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MALATTIE ESANTEMATICHE

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Presentazione sul tema: "MALATTIE ESANTEMATICHE"— Transcript della presentazione:

1 MALATTIE ESANTEMATICHE

2 Malattie esantematiche
Caratterizzate da rash cutaneo In genere conferiscono immunità permanente Il contagio avviene per contatto interumano attraverso le goccioline respiratorie Incidenza stagionale e ricorrenza epidemica Coincidono con l’entrata del bimbo in comunità Sono tutte di origine virale tranne la scarlattina Molte prevenibili attraverso vaccinazione

3 Malattie Esantematiche
Gli esantemi sono eruzioni cutanee che compaiono nel corso di varie malattie infettive, stati tossici, stati allergici. In alcune forme infettive, tipiche ma non esclusive dell’età infantile, tali manifestazioni rappresentano il sintomo più frequente e più costante Malattie Esantematiche

4 Malattie esantematiche di maggiore interesse
Morbillo (Paramyxovirus, genere Morbillivirus) Scarlattina ( Streptococcus pyogenes-gruppo A) Rosolia (Togavirus, genere Rubivirus) Varicella (Herpes virus) Quinta Malattia (Parvovirus) Sesta Malattia (Herpesvirus)

5 Malattie esantematiche: elementi diagnostici rilevanti
Lesione elementare : macula, papula, vescicola, pustola, crosta Numero, dimensioni e distribuzione delle lesioni elementari Evoluzione nel tempo Enantema Altre manifestazioni (desquamazione, macchie di Koplik) Periodo di invasione (prodromico): intervallo di tempo tra l’inizio della febbre e l’inizio dell’esantema

6 MORBILLO Definizione : Malattia infettiva acuta altamente contagiosa e diffusiva caratterizzata da febbre, infiammazione catarrale delle congiuntive, mucosa orale e prime vie aeree e da un esantema maculo papulare diffuso, tipico.

7 Morbillo L’agente causale è un Paramyxovirus
Durante la malattia è presente nel faringe, nella congiuntiva, nel sangue, nelle urine e in altri tessuti del paziente.

8 Morbillo: epidemiologia
M. endemica diffusa in tutto il mondo: 45 milioni casi/anno, 1 milione di morti/anno (OMS) Incidenza stagionale: inverno, primavera Superati i 20 anni il 90-95% della popolazione è immune Trasmissione interumana diretta (virus labile) Contagio : secrezioni rinofaringee  fine incubazione  periodo prodromico e primi giorni periodo esantematico Ingresso virus: congiuntiva, mucosa prime vie aeree, replica linfonodi loco-regionali

9 Morbillo :epidemiologia
L’introduzione della vaccinazione di massa nei Paesi industrializzati ha modificato il quadro epidemiologico piccole epidemie circoscritte ad adolescenti vaccinati prima infanzia senza richiamo

10 Morbillo: Clinica Malattia sempre sintomatica
Incubazione: giorni Periodo di invasione: 3-5 giorni . Febbre, malessere generale, rinite, bronchite, congiuntivite→mucositi Macchie di Köplik alla fine della fase pre-esantematica (patognomoniche): chiazze a spruzzatura di calce su mucosa gengivale all’altezza del secondo molare inferiore

11 Macchie di Koplik

12 Morbillo: facies morbillosa

13 Morbillo: Forme Cliniche
Morbillo emorragico : raro, grave compromissione stato generale, manifestazioni emorragiche imponenti cutanee e visceali. Piastrinopenia prognosi grave Morbillo ipertossico : soggetti con deficit congeniti o acquisiti dell’immunità cellulo-mediata, soggetti defedati, malnutriti Morbillo in gravidanza: non malformazioni ma aborti e prematurità. Decorso grave (5% letalità) nel III trimestre e puerperio.

