRESTAZIONE All’interno delle obbligazioni di facere si distingue tra: -Obbligazioni di mezzi: il debitore è tenuto a svolgere una determinata attività, senza garantire che per il creditore ne derivi il risultato sperato (medico che si obbliga a svolgere la sua attività con diligenza e perizia) -Obbligazioni di risultato: il debitore è tenuto a realizzare un determinato risultato quale esito della sua attività (appaltatore che si obbliga a costruire un determinato immobile, non semplicemente a fare quanto possibile per costruirlo.

28 TIPOLOGIA DI PRESTAZIONE La prestazione può essere: -Fungibile: per il creditore non sono rilevanti né l’identità né le qualità personali di chi la esegue (obbligazione di dare una somma di denaro) -Infungibile: il creditore vuole la prestazione di una persona determinata Oggetto dell’obbligazione è la “prestazione” dovuta (art. 1174 c.c.) Nelle obbligazioni di dare, anche il bene dovuto viene talvolta indicato come oggetto mediato dell’obbligazione.

29 OGGETTO Con riferimento alle obbligazioni di dare, con riferimento all’oggetto dovuto, si distinguono: -Le obbligazioni generiche: il debitore è tenuto a dare cose non ancora individuate ed appartenenti a un genere -Le obbligazioni specifiche: il debitore è tenuto a dare una cosa determinata. L’art. 1178 c.c. stabilisce che, in caso di obbligazione generica, il debitore deve prestare cose di qualità non inferiore alla media. L’obbligazione da generica si trasforma in specifica quando si perviene alla individuazione.

30 OBBLIGAZIONI SEMPLICI, ALTERNATIVE E FACOLTATIVE Con riferimento alla prestazione dovuta, si suole distinguere tra: -Obbligazioni semplici: hanno ad oggetto un’unica prestazione, che il debitore deve eseguire -Obbligazioni alternative: hanno ad oggetto due o più prestazioni, ma il debitore si libera eseguendone una sola. Se non è diversamente disposto, la scelta in merito a quale prestazione eseguire compete al debitore (art. 1286, c.c.). Con l’esercizio della facoltà di scelta, l’obbligazione alternativa diviene semplice. -Obbligazioni facoltative: hanno ad oggetto una sola prestazione (l’obbligazione facoltativa è, pertanto, semplice), ma il debitore ha facoltà di liberarsi eseguendone un’altra.

31 OBBLIGAZIONI ALTERNATIVE E FACOLTATIVE La distinzione tra obbligazione alternativa e obbligazione facoltativa assume importanza in caso di “impossibilità sopravvenuta” di una delle prestazioni. In caso di obbligazione alternativa, se una delle prestazioni diviene impossibile per causa non imputabile ad alcuna delle parti, l’obbligazione si considera semplice ed il debitore è tenuto ad eseguire l’altra prestazione (art. 1288 c.c.) In caso di obbligazione facoltativa, se l’unica prestazione dedotta in obbligazione diviene impossibile per causa non imputabile al debitore, l’obbligazione si estingue; se diviene impossibile l’altra, l’obbligazione permane ed il debitore non può liberarsi che eseguendo la prestazione dedotta in obbligazione.

32 OBBLIGAZIONI PECUNIARIE e INTERESSI L’obbligazione più diffusa nella prassi è quella pecuniaria, quella cioè, in cui il debitore è tenuto a dare al creditore una somma di denaro Una particolare obbligazione pecuniaria, avente carattere accessorio rispetto a un’obbligazione principale, pur essa a contenuto pecuniario, è l’obbligazione di corrispondere degli interessi.

33 INTERESSI LEGALI E CONVENZIONALI Con riferimento alla fonte degli interessi occorre distinguere: -Quelli di fonte legale: se dovuti in forza di una previsione di legge (art. 1815 c.c. in tema di mutuo). L’ipotesi di maggiore rilevanza è quella stabilita dall’art. 1282, co. 1, c.c.: producono interessi di pieno diritto i crediti liquidi (quelli il cui ammontare è determinato o determinabile mediante operazioni di mero conteggio aritmetico) ed esigibili (quelli di cui il creditore è legittimato a chiedere l’immediato pagamento) aventi ad oggetto somme di denaro -Quelli di fonte convenzionale: sono dovuti in forza di un accordo fra debitore e creditore

34 FUNZIONE DEGLI INTERESSI Interessi corrispettivi: quelli dovuti al creditore sui capitali concessi a mutuo (art. 1815 c.c.), nonché quelli dovuti sui crediti liquidi ed esigibili di somme di denaro (art. 1282, co. 1, c.c.)  rappresentano una sorta di corrispettivo per il godimento che il debitore ha del denaro del creditore Interessi compensativi: sono quelli dovuti al creditore di obbligazioni cd. di valore (creditore di somme di denaro a titolo di risarcimento danni)  rappresentano una sorta di compenso del danno sofferto dal creditore per il mancato tempestivo ottenimento della prestazione dovutagli. Interessi moratori: “anche se non erano dovuti precedentemente e anche se il creditore non prova di aver sofferto alcun danno” sono dovuti dal debitore in mora al creditore di obbligazioni aventi ad oggetto una somma di denaro.

35 TASSO DI INTERESSE L’ammontare dell’obbligazione degli interessi si determina in misura percentuale (cd. tasso di interesse) rispetto all’entità dell’obbligazione principale (capitale) ed in relazione al tempo con riferimento al quale gli interessi sono dovuti. Il tasso, sulla base del quale si calcolano gli interessi, si distingue in: -Legale -Convenzionale Il tasso legale è fissato dall’art. 1284, co. 1, c.c., di regola in misura pari al 5 per cento in ragione d’anno, ma può essere modificato annualmente con decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze.

36 TASSO DI INTERESSE Il tasso legale si applica sia agli interessi legali che a quelli convenzionali, sia agli interessi corrispettivi che a quelli moratori, qualora le parti non ne abbiano determinato da misura (art. 1284, co. 2, c.c.) Il tasso convenzionale viene fissato per accordo tra debitore e creditore: il relativo patto richiede la forma scritta ad substantiam, qualora determini il tasso di interesse in misura superiore a quello legale (art. 1284, co. 3, c.c.).

37 INTERESSI USURARI In ogni caso, le parti non possono fissare un tasso di interesse superiore di oltre quattro punti percentuali rispetto al tasso effettivo globale medio di interesse praticato dalle banche e dagli intermediari finanziari. Il tasso superiore a otto punti percentuali rispetto al tasso medio così rilevato è definito usurario. Se sono convenuti interessi usurari, la clausola è nulla e non sono dovuti interessi (art. 1815, co. 2, c.c.)

38 ANATOCISMO Sugli interessi scaduti non maturano interessi (cd. interessi anatocistici)  non è cioè prevista, di regola, la c.d. “capitalizzazione” degli interessi scaduti (art. 1283 c.c.).


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