14 Morbillo: complicanze
App. respiratorio : laringiti, pseudo-croup, brpolmoniti (virali,batteriche), otiti medie, mastoiditi, sinusiti Sistema nervoso: Encefalite, Encefalomielite demielinizzante ( %), fine periodo eruttivo. Febbre, segni meningei, segni di encefalite (convulsioni, disturbi della coscienza, paralisi, paresi ). Complicanza mortale nel 10% casi. Possibili esiti neuropsichici in 1/3 di pazienti Panencefalite sclerosante subacuta (1/ ) grave encefalopatia progressiva, fatale entro 1-3 anni dall’esordio. Infezione persistente del SNC; +++ bambini di 6-8 anni. Esordio subdolo, modificazioni personalità, peggioramento scolastico, atassia, mioclonie, deterioramento mentale,morte

15 Morbillo: diagnosi Macchie di Koplik, caratteri esantema, mucositi. Leucopenia con piastrinopenia Diagnosi diretta : Ricerca antigeni virali secrezioni respiratorie Diagnosi sierologica : Ricerca IgM (ELISA) su singolo campione di siero → infezione acuta Sieroconversione su doppio campione di siero (aumento titolo > 4 volte)→ diagnosi retrospettiva

16 Morbillo: profilassi Profilassi passiva: entro 72 ore dalla esposizione Immunoglobuline specifiche o Immunoglobuline normali Altamente efficaci, ma da riservare a casi particolari (età < 12 mesi; gravide; immunocompromessi). Durata protezione 3 settimane Profilassi attiva: vaccino vivo attenuato altamente efficace. Fortemente raccomandato, non obbligatorio I^ dose 15° mese ( Campania 12 – 15 m) II^ dose: 5-12 anni per ridurre insuccessi vaccinali (<5%) Controindicata nei soggetti con deficit immunità cellulo-mediata

17 2006 : 581 casi : 341 casi

18 Il vaccino può dare effetti collaterali
Il vaccino può dare effetti collaterali lievi e di breve durata, come dolore, rossore e gonfiore sul punto di iniezione oppure febbre lieve o moderata, rash cutaneo modesto, ingrossamento dei linfonodi e gonfiore delle articolazioni. In genere dopo 7-10 giorni dalla vaccinazione. VACCINO MALATTIA FEBBRE FEBBRE ELEVATA 15% 100% 90% 5-15% 5% ESANTEMA

19 L’eliminazione del morbillo è un obiettivo dell’OMS
Uno dei principali obiettivi dell’Organizzazione Mondiale della Sanità è che in Europa venga eliminato il morbillo entro l’anno 2007. L’Italia è ancora distante da questo obiettivo: nel nostro Paese nel 2002 si sono ammalate di morbillo più di persone e 6 sono morte. Per fare un confronto, in tutti gli Stati Uniti d’America nel 2002 si sono verificati solo 36 casi di morbillo. ITALIA Abitanti: Casi di morbillo nel 2002: oltre Morti per morbillo nel 2002: 6 USA Abitanti: Casi di morbillo nel 2002: 36 Morti per morbillo nel 2002: 0

20 E’ meglio il vaccino delle malattie
I rischi di effetti collaterali gravi da vaccino sono enormemente minori rispetto ai rischi di gravi complicanze dovute al morbillo, rosolia e parotite. Rischio dalle 3 malattie Rischio da vaccino

21 ROSOLIA- Definizione rosolia acquisita Malattia infettiva acuta contagiosa causata da un Togavirus e caratterizzata da un quadro tossinfettivo di modesta intensità e da un esantema discreto → evoluzione benigna rosolia congenita Contratta durante la gravidanza, può determinare morte del feto o comparsa di gravi malformazioni

22 Rosolia:epidemiologia
Malattia endemica, ubiquitaria Picchi epidemici ogni 5-10 anni Prevale nei bambini (età scolare), ma colpisce anche adulti Incidenza stagionale : inverno, primavera Lascia immunità permanente: 80% adulti ha ab protettivi Il 50-60% casi decorre senza esantema

23 Rosolia Trasmissione mediante secrezioni respiratorie (da – 5-7 a giorni dall’esordio del rash) Penetrazione attraverso la congiuntiva o mucosa respiratoria Il neonato con infezione congenita rimane portatore del virus per mesi → pericolosa fonte di contagio Penetrazione, Moltiplicazione a livello della mucosa vie aeree e linfonodi cervicali Viremia 6°-7° g. prima del rash → localizzazione cute/ linfoghiandole La viremia cessa con l’inizio dell’esantema e la comparsa di ab specifici Gravidanza: viremia→ infezione placentare , invasione torrente circolatorio fetale → infezione disseminata, necrosi tessuti embrionali con esiti devastanti per il feto. Il neonato continua ad eliminare virus per molti mesi dopo la nascita.

24 Rosolia acquisita : clinica
Forma sub-clinica 50-60% casi (con viremia) Incubazione : giorni, asintomatica Periodo esantematico: Febbre non molto elevata, risolve in 3 gg. Condizioni generali poco interessate L’esantema inizia contemporaneamente alla febbre. Diffusione cranio-caudale, maculo papuloso non confluente, lesioni 2-3 mm Regredisce senza desquamazione Linfoadenopatia retroauricolare latero e postero cervicale Plasmacellule in circolo (15-20%) e monociti (25-30%)

25 Rosolia: esantema

26 Rosolia : complicanze Interessamento articolare: raro nel bambino, frequente nella donna adulta (30%) Modeste artralgie ( polsi, caviglie, ginocchia)

27 Rosolia congenita: clinica
Rosolia in gravidanza può avere effetti devastanti sul feto: aborto, parto prematuro, malformazioni congenite. < 2° mese, bambino colpito nel 65-85% casi 3° mese, % casi 4° mese % casi > 20° settimana occasionali deficit

28 Rosolia congenita: clinica
Embriopatia rubeolica: Lesioni oculari: cataratta, microftalmia, retinopatia, glaucoma congenito Cardiopatia: pervietà dotto di Botallo, tetralogia di Fallot, difetto interventricolare, comunicazione interatriale, stenosi polmonare, Ipoevolutismo, ritardo mentale, microcefalia, idrocefalo, sordità

29 Rosolia congenita: clinica
Fetopatia rubeolica: Persistenza di lesioni evolutive dopo la nascita Porpora trombocitopenica, anemia emolitica, epatiti, miocarditi, lesioni ossee asintomatiche, diabete mellito (50 volte più frequente nei bambini con rosolia congenita)

30 Rosolia : Diagnosi Diagnosi sierologica (ELISA)
Diagnosi clinica difficile (lieve, sintomi aspecifici) Diagnosi di laboratorio: leucopenia Isolamento virale: complesso, indaginoso, non routinario Diagnosi sierologica (ELISA) IgM su singolo camp. di siero, persistono 1-3 mesi IgG su doppio campione di siero, fase acuta e convalescenza, persistono tutta la vita

31 Rosolia acquisita :Diagnosi
Nei casi dubbi, in particolare nelle gravide al I° trimestre : Test di avidità per IgG La presenza di IgG a bassa avidità indica una infezione acuta acquisita nei giorni precedenti IFA indiretta (IgM,IgG), EAI, FC

32 Rosolia congenita:diagnosi
Presenza di IgM alla nascita e nei primi mesi di vita In bambini > 6-9 mesi, in assenza di una documentata infezione post-natale la presenza di anticorpi anti-rosolia è suggestiva di infezione congenita

33 Diagnosi prenatale Diagnosi prenatale (pochi laboratori) Biopsia placentare alla 12°settimana con dimostrazione di antigeni virali mediante Ab monoclonali, RNA virale nei villi coriali, liquido amniotico. Presenza di Ig M specifiche nel sangue fetale > 22 settimana di gestazione.

34 Rosolia : Profilassi Profilassi passiva: Immunoglobuline specifiche nella gravida → subito dopo l’esposizione, non modificano la risposta sierologica e possono ridurre il rischio di embriopatia Profilassi attiva: vaccino vivo attenuato Raccomandato a tutte le bambine prepuberi e donne in età fertile sieronegative in grado di evitare la gravidanza nei 3 mesi successivi l’inoculazione. Vaccinazione trivalente (morbillo-rosolia-parotite) al 15° mese. Rivaccinazione 5°-12° anno Nel 2005 solo 139 casi di rosolia notificati.

35 Screening prima della gravidanza
Tutte le donne in età fertile, prima della gravidanza, dovrebbero eseguire un test sierologico per verificare la situazione immunitaria verso il virus rubeolico. Vaccinazione: evitare la gravidanza nei successivi 3-6 mesi!

36 SCARLATTINA Eziologia: Streptococco -emolitico di gruppo A
Eziologia: Streptococco -emolitico di gruppo A (S. Pyogenes) produttore della cd. tossina eritrogenica. Incubazione: 2-3 giorni.

37 Fase prodromica: faringotonsillite (angina) con febbre elevata, cefalea, dolori addominali, vomito. La febbre (se non si usa adatta terapia antibiotica) dura 3-6 giorni. In caso di adatta terapia antibiotica la febbre scompare dopo ore. Esantema: maculopapuloso (elementi piccoli 0,5-1-2 mm, rosso vivo, aspetto vellutato per la tendenza a confluire senza lasciare zone di cute indenne), inizia alla radice degli arti e diffonde a tutta la cute in modo uniforme. Coesiste enantema: lingua inizialmente bianca patinosa con margini rossirosso lampone. Linfoadenomegalia laterocervicale dolente. Dopo una settimana segue una desquamazione furfuracea soprattutto alle mani e ai piedi (attualmente si osserva raramente per la somministrazione della terapia antibiotica).

38 Altri segni caratteristici
SCARLATTINA Altri segni caratteristici 1)     L’esantema risparmia la regione periorale (maschera di Filatov) 2)     Segno della mano gialla: spingendo con la mano sull’addome l’esantema scompare e rimane l’impronta gialla 3)     Strie di Pastia: strie rubre nella regione flessoria degli arti (per fragilità vasale) 4)     Dermatografismo bianco: strisciando l’unghia sulla pelle rimane un segno bianco. Diagnosi 1)     Quadro clinico 2)     Tampone faringeo 3)     Esame di laboratorio: Ves e TASL, leucocitosi neutrofila e eosinofilia. 

39 SCARLATTINA Complicanze 1) Precoci di tipo settico: Otite
1)     Precoci di tipo settico: Otite Osteomielite Artrite Miocardite Nefrite 2)     Tardive: Malattia reumatica Glomerulonefrite

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43 Diagnosi differenziale
SCARLATTINA Diagnosi differenziale Morbillo: che pero’ presenta le mucositi (rinite, congiuntivite, laringite, bronchite); l’esantema maculo-papuloso nel morbillo tende a rimanere con elementi staccati senza confluire. Terapia - Penicillina o meglio penicilline semisintetiche (amoxicillina o acido clavulanico) alla dose di mg/Kg/die per 10 giorni; - oppure macrolidi (eritromicina, ecc) alla dose di mg/Kg/die per 10 giorni (azitromicina per tre giorni?)

44 VARICELLA Eziologia: Varicella-zooster (VZ), un DNA-virus appartenente alla famiglia degli Herpesviridae. Epidemiologia: e’ una affezione ubiquitaria ad elevata contagiosità (indice di contagiosita’: 90%), con incidenza più elevata nei bambini di età compresa tra 5 e 9 anni. L’incubazione e’ di gg. Il contagio avviene dalla fine dell’incubazione fino al 5° giorno dopo l’ultima pousse’ di vescicole. La prima infezione da virus VZ si trasmette attraverso il contatto diretto di soggetti suscettibili con pazienti affetti da varicella; sorgente di infezione: vescicole cutanee e secrezioni espiratorie. Risulta contagiosa da un giorno prima a circa 6 giorni dopo l’esordio dell’eruzione cutanea (i neonati possono acquisire la malattia dalla madre che contrae la varicella alla fine della gestazione).

45 Rapporti fra varicella ed herpes zooster.
Varicella e herpes zooster possono occorrere insieme nella stessa famiglia e nello stesso bambino dando un’immunita’ crociata. La varicella puo’ essere considerata la forma acuta, mentre lo zooster il risultato della riattivazione dalla fase latente del virus nei gangli spinali.

46 VARICELLA: QUADRO CLINICO
Periodo prodromico: febbre e malessere generale della durata di circa 24 ore; subito dopo compare l’esantema. Esantema: lesioni inizialmente maculo-papulari che evolvono in vescicole di 2-3 mm. di diametro, circondate da un alone eritematoso, a contenuto dapprima liquido ed in seguito torbido (pustole); entro 4-6 giorni queste lesioni si trasformano in croste che in seguito cadono senza lasciare cicatrici evidenti (a volte cicatrici appena visibili). L’esantema della varicella si manifesta inizialmente alla parte superiore del tronco quindi al volto, al cuoio capelluto ed alle estremità. “Rush cutaneo a cielo stellato” nella fase di stato sono presenti elementi in tutti i diversi stadi evolutivi, cioe’ esistono gittate successive.

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49 Vaccinazione Consiste nella somministrazione di un vaccino sia a scopo profilattico (vaccinoprofilassi) che a scopo terapeutico (vaccinoterapia). Vaccinoprofilassi : effettuata per creare uno stato immunitario nei confronti di una o più malattie. A causa dei costi di una vaccinazione di massa, essa viene praticata per malattie infettive con morbilità e/o mortalità elevata e contro cui non esistano altri metodi profilattici. Vaccinoterapia: effettuata a scopo terapeutico contro una malattia, quando questa è già in atto, con lo scopo di potenziare gli anticorpi dell'organismo. Alcune vaccinazioni sono obbligatorie per legge, mentre altre sono assiduamente consigliate dai medici territoriali. Per rendere le vaccinazioni più efficaci vengono stilate successioni cronologiche riassunte nei cosiddetti "Calendari Vaccinali", predisposti dalle autorità sanitarie nazionali

50 Calendario vaccinale Stabilisce la tempistica delle vaccinazioni raccomandate (in Italia non esiste più l'obbligo di vaccinare i bambini, in ottemperanza alla normativa europea). L’attuale calendario nazionale prevede che tutti i bambini vengano protetti verso nove malattie: difterite, tetano, pertosse, poliomielite, Epatite B, Haemophilus influenzae di tipo b, morbillo, rosolia e parotite. Esiste un vaccino esavalente che ne contiene 6. La prima vaccinazione va effettuata al 3^ mese, con richiami al 5^ e 11^ m Richiami: anti-polio 5-6 aa;anti-difterite/tetano: 5 aa, e ogni 10 aa > 12 m: raccomandata la trivalente anti-morbillo/parotite/rosolia

51 Calendario delle vaccinazioni in Italia
età Difterite tetano pertosse Antipolio Epatite B Morbillo parotite rosolia Haemophilus influenzae B 3° mese 1° dose 1° dose tipo Salk im 5° mese 2° dose 2° dose tipo Salk im 11°-12° mese 3° dose tipo Salk im 13°-15° mese 5°-6° anno richiamo 4° dose 11°-12° anno Per i non vaccinati 14°-15° anno

52 Vaccinazione contro la poliomielite: con virus ucciso (“Salk” o IPV)
Due tipi di vaccino: orale detto anche “Sabin” (virus vivi attenuati), e “Salk” preparato con virus uccisi e si somministra per iniezione. Sabin: ha il vantaggio di essere eliminato con le feci dalle persone vaccinate per alcune settimane e di disperdersi nell’ambiente, con un effetto di “barriera” di popolazione per la circolazione del virus. Sabin  rischio di paralisi (= dopo la malattia naturale) in 1 ogni dosi, possibile soprattutto dopo la 1^ dose. Salk: mai paralisi flaccida, ma non si disperde nell’ambiente. Sino al 1999: in Italia→ vaccino di tipo Sabin. Nel 1999  calendario parzialmente modificato con Salk per le prime due dosi, e Sabin per le seconde due dosi. L’uso di entrambi i vaccini è stato in vigore sino a luglio 2002. Nell’Agosto 2002, dopo che l’Europa è stata dichiarata libera dalla polio, il calendario vaccinale è stato ulteriormente modificato e si è passati all’esclusivo uso di vaccino Salk.


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